« Da Capodanno?!? »
Lo stesso sconcerto di Emma passò sui volti dei presenti nel salotto.
« Potresti evitare di urlarlo all'intero chalet? » borbottò Alexene, certa che quel calore improvviso alle guance non fosse dovuto al camino acceso. « Comunque, sì. Lui non-... Beh, avete capito. »
La sera prima, dopo l'interruzione dei due festeggiati, Gabriel si era improvvisamente chiuso in se stesso e non l'aveva più sfiorata se non per la solita carezza e il solito bacio della buonanotte.
– Ti sto ricordando che non mi stancherò mai del tuo corpo. –
Era frustrata e confusa. Era finita in un labirinto disorientante e senza fine, e l'insolito atteggiamento di Gabriel non l'aiutava affatto: quando un istante prima intravedeva negli occhi dell'uomo una luce che le prometteva tutto, anche di farle dimenticare il proprio nome, l'attimo dopo pareva ignorare la sua presenza, come se non fosse mai esistita.
Non era la prima volta che capitava, ma se all'episodio di Natale Gabriel le aveva porto una scusa plausibile, a quel nuovo sbalzo di umore non aveva trovato alcuna spiegazione.
Di una cosa era però sicura.
Mi sta mandando fuori di testa.
Volgendo lo sguardo alla grande finestra del salotto, lasciò vagare i pensieri tra i candidi fiocchi che avevano cominciato a coprire il vecchio strato di neve di due notti prima: erano passati poco più di due mesi dal primo, terrificante, incontro con il compagno. A dispetto di come era iniziata, oltre ogni previsione il rapporto con Gabriel era cambiato radicalmente, non solo dal punto di vista fisico. Ancora non era riuscita a comprendere che cosa avesse causato quel miglioramento: doveva forse dare il merito a quanto aveva scoperto sul suo passato? Eppure tutto era cominciato settimane prima. Poco alla volta si era inspiegabilmente aperto a lei, e lei inconsciamente aveva fatto altrettanto.
Diede la colpa a quella quotidianità che, costretti, avevano cominciato a condividere lasciando scivolare via la rabbia e i disaccordi. Ed era proprio quella quotidianità, quei momenti tranquilli, che con il passare dei giorni le stavano diventando cari.
Come caro le era diventato ogni singolo componente di quella strana famiglia allargata. Emma, Dorian, Eleonore, Rose... Per ognuno di loro nutriva un attaccamento che a fatica era riuscita a contenere: le avevano mostrato un affetto così sincero che non era riuscita ad evitare di ricambiarlo. Ovviamente Auguste era un caso a parte: i rapporti con il padrone di casa non si erano appianati per nulla, e nessuno dei due sembrava intenzionato a cambiare le cose.
Ma Gabriel...
Gabriel era diverso. L'aveva intravista, quell'intesa. L'aveva sfiorata, erano riusciti a capirsi per un brevissimo istante. C'erano stati un paio di episodi spiacevoli, eppure, pur di non impazzire in quella relazione indesiderata, le aveva accantonate.
Aveva deciso di chiedere aiuto ad Emma, quella mattina: in lei aveva trovato una grande amica, una confidente. Una sorella. A lei rivelava tutto ciò che la turbava, tutti i suoi timori. Trovandola però insieme alle altre e al marito aveva desistito, ma la ragazza non aveva voluto sentire ragioni, minimizzando la sua timidezza, e allora era crollata.
Aveva raccontato tutto.
La risata di Dorian la riscosse dai suoi pensieri.
« Mi chiedevo perché fosse così avvilito, in questi giorni... » le sorrise. Alexene fu quasi certa di aver intravisto nei suoi occhi un accenno di sollievo.
« Avvilito? Lui? Dorian, sono io quella che non riesce a gestire i suoi sbalzi d'umore! » Borbottò arrabbiata.
« Mi sembra che non litighiate più così spesso, anzi, da quello che ci hai detto, ti ignora propr–ah! » Il rossore sempre più accentuato sulle guance dell'amica l'aiutarono a comprendere. « In quel modo! »
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The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...