"La sorte di tutti i machiavellici: fanno i loro disegni così sottili che si rompono per la loro stessa finezza."
Jhon DridenAgente Porter
«Ho quasi finito», disse l'agente alle spalle di Carmen. Le stava fissando la ricetrasmittente. «Ok, fatto.» Si sistemò il vestito. L'osservai e notai che con la testa fosse altrove, la cupezza della sua espressione avevo imparato a conoscerla. Era arrabbiata. Era devastata. «Vai.» L'agente stava tenendo un auricolare all'orecchio.
Carmen cercò di mantenere un tono di voce il più possibile normale. «Uno-due-tre. Uno-due-tre.»
«Bene.» Lui posò la cuffia.
«Sei sicura di volerlo fare?» feci la domanda senza una particolare ragione, forse volevo soltanto apparire meno distaccato, umanamente vicino a lei.
«Sì» ammise. «Non abbiamo né corpi né scene del crimine. Abbiamo ipotesi.» Mi affiancò. Io vigilavo attorno. Indossavo un giubbotto. Trasudavo pericolo. Mi guardò in silenzio, ma il silenzio disse tutto.
L'agente salì sul furgone, dicendole: «La parola la sa.»
«Sì.»
«Una confessione completa di tutti gli omicidi sarebbe magnifica ma qualsiasi informazione specifica che riuscirà a strappargli basterà ad arrestarlo», le disse infine.
Guardai di nuovo Carmen. «Ho uomini all'esterno della zona di carico e sul retro, ma non possiamo entrare. Non sappiamo se le finestre sono ancora chiuse. Quando sarai dentro, si piazzeranno nelle vicinanze. È il punto più vicino a cui possiamo arrivare senza rischiare di esporci. Tutto quello che la telecamera e il microfono coglieranno arriverà ai telefoni. Se pronunci la parola, conta sul fatto che impiegheranno più o meno otto-dieci secondi ad arrivare a te» spiegai. Lei assentì. Il corpo le si era intorpidito. «Tieni.» Le posi un revolver carico con la canna puntata in basso. «Se devi usarlo, continua a premere il grilletto finché il caricatore non è vuoto, ok? Sei colpi. Non esitare. Non sparare per ferire. Spara per fermare. Non dovresti avere problemi a usarla.»
Soppesò l'arma. «Non avrei problemi nemmeno con le posate.» Per un attimo non seppi che cosa dire. «Ma non posso prenderla. Mi perquisiranno dalla testa ai piedi.»
«Non ti mando là dentro indifesa.»
«Non lo sono» affermò. «E poi so dove trovare un'arma.»
«Nick? Rapporto?» L'agente con noi parlò alla radio.
«Il bersaglio è ancora dentro.» La voce del terzo agente coinvolto grattò attraverso l'altoparlante.
«Hai delle persone che tengono a te, niente follie» le sussurrai. «Voglio che tu esca da lì tutta intera, chiaro?»
Mi guardò, era probabile che si aspettasse prima o poi un monito simile. «Ti preoccupi troppo, so come fare parlare il re dei narcisisti.» Tutto a un tratto, mi lasciai avvolgere dell'indecisione: avrei voluto avere un'idea migliore di questa. Il rischio era troppo alto. Ovviamente non le sfuggì la mia ansia. Sapeva leggermi fin troppo bene e avevo fatto l'errore di capirlo tardi. «E' l'ultima cosa che si aspetta. Crede che sia fuggita a nascondermi in qualche buco dopo la dipartita di Evans. Sai, quando ti credi un dio in terra finisci per abbassare la guardia proprio nel momento in cui non dovresti» parve divertita, nonostante il pericolo a cui stava per andare incontro.
Presi a fissarla e le ore che avevamo trascorso insieme il giorno prima mi tornarono alla mente insieme alle scoperte fatte. «Sai, c'ho messo troppo a capire il tuo ruolo in questa folle situazione e di fronte all'avvocato ho avuto l'illuminazione. Ti eri dimenticata di dirmi che ti avevano intestato la maggior parte delle proprietà.»
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L'Odissea Dell'Animo [Completa]
Romance*Contenuti forti e scene esplicite adatte a un pubblico adulto *Storia autoconclusiva *Completa ¦Estratto¦: «Lascia che ti illumini sulla donna da cui al momento ti senti così coinvolto. All'inizio c'è sempre quando la vuoi, romantica, passionale...