L'uomo è un animale che finge,
e non è mai tanto se stesso
come quando recita.
William HazlittOtto anni prima
Spostai le grucce a una a una, alla ricerca di un vestito da indossare questa sera.
«Mettiti quello nero» mi consigliò Luna.
Mi voltai trovandola a osservarmi divertita dalla mia indecisione, prima di adocchiarlo tra la moltitudine di capi. Lo afferrai. «Non credi sia un po' eccessivo?»
«Dipende.»
«Da cosa?»
«Miranda, è una serata di Gala. Ma se Evans ha chiesto della tua bella presenza, lo ha fatto per un motivo.»
Mi posizionai di fronte allo specchio e cercai di vedere se il vestito fosse perfetto per me. Guardai il mio riflesso e desiderai essere altrove: a casa mia con quell'adorabile fagottino tra le mie braccia. Mi mancava, ne sentivo una mancanza quasi fisica, ma stavo cercando di abituarmi alla nuova realtà senza perderci la testa.
«Mi stai ascoltando?» domandò. Le sorrisi, fingendo interesse. Sapevo benissimo perché Evans mi voleva al suo fianco e cercavo di non dimenticarmene. «Ha bisogno di concludere più affari possibili, così come ha bisogno di te per attirare più investitori.»
«Lo so, non serve ribadirlo.»
«Miranda, non era mia intenzione, ma è sempre meglio tenere a mente il perché si è qui...» mi suggerì. «Però entrambe sappiamo che, anche se non lo ammetterà mai, il motivo per cui ti vuole al suo fianco è un altro. Poteva chiedere a qualsiasi altra e invece ha scelto te. Vorrà pur dire qualcosa, no?» Abbassai lo sguardo, perché le sue parole mi diedero fastidio. «Permettimi di darti un consiglio: approfittane e fai in modo che creda che sei disposta ad assecondare ogni sua richiesta. Sopravvivrai più di chiunque altra.» La serietà con cui me lo disse mi portò a incastrare i miei occhi ai suoi e vi lessi qualcosa che mi disorientò, poi il suo solito sorriso tornò sulle sue labbra. «E ora dedichiamoci alla tua bellezza.»
Mi aiutò a truccarmi e ad acconciare i capelli. Il vestito mi calzò a pennello e il risultato finale lasciò senza fiato la mia compagna di avventure. Studiammo entrambe la mia immagine allo specchio e cercai di capire chi fosse la ragazza che ora mi guardava con espressione diversa. Sembravo un'altra persona e non seppi come reagire davanti a tale scoperta.
«Mi fa piacere che tu sia tornata», disse, all'improvviso. «Finalmente ho qualcuno con cui sentirmi in sintonia.» Sorrisi imbarazzata. «Per come la vedo io, se andiamo avanti di questo passo ci ritroveremo a essere migliori amiche in pochi mesi» mi confidò contenta. La presi in giro e lei se la rise per niente toccata dalla mia freddezza. «Fidati di me, è meglio avere qualcuno. Ci permette di sentirci un po' meno sole.»
Ci recammo in cucina per riempirci due bicchieri di vino.
«Posso farti una domanda personale?» mi chiese. Annuii, anche se tremai al solo pensiero. «Come ti ha convinta?»
Fissai il bicchiere di cristallo fra le mie mani, prendendo tempo, e seppi con certezza che non avrei detto la verità. Non mi sarei lasciata scappare nulla di così personale e probabilmente lei lo sapeva, ma me lo aveva chiesto lo stesso.
«Prova a immaginare», dissi. «Perché? Ti preoccupa?»
Sembrava davvero interessata ai motivi che mi avevano spinto a tornare e me ne chiesi il perché.
«Sì.»
«E il male che fa a tutti invece?»
Lei mi osservò senza accusarmi di nulla. Poi mi si avvicinò. «Devi capire una cosa. Senza Evans non ci sarebbe niente. Niente denaro. Niente club. Niente di niente. Non ci saresti nemmeno tu» mi colpì più di quanto avrei voluto.
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L'Odissea Dell'Animo [Completa]
Romance*Contenuti forti e scene esplicite adatte a un pubblico adulto *Storia autoconclusiva *Completa ¦Estratto¦: «Lascia che ti illumini sulla donna da cui al momento ti senti così coinvolto. All'inizio c'è sempre quando la vuoi, romantica, passionale...