Capitolo 97- Non fare domande e non ti verranno dette bugie

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L'amore è un falco
con gli artigli di velluto.
Kurt Vonnegut 

Sei anni prima 

Evans

Erano state decantate da molti le mie doti

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Erano state decantate da molti le mie doti. Non era un segreto che avessi il fiuto di un segugio e la vista di un rapace. Di un falco. La cui fulmineità permetteva di colpire e dilaniare. Di un abile guerriero che aveva una forza formidabile tanto da spezzare in due il corpo della preda e agendo in tempi brevi. Una forza che era paragonabile a una balestra tesa e il tempismo al momento in cui si scoccava il colpo. Un predatore che per alterigia e superbia, signoreggiava e sopraffaceva chiunque per regnare sovrano.

Avevo passato anni a costruire una società impegnata ad abbattere i limiti del possibile. Avevo alcune delle menti più geniali, dei sicari pronti a tutto, politici, banchieri, spacciatori, trafficanti d'armi... Erano la mia squadra: cacciavano con rapidità, efficienza, passione, i modi per accrescere i guadagni dietro mio prezioso consiglio. Erano assassini per un istinto che ormai non aveva bisogno di essere affinato. Le loro azioni crudeli erano le mie azioni malvagie. La responsabilità solo mia. E se gli uomini che si aggiravano tra queste mura, discutendo di affari e donne, facevano il male, ciò non scusava i falli miei.

Naturalmente non mi dovevo mostrare ugualmente destro con tutti, né dovevo impiegare più forze di quelle che erano necessarie, e loro di certo non dovevano venire a conoscenza di ogni dettaglio che si nascondeva dietro ogni mia mossa. Il buon falconiere in fin dei conti non lanciava mai sulla preda un falco più robusto di quel che fosse necessario per coglierla.

E poi quando arrivava il momento di spartire il bottino, di festeggiare una vittoria, non c'era niente che noi predatori non prediligessimo di più di una bella colomba.

Individuarla fu facile, la mia posizione al centro della sala me lo rese semplice. Bianca, pura, indifesa. Ma solo all'apparenza e per chiunque altro, tranne che al sottoscritto.

Mi misi comodo mentre mi perdevo a osservarne le movenze, a studiarne i comportamenti e le reazioni.

Miranda, nel frattempo, si stava intrattenendo con le donne degli altri soci e volteggiava con sicurezza tra gli sguardi avidi che sorpassavano il mio. I capelli ancora bagnati, occhi spenti e cerchiati ma un sorriso abile e incantatore sulle labbra rosse fuoco. Quel vestito argentato poi, aveva fatto ridurre l'ossigeno dell'intero edificio e soprattutto lo spazio nei miei pantaloni.

Gli stralci dei nostri ultimi amplessi erano vividi e stampati a fuoco nella mia memoria, infiammandomi dall'interno e corrodendo quel poco che vi era rimasto. Una miseria che purtroppo ci eravamo trovati a condividere.

Non vi era il più piccolo strepito d'ali della sua anima; la colomba bianca era stata ferita dagli artigli del falco e non sembrava volersi allontanare da qui per nessuna ragione al mondo. Anche se ogni tanto, quando i suoi occhi incrociavano i miei, vi leggevo una supplica quasi impercettibile. Visibile solo a me.

L'Odissea Dell'Animo [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora