Epilogo

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C'è un'ipotesi nella fisica teorica, sui viaggi nel tempo. Su quello che succederebbe se tornassimo indietro nel tempo e prendessimo decisioni differenti. Su come condizionerebbero il futuro. Allora, la teoria dice che la nostra prima vita è vera, continuerebbe così, invariata, ma al momento della decisione si creerebbe una nuova vita lungo la tangente. Un universo parallelo. Quindi, in un certo senso, vivremmo entrambe le vite.


Nove anni prima

Nove anni prima

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Faceva freddo. Anche se in realtà questi posti vicini al mare non raggiungevano mai livelli di freddo che c'erano nell'entroterra. Guardai le onde sciabordare sulla spiaggia mentre il vuoto nel mio petto si allargava: avevo perso l'occasione di entrare in Accademia. Mi ero giocata il mio futuro e mi era mancato il coraggio di tornare a casa sapendo di dover affrontare le domande e la realtà; la corsa alla stazione poi mi aveva lasciata spossata.

Ero rimasta sola. Avevo avuto paura di vivere davvero. Di aprirmi. E se n'era andato. 

Mi lasciai scivolare a terra, sulla sabbia umida e il mare mi raggiunse. Il sole era svanito, il vento si era alzato e il cielo minacciava burrasca. Si percepiva nell'aria.

Non capivo perché la vita dovesse sempre ricordarmi che qualsiasi ostacolo avessi incontrato sul mio cammino non sarei riuscita a superarlo, che sarei caduta. E avrei dovuto ricominciare. La mia vita non era altro che un continuo bivio. E scegliere la giusta via era sempre più difficile. Solo scegliere, in realtà. Tra quello che volevo e quello di cui avevo bisogno. Avevo seguito la testa per troppo tempo, avevo fatto poca attenzione al cuore. Non me ne ero presa cura e ora era in pezzi.

Fissai le onde: c'era una sorta di sollievo nel vuoto del mare. Né passato, né futuro. Solo il presente. Chiusi gli occhi. Lasciai vagare la mente e mi trovai a desiderare che non fosse mai entrato nella mia vita. 

Si era portato via tutto. Non che ci fosse molto, ma era tutto ciò chi mi serviva per andare avanti da sola. Come aveva potuto? 

Raggelata fino alle ossa, consapevole delle lacrime che mi scorrevano sulle guance, stavo per chiudere gli occhi e lasciare scivolare via ogni cosa, quando udii una voce. «Carmen.» Trattenni il fiato credendo non fosse la realtà. Ma solo un sogno. Lui non poteva essere qui. Doveva solo essere il rumore del vento che mi traeva in inganno. «Carmen.» Dei passi mi raggiunsero, li udii chiaramente. Qualcuno mi sfiorò e sussultai. Mi voltai e lo stupore di trovarmi Edward a un soffio non riuscii a nasconderlo. Mi guardò dritto negli occhi per sincerarsi che stessi bene. «Che stai facendo? Ti prenderai un malanno.»

«Non eri partito?», domandai in un sussurro.

«Partito? Perché sarei dovuto partire? Almeno non senza...»

«Dimmelo tu.» Tutto a un tratto mi distaccai, lasciandolo sgomento. Dovevo essere più grande dei sentimenti che mi ingarbugliavano la mente e il cuore. Mi schiarii la voce e dissi: «Anzi, forse puoi spiegarmi perché Billy mi ha mentito?» Lo guardai con aria di sfida, ma lui continuava a non capire di che cosa stessi parlando.

L'Odissea Dell'Animo [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora