L'Odissea Dell'Animo [Completa]

Capitolo 28 - Giocando Con I Mostri

I mostri del cuore si alimentano con l'inazione. Non sono le sconfitte a ingrandirli, ma le rinunce.
Massimo Gramellini

Mi strattonai dalla sua presa ed Evans mi lasciò andare inspiegabilmente. «Odio quando mi guardi così. Riuscirai mai a perdonarmi?» mi chiese.

«Conosci già la risposta.»

«Se ti dicessi che, per quanto ti abbia fatto soffrire, non c'è giorno in cui non rimpianga le mie scelte.» 

Immersi i miei occhi nei suoi. Azzurri e senza vita, maledettamente bugiardi e intriganti. Rick lo era. Lo era sempre stato. Era invecchiato, ma aveva sempre quella bellezza ingannatrice di un tempo. «Ti direi che non è un mio problema. E probabilmente ti direi anche di andare a farti fottere da qualcuna così disperata da accontentarsi di te.» Non emise un fiato. «Non ci tieni a me. Non ci hai mai tenuto. La verità è che quello che avrei dovuto darti non era abbastanza, né lo sarebbe mai stato. Volevi il tuo impero da dominare. Beh, congratulazioni. Ora ce l'hai.»

«Ma ho perso te», disse, e io schiusi la bocca sconvolta dalle parole che aveva osato ammettere davanti a me.

«Non mi hai mai avuta, Rick» gli rovesciai addosso la crudele realtà e lui ridusse gli occhi in due fessure. «Non fingere di essere un'altra persona. Sei un mostro insensibile e lo eri già allora, solo che eri stato così bravo da nasconderti dietro una maschera.»

«Sono quello che sono, Miranda» ribatté alle mie accuse. «Sarò anche un mostro insensibile, ma tu sei una stronza bugiarda. Menti anche quando dici la verità, sei un maledetto rebus e non sei in grado di capire che cosa tu voglia davvero.» Non reagii, determinata a non mostrarmi debole. «Eravamo una squadra ed eravamo grandi insieme. Avremmo potuto avere il mondo ai nostri piedi. Tu lo avresti avuto ai tuoi piedi, invece ti intestardisci sempre sulle battaglie sbagliate. Su ciò che non ti rende giustizia. Gli uomini che ti scegli ne sono un esempio.»

«Non credi ci sia un conflitto d'interesse quando mi dai consigli sulla mia vita sentimentale?» gli feci notare. «Non sai di cosa ho bisogno. Non l'hai mai saputo. Ero solo una ragazzina e tu eri un diavolo travestito da angelo. Avresti potuto avere il meglio di me ma poi... Poi hai fatto l'errore più grande di tutta la tua dannata vita!» Tutto a un tratto il peso che si portava addosso emerse e mi ritenni soddisfatta di riuscire a toccare quella minuscola parte di lui che aveva ancora vita in fondo al suo animo. «E ora vogliamo parlare di cose serie?» Presi coraggio, avvicinandomi a lui. «Se è vero che tieni a me, allora dimostramelo. Che cosa devo fare perché tu smetta di cercarmi? Ho sacrificato tutto per farti diventare chi sei e credo che tu me lo debba. Sei tu quello in debito, Rick. Non io. Perciò, per favore, lasciami vivere la mia vita.» 

«Fai quello che ti ho chiesto e ti prometto che sarà l'ultima volta che mi servirò di te.» 

Inspirai a fondo. «Sai dove puoi ficcartele le tue promesse? Le hai infrante tutte, come credi che possa fidarmi ancora di te?» Ci guardammo a lungo prima che glielo facessi promettere sull'unica persona per cui avrebbe mantenuto la parola data. «Giuramelo su Anita.»

Fece una smorfia, per poi acconsentire malvolentieri. «Te lo giuro sulla sua testa ma sarà davvero il tuo ultimo incarico. Puoi fidarti questa volta. Avrò modo di ripagare il mio debito.» Una minaccia travestita da premura. «Vedo che non hai per niente preso in considerazione l'idea di riavere tuo figlio. Volevo aiutarti, Miranda.» Lo guardai in preda al disgusto.

Certe volte mi scottava la pelle per la ripugnanza che provavo nei suoi confronti; per la fatica di doverla dissimulare. Non dovevo abbassare la guardia e non dovevo dimenticarmi delle sue manovre, della sua persuasione felpata e della sua gentilissima prepotenza. Quest'uomo si eccitava davanti ai sensi di colpa degli altri e se le cose non andavano come voleva lui, cominciava ad azionare questa e quell'altra levetta e metteva in moto il castigo.