Capitolo 110 - La Regina Degli Infami

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Quando sai quello che vuoi, e lo vuoi con abbastanza forza, troverai un modo per averlo.
Jim Rohn

Cinque anni prima

Al momento di attraccare fui colta da una certa trepidazione. Preparai le cime in anticipo prima di avvicinarmi al molo. Le assicurai alle gallocce della barca e le avvolsi in maniera ordinata, così sarebbero state subito pronte all'uso. Misi i parabordi a pendere sul lato di prua e di poppa per impedire all'imbarcazione di strisciare contro la banchina. Poi osservai l'area circostante per individuare eventuali forze naturali da prendere in considerazione, come una brezza intensa o correnti in movimento e iniziai ad avvicinarmi al molo, sottovento.

Quando lo raggiunsi, fermai la barca afferrando il pontile. Assicurai le cime alle bitte con un nodo e saltai sulla banchina. Poi gettai un'ultima occhiata a quella che ormai era la mia casa galleggiante prima di incamminarmi tra le vie della cittadina che avevo scelto per rifornirmi dei beni di prima necessità.

Lungo il tragitto guardai le vetrine, osservai le vite altrui scorrere tranquillamente come un narratore esterno e provai a viaggiare di immaginazione. A raccontarle. E così capii che iniziasse a mancarmi la realtà.

Il tempo molte volte, mentre ero immersa nella mia solitudine, non passava. Neanche per sogno. Avevo nostalgia delle piccole cose con cui ero solita soddisfarmi giorno per giorno: non mancavano a me, mancavano alla mia vita. Assentarsi, prendersi una pausa, ti faceva comprendere quanto la mancanza, che occupava l'orizzonte e si prendeva tutti gli spazi dell'universo, riusciva a farti dimenticare di essere solo vuoto.

Mi imbattei in un bar e la tentazione di appagare i miei vizi a stento assopiti si fece sentire a tal punto che decisi di concedermi una piccola deviazione. Vi entrai. Ordinai da bere e il barista, un uomo in carne sulla cinquantina, mi squadrò prima di soddisfare la mia richiesta. Mi lasciò il drink sul bancone e sparì sul retro. Lo seguii con lo sguardo, poi gettai un'occhiata attorno per appurarmi di non aver attirato attenzioni indesiderate.

Era da quando me n'ero andata che cercavo di mantenere un profilo basso, apportando modifiche anche al mio look per non farmi riconoscere: i miei capelli erano tinti di un ebano scuro e il mio abbigliamento lasciava a desiderare, proprio come quando ero una semplice ragazzina di periferia.

La televisione era accesa e partì il notiziario che attirò subito l'attenzione dei pochi disperati all'interno di questo locale. Guardai in direzione della cucina e attraverso il vetro della porta vidi il barista buttare un occhio verso di me. Feci finta di niente e continuai a bere il mio drink. L'uomo scomparve e in un attimo mi alzai e ripercorsi i miei passi verso l'uscita. Imboccai la via a destra e velocizzai il passo, sapendo che a momenti li avrei avuti alle calcagna.

Allungai la strada per non far intuire che mi stessi dirigendo al porto e cercai di mescolarmi tra la gente. Mi guardai alle spalle e trovai, come temevo, un uomo intento a pedinarmi. Inspirai a fondo e non modificai il mio passo finché non svoltai l'angolo. Poi iniziai a correre come se non ci fosse un domani. A un certo punto scivolai sulla dannata ghiaia, quasi caddi, ma all'ultimo istante riuscii a mantenere l'equilibrio. 

Se fossi finita a terra, sarebbero stati guai.

Il mio inseguitore guadagnò terreno. La distanza tra noi si ridusse sempre più. Gettai un'occhiata attorno e mi accorsi di un vecchio edificio in fondo alla via. Corsi in quella direzione, calcolandone l'altezza. Poi afferrai i rampicanti e cominciai a scalare la parete della casa. Mettendo una mano davanti all'altra e, mantenendo il peso sulle gambe, risalii con regolarità. In alcuni punti, notai che il cemento si era staccato tra le connessure dei mattoni, e gli spazi vuoti permettevano di aggrapparsi facilmente. Lanciando uno sguardo verso il basso, vidi l'uomo in piedi sotto di me, già pronto ad afferrare il primo rampicante utile. Raggiunsi il tetto. Mi afferrai al davanzale di una delle finestre più in alto, mi sollevai oltre il bordo e sparii all'interno dell'edificio in rovina.

L'Odissea Dell'Animo [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora