Capitolo 78 - Qualunque peccato commettiamo ne pagheremo le conseguenze insieme

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Una nave nel porto è al sicuro,
ma non è per questo
che le navi sono state costruite.
John Augustus Shedd


Alzai gli occhi su Morgan, sentendolo ritornare in cucina. Non mi sfuggii che qualcosa fosse mutato. «Scusa se mi sono presentato così su due piedi.»

«Non c'è problema. Puoi venire quando vuoi.» Tornai a concentrarmi sui fornelli. La cena era quasi pronta ma cominciavo a credere che non fosse più una buona idea. 

«È raro vederti in tenuta sportiva.»

«Ero da sola. E poi volevo stare comoda.»

«Non era una critica. Sei molto più sensuale del solito.» Lo guardai e il suo sorriso insolente mi tranquillizzò. «Sembri quasi innocente.» 

«Non lasciarti incantare. Non lo sono mai stata.»

Rise e mi si avvicinò per darmi una mano. Apparecchiò la tavola. Ogni tanto gettai occhiate nella sua direzione per studiarlo con circospezione.

Ci sedemmo a tavola e fece il gesto di rovesciarmi del vino nel bicchiere, mi chiese il consenso con lo sguardo. Annuii e me ne versò due dita. Afferrai il bicchiere tra le dita ma prima che potessi portarmelo alla bocca, la sua voce me lo impedì. «Non dovresti bere.»

Ci fissammo eloquentemente. Mi presi del tempo per cercare qualcosa da dire. La delicatezza della situazione me lo rese difficile più del previsto. «Come l'hai capito?»

«Non l'ho capito.» La sua calma apparente m'infastidì perché intuii i suoi pensieri e le conclusioni a cui fosse giunto in autonomia.

«Dai, fammi la domanda che stai cercando con tutto te stesso di non fare.» 

Mi sondò e mi sentii attratta dal suo nero pece. «Non credo di averne il coraggio.»

«Perché? Non...»

«Perché sono l'unico che potrebbe morire sentendo la risposta.» 

Udii battere il mio cuore a un ritmo accelerato. Il silenzio ci avvolse e l'unico rumore presente fu quello dei nostri pensieri che si fece sempre più assordante a ogni minuto che passava. «Morgan. Da quando ti ho incontrato mi sento come se fossi un'altra. Ma non sono cambiata, sono solo me stessa. A volte ho paura, ma non ho mai avuto tanto coraggio e non sono mai stata così forte come adesso.» Mi guardò intensamente. «Ho passato tanto tempo a mentire per sopravvivere che ho iniziato a credere alle mie bugie. Non ricordo neanche più chi ero quando ci siamo incontrati, ma voglio scoprirlo. Ho bisogno che tu mi creda. Voglio che tu ti fidi di me come io mi fido di te. Sto ancora cercando di realizzare in realtà. Questo cambierà le cose. Ogni cosa di nuovo. E sono pessima nel prendere decisioni quando mi trovo a un bivio.» 

«Da quanto lo sai?»

«Solo qualche giorno. Probabilmente non te ne avrei parlato per non costringerti a cambiare i tuoi piani.»

«Cosa vorrebbe dire?» 

«Vuol dire che, se lo tengo, i miei piani dovranno cambiare. Drasticamente.»

«Aspetti un figlio da me, Carmen?» Il cuore mi saltò in gola e i secondi parvero eterni. Il modo in cui me lo chiese mi fece sorridere. Sembrava incredulo e su di giri. «Un figlio?»

«Tuo figlio, Morgan.»

Lo ripeté, sussurrandolo. Poi realizzò. «Cos'hai intenzione di fare?»

«Fino a pochi giorni fa ero disposta a muovere mari e monti. Ho accettato tutto. Che mi marchiassero. Che mi dicessero come vestirmi. Che mi picchiassero. Che mi trattassero come un animale. Pensavo di potergli rubare tutti i soldi che potevo e scappare, ma ora... Ora non riesco a pensare ad altro che a questo.» M'indicai la pancia frastornata. «Nessuno ha la certezza del domani. Diamo solo per scontato che ci sarà. Forse è come un quadro. Quando ti ci avvicini troppo, vedi i pezzetti scuri e quelli luminosi ma non sai davvero che cosa guardi fino a che non fai un passo indietro. Posso decidere come sarà il mio quadro, decidere ora. Scegliere che cosa è importante. Vorrei solo non dover...» la mia voce si spezzò, incapace di proseguire.

L'Odissea Dell'Animo [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora