Capitolo 37 - Doppia Vita

166 21 37
                                    

La gente falsa non parla, insinua. Non conversa, spettegola. Non elogia, adula. Non desidera, brama. Non chiede, esige. Non sorride, mostra i denti. La gente falsa è povera di spirito, poiché non cammina, striscia nella vita, sabotando la felicità altrui. La gente falsa ignora la bellezza e la nobiltà d'animo perché non ama, e così finisce per non vivere,
esiste appena.
Marina Vescio

Nove anni prima

Un bambino palpitava nel mio grembo e stavo ancora cercando di realizzarlo tanto che l'ultimatum di Rick era finito per passare in secondo piano. Anzi non avevo pensato a lui neanche un minuto da quando se n'era andato. Lo avrei tenuto. Era qualcosa che non potevo controllare ma quando un giorno sarei stata madre, speravo con tutto il cuore di poter esserne all'altezza. Mia madre mi aveva lasciata in balia del mondo e questo continuava ancora adesso a consumarla. Perciò, ci avrei messo tutta me stessa per non eguagliarla e forse con impegno ci sarei riuscita. Avrei trovato un modo per occuparmene e alle prime luci dell'alba mi decisi. Dovevo tornare! Ma prima di farlo, avevo alcune commissioni da sbrigare. In seguito, sarei andata alla stazione dei pullman e ne avrei preso uno per il mio paese e una volta a casa mia sarebbe stato facile prendere la decisione migliore.

M'infilai il cappotto e me ne andai con le uniche cose che avevo indosso e che potevo dire con certezza essere mie. Chiusi la porta e una volta uscita dall'ascensore, lasciai a Luther le chiavi. Quest'ultimo alzò gli occhi su di me confuso e senza salutare mi diressi verso il portone non prima di essermi accorta del vano tentativo di quest'ultimo di dire qualcosa.

Uscii dall'edificio e respirai a pieni polmoni l'aria mattutina, incamminandomi lungo le strade fino alla scuola di danza a pochi isolati più avanti. Mi fermai sulla panchina nella piccola piazzetta per ammirare al di là delle ampie vetrate le ballerine riscaldarsi per gli allenamenti che avrebbero iniziato da lì a poco. M'immaginai al posto di una di loro e il cuore mi si scaldò. Per sopportare la perdita di quello che un tempo era stata tutta la mia vita, avevo bisogno di guardarla da un'altra prospettiva e, portandomi una mano a sfiorarmi l'addome, ci provai con tutta me stessa.

In fondo ogni amore, di qualunque tipo si trattasse, richiedeva dei sacrifici e quest'esserino lo era. Un amore puro che non vedevo l'ora di vivere.

Ero persa nei miei pensieri, quando qualcuno si sedette sulla stessa panchina - a poca distanza da me - e la curiosità mi portò a voltarmi. Osservai la ragazza al mio fianco e ridussi gli occhi in due fessure nel riconoscerla: era Luna. M'irrigidii e quando mi sorrise, non ricambiai. Perché la sua presenza qui non poteva essere una coincidenza. 

«Vieni spesso?» chiese, indicandomi la scuola.

«Non lo so, dimmelo tu. O, meglio, chiedilo a Rick. A quanto pare mi fa pedinare.»

«Voleva solo...»

«Assicurarsi che me ne andassi.» 

«Sapere quale sarebbe stata la tua scelta e siccome non poteva venire di persona...» mi corresse. Parole intrise di vane giustificazioni.

«Ha mandato te.» Inspirai a fondo. «Beh, digli che torno a casa mia. Se c'è una cosa che non sopporto è qualcuno che mi dice che cosa fare.» Guardai la scuola di danza persa nei ricordi della nostra discussione di ieri sera.

«Non è difficile capire perché gli piaci», disse, tutto a un tratto. «Ma... E' strano vederlo così preso. Non è da lui. Se restassi, passeresti per l'unica ragazza in grado di far perdere la testa a Rick Evans. Non l'ho mai visto così su di giri.» 

Qualcosa stonò nelle sue parole tanto che una strana sensazione s'insinuò dentro di me. «Che cosa ti lega a lui, Luna?» 

«Lavoro per Evans. Mi ha tolta dalla strada. Mi ha aiutata e mi ha chiesto se volessi lavorare in uno dei suoi night club e ho accettato.»

L'Odissea Dell'Animo [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora