Capitolo 125 - Un Sogno Rubato

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Questo capitolo ho scelto di narrarlo in terza persona per dare spazio a entrambi i protagonisti.

***

Si volevano ma non sapevano volersi. Sbagliavano strada, si perdevano sempre. Sapevano solo mancarsi. Ecco, a mancarsi erano imbattibili.
Mr.Heathcliff

Quando raggiunse il suo appartamento era quasi buio

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Quando raggiunse il suo appartamento era quasi buio. Guardò le finestre. La luce in soggiorno era accesa mentre le restanti erano nere come l'onice e riflettevano la luce di un lontano lampione. Attraverso le tende vide il suo profilo. Si sentì un'estranea, come se non facesse parte di quel quadro.

Da dove veniva quel sentimento?

Dopo qualche attimo, la pioggia iniziò ad aumentare e picchiò forte sulle foglie degli alberi, rigò i vetri delle auto e sciabordò nei canaletti di scolo. La donna alzò lo sguardo e lasciò che l'acqua le bagnasse il viso. Poi si fece forza e iniziò ad avviarsi verso il portone d'ingresso. Suonò e attese.

L'uomo che venne ad aprire lasciò passare sul suo volto una moltitudine di emozioni - la donna dei suoi incubi aveva fatto ritorno, come un fantasma - poi la rabbia lampeggiò nelle sue iridi e alla fine si vestì di impassibilità. La scrutò come faceva un soldato al fronte, pronto ad attaccare appena il nemico avesse deciso di commettere l'errore di sfidare il suo autocontrollo.

«Ti starai chiedendo con che coraggio io torni a bussare alla tua porta dopo...» iniziò Carmen.

Edward scattò in avanti. «Non hai idea di che cosa pensi» la aggredì verbalmente. «Non ne hai la minima idea.» Talvolta si sentiva così provocato dalla sua mancanza di reazione emotiva che avrebbe voluto afferrarla e scuoterla e penetrare quella sua corazza per conquistare quanto credeva di non essere mai riuscito a toccare.

«Senti, non sono qui per un perdono che non avrò mai. Vorrei solo avere la possibilità di dare la buonanotte a Massimo. Potresti per favore fare uno strappo alle regole?» 

Lo sguardo di lei andò alle sue spalle desiderosa di posare gli occhi sul figlio che aveva avuto l'occasione di vedere solo in poche e sporadiche occasioni. Poi avanzò ed Edward piazzò un braccio sull'uscio di casa per impedirle di fare un altro passo. Se il gesto la ferì, cercò di nasconderlo. 

«E quando mai hai rispettato le regole?» la accusò. «Nessuno strappo. Tua madre aveva ragione. Questo è quello che ti perdi e che ti perderai con lui d'ora in avanti e sei stata tu a sceglierlo.»

Si sarebbe potuta torturare pensando ai modi in cui avrebbe potuto gestire la situazione senza piegarsi, ma aveva imparato molto tempo prima che prendersi a calci per il passato aveva come unico effetto quello di farti inciampare nel futuro. Inoltre, c'erano errori più grandi che le facevano perdere il sonno. «Non puoi impedirmi di vederlo», disse.

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