Capitolo 124 - Il Beneficio Supera Il Costo

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In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l'altro nell'abisso.
Paulo Coelho

Il mito di Orfeo ed Euridice era noto per essere uno dei più celebri di tutta la tradizione mitologica greca

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Il mito di Orfeo ed Euridice era noto per essere uno dei più celebri di tutta la tradizione mitologica greca. Narrava di un amore immenso tra due giovani. Una storia d'amore che non era riuscita a superare il confine della morte e che, proprio per questo, aveva raggiunto una fama che andava oltre il tempo.

Orfeo, il più famoso poeta e musicista che la storia aveva mai avuto, che non aveva eguali tra uomini e dei, e che ogni creatura amava ed era incantata dalla sua musica e della sua poesia, aveva occhi solo per una donna: Euridice che divenne sua sposa. Il destino però non aveva previsto per loro un amore duraturo, infatti, un giorno la bellezza di Euridice fece battere il cuore di Aristeo che si innamorò di lei e cercò di sedurla. La fanciulla per sfuggire alle sue insistenze si mise a correre ma ebbe la sfortuna di calpestare un serpente nascosto nell'erba che la morsicò provocandone la morte istantanea. Orfeo, impazzito dal dolore e non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua sposa decise di scendere nell'Ade, incurante del destino, per cercare di strapparla dal regno dei morti. Convinse con la sua musica Caronte a traghettarlo sull'altra riva dello stige; il cane cerbero e i giudici dei morti a farlo passare e nonostante fosse circondato da anime dannate che tentavano in tutti i modi di ghermirlo, riuscì a giungere alla presenza di Ade e Persefone. Una volta giunto al loro cospetto, Orfeo iniziò a suonare e a cantare la sua disperazione e solitudine e le sue melodie erano così piene di dolore e di disperazione che gli stessi signori degli inferi si commossero. Fu così concesso a Orfeo di ricondurre Euridice nel regno dei vivi a condizione che durante il viaggio verso la terra la precedesse e non si voltasse a guardarla fino a quando non fossero giunti alla luce del sole. Orfeo, presa così per mano la sua sposa iniziò il suo cammino verso la luce. Durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente pensando di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto, Euridice svanì, e Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta; gli inferi di nuovo la inghiottirono.

L'artista aveva scelto di rappresentare proprio la scena in cui Orfeo perdeva la sua amata per sottolinearne il dolore: nonostante gli sforzi compiuti dall'uomo, si giungeva a incontrare il proprio destino sulla strada intrapresa per evitarlo.

Allungai le dita ma, poco prima di toccare con mano il dipinto, mi ritrassi. Una tela era una finestra sull'anima dopotutto e avercela in mostra davanti agli occhi mi procurò un certo disagio che volevo al più presto soffocare.

Provavo e provavo ma le sensazioni che cercavo di seppellire riemergevano nei momenti meno opportuni e mi schiacciavano sempre. Volevo solo lasciarmi tutto alle spalle per avere un po' di pace. 

Sentii la porta della galleria aprirsi e capii di chi si trattasse ancora prima che desse fiato alle parole. «Carmen.» Non mi voltai e Porter mi raggiunse vedendo che non fossi intenzionata ad assecondare di buon grado la sua visita. «Dobbiamo parlare.» Gettai un'occhiata al quadro come se stessi guardando il mio passato allontanarsi sempre più. «Come stai?» Non risposi e, notando dove fosse diretto il mio sguardo, insistette. «Hai parecchi demoni.»

L'Odissea Dell'Animo [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora