Capitolo 5

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"Non fiatare"Mi intima la voce gelida di uno sconosciuto.
Mi irrigidisco, mentre la voce mi attira verso di sé, schiacciandomi contro il muro. Chiudo gli occhi e cerco di fermare le lacrime.

Non voglio morire.

Non voglio morire.

Non voglio morire.

Trattengo il respiro e stringo i denti, tremo, mentre sento che la mia ora si avvicina. Soffoco i singhiozzi.

Non voglio morire.

Sento dei passi avvicinarsi. Questa è davvero la fine.
E invece non accade nulla. I passi si allontanano e il loro rumore si disperde nell'oscurità. La lama abbandona il mio collo, ma lo sconosciuto non molla la presa. Indecisa se tirare o meno un sospiro di sollievo, volto lentamente la testa, per quanto concessomi dalla mia posizione. Nel buio riesco a distinguere la sagoma alta di un uomo avvolto in un mantello scuro. Per quanto mi sforzi, non riesco a vedere altro.

"Chi...chi sei?" Chiedo con voce tremula.

Nessuna risposta.
Proprio in quel momento, la luna squarci le nubi, diffondendo un po' di pallido chiarore.
Proprio in quel momento, noto delle sagome stese a terra alle spalle dell'uomo. Sagome immobili, corpi vuoti. Sono morti.
Paralizzata dall'orrore, spalancò la bocca per urlare, ma non ne esce alcun suono. Sento le gambe farsi molli, stanno per cedere. Il mondo attorno a me comincia a roteare, sempre più veloce, sempre più forte. Ma non mi accascio a terra come un sacco vuoto, no, perché le braccia dello sconosciuto mi trattengono. La sua presa resta sempre salda attorno alle mie spalle, ma si fa in qualche modo più dolce.

"Sssht. Non devi avere paura"

Il mio respiro torna piano piano normale, anche se ancora non mi fido completamente.

"Non ti farò del male"

Chi è quel'uomo? E, soprattutto, che cosa vuole da me?
Lo sconosciuto molla la presa e io faccio per correre via, quando la sua voce mi ferma.

"Aspetta" sussurra.

Poi si inginocchia su uno dei cadaveri. Quando si volta di nuovo verso di me, ha in mano qualcosa. Qualcosa che riluce pallidamente alla luce lunare, qualcosa che lancia dei freddi bagliori sinistri. Una lama.

Indietreggio spaventata, temendo che voglia uccidermi. Ma allora perché non l'ha fatto prima?
"Tieni" mi dice, porgendomi l'oggetto. "Non so chi tu sia, ma di certo non sei del posto. C'è gente pericolosa in giro. Non muoverti mai di notte, nasconditi in un qualche vicolo che ti sembra sicuro. Prendi questo. Ti potrà servire."
Allungo timidamente la mano verso la lama, che luccica debolmente alla luna, e la afferro con dita tremanti. È un piccolo coltello legato ad un cinturino.

"Addio ragazzina" sussurra l'uomo.

Mi volto per andarmene, quando mi sento affermare per il polso.

"Tu non mi hai visto, sono stato chiaro?"

Io annuisco.
L'uomo si volta.
"Ti auguro di non compiere i miei stessi errori" aggiunge a mezza voce, come se parlasse per sé stesso. Poi sparisce nell'oscurità, lasciandomi, sola e sconcertata, in mezzo al vicolo scuro. Mi allontano da quel luogo tetro e mi infilo nello strettopassaggio tra due case. Fisso il cinturino con il coltello sotto la mantella, in modo da tenerlo nascosto, e, accucciata in un angolo tra due casse, mi addormento stringendone il manico.

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Ciao a tutti! Vi è piaciuto il capitolo? Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Non so se avete notato, ma nell'ultimo capitolo ho aggiunto un'illustrazione. Andate a vederla se non l'avete ancora fatto!
Se vi va andate a dare un'occhiata anche alle altre mie storie...
A presto!

Destino - Il volo del corvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora