Capitolo 28-Kyera

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La folla si è riunita in ampio antro nel ventre della collina, poco oltre gli spazi adibiti ad accampamento. Tutt'intorno a regna un brusio indistinto, fatto di voci che si sovrappongono. Sono soprattutto voci maschili, ma è venuta anche qualche donna che non ha certo l'aria di volersi far mettere i piedi in testa dagli uomini. Sono tutti piuttosto tesi e ovunque mi volti non ce n'è uno che non sia dando segni d'impazienza, dal momento che siamo qui già da un po' ma gli anziani non si sono ancora fatti vivi.

Poi finalmente il brusio cessa, interrotto dall'arrivo del consiglio, ma soprattutto dall'incedere dell'imponente figura di Cathaoir, che è seguito dal fratello. Si dispongono su un gradino leggermente sopraelevato che sembrerebbe essere stato intagliato nella roccia viva appositamente per una situazione come questa. Quando il silenzio, pesante e carico di attesa, si è impossessato di ogni spazio, il capo degli anziani prende parola.

"Fratelli e sorelle, figli della foresta, vi prego di ascoltarmi e di ponderare attentamente ciò che ho da dirvi. A lungo il consiglio ha riflettuto sulla situazione della nostra amata terra, a lungo soppesato diritti, doveri e libertà di ognuno di noi. E, per finire, ci siamo resi conto che non v'è diritto senza libertà, e che non v'è libertà senza doveri. Il nostro dovere, qui e ora, è di decidere. Alcuni dei nostri fratelli delle altre stirpi si sono già schierati e invocano il nostro aiuto. Tra questi vi sono i popoli del gabbiano e della sterna, del cigno e del cormorano. Altri, invece, ci hanno pregati di non reagire, di temporeggiare, di valutare attentamente i rischi. Tra di essi, si annoverano le genti dell'airone e del martinpescatore. Ringraziamo le donne e gli uomini giunti qui come emissari e come combattenti, pronti a sostenerci in pace e in guerra. A voi spetterà l'ardua sentenza finale, ma il qui presente consiglio, nella quasi totalità e dei suoi membri, sì è detto a favore delle armi. Abbiamo valutato attentamente i rischi e abbiamo finalmente convenuto che è giunto il momento. Lo Spirito è finalmente con noi, chi ha mandato inequivocabili segni della sua benevolenza. I veggenti i mistici delle differenti regioni hanno parlato, e queste sono state le loro parole:

Sorgerà il corvo, piuma nera, grande cuore. Penna che vergherà il destino, effimero respiro del potente e di vita consacrata. Volerà alto il corvo, breve danza nei venti sarà. "

Queste parole. Ricordo una voce debole, un po' gracchiante, il volto immobile di una vecchia cieca. E, all'improvviso, ho paura.

"È questo il messaggio dello Spirito. Le parole di un'antica profezia ora rinnovata. È giunto il momento che i popoli uniscano i loro eserciti sotto un buon auspicio, sotto lo stendardo del corvo. Ci serve qualcosa, o qualcuno, che sia in grado di infondere coraggio e unione nei cuori degli uomini. Ci serve un simbolo, una voce, la voce scelta dallo Spirito. A lungo abbiamo cercato costui all'insaputa di tutto e di tutti. E ora, finalmente, siamo pronti a rivelarlo. "

Segue una pausa carica di tensione, durante la quale gli occhi di Cathaoir vagano tra la folla per fermarsi in un punto. Il suo sguardo si pianta nel mio, irremovibile.

"Kyera, giovane figlia* del popolo del picchio, fatti avanti. "

Il mio cervello stenta collegare la voce dell'anziano al mio nome.

"Su, Kyera, non essere timida. Raggiungici"

Kyera. Kyera. Kyera. Sì, è il mio nome. Tutta questa storia non ha un senso.
Avanzo timidamente, sospinta dagli sguardi carichi di aspettativa come di sconcerto di coloro che ho attorno. Cathal mi tende una mano per aiutarmi a salire sul gradino.

"Kyera," riprende l'anziano" colei che porta il segno del corvo,..."

"Io non porto nessun segno. "

Le mie parole cadono nel, inascoltate. L'anziano ricomincia con voce più potente, come per mettermi a tacere.

"Kyera, colei che porta il segno del corvo, piccolo marchio segno di grande importanza, Rivela la speranza al tuo popolo! Il tuo nome è stato benedetto dallo spirito e noi lo accogliamo con gioia. Noi ti chiediamo di ergerti a stendardo in modo da riunire popoli ed eserciti, e frementi attendiamo la tua risposta."

Cala il silenzio, sostenuto da sguardi pieni di speranza, rinvigoriti. Questi uomini probabilmente non hanno compreso tutte le parole del complesso discorso dell'anziano, come me, d'altronde. Ma il senso è evidente, come è ovvio che debba esserci qualcosa di sbagliato.

"Io... Io non porto nessun segno. Non credo di essere persona che state cercando. Mi...Mi dispiace ma...".

"Kyera, avvicinati. "Mi chiede un anziano con voce dolce.

Faccio qualche passo avanti, titubante. La sua mano ruvida mi scosta i capelli delle spalle ed espone ai presenti la pelle nuda che si trova tra il mio collo e la spalla destra.

"È questo il segno dello Spirito. Questa piccola voglia che ha la forma precisa di un uccello in volo. Ma dicci, ora, qual è la tua risposta. "

Allora è così. Una misera macchiolina sulla pelle può rendermi importante da un momento all'altro tributandomi onori privilegi che mi sarebbero serviti anni fa, quando non avevo nulla. Allora avrei accolto con piacere questa notizia e anche con l'ingenuità che hanno i bambini. Ora vorrei soltanto un po' di tranquillità. Non è possibile che, tra tutti, per questo compito sia stata scelta proprio io. In fondo, ciò che ho è solo una stupida macchia.
Mi tornano in mente le parole di Heryann.

"Le voci corrono più veloce di quanto pensi. C'è sotto qualcosa di grosso, Kyera. Noi siamo soltanto delle pedine."

Non voglio essere una pedina nelle mani di chi è più potente di me.

"Io... Veramente..."

"Hai un po' di tempo per pensarci se vuoi. Domani sera al tramonto, la tua scelta sarà comunicata all'assemblea, che deciderà se questo popolo vuole o meno combattere. E ora, siete liberi di andare."

La sala si svuota lentamente, finché non rimangono che gli anziani e alcuni degli uomini scelti di Cathaoir che, come mi è stato spiegato da Cailibh, lui stesso ha convocato qui da varie parti della nostra terra. È per questo motivo che negli ultimi giorni è arrivata tanta gente da lontano. Era tutto prestabilito. Una gigantesca trama in cui, ne sono certa, Cathaoir riveste un ruolo importante.
Riunire gli eserciti. Rovesciare i tiranni. E poi? Ci sono troppe coincidenze e troppe cose che non quadrano. Quali interessi ci sono in gioco? E che ruolo ho io in tutto questo?

"Kyera!" È proprio Cathaoir a strapparmi alla confusione, invitandomi a raggiungerlo in un angolo. Nel suo sguardo c'è qualcosa che non riesco ad afferrare.
Resto ferma, indecisa.
Cathaoir continua a fissarmi con aria indecifrabile.
Poi, improvvisamente, so che cosa fare. Mi metto a correre e fuggo via dalla grotta, verso l'esterno e poi giù verso il fiume, lontano dalla trappola.

Nota:
* Con "giovane figlia" si intende persona giunta da poco e appartenente a un determinato popolo per adozione e non dalla nascita.

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Ciao a tutti!
Spero che abbiate apprezzato il capitolo e che non smetterete di leggere soltanto perché così, a prima vista, questa storia sembra il polpettone trito e ritrito in cui la protagonista è la prescelta, ecc,ecc. In questa storia nulla è come sembra, non dimenticatevelo mai! Sappiate che questa vicenda prenderà delle svolte per nulla scontate...
Grazie mille per aver letto fin qui e a presto!

Destino - Il volo del corvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora