Capitolo 23

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"Non ti muovere." Sibila lo sconosciuto. "E ti conviene dirmi chi sei."

Io non rispondo. Potrebbe trattarsi di una trappola.

"Allora? Dimmi chi sei, ti ho detto!"

"M...mai" Oso rispondere con voce strozzata.

Proprio in quel momento, la luna fa capolino tra le nubi, illuminando debolmente la foresta.

Lo sconosciuto mi leva a forza il cappuccio, costringendomi a mostrare il mio volto. Il suo è ancora nascosto.

Segue un attimo di silenzio, durante il quale la lama si allontana dalla mia gola. La presa dell'uomo sul mio braccio, però, non si allenta.

"Aspetta un attimo...io ti conosco..." Sussurra.

Quella voce. Ora che non è più deformata dalla necessità di intimidire, la riconosco. In sette anni è diventata solo un po' più grave.

"Heryann?"

"Kyera...ma come è possibile?"

Si toglie il cappuccio, rivelando un viso che non vedevo da anni. Non è cambiato molto. Gli occhi sono sempre quelli, azzurri e glaciali. Anche lo sguardo è lo stesso. I suoi lineamenti sono meno affilati, la mascella è un po' più squadrata, e sembra che negli ultimi temi abbia mangiato abbastanza, visto che il volto non è scavato come era rimasto impresso nella mia mente.

"È una lunga storia, troppo lunga per essere raccontata ora. Ma dimmi, che ci fa tu qui?" Domando a mia volta con voce incerta.

"La città del lago è in fiamme. Presto non rimarranno che macerie fumanti."

"È stata la milizia dei tiranni, non è vero? Girano voci riguardo ad una serie di sommosse..."

"Esatto. Siamo dovuti fuggire per forza."

"E così, ora..."

"...sono venuto ad unirmi alla rivolta. Esatto."

"Ma...tu come fai a saperlo?" Domando io, ingenua nonostante la diffidenza che nutro nei suoi confronti.

"Le voci corrono più veloce di quanto pensi. C'è sotto qualcosa di grosso, Kyera. Noi siamo soltanto delle pedine."

"Ne sei sicuro? Intendo dire, è normale che un popolo maltrattato di sollevi, o almeno credo."

"Certo, questo è chiaro. Ma non trovi strano che la rivolta cominci proprio ora, con tutto ciò che sta venendo alla luce? Si parla di segni profetici, Kyera. Gli indovini delle paludi del sud hanno parlato. La fiamma sacra della vita dello spirito resta incustodita per più notti. Intrighi politici continui, personaggi importanti che muovono costantemente lo scacchiere. E ora c'è questa profezia in circolo, di cui non ricordo le esatte parole ma che annuncia l'arrivo di un liberatore. Non trovi strano tutto questo?"

"E tu come fai a saperlo?"

"In sette anni ne sono cambiate di cose. Non potevo continuare a guadagnarmi da vivere rubando e ...e facendo altro. Ho dovuto cambiarmi dentro, nel profondo. Ho dovuto imparare ad uccidere indistintamente da chi mi fossi trovato davanti. Ho dovuto imparare ad uccidere ombre senza interrogarmi riguardo alla loro vita, al loro passato. Ho dovuto imparare a uccidere nel sangue e nelle grida. Ho imparato a uccidere senza emozioni. Perché il denaro è prezioso anche quando gronda sangue, Kyera. E se uccidi abbastanza, allora sei ricoperto di onori. Di oro, un po' meno. Ma è pur sempre qualcosa."

"Tu...un mercenario..."

"Sì. Che altro avrei potuto fare? Quando muori di freddo e fame te ne freghi della coscienza. E comunque, c'è di peggio...avrei potuto derubare e uccidere gente comune, capisci? Quelli erano soldati addestrati a combattere, abituati al rischio e all'odore di morte."

"Ma avresti potuto trovare qualcosa d'altro, avresti potuto..."

"Non ho avuto altra scelta, credimi. Le milizie mercenarie sono l'unica strada per quelli come me che altrimenti rischierebbero il patibolo. O ti arruoli, o sei condannato. È semplice. E anche molto crudele. Sei costretto a mettere la tua vita su una bilancia di cui non hai il controllo, capisci? Sono gli altri a decidere che cosa porre sull'altro piatto, e quale peso attribuirgli." Tace un attimo, e poi riprende. "Sei libera di odiarmi quanto vuoi. Ma non credere di avere il diritto di giudicarmi, questo no."

Non mi scolla di dosso i suoi occhi seri.

"Che cosa l'ha spinto ad aprirsi così? È questa la sua sincerità, la sua innocenza? È il coraggio di esporre tutto ciò che ha fatto, tutti i crimini che macchiano la sua anima?"

Taccio per un attimo, dubbiosa. Devo fidarmi di lui, di un quasi completo sconosciuto ricomparso improvvisamente nella mia vita? Che cosa può cambiare nell'animo di un uomo, in sette anni? Troppe cose.

Una cosa però è certa.

"Io non sarò la pedina di nessuno."

"Nemmeno io lo voglio, se è per questo. Ma voglio fare quello che posso per queste terre. Devi credermi. E ora, ti sarei molto grato se mi guidassi dai tuoi."

Esito un momento prima di rispondere.

"Sì, certo. Seguimi, è per di qua."


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Buonsalve!

Vi è piaciuto il colpo di scena? (O almeno spero che lo sia stato...) Spero che abbiate apprezzato il capitolo nonostante la scarsa lunghezza...

Che destino attende i nostri protagonisti? Leggere per scoprire...ovviamente quando avrò aggiornato, cioè spero molto presto.

Ricordatevi di votare e commentare in tanti, aiutatemi a diffondere questa storia! Non mi spiacerebbe affatto farla salire in classifica, così da darle più visibilità.

A presto!


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