Capitolo 7

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"Io so chi sei. Le tue spalle sono già curve, anche se tutto deve ancora avere inizio. Vedo...vedo un compito importante, il peso di una grande responsabilità...sento che...sento che l'ora è quasi giunta...sii forte..."

La vecchia ha una piccola esitazione, poi spalanca gli occhi, comincia a tremare, come se fosse posseduta da chissà quale potere e riprende a parlare.

"Sorgerà il Corvo, piuma nera, grande cuore.
Penna che vergherà il destino,
Effimero respiro del potente
E di vita consacrata.
Volerà alto il corvo, breve danza nei venti sarà."

Il respiro della vecchia si fa sottile, incerto. La sua stretta si indebolisce, il suo volto diventa sereno, rilassato, sembra essersi alleggerita di un peso terribile.

"Aiutami a sedermi" mi dice con voce flebile. Io obbedisco. La vecchia chiude gli occhi.

"Vai, ora. Io...ho terminato il mio compito...tu non sottrarti al tuo...tu...devi..." Sussurra la vecchia, lasciando la frase in sospeso. Il suo respiro è sempre più debole.

"Devo...fare cosa?" Oso domandare.

Troppo tardi.
La vecchia esala il suo ultimo respiro, reclina il capo sulla spalla. Sembra dormire, ma so che non è così.
Sono così scossa da ciò che è appena successo che riesco soltanto a fare quello che mi ha detto, allontanandomi di nuovo verso il molo, dove sembra che il trambusto sia calato. Qui alcune delle case e alcuni magazzini per la pesca sono costruiti direttamente sopra l'acqua, su delle palafitte. Sarebbe un posto carino per viverci, se non ci fossero miseria e povertà... Un tempo doveva essere tutto più bello. Lo so che è molto banale da dire, eppure è la cosa più logica da pensare per non farsi prendere dallo sconforto. Il pensiero, la fantasia...mi è bastata la storia raccontata dalla povera vecchia cieca ad aprirmi gli occhi su un mondo di possibilità, a farmi capire che non tutto è perduto, che esiste ancora la speranza che il mondo si risollevi. Lei ha alimentato la memoria del tempo passato distraendomi dalle difficoltà del presente a allo stesso tempo rendendomi più consapevole. Non l'ho nemmeno ringraziata. Cosa avrà poi voluto dire con quella frase? Di quale compito, di quale responsabilità parlava? E quella filastrocca, cosa diceva? Piuma nera, destino, consacrata...che cosa significa? Forse...forse era soltanto il frutto di una mente stanca...eppure...
Mi prendo la testa tra le mani e cerco di scacciare il vortice di pensieri che ha preso possesso della mia anima, gettandomi in una terribile confusione. Alla fine decido di andare alla ricerca di cibo. Come ho fatto a non pensarci prima?
Riprendo a vagare per la cittadina deserta e di tanto in tanto riesco a sgraffignare qualche cosa. Qualche crosta di formaggio, un misero tozzo di pane. So bene però che la mia abilità come ladruncola non basterà a sfamarmi per sempre, prima o poi la gente comincerà a sospettare di me e allora saranno guai.
Ecco...come non detto! Scappo via correndo tra i vicoli cercando di seminare la donna a cui ho cercato di soffiare uno straccio appeso ad asciugare, che intendevo utilizzare per coprirmi. Lei non demorde e continua ad inseguirmi strillando e chiamando rinforzi. Dannazione! Un uomo mi si para davanti all'improvviso, sbarrandomi la strada. Io senza pensarci due volte sfrutto lo slancio e mi lascio scivolare sul selciato. Non mi volto nemmeno per vedere se sia rimasto stupito dall'essersi fatto sfuggire la preda proprio tra le gambe, ma ricomincio a correre tra le stradine contorte della cittadina. Continuo a udire i passi della donna alle mie spalle e comincio davvero a preoccuparmi quando noto altre persone venirmi in contro con fare poco cordiale. Fuggo zigzagando, ma non so per quanto ancora riuscirò a reggere.
Svolto dietro l'angolo di una casa e individuo un edifico che sembra abbandonato. Senza pensarci due volte mi infilo in quello che sembra un buio sottoscala. Pochi attimi dopo me ne pento. Non ho via di fuga, mi troveranno di certo! Cerco di respirare il più silenziosamente possibile e di abbassare i battiti del mio cuore. Mi fermerò giusto il tempo di prendere fiato e poi mi troverò un rifugio più sicuro.
Quando finalmente sono più calma mi avvicino all'apertura tra gli assi del nascondiglio, intenzionata a sbirciare fuori prima di uscire di nuovo allo scoperto.

"Ehi...chi sei tu?" Sussurra in quel momento una voce proveniente dal buio alle mie spalle.

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Che cosa succederà ora alla nostra Kyera? A chi appartiene la voce? Mah... Lo scoprirete nella prossima puntata...pardon, capitolo!
Grazie per aver letto fin qui e (spero) a presto!

Destino - Il volo del corvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora