Giungiamo al villaggio all'alba, dopo un giorno di viaggio e una notte passata all'addiaccio. Devo ammettere che non mi sarei mai aspettato di fare tanta fatica a stare dietro ad Ayris. O la paura le ha letteralmente messo le ali hai piedi, o in lei c'è più di quanto sembri a prima vista.
In ogni caso non è il momento adatto a simili riflessioni, perché ciò che troviamo al nostro arrivo è tutt'altro che rassicurante.
La casa di Ayris è deserta e silenziosa, il fuoco spento.
"Ma cosa...?" La sua voce riflette tutta l'inquietudine generata da questo spazio così stranamente silenzioso, diverso da come ce lo aspettavamo, da come lei è abituata a trovarlo.
Rovista qua e là tra i pochi oggetti di cui dispone la sua famiglia, ma non c'è alcun segno di vita, né tantomeno di un abbandono frettoloso.
"Irek! Shee! Janer...non c'è nessuno...?"
Nessuna risposta.
Spalanca la porta della stalla, ma ci sono solo le magre e placide capre, quasi ammucchiate tra il foraggio per scaldarsi.
"Stai a vedere che..." Sussurra, mentre si dirige verso una porticina che prima non avevo notato. La apre.
"Hanno liberato il passaggio... che strano. Seguimi, devono aver preso la scorciatoia per il paese! " Esclama, notando una serie di impronte nella neve."Ma perché perdere tempo a se si trattava di una cosa tanto urgente?"
"Forse per far guadagnare tempo a te una volta tornata?"
Ma Ayris non sembra dare più molto peso alla questione, perché è gia partita di gran carriera.
"Presto, muoviti!"
La seguo immediatamente, correndo a perdifiato lungo un piccolo sentiero al limitare del bosco. Quando giungiamo al villaggio, le strade brulicano di vita. Uomini, donne, bambini, tutto il paese sembra essersi riversato improvvisamente oltre le soglie delle loro case, come se il freddo non fosse più un motivo sufficiente per rimanere all'interno. Ayris sfreccia a zigzag tra la folla, puntando decisa verso la piazza.
Giunti lì, finalmente riusciamo a capire che cosa stia accadendo. La gente è raccolta attorno ad un uomo pallido e scarno, intento a parlare con un vecchio imponente dalla lunga barba grigia. Cerchiamo di farci strada per seguire la conversazione, e dopo qualche spintone, qualche sallata e non poche imprecazioni qualche spallata riusciamo a arrivare abbastanza vicini per sentire.
"Quelli del fondovalle sono terrorizzati, ne abbiamo dovuti accogliere a decine..." Sta dicendo l'uomo minuto. "Si vedeva il fumo degli incendi, l'altra mattina... Livkas, cosa intendete fare, tu e i tuoi?"
Il vecchio corpulento, che a quanto pare si chiama Livkas, ha un'espressione corrucciata.
"Lui è il capo del nostro villaggio..." mi sussurra Ayris, indicandolo. "Se anche lui ha quella faccia, è quello che temiamo."
Livkas si gratta la barba, pensieroso.
"Voi?"
"Da noi ci si dice che passerà...come una tempesta di quelle che arrivano ogni tanto."La voce dell'uomo è speranzosa ma poco convinta. " Forse, se non opponiamo resistenza..."
"... ci raderanno al suolo comunque."
Mi accorgo solo ora che Ayris non è più al mio fianco, ma è avanzata fino ai due uomini e si è intromessa, trovando il coraggio di farlo non so dove.
"Ayris...?" Livkas pare stupito di vederla. "Che cosa ci fai qui? Pensavamo fossi ad Harlakis...o così mi avevano detto. "
Lei ignora la domanda e salta subito al dunque.
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Destino - Il volo del corvo
FantasyCringe alert - questa storia è moooolto vecchia e ci sono passaggi un po' problematici, riferimenti a culture che sfiorano l'appropriazione, e tutta una serie di cose che ora mi fanno accapponare la pelle. Il lato positivo è che ora me ne rendo cont...