Capitolo 49 - Halger

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Per questa sera Livkas ha indetto una riunione del villaggio e dei suoi dintorni, incontro al quale deve partecipare un rappresentante per famiglia. Ayris è riuscita a ottenere il diritto di assistervi anche per me, in qualità di messaggero giunto dal sud. In realtà convincere il capovillaggio della mia lealtà non è stato facile, ma dopo una lunga discussione ha finalmente ceduto, mettendo da parte ogni sospetto.

La sala in cui ci troviamo ora, che sarebbe poi il locale principale della locanda, si riempie abbastanza in fretta. Molto spesso la quantità di folla presente non mi permette più di osservare gli intagli che ornano gli alti pilastri di legno che contribuiscono a sostenere le travi del tetto, rigorosamente a vista. Noto, leggermente stupito, che sono presenti anche molte donne. La nostra società in confronto è molto più maschilista e proibitiva, nonostante i progressi fatti negli ultimi tempi ad opera di qualche donna particolarmente coraggiosa.

Come Fenja ,non posso fare a meno di pensare. Sento una stretta lancinante allo stomaco e per qualche istante cado in preda alle vertigini. Fenja. Come le dirò che mio fratello è morto? Come le dirò che la sua promessa è stata stroncata, affogata nel sangue anche per colpa mia?

Non voglio immaginarlo. Non ora.

Ayris deve aver notato il mio turbamento, perché mi fissa con sguardo preoccupato.

Scuoto la testa con veemenza.

"Va tutto bene, è stato solo un attimo" mugugno.

I suoi occhi si stringono leggermente. Non pare del tutto convinta della mia affermazione. Che abbia visto più lontano di quanto io immagini?

Istintivamente raddrizzo le spalle, cercando di sembrare sicuro. Non voglio dare l'impressione di essere debole, non quando lei si sta dimostrando così forte. Mi stupisco del mio pensiero. Da dove vengono quest'ansia, questa necessità di dimostrare chi sono?

Per fortuna il silenzio improvviso appena calato fa breccia nei miei pensieri e mi distrae.

Livkas, accarezzandosi la barba monumentale, si schiarisce la voce.

"Bene..." esordisce "sarà meglio che ci prepariamo. Secondo i nostri informatori, il nemico dovrebbe giungere qui domani, poco dopo l'alba. Qualcuno ha proposte?"

Un uomo alto e secco solleva il braccio e prende la parola.

"Il riccio. È maneggevole e letale, praticamente impenetrabile. I nostri arcieri li falcidieranno dall'alto, li attiriamo e poi li chiudiamo tra il fiume e il riccio."

Livkas annuisce.

"SÌ, direi che avremmo buone possibilità di farcela, a patto però che gli arcieri mettano a segno parecchi colpi. Non dobbiamo dimenticare che ci sono superiori di numero e che sono armati pesantemente" commenta. "Quella di Khraki mi sembra una proposta valida. Assaggeranno la tempra dei nostri picchieri, quei maledetti. Qualcuno è contro ciò che finora è stato detto?" Domanda, rivolto a tutti.

"Io!" esclama una voce piuttosto gracchiante proveniente dal fondo della sala. "Io credo di avere un'idea migliore."

La voce appartiene ad una vecchia, curva su un bastone e avvolta in uno scialle pesante di lana. I suoi capelli candidi sono raccolti in una crocchia e tenuti fermi da un pettine d'osso.

"Ricordate la vecchia storia di Garpr? Secondo la leggenda, sconfisse i troll che minacciavano la sua valle immolandosi eroicamente. Li attirò in una strettoia e rovesciò su di loro una frana estirpando gli alberi dall'orlo di un dirupo. Senza le loro radici a tenere saldo il terreno, terra, pietre e tronchi si rovesciarono sui troll. Ma insieme a loro cadde anche l'eroe, finendo schiacciato, e ora un'alta stele di pietra sorveglia il suo riposo cullato dal gorgoglio del fiume. Io vi dico che, se gli uomini che ci attaccano sono armati così pesantemente come sostenete, il loro cammino sarà intralciato dalla neve. Saranno stanchi e frustrati, e non vedranno l'ora di massacrarci. Dobbiamo trovare il modo di attirarli nella strettoia sotto il paese, ma vi devono giungere tutti. E poi rovesciamo su di loro pietre, tronchi, sassi, tutto ciò che troviamo a portata di meno. Manderemo qualcuno a impedire loro la fuga, nascondendosi nei boschi e sbarrando loro la strada al momento opportuno. Attaccandoli così dall'alto, a sorpresa, risparmieremo molte vite" conclude l'anziana donna.

Destino - Il volo del corvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora