Dei rumori nel buio mi svegliano, facendomi sobbalzare. Istintivamente la mia mano corre al manico dell'ascia, solido e rassicurante. Una piccola luce si muove a scatti, dall'altra parte della stanza, e sento il suono sferragliante del metallo. Strizzo gli occhi, tentando di capire chi si celi nell'oscurità. Ma è soltanto Irek, che fruga in una vecchia cassapanca. Mi alzo in piedi e, a tentoni, lo raggiungo.
"Che cosa fai già in piedi? Devi riposarti..." Sussurro.
"Non riesco a dormire" risponde Irek in tutta semplicità "così sto preparando quello che mi serve. Ayris ha detto che le armi di mio padre spettano a me, perché secondo lui ne avrò più bisogno."
"Tua sorella ha ragione."
"Tu sei un guerriero, è vero?"
"Beh, sì. Anche se non così esperto come tutti credono."
"Ma sei grande, e poi sei forte. Hai un sacco di cicatrici, si vede che hai combattuto. E allora... beh... mi chiedevo se potevi... ecco... aiutarmi. Dimmi come si fa a... a uccidere."
Taccio per un attimo, evitando di dirgli che la metà delle mie cicatrici mi sono state inflitte in prigione, e che a uccidere non si impara mai veramente. Poi, però, annuisco.
"Va bene... cercherò di aiutarti a restare vivo, è questo l'importante. Mostrami il tuo equipaggiamento."
Irek fa luce nel contenuto della cassapanca.
"Queste erano le armi di mio padre" dice. "Il poco che mi resta di lui..."
"Beh, non è così poco" constato. "Semplici, ma di buona fattura."
Lo aiuto a indossare una cotta di cuoio bollito piuttosto spessa e un pettorale e degli spallacci in lamina metallica. Sono decorati con delle incisioni geometriche e rinforzate da alcune borchie. Le gambe sono scoperte, ad eccezione di un paio di pesanti stivali in cuoio e pelliccia che gli arrivano al ginocchio. L'elmo, un semplice casco in ferro e cuoio, è un po' troppo grande, ma ha un'aria solida.
"Ecco qui" gli dico, una volta finito. "Ora sai come si allaccia tutta questa roba. Abbine cura, possono salvarti la vita, domani."
"Grazie." "Di niente. Se puoi, posizionati accanto a qualcuno di esperto di cui ti fidi. E pensa prima di tutto a rimanere illeso. Niente eroismi, un uomo morto è un uomo inutile."
"Anche tu combatterai?"
"Sì. Cercherò di strappare a Lukas il permesso di venire con voi. Se ha un cuore, acconsentirà, o almeno lo spero... Svestiti, ora, e torna a dormire se domani vuoi essere in forze."
Irek esita ancora un attimo, fissando come rapito i riflessi che la piccola fiamma della lucerna getta sul metallo lucido, poi richiude la cassapanca e finalmente torna a riposare.
Dopo un po', nell'oscurità, sento il suo respiro farsi più profondo. Dorme. E io spero soltanto di essere riuscito a rassicurarlo almeno un po'. Domani voglio proteggerlo, se posso. Ad ogni costo. Con tutto quelle che ha fatto Ayris per noi e dopo tutto ciò che ha già passato, riportarle vivo suo fratello sarebbe il minimo.
E per quanto riguarda lei... sarà solo un'esca, è vero. Non si troverà al centro della mischia, ma ciò non vuol dire che non rischierà la vita.
Improvvisamente mi rendo conto di non poter affatto controllare ciò che succederà domani, e questo non fa che riempirmi di paura. Paura di vedere altro dolore, così vicino, paura di perdere ancora. Come posso proteggerli entrambi? Come posso evitare che finisca in un modo che non voglio neanche immaginare?
STAI LEGGENDO
Destino - Il volo del corvo
FantasyCringe alert - questa storia è moooolto vecchia e ci sono passaggi un po' problematici, riferimenti a culture che sfiorano l'appropriazione, e tutta una serie di cose che ora mi fanno accapponare la pelle. Il lato positivo è che ora me ne rendo cont...