capitolo 10

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ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO TRATTA UN TEMA PIUTTOSTO DURO E DIFFICILE, MA SENZA ENTRARE NEI PARTICOLARI E SOPRATTUTTO CON MOLTA DELICATEZZA. ORMAI DOVRESTE CONOSCERMI, MA RIPETO CHE NON CI SARÀ NULLA DI CHE. NON GIUDICO NESSUNO, OGNI ESSERE UMANO HA DIRITTO ALLA SUA DIGNITÀ. IL MONDO IN CUI È AMBIENTATA LA STORIA È DURO E SPIETATO, PER QUESTO VOGLIO PORTARVI A RIFLETTERE SULLE SITUAZIONI CHE VIVONO SULLA PELLE I NOSTRI PERSONAGGI.

BUONA LETTURA


Quando nel pomeriggio Heryann mi affida un altro compito, resto perplessa. Non mi sarei affatto stupita se mi avesse mandata a recuperare altre provviste o a rubare qualcosa, invece mi tocca girare la cittadina alla ricerca di una donna alta, con i capelli biondi lunghi fino a metà schiena, gli occhi neri e un vestito rosso rattoppato. Mentre vago tra le viuzze e gli edifici intaccati dall'umidità, non posso fare a meno di chiedermi quale sia lo scopo di questa ricerca. Chi è quella donna? Come farò a trovarla?

In realtà, il mio compito si rivela più facile del previsto. La trovo lì, a pochi passi dal porto, appoggiata al muro di una vecchia casa che, nonostante le pareti incrostate di sporcizia, esercita ancora parte del suo fascino. Un tempo doveva essere stata accogliente, per non dire lussuosa. Ora, invece, se ne sta lì sporca e cadente, una figura malinconica, niente più che l'ombra fuggente degli antichi fasti.

La donna, in un certo senso, le assomaiglia. Anche lei, sotto il vestito un po' liso e spiegazzato, cela una bellezza che un tempo deve essere stata florida, ma che ora appare sciupata dal tempo e dalla miseria. Si guarda attorno stancamente, dondola un po' il capo, fa fruscire l'orlo della gonna dai ricami sgualciti. Chi le passa accanto non la degna di uno sguardo, oppure le getta delle occhiate che paiono velate di silenzioso rimprovero, prima di continuare a passo spedito lungo la via.

Io, in silenzio, la osservo. Sono sicura che si tratti di colei che mi ha descritto Heryann.

Seguo con gli occhi i suoi movimenti sinuosi e trascinati, quasi fosse impegnata in una danza molto lenta. Il suo sguardo vaga tra la piccola folla che le transita accanto, come se fosse in cerca di qualche cosa. Non abbassa gli occhi nemmeno quando una donna  sputa ai suoi piedi. È orgogliosa, nonostante probabilmente la vita abbia tentato più volte di ridurla in ginocchio.

Ora si  è fermata, raddrizza la schiena e impettita entra nella casa, lasciando la porta socchiusa. Dopo qualche istante, quello che dalla foggia del mantello sembrerebbe un uomo la segue all'interno chiudendo l'uscio.

Io aspetto ancora un po' prima di andarmene, ma la donna non ricompare, così decido di fare ritorno al rifugio. Prima, però,  recupero ancora qualche provvista dal nascondiglio, le stesse cose che ho portato questa mattina, per essere sicura di non sbagliare.

L'unico occhio rimasto al vecchio del porto mi fissa con insistenza mentre imbocco una piccola scorciatoia, e un brivido corre lungo la mia spina dorsale. Decido quindi di cambiare itinerario, nel caso decidesse di seguirmi, così giungo al rifugio che è ormai il tramonto. Come al solito, Heryann mi accoglie con una certa freddezza. Questa volta però è più irrequieto del solito e non bada troppo al cibo che ho portato. Tutto ciò che gli interessa è sapere della donna.

"Era in piedi davanti ad una grande casa. Stava appoggiata al muro, muoveva leggermente la testa e la gonna. Poi ad un certo punto è entrata in casa lasciando la porta aperta, e dietro di lei è entrato un  uomo. Ho aspettato lì ancora un po', ma non è più uscita."

Heryann non dice nulla, ma dal suo sguardo trapela un misto di rabbia, traistezza, fastidio e rassegfnazione.

" Non hai idea di ciò che hai visto, vero?" Chiede alla fine.

"Beh, in effetti...no." Rispondo io. Io, che ho sempre vissuto in orfanatrofio, non ho idea di come sia la vita qui. Il mondo si sta rivelando più vasto del previsto.

"Meglio così, non ti perdi nulla." fa lui con un'alzata di spalle." Direi che è ora di cenare. oggi hai fatto un buon lavoro" aggiunge, quasi si sentisse in dovere di dirlo.

Consumo la mia cena in silenzio, ripensando alla giornata appena trascorsa. Molte domande invadono la mia mente in cerca di una risposta, come insetti fastidiosi che non smettono mai di ronzare.

"Chi era quella donna?" oso finalmente chiedere.

"Era la Rossa." dice lui. "nessuno di importante. Nessuno che valga la pena di conoscere." si ferma per un'attimo come se stesse pensando. Esita, ma alla fine riprende a parlare. "Un'anima triste che si è persa nella bassezza umana, ha detto una volta qualcuno. Niente più che un'ombra, una perdita, una foglia orma secca in balia della tempesta."

Esita nuovamente.

"Per me, è semplicemente mamma" .


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Ciao! Cosa ne pensate del capitolo (al di là della lunghezza, che purtroppo non è molta)? Cominciate a capire che cosa si nasconde dietro il nostro Heryann? Preparatevi, perché ci saranno altre sorprese...

Mi raccomando, sotto con i commenti! E, se vi è piaciuto, lasciate pure qualche stellina.

A presto!

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