Non siamo ancora giunti al punto stabilito, che un rumore nella boscaglia fa sussultare Heryann. Armi in pugno, si posiziona davanti a me e mi fa segno di stare pronta a fuggire.Ma non è necessario, perché dalla vegetazione sbuca Cathal, il volto pallido e gli abiti stracciati. Dietro di lui vengono Herija e Rajivo, che dei tre sembra quello meno sconvolto. Le sue vesti sono macchiate di sangue, ma a giudicare dall'andatura, non è tutto suo. La sorella, invece, è molto pallida e provata. Ma è ciò che viene dietro di loro a lasciarmi senza fiato; Halger emerge zoppicando dalla boscaglia, la casacca squarciata e intrisa di sangue, reggendo il fratello sulle sue spalle possenti. Halrik è esanime, sembra un fagotto di abiti, fango secco e sangue.
Mi porto una mano davanti al viso per impedirmi di urlare. È... è orribile. Lo posano a terra con il capo reclinato e poggiato sulle ginocchia del fratello. Respira appena, rantolando.
Sento le gambe cedere sotto il mio peso, così mi aggrappo ad un tronco per non cadere. È terribile.
È Herija a prendere in mano la situazione, nonostante si regga a malapena sulle gambe.
Recepisco poco di ciò che accade intorno a me, mi gira la testa. Sento distrattamente la voce di Cathal, che spiega velocemente l'accaduto a Heryann, Herija che si adopera per alleviare le sofferenze a Halrik, mentre Halger si tortura le ciocche bionde e cerca di fermare il copioso flusso di sangue che sgorga dalle ferite del fratello. È stato trafitto in più punti da frecce dalle piume nere e cremisi ed ha uno squarcio sul petto che non promette affatto bene.
Distolgo lo sguardo, è una vista che non riesco a sostenere più a lungo. I miei occhi lucidi si posano sulla figura di Rajivo, che se ne sta solo, in disparte, seduto su un masso. Sembra ipnotizzato dalla scena che si svolge dinanzi ai suoi occhi, come se in vita sua non avesse mai visto nulla di simile. Proprio lui, che mi è sempre sembrato così forte, impassibile, come una statua di pietra dei grandi eroi del passato. Proprio lui, che tiene alta la testa solo per orgoglio e non osa dire una parola.
"Erano troppi, li abbiamo battuti a fatica."
"Sarei dovuto esserci anch'io..."
"No, Heryann, il tuo posto in quel momento era con lei."
"Ma forse..."
"Il forse non ha il diritto di coesistere con il sangue, Heryann. È stato mio, l'errore."
"Resisti fratello, ti prego..."
"Presto, mi serve dell'acqua!"
"Spero che la mia vulneraria basti..."
"Non è colpa di nessuno. Sicuramente non tua."
Dialoghi spezzati e monchi si sovrappongono nella mia mente, mescolandosi alle immagini di sangue che occupano tutto lo spazio.
Poi, il rumore di troppi passi in avvicinamento nella boscaglia, le espressioni preoccupate dei miei compagni.
Halrik rantola, fa dei segni al fratello, che si incupisce e scuote la testa.
Mi avvicino agli altri, il cuore che batte a mille, le mani sudate.
Halrik sembra supplicare il fratello con lo sguardo, che alla fine cede ai suoi occhi lucidi e annuisce.
"Aiutatemi a sollevarlo, per favore." Ci chiede, la voce incrinata che sembra provenire dall'oltretomba.
"Ma non ce la farà mai..." Ribatte Herija flebilmente.
"Fallo e basta." Halger fa un respiro profondo. "Vuole accogliere in piedi la fine dei suoi giorni."
Adagio, aiutiamo Halrik a sollevarsi e a reggersi sulle gambe appoggiandosi a un tronco.
I passi sono sempre più vicini.
"Ora fratello...Fallo...ora...ti prego..." Rantola Halrik.
Halger lo aiuta a impugnare la spada, l'ultimo sforzo che la vita gli consente. Noto soltanto ora che all'elsa è attaccato un pezzetto di stoffa quasi certamente ricamato da una mano femminile.
Halrik deglutisce. "Sai che cosa devi fare..." sussurra con voce stentata.
"Subito."
Il fratello gli si avvicina e con il coltello gli recide la treccina che fino ad un attimo prima gli accarezzava il volto pallido. Fa per allontanarsi, quando lo sguardo di Halrik lo ferma. Manca ancora qualcosa. Halger gli slaccia quel poco che è rimasto della casacca di cuoio e estrae un oggettino da quello che un tempo era la scollatura. È una catenella con una perlina di legno e due conchiglie attaccate mediante dei piccoli ganci. La leva dal collo del fratello e la aggancia al proprio. Poi gli posa le mani sulle spalle e la fronte sulla sua, imperlata di gelido sudore. E poi si stacca, senza dire una parola.
"Addio, fratello" sussurra infine.
Io non capisco a fondo il senso dei suoi gesti e smetto di pensarci quando Heryann mi prende per mano, trascinandomi via di corsa insieme agli altri.
E Halrik resta lì, in piedi, ad aspettare che gli vengano addosso, per provare a trattenerli almeno un po' al prezzo del sangue che gli resta.
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Ecco qui. Sì, sono stata a dir poco malvagia a mettere anche la canzone di sottofondo, ma dovevo farlo...
Spero nonostante la tristezza che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia fatto passare la voglia di leggere il seguito... Come si evolverà ora la situazione? Come reagiranno i personaggi? Il destino di Halrik è davvero segnato?Fatemi sapere che ve ne pare, a presto!
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Destino - Il volo del corvo
FantasyCringe alert - questa storia è moooolto vecchia e ci sono passaggi un po' problematici, riferimenti a culture che sfiorano l'appropriazione, e tutta una serie di cose che ora mi fanno accapponare la pelle. Il lato positivo è che ora me ne rendo cont...