saray's pov.
Madrid, 2:00 p.m.
Night Club.
Trascorriamo la nostra infanzia a scrivere i nostri sogni nei diari, da grandi quei sogni diventano silenziosamente realtà, ogni singolo giorno ma a volte dimentichiamo di farci caso finché è troppo tardi.
Perciò rallenta.
Lasciati andare.
Permettiti di assaporarlo.
Perché a volte, anche i sogni più belli svaniscono quando sorge il sole.Ballai a ritmo sfrenato senza fermarmi un attimo e il barista mi versò subito un bicchiere di uno strano liquido che bevvi tutto d'un fiato percependo la gola bruciare tantissimo ma poco importava.
Le luci attorno a me erano di ogni colore possibile ed immaginabile e già avevo adocchiato alcune ragazze che mi sarei portata tranquillamente a casa.
Non ero tipa da relazioni, il mio cuore era talmente rotto che non avevo la forza mentale di ripararlo di nuovo.
Stavo bene così, non volevo prendermi nessuno impegno con nessuna perché avevo il terrore di innamorarmi, di stare maledettamente male per qualcuno.
"Gitana, vacci piano." disse la mia migliore amica e alzai gli occhi al cielo sentendo la testa girare a dismisura.
Zulema era a dir poco strabiliante e come al solito era vestita in modo impeccabile, nonostante fossero passati anni restava in ogni caso, una delle donne più belle.
Ed era mia sorella.
Non mi era mai importato in fin dei conti se lo era per sangue, il nostro legame era talmente forte che andava bene così.
"Hai visto qualcuna?" dissi affiancandola e la vidi sbuffare leggermente scuotendo la testa.
La bionda le aveva fottuto il cervello e lei non riusciva mai ad ammetterlo, la cosa era abbastanza palese perché in questi anni ovviamente mi ero appuntata i suoi cambiamenti drastici.
"Lauren?" tentai nuovamente e sbuffai nel pronunciare il suo nome perché quella donna non la sopportavo minimamente.
"È sempre la stessa storia, scopiamo e basta senza concludere niente in fatto di sentimenti." disse giocherellando con il bicchiere tra le mani e sospirai perché volevo che fosse semplicemente felice.
E Macarena in gran parte ci stava riuscendo perché vedevo che da quando la biondina era a Boston Zulema aveva smesso di sorridere, ridere, scherzare.
Era glaciale, più del solito e non l'avevo mai vista spensierata o rilassata.
Il lavoro stava andando a gonfie vele e più cercavo di farla evadere, più si rinchiudeva in se stessa.
"Beh, se stai ancora con lei significa che in gran parte ti soddisfa no?" tentai di farla sbloccare e ordinò un'altro drink, innervosendosi subito.
"Non mi soddisfa, mi sto stancando anche di lei perché è snervante." disse sistemandosi la sua frangia impeccabile e i suoi occhi neri erano truccati da Dio.
Questa donna era l'ottava meraviglia del mondo intero, Macarena non aveva sbagliato assolutamente nulla.
Zulema era troppo difficile per qualsiasi essere umano e inizialmente anche io avevo provato una fatica enorme ad esserle amica, perché era maledettamente solitaria ma volevo stare al suo fianco, per imparare tante cose.
Perché era talmente ricca di conoscenze che sapeva insegnarti anche la cosa più banale, al di fuori della chirurgia.
"Balliamo?" le proposi attirandola per un braccio e scosse la testa svogliata, sbuffai incredula perché ogni giorno con lei era una sfida enorme.
Le provavo veramente tutte affinché non pensasse troppo, voleva stare da sola ma non l'avrei mai lasciata nel suo dolore.
Non se lo meritava assolutamente.
Non dopo tutto quello che aveva fatto per me, mi aveva accolta sul suo ospedale e ogni cosa che le chiedevo lei mi dava sempre la sua disponibilità.
"Vuoi qualcosa da mangiare?" dissi mordendomi il labbro e scosse la testa guardandosi attorno, cercava sicuramente qualcuna nonostante la maggior parte degli sguardi erano su di lei, uomini o donne non importava.
La desideravano tutti qui.
"Hey." disse una ragazza abbastanza bella e ricambiai estasiata dando una piccola gomitata sul fianco della mora.
Quest'ultima neanche la calcolò minimamente e afferrò il suo telefono per controllare la home di Instagram.
Dovevo fare qualcosa perché la situazione stava diventando assai imbarazzante, questa povera ragazza era capitata in una situazione difficile.
Non era colpa sua, aveva avuto un minimo di coraggio per venire a parlarle ma forse non sapeva chi aveva davanti.
"Ciao, Saray piacere! Lei invece è Zulema la mia migliore amica." dissi offrendole da bere e sorrisi nervosamente passandole il bicchiere che sorseggiò piano, scrutando l'araba incuriosita.
"E Zulema é libera?" sussurrò appoggiando una mano sulla sua coscia e gliela strinse, ma ovviamente la mora gliela scostò da mezzo, innervosendosi.
Odiava da morire essere toccata in questo modo senza nessun tipo di motivo e ormai avevo imparato a capirlo.
Ecco perché un po' ero diffidente nell'abbracciarla o toccarla ma sapevo io stessa che potevo permettermelo.
"Sì, sono libera." disse voltandosi verso la sua direzione e la guardò dritta negli occhi facendola sussultare.
Imprecai felice e speravo che questa povera ragazza poteva aiutarla a distrarsi in qualche modo ma avevo i miei dubbi.
Macarena era tutt'altro mondo.
Mi posizionai dietro alle sue spalle e le feci dei cenni intimandole di farsi avanti, ma la mora alzò gli occhi al cielo seria.
"Come ti chiami?" disse offrendole da bere e per lasciarle la giusta privacy mi posizionai nella sedia affianco a loro, una ragazza venne davanti a me e incominciò a flirtare con me senza nessun pudore.
"Non te lo dico." disse la ragazza avanzando e baciò il collo della mia migliore amica facendola innervosire, Zulema mi lanciò un'occhiata d'aiuto e feci spallucce intimandole di provarci.
"Perché non vai da un'altra parte?" sbottò dopo mezzo secondo allontanandola e a quel punto la vidi infilarsi il capotto velocemente.
"Perdonami." dissi guardando la ragazza davanti a me e inseguii quello tsunami a dir poco stravolgente.
Uscii dal locale facendo un rumore assordante con i miei tacchi e Zulema era bloccata in mezzo al marciapiede con il telefono tra le mani.
La sigaretta che aveva in mano tremava a dismisura e la sua mascella era contratta da morire, ogni qualvolta succedevano questi episodi dove avesse degli scatti di rabbia improvvisi.
Era cambiata veramente tanto caratterialmente e parlava di così tanti argomenti contemporaneamente che la perdevo totalmente.
Non sapeva nemmeno lei cosa voleva da questa vita, si guardava attorno spaesata e dopo che ti sorrideva smetteva subito.
Ritornando ad uno stato di apatia totale.
"Zule, quella ragazza era carina perché non provi a lasciarti andare un po'? Non so le offri da bere, non mi sembrava nemmeno intenzionata ad avere qualcosa di serio con te." dissi avvicinandomi e le accarezzai il braccio amorevolmente ma lei non staccava lo sguardo dal telefono ed essendo più alta di me non capivo cosa diavolo stesse guardando di così tanto interessante.
"Che è successo?" dissi in panico e fece un tiro abbastanza lungo dalla sua sigaretta, le vene del suo collo erano a dir poco evidenti e onestamente avevo paura perché era davvero arrabbiata.
"Non ci posso credere." disse toccandosi i capelli nervosamente e mi mostrò il telefono, sgranai gli occhi abbastanza sconvolta e l'afferrai osservando la foto di Macarena.
Era con Amelia ed era un semplice selfie di loro due, ma sembravano abbastanza affiatate dato che la mora le stava dando un bacio sull'angolo della bocca.
La Shepherd se l'era giocata tanto bene.
"Vabbè Zule, è una semplice foto no?" dissi ridendo cercando di smorzare la sua tensione e sbuffò andando a sedersi su un muretto, aveva il fiatone e ancora una volta la biondina era riuscita a farla uscire fuori di testa, fino a mandarla in tilt.
C'era il fuso orario e sicuramente loro stavano pranzando in questo momento, infatti la stories è di pochi minuti fa.
"Stanno insieme." sbottò guardando davanti a sé e l'orgoglio che stava provando addosso era sublime e riuscivo a vederlo tutto quanto, per intero.
"Non è detto, magari hanno fatto semplicemente una foto insieme e la bionda ha voluto pubblicarla." dissi facendo spallucce e mi portai anche io una sigaretta alle labbra mentre Zulema si accendeva l'ennesima.
Era nervosa da morire e non riuscivo a capire perché diavolo stesse facendo così, non ammetteva proprio nulla.
"È cambiata veramente tanto, io.." disse farfugliando parole a caso tremando come una foglia e sicuramente non si aspettava di vederla in foto dopo questi 4 anni, beh le voci correvano abbastanza e la biondina ci sapeva fare.
Era un chirurgo eccellente e molti suoi interventi erano stati pubblicati su parecchi siti importanti di medicina.
"Andiamo a casa." dissi porgendole la mano e non appena si alzò l'abbracciai forte a me, volevo tanto che si sfogasse veramente tanto ma non ci riusciva.
Era bloccata nel suo dolore perché sapevamo entrambe che Macarena aveva suscitato in lei qualcosa di grande.
In tutto questo tempo avevo notato la voglia frenetica di possederla, di vederla anche per poco tempo.
All'ospedale le voci erano corse abbastanza velocemente dopo il loro litigio clamoroso e Zulema aveva smentito tutto quanto, ma era inutile.
Si era sempre capito dai loro sguardi.
"Non mi interessa nulla di lei gitana lo sai vero? Amelia può fare ciò che vuole, come mi aveva detto." sbottò non appena entrammo in macchina e misi in moto sospirando pesantemente.
Amelia Shepherd manteneva sempre le sue promesse nonostante tutto e questa cosa la sapevamo tutti quanti.
Era ovvio che la biondina era sua ora ma evitai di dirlo affianco all'araba altrimenti sarebbe uscita fuori di testa, al 100%.
"Lo so Zule, cosa c'è?" dissi parcheggiando davanti a casa e la mora non parlò, togliendosi la cintura.
Non parlava mai quando le venivano poste questo genere di domande, mi mancava la sua ironia e nemmeno aveva le forze di prendermi in giro come un tempo, mi mancava la sua parte giocosa e il suo sorriso meraviglioso.
Era spenta.
Ma nonostante tutto vedevo la sua forza nel provarci a rimanere lucida in tutta questa merda, i suoi interventi erano sempre impeccabili e anche quando perdeva un paziente si risollevava più forte di prima, pronta a reagire.
La paura, la controllava eccome.
"Sono stanca, buonanotte." mormorò dopo vari minuti lasciandomi un bacio veloce sulla guancia e la vidi entrare nella sua villa, neanche feci in tempo ad afferrarle il braccio per abbracciarla.
Sospirai appoggiando la testa sul volante e ogni volta era lo stesso strazio, non parlava e si limitava a scappare sempre.
Piansi silenziosamente perché Zulema era una delle persone più importanti della mia vita ma la stavo perdendo.
Non sapevo come salvarla ma lei stessa non voleva essere salvata.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...