13.

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Che giornata di merda.
Scoppiai a piangere dal nervoso e la prima cosa che feci fu di scaraventare la busta delle medicine che avevo tra le mani.
Ero nella stanza del medico di guardia e mi presi il volto tra le mani singhiozzando, non riuscivo a calmarmi per niente.
La porta si aprì di scatto e Zulema dopo mezzo secondo era inginocchiata alla mia altezza, cercando di calmarmi.
"Che cazzo é successo?" sussurrò chiudendo poi la porta a chiave e si sedette al mio fianco, preoccupata.
"Nulla." dissi asciugandomi il trucco con un fazzoletto ma la mora mi afferrò il polso per avvicinarmi al suo corpo.
"Che è successo Macarena?" mormorò con un tono di voce più duro del solito e chiusi gli occhi sospirando piano.
"Ho perso un paziente oggi, sotto i ferri e sono così incazzata con il mondo intero che spaccherei tutto." dissi sentendomi meglio nell'averglielo confessato e un'altra lacrima mi rigò il viso ma non mi importava.
Quando piangevo volevo sfogarmi per davvero perché non lo facevo quasi mai ed ero letteralmente glaciale.
"Hai già parlato con la famiglia?" disse la mora rimanendo apatica e annuii, facendo una smorfia di dolore per come stavo male dentro di me.
"Vieni qui." sussurrò Zulema e scossi la testa dato che in questi momenti non volevo la compassione di nessuno.
"Ho fatto tutto il possibile, lo giuro." dissi morendomi il labbro e l'araba mi attirò al suo corpo caldo, l'abbracciai infilandomi nell'incavo del suo collo e il suo profumo mi calmò i nervi.
Letteralmente.
"Lo so bene, ma a volte non c'è più nulla da fare e va bene così credimi." sussurrò accarezzandomi i capelli e distrattamente le diedi un bacio sul collo che la fece sussultare di scatto.
"Vuoi qualcosa da bere? Un the? Te lo offro io, è quasi ora di cena." mormorò alzandomi il mento con due dita e amavo questo suo lato dove si prendeva cura di me in ogni situazione.
Avevo lavorato per questo intervento tutta la mattina e oggi era letteralmente una giornata da cancellare, sotto ogni aspetto.
Volevo un bagno caldo, il mio pigiama e andare a dormire senza pensare a niente ma purtroppo non era possibile perché la morte di un paziente è un tasto troppo delicato per noi chirurghi.
Zulema camminò al mio fianco senza parlare e mi offrì un the preso dal bar, mi strinsi il camice al corpo e mi sedetti nuovamente sul divano, entrando dentro.
Tolsi le scarpe gemendo per quanto fossi rimasta in piedi e bevvi in silenzio, osservando la mora raggiungermi in tutta la sua altezza e autorità.
Volevo baciarla.
Dopo quel bacio era passata una settimana e noi ci eravamo comportate come se non fosse successo nulla, eravamo ancora parecchio bloccate e qualche volta c'erano tanti battibecchi perché il nostro orgoglio era presente.
"Meglio, bambina?" sussurrò dolcemente e annuii, porgendomi verso al suo viso dandole un piccolo bacio sull'angolo della bocca, non resistevo.
Era come al solito bellissima.
"Grazie." sussurrai tornando al mio posto e Zulema afferrò la mia gamba mettendola sopra alla sua coscia, mi fece dei leggeri massaggi e gemetti per quanto avessi i muscoli contratti.
"Quanto è durato l'intervento?" mi domandò rigida e appoggiai la tazza vuota nel tavolino davanti a noi.
"9 ore." dissi gemendo dal dolore e Zulema mi sgridò con lo sguardo perché sapevo che potevo fare cambio, ma in ogni intervento studiavo per poi sapere già come muovermi in partenza.
"Dovrei assumere altri chirurghi." borbottò facendo pressione sulla mia coscia e mi vennero le lacrime agli occhi dal fastidio, ero tesissima.
"Non succede nulla." dissi ridendo appena e mi tolsi dalla sua presa, finii di bere il mio the e mi alzai.
Mi sentivo già meglio ma se lei mi avesse baciata probabilmente mi sarei ripresa alla grande, non volevo forzarla troppo.
"Dove vai?" disse seguendomi e ritornai nella mia stanza, sedendomi nel letto per riposarmi un pochino.
"Mhm." mugugnai sciogliendomi lo chignon e mi tolsi il camice insieme alla maglia blu, feci per afferrare la felpa nera che avevo ma il mio scorpione mi bloccò.
Afferrò i miei polsi osservando l'intimo che portavo e mi fece sdraiare, il mio petto faceva su e giù per la troppa vicinanza e mi morsicai il labbro inferiore.
"Il tuo turno finisce tra un'ora." mormorò guardando il suo telefono e si tolse anche lei il camice bianco, aveva la maglia blu sotto e se la tolse a causa dei caloriferi azionati al massimo, la stanza essendo piccola accumulava tanto caldo.
I pantaloni che aveva fasciavano alla perfezione la sua vita stretta e si tolse le scarpe salendo sopra al letto.
Sorrisi notando i segni violacei che le avevo fatto in quel locale e lei si accorse del mio sguardo tant'è che sorrise, infilandosi in modo impeccabile tra le mie gambe come faceva un tempo.
La lasciai fare e inarcai di poco la schiena estasiata non appena i nostri seni combaciarono alla perfezione, posizionai subito le mani sui suoi fianchi e l'istinto era quello di sganciarle il reggiseno.
"Quanto cazzo sei bella." sbottai ad una certa stanca nel tenerlo nascosto e l'araba sorrise inchinandosi verso al mio viso senza smettere di fissarmi le labbra.
"Tu, diventi ancora più bella ogni secondo che passa bambina." mormorò abbassando la spallina del mio reggiseno e il suo tocco era impeccabile.
Tracciò i miei tatuaggi piano e le feci vedere cosa avevo tatuato, nel braccio destro avevo un cervello spinato con all'interno un cuore umano.
"Che vuol dire?" sussurrò la donna sopra di me e sorrisi per la sua curiosità, afferrai la sua mano e le baciai ogni nocca molto dolcemente, approfittando anche del fatto si osservare il suo corpo notando che era dimagrita molto.
Ma era bella, bella da morire.
"Ho voluto rappresentare un cuore insieme al cervello perché penso che se usati insieme nel modo più giusto possono veramente fare tante cose. Poi qui ho scritto il nome di mio padre, altri simboli che mi piacevano." dissi indicandone alcuni e Zulema li tracciò piano con le dita ma stava osservando quel cuore, impeccabile.
"Posso baciarti?" mi domandò di getto e sgranai gli occhi appena, la guardai senza muovere un muscolo e alzai una mano sfiorandole il viso per poi far scivolare la mano dietro alla sua nuca.
L'avvicinai piano stringendole i capelli e la baciai dolcemente dandole tutto il consenso del mondo intero, sì adagiò meglio sul mio corpo facendomi tremare e strinsi la sua vita con le mie cosce.
Schiusi le labbra ricevendo la sua lingua calda e gemetti estasiata perché il suo modo di baciarmi era così impeccabile.
"Vieni a casa mia, dopo." sussurrò contro le mie labbra e risi appena, scossi la testa e invertii di scatto le posizioni.
Zulema era sconvolta per il mio spirito di iniziativa e le intimai di fare silenzio posizionando l'indice sulla sua bocca.
"Ora qui, comando io." dissi con fare altezzoso e mise subito il broncio cercando di farmi sdraiare sotto di lei.
"Che? Dilettante." disse lei ridendo e strinse i miei glutei testando nuovamente il terreno e la guardai malissimo.
"Che cazzo ridi, Zulema?" dissi facendola smettere subito e si accigliò per la mia autorità, gemette piano nel vedermi così seria e cercò le mie labbra.
"Sei una dilettante." disse ancora e strinsi il suo seno con molta forza, fece per urlare ma appoggiai le labbra sulle sue soffocando i suoi gemiti.
"Fossi in te, chiuderei la bocca." dissi minacciandola silenziosamente ed era stupendo vederla così sotto di me.
"Se mi tolgo da qui, per te è finita." mi minacciò puntandomi un dito contro e lo afferrai, leccandolo sensualmente.
"Che paura." cantilenai ridendo ma Zulema non scherzava, mi infilò la lingua in bocca mettendomi sotto di lei e la mia gola era stretta dalla sua mano.
"Zule, piano." la richiamai notando che stava stringendo forte e diminuì baciandomi molto piano tutto il collo.
La sue mani scesero lungo il mio addome ma afferrai il suo polso, bloccandola subito e mettendo le cose in chiaro.
"Vacci piano, d'accordo?" dissi riprendendola e annuì scusandosi, le diedi un piccolo bacio sulle labbra e sorrisi contro la sua bocca per quanto mi fosse mancata terribilmente tanto.
"Non vuoi più venire a letto con me?" mi sussurrò mordendomi il seno appena e mi scappò un gemito eccitato, le accarezzai i capelli facendola rilassare e ricercai le sue labbra mordendole forte.
"Voglio sempre andare a letto con te." sussurrai stuzzicandola e graffiai di poco la sua schiena, facendole percepire tutto il mio desiderio nei suoi confronti.
"E cosa cambia questa volta? Mi hai già detto che sei andata con altre donne in passato quindi, perché non farlo anche con me? E poi.." sussurrò avvicinandosi al mio viso e tirò il mio labbro inferiore baciandomi poi il collo.
"Lo sai che ti farei godere, tanto." continuò facendo scorrere le mani in tutto il mio seno esposto e mi tenne ferma affondando le unghie sulla mia vita.
Al solo pensiero di quello che facevamo tempo fa tremavo come una foglia, mi mancava tantissimo il suo tocco.
Mi mancava sentirla dentro di me.
"Lo sai che se dovessimo rifarlo non sarebbe una semplice botta e via, per me non più almeno." dissi serrando la mascella e le sue labbra si posarono sulla mia guancia baciandola amorevolmente.
"Lo so, l'ho capito quando sei uscita da quella porta per partire a Boston quindi dimmelo se è troppo tardi." sussurrò con uno sguardo triste e fissai i suoi occhioni neri che amavo da morire.
Questa volta voleva provarci veramente, lo leggevo dal suo sguardo penetrante.
"Non è tardi, però questa volta vorrei godermi ogni istante senza correre troppo, va bene? Devo abituarmi di nuovo alla tua presenza perché avevo deciso di cancellarti del tutto.
Ci sono riuscita? Assolutamente no." le spiegai facendola distendere al mio lato e afferrai la mia felpa indossandola, la mora mi guardò attentamente e aveva un piccolo broncio addosso che mi affrettai a baciarle tutto quanto.
"Okay, sarò paziente allora." disse facendo spallucce e mi accoccolai a lei come facevo tempo fa, dopo aver passato notti indimenticabili e piacevoli.
Le lasciai dei baci sulla sua spalla nuda e mi strinse intrecciando le gambe con le mie, alzai di poco la testa e le lasciai un lungo bacio sulle labbra.
E finalmente, dopo tanto tempo mi addormentai tra le sue braccia forti che mi proteggevano come ai vecchi tempi.

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