42.

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Vi capita mai di provare quella sensazione di quando sei seduto nella tua stanza da solo e i tuoi pensieri vagano, non piangi, ma ti senti solo triste e vuoto rivivere momenti della tua vita e chiederti: dov'è andato tutto storto?
Viviamo in un mondo dove trovare una persona vera è un lusso che pochi possono permettersi, e l'abitudine?
L'abitudine è la più brutta delle malattie.
Ti fa accettare di tutto, anche di non essere felice.
Siate fieri di essere fuori tempo.
Fieri di essere fuori moda, di dir la cosa sbagliata al momento giusto.
Fieri di pensarla diversamente.
Fuori dal gregge.
Fieri di essere fuori.
Ogni tanto, alle conclusioni, bisogna arrivarci da soli.
Senza aspettare che ci vengano dette.
Non c'è bisogno di parole, quando i fatti, da soli, dicono tutto.
La verità è solo una, anche se spesso crediamo ce ne siano due, perché una è tutta nostra.
Quando capisci di stare bene anche da solo vuol dire che hai già sofferto abbastanza.
"Oggi è passato 1 mese." mi informò Alicia venendo al mio fianco e feci spallucce, mi guardai attorno e il pronto soccorso era vuoto solamente per un motivo.
Zulema era partita, e con sé erano andati la maggior parte dei chirurghi stravolgendo tutti i turni di lavoro.
"Lo so bene, e la odio." mormorai alzando gli occhi al cielo ed ero curiosa di vederla, se aveva fatto qualche cambiamento come lo avevo fatto io.
È una cosa senza senso come le persone vengono giudicate per essere reali e come le persone vengono amate per essere false.
"Non puoi odiarla per sempre." disse Amelia raggiungendomi e sorrisi mentre la baciavo dolcemente sulle labbra.
Era tornata già da un paio di giorni e grazie a lei ero rilassata parecchio, ma ormai non mi accontentavo più.
"Non sempre devi combattere il demone che hai dentro, a volte può essere tuo alleato." aggiunse la mora dandomi dei piccoli baci sulle labbra e strinsi la sua vita, inalando il suo profumo.
Non credo che la gente capisca com'è stressante spiegare cosa sta succedendo nella tua testa quando nemmeno tu stesso lo capisci.
Ho fatto tanto e non é stato apprezzato, ora non ho voglia di fare niente.
Il problema é di chi mi perde, mica mio.
Forse ogni amore ha un solo giorno, una sola occasione.
Forse i grandi sentimenti sono occasioni.
Ogni coltello che ti hanno messo nella schiena ti ha fatto capire quanto valore ha la fiducia che dai a una persona.
"Sono circondata da demoni, Amy." le sussurrai staccandola dal mio corpo e mi infilai velocemente i guanti, mentre andavo contro all'ennesima ambulanza.
Lavoravo.
Riposavo.
E lavoravo.
Un loop continuo.
"Mi spieghi che cazzo hai?" disse poi afferrandomi per un braccio ed ero nervosa da morire per tutto quanto.
"Nulla, e non voglio dare spettacolo davanti ai miei cazzo di specializzandi Amelia okay?" urlai alzando tantissimo la voce e alla mora vennero le lacrime agli occhi per come avevo scattato.
"No, Amy." sussurrai scusandomi ma mi aveva già voltato le spalle, andando da un'altro paziente.

"Chi mi risolve questo caso entro due ore, viene in sala con me." dissi ai miei specializzandi che subito si misero a lavoro mentre io cercavo quello tsunami.
Non volevo trattarla male dopo tutto quello che aveva fatto nei miei confronti, non se lo meritava minimamente ed io ero troppo tesa perché la donna che amavo era scomparsa, avevo controllato anche nei social ma non postava nulla.
Entrai nelle varie stanze e vidi Amelia sdraiata nel letto, sorrisi tristemente avanzando e salii svegliandola.
"Ciao." sussurrai sottovoce e sbuffò mentre io mi accoccolavo al suo corpo, strinse la mia vita con il braccio e alzai la testa per lasciarle un bacio sulle labbra.
"Non te lo meriti, puoi accettare le mie scuse?" dissi dispiaciuta e la mora annuì, mettendosi sopra di me per baciarmi il collo dolcemente.
"Va tutto bene, lo so che non volevi rispondermi così e ti manca Zulema." mi sussurrò sottovoce e circondai la sua vita con le mie cosce per tenerla stretta a me, si accorgeva sempre di tutto.
"Io la amo, tantissimo." mormorai dicendoglielo per la prima e i suoi occhioni azzurri si scontrarono con i miei.
"Ridillo." sussurrò accarezzandomi il viso e sbuffai alzando gli occhi al cielo, non volevo dirlo sempre.
"La amo." dissi mettendomi le mani sul viso e la mora me le tolse dandomi un lungo bacio sulla guancia ridendo.
"Sei bella quando lo dici, comunque già lo sospettavo." disse sdraiandosi al mio fianco e coprì i nostri corpi con un piumone abbastanza leggero.
"La cosa che più spaventa è che sono davvero sicura di tutto questo, non ho neanche il minimo dubbio." le dissi guardando il soffitto rilassata, parlare con lei mi aveva sempre fatto bene.
"Perché sei una persona che sa quello che vuole, puoi avere anche dei dubbi ma tanto hai la forza necessaria per risolverli tutti e puntare all'obiettivo. In questo caso l'obbiettivo é Zulema, non solo hai avuto le palle di operarla ma hai separato anche i sentimenti." disse scuotendo la testa incredula e onestamente anche se era passato un mese non avevo realizzato nulla.
Grazie all'intervento la mia carriera era migliorata sempre di più, anche la mia sicurezza nell'operare era più sicura e svolgevo i casi tranquillamente.
Avevo fatto interviste, aggiornato il mio blog e la ricerca procedeva bene quindi cosa volevo di più? Zulema Zahir.
Era lei, il mio tassello mancante.
"Non so come ho fatto, forse la mia ambizione ha fatto in modo che io fossi abbastanza forte da farlo. Non so onestamente cosa vorrei in questo momento." dissi portandomi il piumone sotto al mento e chiusi gli occhi percependo una stanchezza assurda invadermi letteralmente.
"Prova a fare mente locale." mi consigliò la donna al mio fianco e misi la testa di lato, mentre mi lasciava un bacio.
Amelia era così.
Approfittava sempre del momento giusto per lasciarmi un bacio o una carezza, mi piaceva tanto anche per i suoi modi di fare terribilmente premurosi.
"Ho capito, una cosa però." dissi serrando la mascella ed era vero, ero una persona che pensava maledettamente troppo e arrivava anche a delle conclusioni fuorché che affrettate.
E parlare mi risultava complicato, perché talvolta le persone attorno a me non capivano il mio caos.
"Ovvero?" disse Amelia mettendosi su un fianco e appoggiò la testa nella mano reggendosi con il gomito incuriosita.
"Ho capito che è normale avere un problema e stare male, per poterlo superare devo prima accettarlo. Quante volte reprimiamo una cosa identificabile? Lo facciamo spesso. Quindi, sono arrivata in quella fase dove ho accettato il problema e devo trovare un modo per risolverlo." dissi decisa e gli occhioni azzurri di Amelia diventarono lucidi dopo mezzo secondo.
"Mi sembra solo ieri quando hai varcato la porta del pronto soccorso e ora guardati, sei così donna e sono tanto fiera di te ragazzina." disse felice e accarezzai il suo viso baciandole dolcemente quelle labbra perfette.
"Hai programmi per stasera?" le proposi baciandola ancora e ancora senza stancarmi mai e la vidi pensarci.
"Possiamo andare da Joe e ordinare qualcosa, ovviamente io acqua." disse rassicurandomi subito e annuii, non vedendo l'ora di finire il turno.

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