malaga.
Zulema era in panico.
La sua gamba tremava e afferrai la sua mano mentre mia madre, apriva la porta con un sorriso enorme sulle labbra.
Avevamo deciso di venire a trovarla per pranzo così di sera saremo state per conto nostro, nel nostro hotel di lusso.
"Maca!" esclamò emozionata abbracciandomi e una lacrima mi rigò il viso mentre ricambiavo il suo abbraccio.
Avevamo viaggiato davvero tanto ma finalmente eravamo arrivate a destinazione, nella mia vecchia casa.
Mia madre fissò la donna alle mie spalle e mi staccai dall'abbraccio, nervosa.
"Lei è Zulema, la mia ragazza." dissi indicando l'araba che le porse la mano che tremava appena, gliela strinse e le sorrisi incoraggiandola.
"Piacere signora." disse la mora ma mia madre l'aveva già abbracciata felice di conoscerla dopo tanti anni.
"Chiamami Encarna! Venite." disse facendoci strada ed entrai dentro mentre sentivo la mia ragazza porgerle i fiori che le avevo consigliato.
"Margherite, le mie preferite." disse felice e feci l'occhiolino all'araba mentre Román veniva ad abbracciarmi.
Un punto per Zulema.
"Ciao, sorellina." disse scoccandomi un lungo bacio sulla guancia felice, lo salutai felice e a quanto pare c'erano tutti i miei parenti che avevano saputo di noi.
Cugini, zii, nonni, tutti.
Zulema sorrise e si presentò con il suo solito atteggiamento formale, aveva applicato tutta la sua professionalità ed era maledettamente sensuale.
"Zulema Zahir? Il cardiochirurgo?" urlò mio fratello squadrando l'araba e aveva la bocca spalancata mentre la fissava come un'emerito coglione.
"Sono proprio io, sì." disse lei facendo scivolare un braccio lungo la mia vita stretta e mi sorrise, lasciandomi poi un bacio tra i capelli amorevolmente.
"Ho letto della tua ricerca, inutile dire che ne sono rimasto estasiato! I miei complimenti per il tuo successo." disse sorridendole e l'araba ricambiò mentre la invitavo a sedersi nel divano.
"Zia Maca!" urlò una vocina stridula e mia nipote corse verso di me, la feci sedere sopra alle mie gambe e baciai il suo viso ripetutamente facendola ridere.
"Tu chi sei?" disse la bambina guardando la mia ragazza che le sorrise, guardandola molto amorevolmente.
"Zulema, piacere." disse porgendole la mano e gliela strinse lievemente mentre fissava i suoi occhi neri, potentissimi.
"E sei la fidanzata di zia Maca?" disse ancora la bambina e la mora annuì con un sorriso visibilmente nervoso.
Però amavamo i bambini.
Ci stavamo provando.
Ed Addison ci stava aiutando tanto.
"La ami?" disse la bambina minuscola tra le mie braccia e misi la testa di lato osservando la mora che mi guardò con i suoi occhioni neri che amavo tanto.
"Sì, la amo tantissimo." rispose sorridendomi amorevolmente e mi porsi verso al suo viso lasciandole un bacio.
La bambina si mise le manine davanti alla bocca e scoppiai a ridere divertita.
"Zulema, cosa gradisci?" disse mia madre sorridendole e intanto mia nipote era già corsa via pronta a farci vedere i giochi che le avevo regalato.
"Quello che prende la bionda, tanto abbiamo gli stessi gusti." disse indicandomi e risi mentre mi alzavo, le porsi la mano davanti a tutti e l'araba si alzò in tutta la sua altezza e bellezza.
Nessuno le toglieva gli occhi di dosso mentre lei fissava solamente me.
"Voglio farti fare un tour della casa." le spiegai dolcemente e annuì mentre intrecciavo le sue dita con le mie.
"Abbiamo Zulema Zahir in casa nostra, assurdo cazzo." disse Román facendomi ridere e salii le scale mentre la mia ragazza era alle mie spalle, con una visione di me a dir poco celestiale.
"Hai proprio un bel culo, piccola." mi sussurrò a bassa voce sfiorandolo con l'altra mano e alzai gli occhi al cielo mentre entravo nella mia vecchia stanza.
"Whoa, è rimasta intatta." dissi entrando e chiusi la porta mentre la mora si guardava attorno, sfiorando con molta cautela i libri nella mia libreria.
"Hai i miei stessi gusti." sussurrò Zulema e mi sedetti nel letto, realizzando che camera mia era davvero uguale.
"Sto cercando di immaginarmi una mini te che studia anatomia in questa scrivania, sai?" disse sedendosi al mio fianco e sorrisi, questo posto mi mancava davvero tanto ma ormai il mio posto sicuro era nella villa immensa dell'araba.
"Ho passato i miei momenti migliori qui dentro, ma anche quelli peggiori in assoluto." sussurrai con le lacrime agli occhi e Zulema strinse la mia mano accarezzando le mie nocche dolcemente.
"Ovvero?" sussurrò dopo vari secondi e le indicai la porta, rotta in un punto.
"Appena ho saputo della morte di mio padre, la prima cosa che ho fatto è stata rinchiudermi qui e dare un pugno talmente forte da distruggere la porta. Infatti, mi sono rotta la mano e ho questa cicatrice qui." sussurrai mostrandogliela e Zulema afferrò la mia mano baciandomela piano, varie lacrime mi rigarono il viso e dopo mezzo secondo ero tra le braccia della mia ragazza.
Piansi silenziosamente affondando il viso contro l'incavo del suo collo e mi lasciò dei piccoli baci, calmandomi parecchio.
"Usciamo da qui?" mi propose calma e mi alzai, trascinandola in balcone per farle vedere la vista mozzafiato.
Mi appoggiai alla ringhiera prendendo un lungo respiro profondo e Zulema cinse la mia vita da dietro, facendo scorrere la mano lungo il mio ventre piatto.
"Ho fatto colpo su tua madre? Secondo me le margherite le facevano schifo cazzo." disse cercando di sdrammatizzare e scoppiai a ridere, mentre mi voltavo verso di lei cingendole le braccia al collo lentamente.
Si inchinò baciandomi dolcemente e la sua lingua accarezzò teneramente la mia mentre la sua mano era suo mio gluteo.
"La gonna, appena siamo in hotel te la straccio di dosso hai capito?" mi sussurrò minacciandomi e gemetti contro la sua bocca, eccitandomi da morire.
Mi staccai dopo averle lasciato un ultimo bacio e le feci vedere l'altro piano della casa per poi tornare dagli altri.
Mia madre appena ci vide sorrise e osservò la mia ragazza in tutto il suo splendore, come tutti d'altronde.
"Come vi siete conosciute?" domandò Román curioso e mi sedetti nuovamente afferrando la mano della mora, me la portai alle labbra e la baciai dolcemente.
"La bionda si è scontrata con me il giorno del suo colloquio, l'ho afferrata appena in tempo prima che cadesse." disse ridendo e arrossii di poco mentre tutti ridevano, per la scena.
"Macarena é sempre stata uno tsunami fin da quando era bambina ecco perché non sono sorpresa." disse mia madre offrendoci da bere e l'araba afferrò il bicchiere bevendo piano.
"Successivamente l'ho assunta, mi è piaciuto da morire metterla alle strette e insegnarle ogni genere di cosa. Beh, questo prima che partisse a Boston insieme ad Amelia." continuò la mora mettendo di poco il broncio e le diedi un lungo bacio sulla guancia.
"Quindi, ti sei fatta il tuo capo?" urlò mio fratello e le guance mi andarono a fuoco per la sua affermazione.
"Sì, poi abbiamo incominciato a frequentarci e.." disse Zulema bloccandosi chiudendo gli occhi e prese un lungo respiro profondo.
Le afferrai dolcemente il viso tra le mani e asciugai le lacrime dalle sue guance.
"Scusatemi." disse velocemente bevendo ancora dal suo bicchiere e decisi di raccontare io, dovevo farlo.
"Sono partita a Boston, Zulema mi ha chiamata dopo 4 anni nel mentre che io avevo finito la specializzazione. Aveva bisogno di me, perché un tumore me la stava portando via, dovevo esserci." dissi con la mascella contratta e in stanza calò un silenzio tombale, a dir poco assordante.
"Un tumore? Non ce ne hai parlato assolutamente di tutto ciò, perché l'hai fatto Macarena?" disse mia madre sconvolta e abbassai lo sguardo mordendomi il labbro, nervosa.
"Signora, è colpa mia." disse l'araba ad una certa riprendendosi e mi guardò dritta negli occhi, amorevolmente.
"Spiegatemi, perché mi ricordo di te che stavi male ma non mi hai mai detto, che la causa era lei." disse Román indicandola e sorrisi tristemente, non pensavo di arrivare a questo punto.
"Mi sono innamorata di lei, ma era il mio fottuto capo e dovevo darmi un contegno. Zulema nel mondo della medicina è assai potente." spiegai dicendo la verità, era così al 100%.
Era sempre stato così.
"Sono vedova, non volevo far sapere nulla di me e durante tutti questi 4 anni ho desiderato sua figlia, più di ogni altra cosa al mondo. Sapevo che era diventata un chirurgo eccezionale e mi ha salvato la vita dopo un lunghissimo intervento di 18 ore, nel mio cervello." disse Zulema e rimasi incantata per la sua espressività di linguaggio.
Tutti erano sconvolti.
"E sapete quando mi ha detto "ti amo" per la prima volta? Quando mi stava facendo l'anestesia totale. Forse lei credeva che io dormissi già ma invece, ero ancora sveglia e l'ho sentita mentre andavo all'altro mondo e vedevo mio marito, ci ho parlato e ho capito che l'amavo anche io. Ammetto di essermi comportata male con lei, l'ho tradita, l'ho fatta soffrire davvero tanto ma quando hai una malattia non capisci più nulla e la tua mente va altrove." disse mettendo la testa di lato e avevo le lacrime agli occhi, era un capitolo troppo doloroso sia per me che per lei.
"Come hai fatto ad operare la donna che ami per 18 ore? Spiegami." disse mia madre guardandomi basita e sospirai prendendo un lungo respiro profondo, pure Zulema mi guardava e non sapevo come risponderle.
"Non volevo perderla, volevo un futuro con lei e tenerla stretta a me. Non penso di vedere la mia vita senza la sua esistenza quindi ho dovuto mettere da parte il mio amore per lei, farmi valere e salvarla." dissi decisa e Zulema mi diede un lungo bacio sulle labbra fregandosene di tutti.
Quanto l'amavo.
"Tesoro, oddio mio." disse mia madre venendo ad abbracciarmi e baciò tutto il mio viso mentre Zulema finiva di bere il suo drink, restando in silenzio.
"Non volevo ferire Macarena, ma da sempre sono stata una persona maledettamente difficile e lei, ha sciolto il mio cuore di ghiaccio. E la amo signora, la amo davvero tanto che abbiamo deciso di.." disse l'araba mordendosi il labbro e mi staccai da mia madre mentre mi emozionavo tanto.
"Di fare cosa?" disse quest'ultima stringendo le mie mani saldamente e sorrisi, guardando la mia ragazza annuire dandomi il consenso di dirlo.
"Vogliamo, un bambino." dissi di getto e Román si alzò di scatto, sconvolto.
Mia madre mi abbracciò un secondo dopo e subito dopo anche Zulema che la strinse amorevolmente emozionata.
"Diventerò nonna, una seconda volta! Non vedo l'ora." disse felice e tutti ci abbracciarono mentre Zulema era assai imbarazzata non essendo abituata.
"Vogliamo fare le cose con calma però il piano é questo." dissi toccandomi i capelli e i miei nonni mi abbracciarono calorosamente, mi sentivo tanto amata.
"Vado in cucina." disse poi mia madre dandomi un bacio e l'araba scattò, sistemandosi la sua camicia costosa.
"Posso aiutarla?" disse sorridendo e la fissai sorridendo come un'idiota, si legò i capelli e la sua frangia era perfetta.
Per poco mia madre non pianse.
Si stava davvero impegnando per me ascoltando tutti i miei consigli, voleva davvero fare colpo su tutti qui dentro.
"Certo che sì, vieni! Ti faccio vedere la mia ricetta segreta per il guacamole." le disse a bassa voce emozionata e risi mentre la trascinava in cucina, l'araba si girò verso di me e accarezzò il mio viso baciandomi dolcemente, per poi darmi vari baci sul collo innamorata persa.
"A dopo bambina, vado a conoscere mia suocera. Sempre se non mi uccide prima." sussurrò contro la mia bocca e risi divertita baciandola ancora.
"Sei fortissima in cucina, ti amo e divertiti." dissi guardandola dritta negli occhi e Zulema si porse ancora verso di me per baciarmi.
"Basta baciare mia figlia, andiamo." le disse mia madre e mugugnai lasciando un ultimo bacio sulle labbra della mia ragazza e la vidi andare in cucina.
Era altissima e i suoi tacchi facevano rumore mentre il suo viso era concentrato vedendo mia madre indicarle alcune cose da prendere, era davvero stupenda.
"Non ti ho mai vista così felice, quella donna è fantastica per non parlare della sua bellezza! Non è spagnola suppongo." disse mia cucina sedendosi al mio fianco e annuii incrociando le gambe rilassandomi.
"È araba al 100% e dietro al suo collo ci sono le mie iniziali tatuate, insieme alla data del tumore con un piccolo alien sul braccio." dissi spiegando la situazione ai miei parenti e l'altra mia cucina Blanca parlò curiosa.
"Alien?" domandò visibilmente confusa e annuii, pensando bene a cosa dirle.
"Il tumore, gli avevo dato un soprannome e durante i miei congressi lo chiamavo così." dissi facendo spallucce e tutti erano sconvolti per questo fatto qui, infatti tutti gli occhi erano fissi su Zulema che avendo le maniche della camicia sollevata faceva vedere chiaramente i suoi tatuaggi.
Era tanto bella.
I pantaloni che portava la slanciavano tantissimo e la camicia faceva da contrasto con la giacca che aveva tolto prima, mostrando le sue clavicole.
I capelli invece erano raccolti e il trucco come al solito era impeccabile evidenziando tantissimo i suoi occhi neri.
"Sono innamorata persa." dissi fissandola ancora e tutti risero mentre scoppiavo a ridere pure io, arrossendo.
Zulema invece era attenta e tagliava in modo perfetto la verdura, mia madre sembrava il capo universale del mondo.
Continuai a parlare con la mia famiglia aggiornandoci delle varie cose ed ero tanto felice e spensierata, Malaga era un posto magico e io e l'araba avevamo visto i miei posti preferiti.
"Vado a prendere dell'acqua." dissi ad una certa alzandomi e andai dritta in cucina, ma mi bloccai sentendo la mia ragazza parlare con mia madre.
Non mi feci vedere e mi appoggiai al muro cercando di ascoltare, attenta.
"Sua figlia mi ha cambiato la vita, sa amarmi davvero in un modo tanto speciale e raro, è così piena di luce." le sussurrò la mora e notai mia madre sorridere mentre metteva alcune cose nel forno, azionandolo subito.
"Credevo che dopo aver perso suo padre non era più in grado di amare ma, mi sbagliavo Zulema." disse quest'ultima con il suo solito tono di voce dolce e mi emozionai un minimo.
"L'ho fatta soffrire tanto, ho sempre pensato che fosse una ragazzina insolente e l'ho presa in giro mille volte ma poi ho realizzato che era l'unica persona che mi teneva testa.
L'ho vista piangere, spezzarsi in due sotto al mio sguardo e impegnarsi facendosi valere davanti a tutti quei medici brillanti ma mai quanto lei, io la amo." disse sedendosi sopra al bancone pulito e avevano finito di cucinare, nemmeno mi accorsi che erano passate due ore.
"Sfogati, ti ascolto e posso consigliarti dato che conosco mia figlia al 100% e non fa mai male avere un parere esterno, ci sono okay?" disse mia madre stringendo le sue mani e l'araba annuì prendendo un lungo respiro.
"Voglio renderla felice, e so che una parte di lei non mi perdonerà mai. Sono andata con altre donne per cercare di dimenticarla e ha sofferto tanto, appena è arrivata da me si è accorta subito che non stavo bene. Mi legge dentro, custodisce il mio cuore e si fa valere, amo il fatto che quella ragazza abbia le palle." disse Zulema ridendo e la vidi asciugarsi una lacrima sfiorando il suo tatuaggio.
"Non ho mai visto mia figlia così, sai che sei la prima donna che mi porta a casa? Quando ti ho vista nella porta sono rimasta tanto sorpresa." disse mia madre sedendosi al suo fianco e risero smorzando la tensione.
"Io la amo signora, e il fatto che posso avere un'altra mini lei nella mia vita mi rende la donna più felice del mondo. Mi prenderò cura di lei, Macarena l'ha fatto ogni secondo quando stavo male ed io voglio fare lo stesso." disse il mio scorpione decisa e gli occhi di mia madre erano su di lei, tanto amorevoli.
"Sarai una madre fantastica e lei ti perdonerà davvero, il suo cuore è troppo puro per questo mondo." disse abbracciandola calorosamente e avevo il volto innondato di lacrime, infatti mi scapparono vari singhiozzi e andai in bagno cercando di calmarmi.
Erano emozioni troppo forti.Ero chiusa in bagno da non so quanto tempo e un leggero bussare di porta mi fece sobbalzare, tantissimo.
"Maca?" mi richiamò Zulema e le diedi il consenso di entrare, le regalai un piccolo sorriso e chiuse la porta osservandomi.
"Stai bene?" mi domandò spaventata e annuii afferrando il mascara, lo ripassai piano sulle mie ciglia lunghe e i suoi occhi neri erano su di me.
Camminò piano afferrandomi i fianchi da dietro e la sua altezza mi sovrastava ma poco importava dato che appoggiò la guancia sulla mia spalla dolcemente.
"Sto bene, tesoro." sussurrai guardandola tramite lo specchio e la sua mano accarezzò la mia pancia.
Lo faceva spesso.
"Sto immaginando quando ci sarà un piccolo mostriciattolo dentro, chissà che emozione sentirlo scalciare e muoversi dentro di te." sussurrò con un tono di voce dolce e mi voltai verso di lei per cingerle il collo delicatamente.
"Anche io, non vedo l'ora." dissi emozionata e le sue labbra cercarono le mie delicatamente, mi baciò intrecciando subito le nostre lingue e sorrisi ricambiando ogni singolo bacio.
Avevo voglia di lei.
Terribilmente tanto.
Mi scappò un gemito non appena la mora scese baciandomi il collo e la sua mano strinse la mia coscia, alzando la gonna.
"È pronto!" urlò mia madre dalla sala da pranzo e mugugnai infastidita mentre Zulema mi lasciava un ultimo bacio.
Sbuffai uscendo e notai gli altri riunirsi a tavola, mi sedetti affianco alla mia ragazza e notai che era tanto rilassata.
Era stupendo vederla così.
"Sai cucinare benissimo, i miei complimenti comunque." disse mia madre riferendosi all'araba e sorrisi estasiata legandomi i capelli.
"È vero, ogni volta che andavo a casa sua mentre ci stavamo frequentando Zulema mi preparava dei piatti a dir poco buonissimi." dissi elogiandola e notai le sue guance diventare un pochino rosse, amavo vederla così e tutti si congratularono con lei.
"Almeno nostro figlio sarà viziato da lei, non vedo l'ora." mormorai felice e Zulema si girò verso di me sconvolta.
Sulle sue labbra spuntò un sorriso felice e glielo baciai dolcemente, ripetutamente.
E Román parlò.
"Pensavo fossi una di quelle donne snob, dato che la tua vita è piena di successi e soldi ma mi sbagliavo. Sei una persona eccezionale e sono contento che mia sorella sta costruendo qualcosa con te." disse felice e strinse delicatamente la sua mano, cogliendomi tanto di sorpresa, Zulema lo guardò con le lacrime agli occhi e ancora una volta mio fratello parlò, mettendo le cose in chiaro."Benvenuta nella nostra famiglia."
STAI LEGGENDO
resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...