23.

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amare.
essere amati.
pelle con pelle.
respiro.
passo.
dentro buccia.
di mondo.


Arrivai all'ospedale più presto del solito e aprii la porta privata destinata ai primari, con la speranza di trovare qualche anima buona che avesse preparato il caffè.
E fortunatamente la trovai.
Amelia mi sorrise amichevolmente e ricambiai afferrando una tazza, ero truccata abbastanza bene e grazie a Dio i segni di Zulema erano spariti tutti quanti.
Non potevo presentarmi a lavoro in quelle condizioni quindi feci del mio meglio per mandarli via più velocemente.
"Ciao, come stai?" dissi dandole le spalle e la mora fece spallucce, aveva un libro sopra al tavolo e leggeva tranquilla.
Fece per rispondermi ma la porta si aprì di scatto e tutti gli altri fecero il loro ingresso, Zulema si fermò appena nel notare che ero da sola con Amelia e camminò verso di me autoritaria.
"Hai preparato tu il caffè?" disse guardandomi negli occhi e addosso aveva una maschera assurda.
"No, capo." mormorai stuzzicandola e non ci vedevamo da un paio di giorni, già avevo voglia di lei.
"Bene, bam- Ferreiro." disse correggendosi e la guardai sorridendo, i suoi occhioni neri mi scrutavano curiosi ed era truccata da Dio oggi.
Ci stavamo fissando imbambolate e volevo baciarla da morire, ma non sapevo se lei poteva sopportare una cosa del genere quindi mi limitai a guardarla.
Si leccò le labbra e mi avvicinai alzando la testa dato che era più alta di me, strinse il mio braccio per bloccarmi e sospirai allontanandomi di scatto.
Camminai verso Amelia che mi guardava divertita capendo già tutto e spostai la sedia mettendomi davanti a lei.
"Comunque tutto bene, guarda." disse con il telefono tra le mani e mi spostai al suo fianco facendo sussultare Zulema.
Gli altri ci guardavano divertiti notando l'araba scaldarsi ma Amelia mi stava facendo vedere alcuni video.
"Oddio! Mi mancano." mormorai appoggiandomi sulla sua spalla e mi vennero le lacrime agli occhi nel vedere i miei amici salutarmi in un video.
"Carina e Maya aspettano un figlio." disse la mora felice e per poco non mi andò il caffè di traverso dalla felicità.
"Che? Sono felicissima." mormorai emozionata e la gitana si mise in mezzo sedendosi nel nostro tavolo.
"Chi sono?" disse Saray incuriosita e Zulema parlava con Meredith, senza degnarmi di uno sguardo.
Era arrabbiata, benissimo.
"Sono delle nostre amiche che abitano a Boston e si sono sposate con esattezza due anni fa. Maya è il capo dei pompieri mentre Carina è un chirurgo." spiegò Amelia con un tono di voce pacato e mi alzai per depositare la tazza vuota nel lavello.
"Whoa, che figata." disse Saray estasiata e le fece altre domande mentre io guardavo alcune cose sul telefono.
Ovvero i miei prossimi interventi.
"Bailey, la bacheca è stata aggiornata per gli interventi di oggi?" domandai alla donna davanti a me e annuì continuando a parlare con Richard.
"Operi con me dopo?" disse Amelia sfiorandomi la spalla per richiamare la mia attenzione e la guardai annuendo.
"Certo." dissi sorridendole ma Zulema si mise in mezzo, attirando l'attenzione di tutti e sussultai terrorizzata.
Ma infondo me lo aspettavo.
"No, non opera con te." disse con un tono di voce infastidito e Amelia alzò le mani rimanendo in assoluto silenzio.
Avevano sicuramente parlato.
"Perché? Scusami?" sbottai nervosa e sapeva che mi faceva piacere operare con lei, almeno ero più sicura.
"Prima di tutto sono il capo, seconda cosa non alzarmi la voce e terzo non hai bisogno della sua presenza." disse indicando Amelia che rimase al suo posto letteralmente indifferente.
Eccola qui, la sua corazza.
"Stai esagerando per una stronzata." dissi ridendo appena e Zulema serrò la mascella senza smettere di guardarmi.
"Modera il linguaggio con me, non siamo amiche e sono il tuo capo." disse avvicinandosi e la rabbia mi ribolliva nelle vene perché non aveva ragione.
Cosa diavolo eravamo allora?
"Che c'entra? Teddy opera con te eppure siete due cardiochirurghi quindi perché non posso farlo anche io con Amy?" dissi sgranando gli occhi per il nomignolo e gli occhi neri di Zulema diventarono ancora più glaciali.
"Vi date i cazzo di nomignoli ora?" disse ridendo e le afferrai un braccio cercando di calmarla ma si staccò.
Non avevo fatto niente, assurdo.
"Zulema, dai stai esagerando." disse Owen ma lei alzò una mano zittendolo, nessuno si muoveva qui dentro.
Tutti erano terrorizzati da lei.
E anche io, ma da una parte no.
Voleva che le tenessi testa e lo stavo facendo con tutta la mia forza di volontà.
"Non devi contestualizzare quello che faccio io bionda, non ne hai il diritto." disse con la mascella contratta e mi vennero le lacrime agli occhi, feci spallucce e abbassai lo sguardo triste.
Amelia le lanciò un'occhiataccia scuotendo la testa e rise amaramente, avevano qualcosa di nascosto perché era come se la stesse rimproverando.
Ma per cosa? Cosa nascondevano?
"Perfetto, ho capito." dissi asciugandomi una lacrima veloce dal viso con un nervoso addosso.
A causa sua.
Zulema vide la scena in pieno e Amelia a quel punto perse la pazienza, alzandosi dal posto con la mascella contratta.
"Fammi capire, quindi non può venire in sala con me perché?" disse seria e l'araba si appoggiò nel ripiano della cucina, incrociando le braccia al petto.
"Ho già spiegato il motivo, Shepherd." disse facendo spallucce e quando faceva così la stronza mi veniva voglia di baciarla per toglierle quel ghigno dal viso.
Mi faceva uscire fuori di testa.
"Se stai facendo così a causa del nostro passato ti dico già in partenza che è tutto inutile, ho superato la cosa e posso gestirla benissimo." disse Amelia e Saray la riprese subito, l'araba la guardò per vari secondi e gli altri sicuramente avevano capito a cosa si stesse riferendo perché si guardarono complici, beh ormai si sapeva tutto qui.
"Come l'hai superata? Con la droga?" disse Zulema avanzando verso di lei e sgranai gli occhi, non potevo crederci.
Che colpo basso, bassissimo.
Amelia le sorrise strafottente e prese un lungo respiro profondo, in stanza calò un silenzio assordante e stavo per svenire.
Era impazzita.
"Non ti permettere." mormorai con voce lieve guardandola dritta negli occhi e Zulema non si mosse di un centimetro.
"Non ti permetto di fare del male alle persone a cui voglio bene, stai facendo un bordello a causa del tuo ego smisurato e-" dissi furiosa ma mi interruppe, ovviamente me ne fregai.
"Fammi parlare, cazzo!" urlai furiosa e avevo le vene gonfie dalla rabbia, sembrava che davanti a me avessi un'altra persona con mille personalità.
Dov'era la vera Zulema?
"Maca, lascia stare davvero." disse Amelia afferrandomi il braccio e Zulema stava per scattare dato che mi aveva toccata, non eravamo niente ancora e si stava comportando da sociopatica.
"No, tutti devono sapere che sono stata male e tu sei l'unica persona che non mi ha fatto crollare nel buio." dissi guardandola e Amelia sospirò, annuendo.
"Bel spettacolino del cazzo." disse l'araba sarcastica e persi la pazienza, afferrai il suo viso saldamente davanti a tutti e notai che trattenne il fiato.
"Smettila, Zule." dissi a bassa voce cercando di prenderla alle buone ma si staccò arrabbiandosi ancora di più.
Diede un colpo al tavolo dal nervoso e strinse i bordi cercando di placare il suo respiro accelerato e tremava.
Tremava dalla rabbia.
"Uscite, per favore." disse Saray triste e gli altri si dileguarono mentre io rimasi ancora al mio posto, Zulema respirava a fatica ed era arrabbiata da morire.
"Zule." la richiamai cercando di toccarla ma si girò di scatto, afferrò la mia gola e chiusi gli occhi letteralmente terrorizzata.
"Zulema, hey calmati." disse Saray e stavo tremando per come la sua presa era salda.
Mi guardò con il fiatone e mi scappò un singhiozzo per come aveva scattato contro di me, appoggiò la fronte sulla mia inspirando il mio profumo ma mi staccai da lei, letteralmente arrabbiata.
"Maca." disse cercando di afferrarmi la mano ma stavo già percorrendo il corridoio andando in pronto soccorso.

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