Lo stetoscopio era tra le mie mani come sempre e due braccia mi cinsero la vita da dietro, Amelia mi scoccò un lungo bacio sul collo e sorrisi perché potevo fare ciò che desideravo qui dentro.
Ero appena uscita dall'ufficio dell'araba e mi ero cambiata pronta per lavorare.
"Com'è andata?" disse la mora felice e mi voltai verso di lei, afferrai il suo viso e le lasciai un lungo bacio sulle labbra.
"Bene, ho accettato come ben vedi." dissi mostrandole il camice e Zulema fece il suo ingresso in pronto soccorso, mi guardò con un'autorità assurda e Amelia la seguì con i suoi occhioni azzurri.
Per farla calmare mi porsi verso di lei e le lasciai dei piccoli baci sulle guance, c'era una certa tensione tra loro due.
"Tu invece, hai accettato?" sussurrai baciandole ripetutamente le labbra e anche le sue erano tanto perfette.
"Ancora no, però per il momento rimango qui con te e lavoriamo insieme sei contenta?" disse sorridendomi e annuii baciandola, non c'era ancora nessuno e sotto lo sguardo del mio scorpione Amelia fece scivolare la lingua tra le mie labbra e ricambiai.
Ma dopo vari secondi mi staccai a causa di un'ambulanza e la mora alzò gli occhi al cielo, risi divertita e mi porsi lasciandole un lungo bacio possessivo.
Tutti i presenti erano sconvolti da noi.
Mi tolsi il camice rimanendo solamente con la maglia blu addosso e avevo quasi del tutto le braccia tatuate.
Notai Zulema osservarmi con curiosità ma afferrai il mio stetoscopio mettendolo attorno al mio collo dirigendomi verso al pronto soccorso che si stava riempendo.
"Devo dirti alcune cose." disse ad un certo punto l'araba alle mie spalle e sussultai appena nel trovarmela dietro, non mi ero nemmeno accorta della sua presenza e rimasi neutrale come sempre.
"Ti ascolto." sbottai avvicinandomi ad un letto e verificai le pupille di una paziente infilandomi con cautela i guanti.
"Vorrei che seguissi gli specializzandi insegnandoli anche le cose più banali." incominciò con voce neutrale e annuii, me ne indicò all'incirca otto che erano al quarto anno e mi presentai veloce.
Ma qualcuno già lo conoscevo eccome.
"Ethan?" dissi sorpresa e il ragazzo mi sorrise nervoso, non aspettandosi sicuramente di vedermi così sorpresa.
"Capo, ho deciso di trasferirmi qui perché penso che sia la scelta più giusta, voglio imparare da lei." mi spiegò imbarazzato e annuii molto felice.
Wow, era la prima volta che accadeva ed ero orgogliosa del mio successo medico.
"Vedo che vi conoscete." disse l'araba mettendo in soggezione tutti e un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra.
"Sorpresa?" dissi stuzzicandola un pochino e sbuffò una risatina, eravamo tornate proprio al punto di partenza.
"Se ti dicessi di sì?" sussurrò leccandosi le labbra e alzai lo sguardo fissandola dritta negli occhi, il mio sguardo si depositò sulla sua bocca perfetta e lei se ne accorse.
"Bene, allora voi venite con me e non perdetemi assolutamente di vista." dissi risvegliandomi dal mio stato di tranche e avevo un calore nel basso ventre che mi fece mancare il fiato.
Amelia mi lanciò un'occhiata sconfitta e per tranquillizzarla le lasciai un piccolo bacio sulle labbra ma aveva già capito che la situazione stava cambiando.
Non volevo ferirla."Grazie per essere venuta qui, sono sicura che queste lezioni possono essere d'aiuto per loro." disse Arizona indicando il gruppo degli specializzandi e mi appoggiai nella scrivania.
Ethan mi sorrise da lontano e gli sorrisi amichevolmente, non pensavo che avrebbe avuto il coraggio di ribaltare la sua vita e venire al mio fianco.
"Incominciamo?" dissi divertita e Zulema entrò in tutto il suo splendore insieme a Saray che mi sorrise.
Dietro alle sue spalle notai Amelia e mi raggiunse venendo al mio fianco, Arizona incomincio a spiegare determinate cose e la mora si avvicinò per darmi un lungo bacio sull'angolo della bocca.
Zulema spostò la sedia di scatto creando un frastuono enorme e si sedette incrociando le gambe, la sua mascella era contratta da morire e lasciai perdere la questione incominciando a parlare.
"La neurochirurgia pediatrica è un ramo altamente specialistico della chirurgia neurologica che si occupa esclusivamente di studiare, diagnosticare, curare e monitorare con metodi chirurgici le patologie di tipo neurologico che insorgono in età infantile o che colpiscono l'età adolescenziale. Inoltre volevo ringraziare la dottoressa Robbins per avermi offerto questa opportunità di insegnare a voi questa branca e spiegarvi molte cose, quindi vi consiglierei di prendere appunti." incominciai con un tono di voce autoritario e camminai nervosamente, Amelia mi sorrise orgogliosa e voleva sbattere in faccia a tutti quanti che con me aveva fatto un lavoro impeccabile.
E l'avrei accontenta eccome.
La sua mano sfiorò la mia apposta e risposi ad alcune domande, l'araba invece era il nervosismo in persona e la sua gamba si muoveva freneticamente.
"Le patologie che caratterizzano tale età possono presentarsi dalla nascita oppure svilupparsi nel corso dei primi anni di vita o dopo la pubertà, come accade per alcune forme tumorali. Per tale ragione la neurochirurgia pediatrica si suddivide, a sua volta in rami ancor più specialistici." spiegai ancora gesticolando e i ragazzi non avevano smesso di prendere appunti, Ethan alzò la mano chiedendomi degli approfondimenti e l'accontentai volentieri rispondendo a tutto quello che mi domandava, senza problemi.
"Sono sconvolta, è impeccabile." sussurrò Saray a bassa voce e Zulema mi osservava pendendo dalle mie labbra, facendo vagare lo sguardo in tutto il mio corpo senza problemi.
"Qualcuno sa parlarmi dei tumori più frequenti?" domandai seria e nessuno mi rispose, ma la sua voce mi fece tremare come una foglia perché non mi aspettavo che lo facesse per davvero.
"I tumori più frequenti sono: medulloblastoma, ependimoma, astrocitomi a basso grado, carcinoma dei plessi, astrocitomi intramidollari, tumori della pineale." disse con un tono di voce tagliente e Amelia sbuffò appena capendo che lo stava facendo apposta per farmi un dispetto, ma questa volta non mi sarei di certo abbassata ai suoi livelli perché non se lo meritava.
La guardai con uno sguardo di fuoco e continuai a parlare, lasciandola stare.
"Poi abbiamo le patologie congenite e acquisite del midollo spinale: i difetti del tubo neurale comprendono un insieme di malformazioni causate da un'imperfetta differenziazione e fusione delle strutture cranio‐encefaliche e di quelle dorsali e mediane durante lo sviluppo embrionale." dissi con la voce che mi tremava appena, stare in stanza con lei mi rendeva maledettamente debole.
Non ce la facevo a guardarla perché era come se mi penetrasse l'anima subito.
"Esempi?" disse Amelia guardando i ragazzi ma ancora una volta la voce di Zulema ci fece sobbalzare.
"Sì, ad esempio: cranio‐rachischisi, anencefalia, cefalocele, spina bifida aperta mielomeningocele disrafismi spinali occulti lipomi, malformazione di Chiari, diastematomielia, idrosiringomielia, midollo ancorato." disse con un sorrisetto stronzo in viso e in passato per toglierglielo solitamente la riempivo di baci a non finire.
Amelia diventò rigida di scatto e rise appena, incrociò le braccia al petto e sapevo cosa stava per fare.
"Per l'idrocefalia cosa si fa?" disse facendo calare un silenzio assordante e mi toccai il viso nervosamente, Zulema sorrise compiaciuta nell'averla stuzzicata e rispose senza problemi.
Era veramente bella e sensuale.
"Viene garantita una diagnosi prenatale, valutazione neuroradiologica, clinica e trattamento chirurgico secondo le diverse modalità di manifestazione di questa frequente condizione." disse mettendo la testa di lato e i ragazzi la guardavano estasiati.
Avevano iniziato una sfida e afferrai Amelia per il camice intimandole di smetterla ma ovviamente non mi stava ad ascoltare proprio per niente.
"Terapie?" disse ancora la donna al mio fianco e Saray mi lanciò un'occhiata divertita nel vedere la sua migliore amica pensarci per poterla sorprendere ancora.
Che figlia di puttana lurida, vendicativa.
"Beh in questo caso si propongono diverse terapie chirurgiche come le tecniche di resezione lesionectomia, lobectomia, emisferectomia, corticectomia, le tecniche di disconnessione callosotomie, transezioni subpiali multiple e le tecniche di stimolazione vagale e cerebellare." disse con un tono tagliente e il mio sguardo era ancora più glaciale
di prima perché non potevo crederci che si stavano stuzzicando, per gli aneddoti del passato che non si cancellavano.
Amelia la guardò dritta negli occhi e Zulema pure, si stavano trucidando a vicenda e per forza dovevo salvare questa situazione disastrosa.
Arizona invece rimase in silenzio ma ovviamente aveva capito cosa stava succedendo tra le due, era palese la cosa e tutti sapevano del nostro passato.
"Infine c'è la craniostenosi: si tratta di dimorfismi cranio‐encefalici e cranio‐facciali caratterizzati dalla prematura saldatura di una o più suture della volta e/o della base cranica.
Tale anomalia condiziona un arresto della crescita ossea dritta alla direzione della sutura interessata con ovvie ripercussioni cerebrali. A seconda della sede e del numero delle suture coinvolte, dell'eventuale estensione alla base del cranio e alle arcate orbitarie, si configurano diversi tipi di craniostenosi e diversi approcci chirurgici che, eseguiti tra i 4-6 mesi d'età, hanno l'obiettivo comune di prevenire le conseguenze funzionali neurologiche correlate all'ipertensione endocranica, ottimizzare l'assetto estetico e prevenire disturbi della masticazione." conclusi furiosa e dopo aver dato l'ok Arizona fece uscire gli specializzandi e in stanza rimanemmo solamente noi quattro.
"Sono fiera di te, Maca." disse Amelia afferrandomi per la vita e mi scaldava il cuore ogni volta che lo diceva.
Zulema si alzò e si appoggiò alla porta guardandoci con una smorfia in viso non appena lasciai un dolce bacio sulle labbra della donna tra le mie braccia.
"Belle domande, Shepherd." disse Zulema ad una certa e Saray le intimò di smetterla ma era ancora evidente il fatto che voleva stuzzicarla un pochino.
"Hai finito?" sbottò la mora e onestamente aveva ragione, non c'era alcun bisogno di comportarsi così davanti a tutti quei specializzandi terrorizzati.
"Perché? Ti do fastidio?" disse ridendo e la guardai interrogativa perché non riuscivo a comprendere il suo carattere.
Era cambiata e misi la testa di lato, sembrava che davanti a me avessi un'altra persona e non riuscivo a smettere di studiarla con attenzione e terrore.
Saray si accorse del mio sguardo penetrante e afferrò l'araba per un braccio, cercando di farla uscire subito.
"Sì, mi dai fastidio." disse Amelia avvicinandola e l'afferrai per la vita abbracciandola piano da dietro.
"Cosa vuoi fare, tsunami?" sussurrai divertita e Zulema si arrabbiò ancora di più nel vedere la nostra complicità.
Amelia alzò gli occhi al cielo e si avvicinò lasciandomi un lungo bacio sulle labbra e la mascella del mio scorpione era contratta da morire, la mora mi salutò e uscì lanciando un'occhiataccia alla donna appoggiata contro la porta in tutto il suo splendore e altezza.
Si spostò appena per farla passare e scossi la testa, Saray uscì un secondo dopo e in laboratorio c'eravamo noi due.
Mi avvicinai sperando di uscire subito ma Zulema scosse la testa, mettendosi proprio davanti alla porta, rigidissima.
"Posso uscire?" dissi esasperata e quando era così infantile mi faceva terribilmente arrabbiare come non mai.
"Ti ricordi quando mi hai baciata per la prima volta? Eravamo proprio in quel tavolo lì, dov'eri tu prima." disse con una smorfia in viso e istintivamente guardai quel misero tavolo, mi morsicai il labbro nervosa e sospirai triste.
"Beh, un bacio che tu non hai ricambiato proprio per niente anzi." dissi con le lacrime agli occhi e al solo pensiero tremavo, mi aveva fatto stare terribilmente male questa donna.
"Ti ho dato ben altro." disse facendo spallucce e un calore nel basso ventre mi fece tremare, come al solito.
"Zulema, io ora sono felice." incominciai avanzando verso di lei e inspirai il suo profumo meraviglioso che riecheggiava nell'aria a non finire.
"Guardami negli occhi, dillo che non ti manca avermi nella tua vita come prima." sbottò ad una certa e sgranai gli occhi per questa sua confessione.
"Perché cazzo stai parlando così?" dissi incredula e non riuscivo a capire cosa diavolo stava accadendo.
In due giorni era successo il caos più totale, ero venuta qui per un semplice caso clinico ma non ero ancora stata informata di nulla e inoltre avevo accettato il suo posto di lavoro.
Perché? Perché sono così ingenua?
"Non hai le palle di rispondermi!" urlò dando un pugno alla porta dal nervoso e avanzò verso di me come una furia.
Tremai sul posto senza avere la forza di scappare e gli occhi mi diventarono lucidi, ecco che come al solito mi facevo piccola davanti a tutta la sua potenza e autorità.
Stavo già perdendo la mia sfida.
"La sai la verità, Zulema la sai!" urlai a mia volta e la mia schiena andò a sbattere contro il muro, spalancai la bocca incredula e appoggiò la fronte contro la mia chiudendo gli occhi con forza cercando di calmarsi.
"Non alzarmi la voce, esco fuori di testa e mi verrebbe voglia di baciarti." sussurrò senza fiato e il suo petto faceva su e giù ripetutamente, aveva degli scatti d'ira assurdi e si vedeva che non stava bene quindi alzai le mani e le posai sulle sue spalle, cercando di calmarla.
Le feci scorrere dolcemente e i nostri visi erano vicinissimi da morire, si avvicinò ancora di più e aveva ancora gli occhi chiusi regolando il suo battito accelerato.
"Calmati, sono qui okay?" dissi decisa sfiorandole il viso e annuì riprendendo fiato, infilò la mano sotto al mio camice bianco e strinse il mio fianco, forte.
Come se dovesse realizzare effettivamente che dopo tanti anni ero qui.
"Sì, sei qui." disse sfregando il naso contro il mio piano e sorrisi lievemente, non realizzando che avevo il mio capo addosso perché nonostante tutto Zulema Zahir era il mio capo.
"Non stai bene, parlami." dissi mettendo la testa di lato e l'araba sospirò gemendo poi piano dal dolore.
Abbassai lo sguardo e si era sfregiata le nocche lievemente, notai che aveva anche altri lividi e afferrai le sue mani.
"Lascia perdere, bionda." disse con la mascella contratta e incominciai a lasciarle dei lievi baci, fanculo al mio orgoglio e a tutto il mio dolore.
"Posso aiutarti, perché non andiamo a prenderci qualcosa e mi parli?" dissi facendo spallucce dato che il nostro accordo era un rapporto civile e mi stavo impegnando davvero, nonostante volessi scappare via il più lontano possibile.
"Voglio altro." disse appoggiandosi su di me e sospirai perché la bambina piccola in questi casi sembrava lei.
L'abbracciai timidamente e si abbassò alla mia altezza spostandomi i capelli di lato per affondare il viso contro al mio collo, stringendomi la vita con le braccia.
"Cazzo." sussurrò inspirando piano il mio profumo e si rilassò in mezzo secondo, chiusi gli occhi e la strinsi di più mordendomi il labbro perché percepivo il suo fiato caldo sul mio collo.
Tutto questo mi era mancato, sentirla così vicina a me mi rendeva maledettamente viva e questa donna era una sorpresa.
Perché diavolo stava facendo così?
Era esausta e le accarezzai la parte bassa della schiena, dove un tempo finivano le mie unghie provando un piacere unico grazie a lei.
"Due minuti, solo questo okay? Poi possiamo chiuderla nuovamente qui." sussurrò dopo mezzo secondo e mi staccai leggermente stranita, non era questo il nostro accordo e scossi la testa.
Forse aveva bisogno di un'abbraccio rigenerante e non ci pensai due volte a stringerla forte a me, affondando il naso nei suoi capelli lisci e perfetti.
"E se alzo la voce, mi baci?" dissi ad una certa e sorrise contro la mia pelle, facendosi scappare una risatina.
"Non te lo dico, ma tu non farlo." disse borbottando e alzai gli occhi al cielo, le spostai i capelli di lato e le accarezzai piano la guancia attirandola ancora di più contro all'incavo del mio collo.
Dio quanto mi era mancata e la coccolai facendole delle lievi carezze, percepii le sue mani afferrarmi i fianchi e li strinse appena adagiandomi meglio al muro.
"Non volevo spezzarti in due, sbaglio sempre tutto e sono un disastro." disse ad un certo punto e sospirò, non parlai e feci semplicemente spallucce.
Si staccò non dopo aver sfiorato il mio collo con le sue labbra e mi guardò dritta negli occhi, il suo sguardo poi si depositò sulle mie labbra mentre io fissavo il suo viso più scavato del solito.
Alzai una mano e tracciai i suoi lineamenti molto piano con la paura di romperla in due, non volevo farle male.
"Anche il tuo tocco è cambiato." sussurrò aprendo la bocca piano e tracciai le sue labbra, tempo fa non mi avrebbe mai permesso di toccarla così ma ora le cose erano cambiate perché entrambe abbiamo distrutto la linea.
Anni fa, fino a prendere fuoco entrambe.
"Vorresti provarlo?" dissi stuzzicandola e toccai piano la sua mandibola, la vidi sorridere mostrandomi i suoi denti perfetti e mi leccai le labbra eccitandomi.
"Bambina, stai al tuo posto." sussurrò avvicinandosi con la mascella contratta e al posto di arrossire come facevo tempo fa, le tenni maledettamente testa.
"Non sono più una bambina." dissi decisa e la sua mano afferrò saldamente il mio viso, con la sua solita forza.
Si avvicinò pericolosamente e sfiorò le labbra con le mie, sgranai gli occhi pronta a morderle il labbro e le ansimai praticamente in bocca dato che l'avevo aperta completamente eccitata."Questo non cambia il fatto che tu non sia rimasta mia al 100%, Macarena."
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...