2.

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Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto e ascoltai l'ennesima risposta inconcludente degli specializzandi.
"Potete fare di meglio e oltretutto stiamo parlando di un caso clinico abbastanza importante, non sentite quella voglia sfrenata di entrare in sala con la sottoscritta?" sbottai alzando le braccia incredula e notai una ragazza prendere appunti velocemente.
"Quindi? Voglio una definizione concreta della neurochirurgia vascolare, senza nessun pudore." dissi autoritaria dopo un lungo silenzio e un ragazzo alzò la mano, terrorizzato da me.
"È quella branca che si occupa delle malformazioni vascolari, ovvero quelle condizioni patologiche che si caratterizzano per la presenza di anomalie a carico di arterie o vene." rispose velocemente e annuii accennando un piccolo sorriso perché nonostante le mie sfuriate erano bravi.
Mi ricordavano maledettamente me e si impegnavano per fare colpo su noi strutturati che ci divertivamo a tartassarli di domande, su qualsiasi cosa.
"Bene Ethan, in sala con me." dissi autoritaria e gli altri si dileguarono nel mentre che il ragazzo andava a lavarsi felice nell'aver fatto colpo su di me.
Ma non era la prima volta e volevo formarlo abbastanza bene a riguardo.
Andai dalla mia solita infermiera e mi diede i risultati dell'ultima tac del paziente che dovevo operare tra poco tempo.
Osservai il tutto seriamente e due mani si intrufolarono sotto al mio camice, Amelia mi sorrise e mi baciò piano il collo.
Qui tutti sapevano della nostra "relazione" e potevamo fare ciò che volevamo.
"Aneurisma, che bellezza." sussurrò sensualmente e quando si legava i capelli mi faceva impazzire tantissimo.
"Ti eccita?" mormorai trascinandola in un laboratorio deserto e avevo una ventina di minuti liberi prima dell'intervento, ormai non avevo paura di sbagliare perché ero troppo sicura di me e avevo sbagliato così tanto durante il mio percorso che al posto di sprofondare ero migliorata ancora di più.
"Mi ecciti tu, in sala operatoria con il tuo tocco impeccabile grazie a me." sussurrò mordendosi il labbro e la mia schiena era contro la porta.
Amelia mi aveva insegnato veramente tutto quanto e aveva ragione a dire che qui dentro c'era un mondo assurdo.
Non smettevo mai di imparare ed ero uno dei primari più eccellenti di Boston.
La mora afferrò la mia mano e spinsi due dita contro la sua bocca in modo tale che potesse leccare lentamente, non staccò lo sguardo dal mio e mi morsicai le labbra con un'incredibile voglia di sentirla.
Afferrai il suo camice e l'attirai a me facendola ridere per la mia forza, amavo fare le cose di nascosto perché per un attimo il mio corpo era sopraffatto dall'adrenalina sostituendo il dolore puro.
"Davvero? Merito tuo Amy." sussurrai contro al suo orecchio intrufolando le mani sotto al suo camice e l'afferrai per la vita facendo scorrere una mano al suo centro velocemente.
"Certo che è merito mio." sussurrò eccitata e ridacchiai soffocando un gemito non appena strinse il mio seno.
Le sue labbra si scontrarono con le mie dando via ad un bacio passionale e non appena feci per entrare in lei il mio cercapersone suonò all'improvviso.
"No." sussurrò la mora mordendomi il labbro ansimandomi in bocca e mi dovetti staccare, le lasciai un ultimo bacio e corsi via pronta ad entrare in sala.

"Cos'è un'aneurisma?" domandai durante a pieno intervento e la galleria era strapiena di chirurghi.
Era arrivato il momento di interrogare.
"L'aneurisma indica la dilatazione di un vaso arterioso del cervello e se rotto, può portare a condizioni cliniche piuttosto gravi." rispose Ethan e gli incitai di venire al mio fianco in modo tale che potesse guardare meglio.
"Molto bene però sappiamo che ci sono vari tipi di aneurisma, sapresti dirmi quali sono gli altri?" continuai con lo sguardo fisso e il mio tocco era assai preciso, senza sbagliare una virgola.
Ero veloce, azzardavo piuttosto che mollare tutto quanto e fallire miseramente come un'idiota.
"Abbiamo l'aneurisma fusiforme, che sporge su tutti i lati ed è solitamente associato ad aterosclerosi. Successivamente l'aneurisma dissecante, che può essere il risultato di un danno, spesso dovuto da traumi con la conseguente fuoriuscita e raccolta di sangue negli strati della parete arteriosa." rispose il ragazzo teso e sorrisi orgogliosa, era sempre attento ai miei interventi e ogni qualvolta non perdeva tempo a farmi domande.
"Dopo che si verifica l'aneurisma succede un'altro fatto molto importante che dovete tenere a mente. Ovvero: un'emorragia subaracnoidea, è una patologia che colpisce 10 persone su 100.000 e si può manifestare con diversi sintomi: cefalea molto intensa, nausea e vomito, dolore agli occhi o alle gambe. Poi abbiamo deficit motori in particolare: perdita di equilibrio e di coordinazione, sensibilità alla luce, perdita di coscienza." dissi elencando i sintomi più importanti e alzai lo sguardo notando gli altri specializzandi prendere appunti, parlavo in modo fluido e preciso senza balbettare un'attimo.
Quasi sorrisi al solo pensiero dell'araba che quando ne aveva l'occasione mi faceva sbagliare apposta per prendermi in giro, sfottendomi davanti a tutti.
"Nico, le cause?" domandai facendo cenno ad uno specializzando del primo anno che tremò sotto al mio sguardo.
"Attualmente, le cause dell'aneurisma cerebrale non sono note, tuttavia è ormai chiaro che, associati all'insorgenza di questa malattia, esistono dei fattori di rischio: ereditari e acquisiti." spiegò con la voce che tremava e annuii continuando a riparare questo danno cerebrale grandissimo.
"Bene, visto che mi hai accennato i fattori ereditari elencameli." mormorai richiamando l'infermiera che abbassò la mia mascherina in modo tale che potessi bere un pochino d'acqua dato che ero in piedi da quasi due ore.
"Abbiamo i deficit di alfa-glocoidasi che genera problemi nella produzione di glucosio.
Coartazione aortica, sindrome di Ehlers-Danlos, Klinefelter e di Noonan, rene policistico etc." disse sospirando dall'ansia e alzai lo sguardo su di lui tranquillizzandolo alla grande.
"Acquisiti." dissi veloce senza perdere tempo e notai Amelia farmi un cenno dalla galleria, aveva finito anche lei un'intervento e non aveva esitato a raggiungermi qui per vedermi.
Erano questi i piccoli gesti che amavo.
"Tra i fattori di rischio acquisiti, cioè quei fattori non ereditari che si sviluppano nel corso della vita ricordiamo: età sopra i 40 anni, alcol, droghe, aterosclerosi." disse senza pensarci due volte e annuii felice.
Continuai ad operare in assoluto silenzio e ogni tanto spiegavo i passaggi in modo specifico.
Ethan aveva guardato tutto quanto estasiato e speravo che scegliesse neuro in modo tale da imparare da me.
"Adesso posiziono la clip metallica." dissi serrando la mascella e conclusi l'intervento senza sbagliare nulla, notando che ogni singola persona aveva trattenuto il fiato dato che richiedeva tantissima precisione e accuratezza.
"Chiudi tu, Ethan?" dissi allontanandomi e il ragazzo annuì ringraziandomi nel mentre che uscivo stremata.
Tolsi la cuffia facendo ricadere i miei capelli biondi lungo le spalle e la mora mi raggiunse subito felice.
"Whoa, hai posizionato la clip in modo impeccabile ma ti sei vista? Sono a dir poco felice!" esclamò sorridendo e risi andando ad ordinarmi qualcosa da mangiare dato che era ora di pranzo.
"Ricordi quando ti arrabbiavi perché non riuscivo a farlo?" dissi ridendo ancora e Amelia alzò gli occhi al cielo seguendomi a ruota.
"Oh , certo che mi ricordo bionda." disse sbuffando e ci sedemmo al solito tavolo appartato, mangiammo scherzando e mi porsi verso di lei lasciandole un lungo bacio sulle labbra.
"Siamo state interrotte o sbaglio?" sussurrai lasciandogliene un'altro e mi accarezzò il viso facendomi sorridere, il suo tocco era tanto delicato con me.
"Recuperiamo a casa." sussurrò maliziosamente e sorrisi lasciandole un'altro bacio riprendendo a mangiare.
Afferrai il telefono giocherellando su Instagram e notai un post pubblicato nel mio vecchio ospedale di Madrid.
Non avevo smesso di seguire la pagina e sussultai di scatto perché Zulema aveva vinto un premio per un'altra sua ricerca innovativa.
Ovviamente non si era fermata un'attimo e in questi quattro anni si era data da fare veramente tanto, in tutti i campi proprio.
Mostrai il telefono alla donna davanti a me e non era per niente sorpresa perché quando un medico vinceva un premio le voci automaticamente giravano.
Ed io ovviamente stavo tremando come una foglia anche nel leggere il suo nome e cognome in un'articolo a caso su una pagina web, assurdo ciò che provavo.
"Perché non me ne hai parlato?" dissi serrando la mascella e mangiai in silenzio continuando a leggere l'articolo.
Mi stavo già scaldando per una sciocchezza e non volevo che le persone mi nascondessero le cose solamente perché ci ero rimasta male e avevo sofferto.
Potevo gestire la cosa, archiviare il passato e concentrarmi sul presente.
"Perché è il tuo punto debole." disse facendo spallucce e sospirai perché era inutile che mi arrabbiavo: aveva ragione.
L'araba era proprio quella parte della mia vita che avrei ricordato sicuramente come la più dolorosa, la più difficile da gestire ma anche la più piacevole in assoluto.
"Amy fanculo-" sbottai nervosa e spalancai la bocca incredula vedendo alcune foto promozionali della mia mora.
Mi mancava il fiato, era bellissima e mi morsicai il labbro squadrando il suo corpo slanciato fasciato da un completo.
Guardai tutte le altre foto insieme a Saray ed erano tutti maledettamente affascinanti, non potevo crederci che era passato veramente tutto questo tempo.
Indossava un blazer mozzafiato di colore nero e il suo trucco non era pesantissimo, però faceva evidenziare i suoi occhi neri tantissimo rendendoli magnetici.
Aveva versato una quantità di soldi smisurata in donazione e grazie a questo suo contributo la ricerca aveva adottato delle nuove strumentazioni efficaci.
Andai sul profilo Instagram di Zulema e aveva archiviato non so quante foto, ci seguivamo ancora nonostante tutto ma sia lei che io non mettevamo storie.
E mi venne in mente un'idea, postai una foto mia e di Amy nelle stories e sorrisi perché era una delle mie foto preferite.
Le guance mi stavano andando in fiamme e bevvi dell'acqua cercando di placare il mio battito cardiaco tanto accelerato.
Non volevo vederla, accidenti.
"Guardati, sei rossa in viso per lei." disse Amelia alzando gli occhi al cielo e aveva un sorriso divertito in viso, non provavo felicità ma bensì rabbia.
Tanta rabbia addosso.
Non le risposi perché i miei occhi erano incollati sullo schermo del telefono, precisamente sul nome di Zulema nelle mie visual, primo in classifica.
Aveva visto la mia foto.
Ed era stata la prima a visualizzarla, osservando tutti i miei cambiamenti ma in particolare Amelia che mi stava per baciare senza farsi nessuno scrupolo.
Dritta sulle labbra.

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