51.

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zulema's pov.

Ero al settimo cielo.
Le labbra della bionda si appoggiarono su di me e l'afferrai per le cosce aderendo la sua schiena, contro al muro della piscina.
Una settimana che era qui ed ero la donna più felice del mondo intero, oggi avevamo deciso di festeggiare dato che avevamo finito di sistemare l'ultimo scatolone e ora le sue cose erano sparse in giro per tutta la mia casa.
Mi piaceva.
Mi piaceva condividere queste piccole cose con lei, vedere i suoi libri, i suoi appunti sul mio tavolo della cucina mi faceva sorridere, davvero tanto.
"Piano, amore." sussurrò la bionda contro la mia bocca e abbassai il suo costume per poterla penetrare piano con lo strap che indossavo.
Le sue unghie affondarono sulla mia pelle e mi lasciò una strisciata rossa, mentre spingevo abbastanza forte rubandomi i suoi gemiti con le labbra.
Volevo prendermi cura di lei.
Volevo che stesse bene, mi sentivo amata ogni secondo e lei idem.
Ormai sapevo cosa amava, sapevo riconoscere i miei limiti quando si trattava di Macarena Ferreiro.
I miei occhi neri erano fissi sul suo viso carico di piacere e spinsi ancora con il bacino facendole rilasciare un urlo.
Casa mia era il nostro mondo.
Mi sentivo al sicuro con lei, meno sola e sopratutto potevo farla mia quante volte volevo senza nessun tipo di problema.
Come ora.
Avevamo avuto una piccola discussione e ci eravamo promesse che fare l'amore era l'unica soluzione, per risolvere.
Ogni volta che litigavamo.
E funzionava davvero.
"Mi stai sul cazzo, quando fai così tanto l'egocentrica con me." mi sussurrò ad una certa e diedi una spinta fortissima facendola aggrappare a me con tanta forza, gemendo dal dolore.
"Sono il tuo capo, mi hai capito?" le dissi stringendo la sua gola e morsicai il suo labbro muovendomi dentro di lei in modo più veloce, ma stare in acqua non era tanto possibile quindi richiedeva uno sforzo maggiore.
"Stai zitt-" disse furiosa ma la voltai di spalle mordendole la spalla molto forte, rientrai dentro di lei allargando le sue gambe e le scappò un urlo.
Strinse il bordo della piscina cercando un appiglio e gemette ad alta voce mentre la trascinavo nell'acqua un po' più bassa.
"Osi zittirmi?" sussurrai afferrando i suoi capelli biondi in un pugno e la ragazzina tremò come una foglia raggiungendo l'apice, urlando poi il mio nome.
Appoggiò la guancia sul bordo recuperando fiato e cinsi la sua vita esile allentando le cinghie dello strap per poi toglierlo velocemente.
Mi allontanai un'attimo e bagnai i miei capelli portandoli all'indietro, baciando poi teneramente le spalle della mia ragazza.
L'avevo distrutta e aveva la mascella contratta a dismisura, provai a voltarla verso di me ma mi spinse uscendo dalla piscina velocemente.
Afferrò la camicia coprendosi e alzai gli occhi al cielo, osservando la sua figura slanciata entrare dentro in casa.
"Ragazzina del cazzo." sbottai uscendo e mi asciugai anche io notando che erano le undici di notte, ormai l'estate era iniziata e quasi ogni notte io e la bionda eravamo qui in piscina.
Mi portai una sigaretta alle labbra senza accenderla e afferrai le mie cose portandole dentro, salendo poi le scale.
Camminai lungo il corridoio tamponandomi i capelli e sentii l'acqua della doccia scorrere con una musica leggera provenire dall'impianto.
Sorrisi togliendo i miei vestiti e raggiunsi la bionda sotto la doccia, non si accorse subito della mia presenza e coprii il suo seno possessivamente con il braccio.
"Zule!" esclamò voltandosi e strinsi la sua mascella, baciandola con amore.
Ricambiò il mio bacio circondando il mio collo con le sue braccia esili e sorrisi mentre afferravo il doccino, con uno sguardo abbastanza malizioso.
"Che vuoi fare?" disse la bionda inarcando un sopracciglio confusa e mi avvicinai al suo viso, lentamente.
"Apri le gambe, piccola." le ordinai lasciandole un ultimo bacio e mi obedì mentre regolavo l'acqua, mettendola calda e regolarizzando il getto.
"Facciamo una cosa nuova." dissi voltandola verso al muro e spostai i suoi capelli da un lato baciandole il collo.
Avvicinai il doccino tra le sue gambe e la bionda tremò per quanto l'acqua fosse calda, portò la testa all'indietro spalancando la bocca e urlò estasiata.
Feci scivolare molto piano la mia mano e stuzzicai il suo centro mentre non toglievo per nessuna ragione al mondo l'oggetto che la stava portando all'altro mondo.
Intanto che gemeva il mio nome appoggiò le mani sul vetro per reggersi ed entrai in lei, facendola sussultare di scatto.
Non mi stancavo mai di farla mia.
Eravamo felici.
Innamorate.
Ricche di amore.
E poi, stavo per conoscere la sua famiglia per davvero ed era una cosa nuova per me, non volevo deluderla.
"Zule." disse tentando di spegnere l'acqua per il troppo piacere ma morsicai il suo orecchio punendola subito.
"Lasciati andare." sussurrai gemendo piano nel sentirla urlare e aumentai di poco la temperatura senza esagerare, le sue unghie erano sul mio braccio che si stava muovendo velocemente e dopo un paio di minuti venne urlando il mio nome.
Allontanai il doccino rimettendolo al suo posto e l'acqua colpiva i nostri corpi mentre Macarena era davvero sconvolta.
"Vuoi litigare ancora? Dai." le sussurrai voltandola verso di me e baciai il suo collo uscendo da lei, aveva dei leggeri segni violacei sul seno a causa mia e la coccolai teneramente, calmandola subito.

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