i survived because,
the fireinside me
burned brighter than
the fire around me.L'ospedale era più caotico del solito, i miei occhi verdi stavano cercando quelli di Zulema e neanche passai in sala.
Andai direttamente nel suo ufficio, bussando sulla porta un paio di volte.
"Avanti." disse con la sua voce meravigliosa e feci il mio ingresso, notando un uomo seduto sul suo divano.
"Buongiorno." salutai educatamente la mia regina araba che se ne stava lì seduta al suo solito posto e stava revisionando alcuni documenti.
Non vedevo l'ora di mettermi a lavoro, fare tutti i controlli necessari affinché potessi operarla al meglio.
"Tu sei Macarena, giusto?" disse l'uomo ad una certa facendomi sobbalzare e annuii, stranita.
"Prendiamo un caffè." aggiunse facendo un cenno alla porta e lo seguii contraendo la mascella, il mio scorpione si alzò seguendolo e la vedevo molto stanca ma decisi di non aprire bocca.
Il corridoio era affollato e tutti avevano lo sguardo rivolto verso la donna al mio fianco che camminava con un'eleganza e sensualità unica.
Arrivammo nella nostra sala e già c'erano gli altri facendo colazione, dato che erano a malapena le otto del mattino.
"Sono stato informato del fatto che Zahir ti ha dato il permesso per operare e mi domando, sei sicura di quello che stai facendo?" disse arrivando dritto al punto e la sua sfrontatezza mi stava già facendo innervosire.
La mora si sedette affianco a Saray massaggiandosi le tempie lentamente e i miei occhi verdi erano fissi sull'uomo davanti a me, aveva un volto familiare.
Ma non riuscivo a capire.
"Prima di tutto, chi è lei?" dissi serrando la mascella e calò un silenzio tombale, ma non mi interessava.
"Come chi sono io? Tom Koracick." mi rispose con una strafottenza unica e anche lui come me, era un neurochirurgo famoso e pieno di soldi.
"Ah, giusto." dissi dirigendomi verso al bancone e afferrai una tazza, versando il caffè molto piano restando in silenzio.
"Pensavo mi conoscessi, dato che Amelia tempo fa veniva molto volentieri sul mio letto sai?" disse sorridendo e mi paralizzai sul posto, ricambiai il sorriso sotto lo sguardo penetrante di Zulema e feci spallucce.
Era il suo professore, quindi.
"Buono a sapersi, ma per Amelia sicuramente non è stato importante dato che non mi ha mai accennato una cosa del genere." dissi bevendo dalla tazza molto piano e tutti sussultarono.
"È merito mio se quella donna ha delle mani d'oro, tienilo bene a mente. Quindi te lo richiedo, sei sicura di metterti in gioco e fare una cosa del genere con Zulema?" disse avanzando verso di me e arrivò ad un centimetro dal mio viso, mi alzò il mento scrutandomi più da vicino e lo guardai dritta negli occhi.
"Sempre detto che in fatto di donne hai davvero buon gusto, Zulema." disse voltandosi verso la mora che mi stava mangiando con lo sguardo.
"Non sto giocando." dissi dopo vari secondi di silenzio e finii di bere il mio caffè, appoggiando poi la tazza vuota dentro al lavello.
"Lo spero per te." disse provocandomi e non appena fece per toccarmi il viso afferrai la sua mano, allontanandolo.
Ma chi diavolo si credeva di essere?
"Fossi in lei, abbasserei le mani." disse una voce a me conosciuta e mi spostai di poco nel vedere Alicia appoggiata sullo stipite della porta, con le braccia conserte e uno sguardo di fuoco.
Carina era al suo fianco ed entrò presentandosi velocemente dato che era il suo primo giorno di lavoro, subito fece amicizia con gli altri ed ero felice del fatto che non fossi qui da sola.
"La bionda sa quello che fa, glielo posso assicurare io dato che ho visto il suo percorso con i miei occhi quando eravamo a Boston." continuò la rossa difendendomi e le sorrisi, mentre ingoiavo il groppo che avevo.
"Non ti ho assunta per fare casino Alicia, datti una calmata intesi?" disse Zulema alzandosi e appoggiò la tazza affianco alla mia, il suo profumo mi colpii come mille schiaffi e lo inspirai.
Neanche mi guardava, era strana.
"L'hai assunta?" chiesi sconvolta e la rossa annuì, scrollando le spalle, Zulema invece mi sorpassò e guardò Tom che subito capí a cosa si stesse riferendo e i suoi occhi azzurri come il ghiaccio si posarono sui miei.
"Come pensi di rimuovere questo tumore? Sentiamo." disse sedendosi elegantemente e presi un lungo respiro profondo mentre le parole di Amelia mi laceravano la mente come sempre.
Era il mio momento.
"Non so quanti chirurghi abbiano visto questo tumore e chissà, forse in questo campo sono i migliori ma io ho immaginazione. Non hanno una visione globale come la ho io, e sono sicura che posso batterlo." incominciai decisa e dovevo farmi valere come non mai prima d'ora.
"Lo batterò, so di poterlo fare." dissi con la mascella contratta e tutti in stanza mi fissavano estasiati non avendomi mai vista in questo stato.
"Ti vedo convinta, ma ricordati che non hai tanta esperienza." disse Tom ribattendo ancora e sorrisi perché non avevo il suo appoggio.
Ero da sola.
"Mi sto esercitando e la mia presa migliora sempre di più, insieme a tutte le altre prestazioni." dissi avanzando e appoggiai le mani sul tavolo, nervosa.
"Buono a sapersi, sono curioso di vedere cosa farai ragazzina." disse l'uomo stuzzicandomi ancora ed ero stanca di essere considerata tale.
"Non sono una ragazzina, sono un neurochirurgo con delle cazzo di idee in testa che vuole portare a termine e di sicuro non mi serve la sua approvazione!" urlai con le vene gonfie dalla rabbia e Zulema mi lanciò un'occhiataccia a dir poco enorme ma onestamente non mi importava perché ormai ero decisa nel farlo.
"Bionda, porta rispetto per le persone più grandi di te e Tom è un chirurgo eccezionale." disse battendo la mano sul tavolo furiosa e mi porsi verso al suo viso.
Non avevo paura di lei.
"Hai firmato quel foglio, tu ora sei mia Zulema e farai ciò che ti dico." sbottai sfidandola come non mai e dentro alle mie vene scorreva la pura adrenalina.
I suoi occhi neri mi lacerarono l'anima in due ma le tenni incredibilmente testa, dovevo cambiare le carte qui dentro.
Quindi, afferrai il mio tablet aprendo la tac che mi aveva mandato Amelia e lo mostrai davanti a tutti arrabbiata da morire ma non dovevo abbattermi.
"Vedete, l'ipointensitá allineare? É un piano di liquor, consente una dissezione letteralmente netta. Se lascio anche un solo centimetro del tumore, il cancro potrebbe riapparire quindi userò ogni mezzo possibile." dissi ingrandendo l'immagine per mostrarla più chiaramente e l'araba si alzò con la mascella contratta, non riuscendo a guardare tutto questo.
"Ovvero?" mi domandò Tom estasiato nel vedermi così nervosa e lo fissai.
"Laser, fluorosceina, semi radioattivi e ti dirò di più: non mi fermerò finché non avrò decimato l'ultima cellula tumorale." gli risposi appoggiando il tablet e in stanza calò un silenzio tomba.
"É una cosa complessa." disse Richard mettendosi un'attimo in mezzo e mi appoggiai sul tavolo con l'ansia addosso.
"Io invece vedo varie possibilità quindi se non vi dispiace vorrei elencarvele tutte quante." disse Alicia mettendosi al mio fianco, la sua coda rossa era impeccabile e creava un distacco con il camice bianco che indossava.
Neanche aspettò il consenso, prese il discorso con un controllo assurdo lasciando a bocca aperta tutti quanti.
"Uno, Macarena opera e Zulema muore sotto ai ferri senza scuse." incominciò con un tono di voce pacato e l'araba era appoggiata sullo stipite della porta.
"Due, Macarena opera e recide qualcosa che non dovrebbe recidere e Zulema si sveglia vegetale." continuò alzando le dita e Saray sussultò prendendo un lungo respiro profondo.
"Tre, la meno probabile di tutte ma quella a cui mi affido di più è che Macarena opera, rimuove tutto il tumore e Zulema si sveglia viva e senza nessun tipo di deficit." concluse guardando tutti i presenti e senza farsi vedere da nessuno, strinse la mia mano per trasmettermi tanta forza.
Ero grata ad averla qui.
"Sbaglio?" disse la rossa guardandomi con la coda dell'occhio e scossi la testa, osservando ancora una volta Zulema.
"Ho una domanda." disse quest'ultima incrociando le braccia al petto ed era maledettamente bella, mi scrutava con quei suoi occhioni neri e l'istinto era quello di baciarla stringendola forte.
"Dimmi." le risposi senza esitare e mi toccai il viso nervosamente, la paura ormai non esisteva più per me.
"Fino a dove deve arrivare il tumore, prima che sia impossibile reciderlo completamente?" disse seria e subito le tac apparvero dritte sulla mia mente.
Non poteva fare sul serio questa donna.
"No Zulema, dobbiamo farlo subito e non devi aspettare ancora." dissi usando un tono di voce pacato e la stavo rimproverando con lo sguardo, mi stava mettendo alla prova anche ora.
Ormai la conoscevo.
"Fino a dove?" disse di nuovo e sospirai, scuotendo di poco la testa per la sua testardaggine e bipolarismo.
"Se entra nelle vie ottiche e fa breccia sull'ipotalamo non si può fare. Non lo toccherò, se ha un coagulo o un'emorragia è troppo rischioso." le spiegai con la voce che mi tremava appena e tutti erano sconvolti e consapevoli del fatto che non c'era tempo per fare domande, dovevo agire subito.
"Aspettiamo allora, quando l'alien incomincia a minacciare il nervo ottico potrai operare." disse facendo spallucce e mi urtava da morire il fatto che lo stesse dicendo con tutta questa tranquillità.
"Zule, è rischioso come piano." disse Saray alzandosi di scatto e aveva le lacrime agli occhi cercando di calmarsi.
Zulema neanche la guardò perché i suoi occhi erano fissi sui miei verdi, stava valutando tutta la mia sicurezza.
"È un piano stupido, infatti." dissi mettendomi in mezzo e Alicia aumentò la presa sulla mia mano, saldamente.
"È il mio cazzo di piano, vuoi il mio tumore bionda? Bene, però intanto io continuo a fare la mia vita." disse con un tono di voce più severo del solito e abbassai di poco la testa non riuscendo a sostenere tutto questo.
"Non voglio aggiungere altro, a lavoro! Le ambulanze stanno arrivando e ho delle faccende da sbrigare." ci ordinò poi autoritaria e tutti scattarono mentre Alicia mi diede un lunghissimo bacio sulla guancia, rassicurandomi subito.
La stanza rimase vuota e prima che Zulema potesse lasciarmi la chiamai, si girò lentamente verso di me e arrivai ad un centimetro dal suo viso molto seria.
"Ho bisogno delle tac, per favore." dissi implorandola e speravo che accettasse, si guardò attorno e annuì.
Finalmente.
"Perfetto." disse ridendo amaramente e si diresse verso il corridoio, mi misi al suo fianco allungando il passo e stare con lei così vicina mi faceva davvero impazzire.
"Facciamo una tac completa e se non ti dispiace vorrei controllare anche i tuoi valori, facendo delle analisi complete d'accordo?" le proposi con tutta la calma del mondo e l'araba chiuse gli occhi, annuendo con la testa.
Andammo in una stanza apposita e le infermiere si dileguarono subito mentre rimasi da sola con lei.
"Ecco il camice, spogliati." dissi notando tutto pronto e glielo porsi gentilmente mentre azionavo varie cose al pc in modo tale da avere le tac subito.
"Non è la prima volta che lo faccio, e una ragazzina del cazzo non deve dirmi cosa diavolo devo fare." sbottò nervosa e si tolse il camice lanciandolo nella sedia al mio fianco, ovviamente doveva trattarmi male pure in questa situazione e feci finta di niente.
"Aspetta, ti aiuto." dissi alle sue spalle tentando di allacciarle il camice ma si allontanò da me, sedendosi nel lettino.
Sospirai notando che aveva le lacrime agli occhi e strinse il bordo del lettino aspettando che la macchina si azionasse.
E mi venne in mente un'idea.
Afferrai dei guanti subito e premetti il pulsante, non appena si mosse afferrai la sua mano e gliela strinsi molto forte fregandomene delle radiazioni.
Dovevo stare con lei ora, chissà tutte le tac che ha fatto senza nessuno che le stringeva la mano trasmettendole coraggio come stavo facendo io.
"Bionda, non puoi." disse Zulema tentando di staccarsi ma le intimai di fare silenzio, accarezzando piano le sue nocche mentre restava immobile.
Non mi interessava.
Dovevo darle forza.
E non la lasciai fino a quando non terminai, andai davanti al pc e sussultai notando che la situazione era peggiorata.
Assai peggiorata, la chiazza tumorale stava avanzando notevolmente ma la differenza si vedeva di poco.
Avevo ancora un bel po' di tempo.
"Bastardo." dissi guardando lo schermo con rabbia e mi salvai tutte le tac mandandole dritte nel mio pc che si trovava in laboratorio.
In tutte le angolazioni possibili.
Zulema intanto era seduta nel lettino e le sue gambe magre penzolavano mentre si massaggiava le tempie molto piano.
"Grazie, so di averti rubato del tempo prezioso ma dovevo farlo." dissi dolcemente e la vidi infilarsi nuovamente i suoi pantaloni eleganti.
Il suo corpo era davvero più magro del solito ma ai miei occhi era bellissima.
"Ho salvato tutte le visuali, insieme alle sezioni traversali." continuai cercando di farle capire che non stavo scherzando assolutamente e rise.
"Premuroso da parte tua dottoressa Ferreiro, vedo inoltre che sei molto convinta del tuo piano." disse provocandomi e le sorrisi cercando di mascherare il mio dolore, quello vero.
"Ho tutte le tue vecchie cartelle mediche, una volta che ho capito le motivazioni che hanno portato gli altri chirurghi a dire di no posso darti altre dimostrazioni del perché funzionerà, te lo posso assicurare." dissi guardandola dritta negli occhi e fissò le mie labbra mordendo poi le sue lentamente.
"Sei molto sicura di te, piccola." disse scoppiando a ridere ma vedevo che mi stava prendendo solamente in giro.
"Oppure, sei forse un'illusa? In ogni caso una delle due, ma non so quale per il momento dato che sono simili." sussurrò con un tono di voce disprezzante e la guardai male, serrai la mascella voltandole le spalle e feci le ultime cose al pc uscendo poi dalla stanza con il cuore rotto in mille pezzi.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...