tu, con l'espressione
malinconica e quel sorriso
in più, ma cosa mi fai?La testa mi faceva male da morire.
Non avevo chiuso occhio né tantomeno risposto ai messaggi di Zulema, ma aveva capito che dovevo metabolizzare.
Mi preparai come mio solito e imprecai notando le occhiaie sul mio viso, misi una quantità di correttore smisurata e mi truccai evidenziando tanto i miei occhi.
Essendo metà settimana non c'erano cose importanti quindi potevo prendermi il giusto tempo per prepararmi bene.
Dentro di me scorreva rabbia, oltre al desiderio latente di far sapere a tutto il mondo che Zulema era solo mia.
Intanto il telefono mi vibrò e salii in macchina con la mascella contratta, non vedevo l'ora di indossare la mia tuta blu e il camice per stare più comoda.MESSAGGIO DA: amore.
buongiorno, ti amo.Sorrisi mordendomi le labbra e non potevo farmi scappare una donna del genere, la vita era piena di ostacoli ed io dovevo lottare per tenerla con me.
Lottavo da tutta la vita ormai.
Non le risposi guidando abbastanza tesa e strinsi il volante con forza pensando a come quella Helena aveva baciato l'amore della mia vita, ero furiosa.
Tanto furiosa.
Girai a destra e parcheggiai scendendo poi dall'auto, Ethan mi raggiunse sorridendomi e lo salutai mentre entravamo insieme all'ospedale.
"La vedo tesa, capo." disse il ragazzo addentando un donuts al cioccolato e scossi la testa, togliendomi gli occhiali da sole mettendoli in borsa.
"Sono incazzata nera, non tesa." dissi ironica sorridendogli e notai i miei colleghi riuniti già nella nostra sala, ma invece io deviai in una stanza del medico di guardia per cambiarmi subito.
Infilai il camice bianco facendomi una coda ordinata e sistemai la mia frangia notando il mio viso più risaltato.
"Hey." disse Alicia entrando in stanza e le sorrisi mentre mi abbracciava da dietro, baciandomi la spalla amorevolmente.
"Ciao." dissi triste e ripassai il mascara nelle mie ciglia abbastanza lunghe, volevo piangere e distruggere tutto.
"Hai i muscoli tesi." disse la rossa accarezzandomi le braccia e sospirai, annuendo lievemente con la testa.
"Cosa devo fare?" dissi abbassando la testa e Alicia sospirò, pensando bene a cosa dirmi perché mi conosceva.
"Segui il tuo istinto, se ti va di fare una cosa falla e fanculo al resto." disse toccandosi la sua lunga coda rossa e annuii, chiudendo gli occhi per poi riaprirli più determinata di prima.
"Voglio un caffè." dissi nervosa e uscii dalla stanza mentre la donna alle mie spalle sussultò per il mio tono di voce.
Entrai in sala salutando tutti cordialmente e Saray mi salutò mentre Zulema era al suo fianco, mi paralizzai sul posto vedendo quella Helena parlarle e sorrisi afferrando una tazza molto molto piano.
"Tutto bene?" mi domandò Richard vedendo il mio corpo teso e annuii, appoggiandomi sul bancone fissando la nuova arrivata con molta attenzione.
Zulema mi sorrise alzandosi e camminò con cautela verso di me, mentre io non la guardavo nemmeno talmente ero furiosa.
"Hey." mi salutò la mia ragazza con un sorriso dolce e mi sciolsi in mezzo secondo per quanto fosse bella.
"Buongiorno." sussurrai giocherellando con la mia tazza e tutti ci guardavano mentre Zulema toglieva una ciocca ribelle dal mio viso distrattamente.
"Mi è mancato, dormire con te." disse la mora a bassa voce e mi morsicai il labbro guardandola dritta negli occhi.
Volevo baciarla.
Si avvicinò sempre di più al mio viso e il suo polso venne afferrato bruscamente da Helena, per staccarla da me.
Questo era troppo.
"Zulema, ho bisogno che tu-" disse non togliendo la mano dal suo polso e mi stava facendo terribilmente arrabbiare tant'è che la interruppi brusca.
"Scusami?" sbottai mettendomi in mezzo e l'araba sussultò tremando sul posto, come se stesse aspettando questo scontro che era finalmente arrivato.
"Ragazzina, non sto parlando con te quindi fatti da parte per favore." disse arrivando ad un centimetro dal mio viso e sorrisi, afferrai la sua mano e la staccai dal polso di Zulema che gemette dal dolore per la forza che avevo applicato.
Alicia era immobile come una statua e nessuno osava muovere un muscolo.
"Forse non hai capito, o magari hai qualche deficit cerebrale quindi ti è difficile comprendere le cose." dissi mettendo una mano sulla sua spalla e la spintonai lontano dalla mia ragazza.
"Secondo me li ha, anche gravi." disse Alicia e Saray le diede il cinque ridendo a bassa voce.
"Maca, no." disse Zulema stringendo il mio fianco e mi voltai di scatto, fulminandola con il mio sguardo di fuoco.
"Tu, devi stare zitta." dissi minacciandola e Miranda sussultò stringendo il braccio di Richard terrorizzata, nessuno mi aveva mai visto così e nemmeno io mi riconoscevo più.
"Come ti permetti a parlarmi così?" mi urlò Helena tentando di restituirmi il colpo e le scoppiai a ridere in faccia.
"Ma piuttosto, come cazzo ti permetti tu a baciare una donna che non è tua?" dissi ribattendo e avanzai arrivando ad un centimetro dal suo viso.
Helena spalancò la bocca e l'araba si toccò il viso nervosamente, era arrivato il momento della verità e non ce la facevo più a tenere la nostra relazione nascosta.
"Nemmeno ti conosco." disse Helena ridendo e incrociò le braccia al petto, guardandomi con superiorità.
"Molto bene, devo presentarmi no?" dissi guardando i miei amici e Alicia annuì bevendo dalla sua tazza estasiata.
"Macarena Ferreiro, primario di neurochirurgia e tu devi essere quella troia che vuole rubarmi la ragazza, sbaglio?" le dissi non porgendole la mano con un sorriso sulle labbra e Helena sgranò gli occhi fissando l'araba.
"State insieme?" urlò sconvolta e anche tutti gli altri erano basiti, ma era tanto palese la cosa visto il nostro passato.
"Sì." disse l'araba afferrandomi per la vita saldamente dato che stavo per ucciderla, con le mie stesse mani.
"A quanto pare, il vizio di scoparti le ragazzine non ti è passato nemmeno un po' le mie congratula-" disse Helena avvicinandosi a lei ma la mia mano era già contro la sua guancia, le avevo appena dato uno schiaffo enorme.
"Non sono una ragazzina, sono la donna che le ha salvato la vita e sai che ti dico? Che ho lottato per lei, ho pianto fino a farmi esplodere il cuore dal petto e non permetterò ad una come te di portarmela via!" urlai con le lacrime agli occhi e Zulema era in procinto di svenire per le mie parole.
"18 ore, chiusa in quella sala mentre toglievo dal suo cervello un tumore enorme e tu vieni qui, pensando di avere quale assurdo potere su di lei? Lei è mia, è mia cazzo." aggiunsi spintonandola e Saray afferrò Helena saldamente per le spalle, mentre Zulema stringeva la mia vita esile molto forte.
"Io la amo, e se tu provi solamente a sfiorarla con un dito ti uccido con le mie stesse mani hai capito?" le urlai ancora e le vene del mio collo pulsavano per quanto fossi arrabbiata.
Non mi riconoscevo più.
"Stai calma, hey." disse Zulema ad una certa stanca di fare teatro e la spinsi camminando nervosamente mentre tutti i presenti erano sconvolti per il mio scatto d'ira assurdo, ero davvero arrabbiata.
Mi abbassai stringendo i bordi del tavolo dal nervoso e chiusi gli occhi respirando profondamente, mentre la mora mi abbracciava da dietro voltandomi verso di lei con gli occhi abbastanza lucidi.
"Guardami." sussurrò con la mascella contratta e appoggiò la fronte contro la mia mentre la fissavo negli occhi.
"Helena, vattene." disse Saray indicandole la porta e fece per uscire, ma la richiamai dopo mezzo secondo dandole l'ultimo colpo di grazia.
Afferrai Zulema per la vita e la baciai con una passione assurda, mentre le nostre lingue si intrecciavano tra di loro.
L'araba ricambiò sorridendo contro le mie labbra e nel mentre che la baciavo fissai Helena facendole il dito medio.
La vidi sbraitare furiosa e se ne andò sbattendo la porta abbastanza forte, mentre un'applauso riecheggiò nell'intera stanza facendomi sorridere.
"Quanto sei bella." sussurrò la mora accarezzando il mio viso, e le lasciai dei piccoli baci sulle labbra con il broncio.
"La mia piccola che marca il territorio contro le mie ex, inutile dire che sono eccitata da morire." aggiunse contro al mio orecchio sensualmente e la guardai realizzando che ora tutti sapevano di noi.
Tutti avevano visto la scena da fuori.
"E cosa vorresti fare?" sussurrai senza farmi sentire da nessuno e la vidi pensarci mentre arricciava le labbra.
"Voglio sbatterti sopra la mia scrivania o sopra a questo tavolo davanti a tutti che ne dici?" disse maliziosamente e risi mentre circondavo il suo collo con le mie braccia esili, attirandola a me per baciarla ancora senza stancarmi mai.
"Dio Zulema." dissi lasciandole un lungo bacio sulle labbra e ora potevo baciarla quante volte volevo, davanti a tutti.
"I miei amori grandissimi." disse la gitana abbracciandoci e si mise in mezzo mentre io e Zulema le davamo un lungo bacio sulla guancia.
"Ti sei calmata?" disse poi riferendosi a me e scossi la testa, ero ancora nervosa.
"Se la vedo, la uccido." dissi allontanandomi dato che il pronto soccorso si stava riempendo notevolmente e notai tutti gli altri uscire mentre l'araba mi afferrava la mano.
In stanza rimanemmo solo noi due e la gitana chiuse la porta, mentre Zulema non mi staccava gli occhi di dosso.
"Stanotte non ho chiuso occhio perché avevo paura di perderti, e fissavo le nostre foto sul muro." mi sussurrò con vocina esile e mi emozionai baciandole ripetutamente le labbra.
"Dovevo pensare, metabolizzare bene la cosa e ricordarmi che tutti cambiamo e non voglio focalizzarmi troppo sul passato." le spiegai accarezzando le sue braccia toniche e annuì dandomi un piccolo bacio.
"Perché?" mi domandò subito dopo e pensai bene a cosa dirle, era una questione davvero delicata per me.
"Perché sono stata male Zule, davvero tanto e ora sono felice." dissi facendo spallucce e la mora sospirò abbassandosi alla mia altezza, baciandomi ancora.
La sua lingua si intrecciò con la mia e accarezzai il suo viso facendola rilassare mentre mi adagiava contro al bancone.
"Anche io sono felice." disse gemendo piano per come la stessi baciando e si accoccolò nell'incavo del mio collo.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...