53.

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"Posso deciderlo io, il nome?" disse Saray in lacrime dato che le avevo appena detto della nostra decisione, camminai verso l'entrata dell'ospedale e risi togliendomi i miei occhiali da sole.
"Dobbiamo decidere il donatore prima, ci vorrà tanto tempo." le spiegai cercando la mia ragazza ma non la vidi, si era svegliata presto e il letto era vuoto.
Feci spallucce inarcando un sopracciglio ed entrai in sala, vedendola discutere animatamente con Helena.
Mi bloccai sul posto e ancora non ci credevo che questa era qui, non si arrendeva facilmente con l'araba.
"Buongiorno!" esclamai alzando la voce e i miei colleghi mi salutarono, mentre camminavo verso la mia donna.
Afferrai la sua vita sotto lo sguardo di Helena e le lasciai un lungo bacio sulle labbra davanti a tutti gli altri.
Dovevo sempre marcare il territorio.
"Puoi anche evitare di farmi questi dispetti ragazzina, sai?" disse acida e mi staccai accigliandomi, Zulema tentò di allontanarmi ma la rimisi al suo posto.
"Come ci si sente?" le domandai arrivando ad un centimetro dal suo viso e sorrisi maleficamente.
Questa Helena ancora non capiva.
"Riguardo a cosa?" disse lei basita e la mano di Zulema era stretta attorno al mio polso dato che mi stavo avvicinando.
"Riguardo alla tua convinzione di poterla avere ma ti svelo un segreto: l'unica che può averla sono io." dissi staccandomi dalla presa dell'araba perché quando parlavo mi dava fastidio essere toccata anche da lei.
"Macarena, stai esagerando." disse la mia ragazza nervosa e mi voltai piano nella sua direzione, a dir poco sconvolta.
"La pensi così?" domandai calma e anche il mio tono di voce era pacato.
", la penso esattamente così quindi smettila per favore." disse sfidandomi e risi incredula, lanciai un'ultima occhiataccia ad Helena e nemmeno feci colazione dirigendomi fuori spalancando la porta abbastanza arrabbiata.

"È possibile controllare un'edema cerebrale usando cosa?" domandai appoggiando le mani nella scrivania e gli specializzandi sfogliarono i libri.
"Steroidi." rispose una ragazza e annuii mentre lo scrivevo sulla lavagna, mi sentivo svenire per il nervoso che stavo provando addosso.
La porta si aprì mostrando la figura dell'araba e tutti si misero dritti, ma i suoi occhi neri erano fissi sui miei.
"Dotoressa Ferreiro, possiamo parlare un'attimo nel mio ufficio?" disse stringendo la maniglia e mi voltai piano verso di lei, facendo finta di pensarci.
"No." dissi scuotendo la testa e mi porsi di nuovo verso ai ragazzi che erano terrorizzati, dalla mia autorità.
"Cosa paralizza la lesione del nervo circonflesso?" domandai ancora non calcolando la mora che alzò la testa serrando la mascella tantissimo.
"Deltoide." rispose un ragazzo alzando la mano e mi voltai appuntando anche questo sulla lavagna.
"Dott-" tentò di nuovo Zulema e continuai a spiegare senza considerarla, facendo delle domande di neurologia.
"La psicosi di Korsakoff, è caratterizzata da?" domandai ancora e calò un silenzio tombale, la mora chiuse la porta e si appoggiò contro di essa guardandomi male.
Molto molto male, ma non importava.
"È caratterizzata da confabulazione." mi rispose lei stessa e chiusi gli occhi serrando la mascella dolorosamente.
"Non mi pare che lei sia una specializzanda dottoressa Zahir." dissi furiosa e i suoi occhi neri ebbero una scintilla per la mia formalità.
Il mio istinto mi diceva che dovevo mettere le cose in chiaro fin da subito, senza cadere troppo ai suoi piedi.
"Sono il capo, posso fare il cazzo che voglio qui dentro bionda." sbottò alzando di poco la voce e camminò venendo al mio fianco autoritaria.
"Proseguiamo con le domande allora, il primo che risponde viene in sala con me domani." disse cercando la mia mano da sotto al tavolo ma mi staccai bruscamente sedendomi nella sedia.
Mi facevano male le gambe.
Non avevo mangiato e afferrai la bottiglia d'acqua giusto per rimanere idratata.
"La regione cerebrale che controlla il sonno REM è?" domandò prendendo il mio posto e nessuno aveva il coraggio di parlare, Ethan alzò la mano e sorrisi orgogliosa per quanto fosse preparato.
"Ponte." rispose lui con un sorriso in viso e mi guardò mentre gli facevo l'occhiolino felice, tutti volevano sorprendere Zulema.
"Vuoi andare in sala con la mia ragazza o con me?" domandò l'araba al mio specializzando e lui sussultò, alcuni addirittura sudavano freddo.
"Con lei non ho ancora avuto l'onore, ma se me lo permette accetto volentieri la sua proposta dato che ho risposto alla domanda." disse il ragazzo tenendole testa e sorrisi vittoriosa.
Bravo Ethan, così si fa.
"Hai le idee chiare, mi piace." disse l'araba spostando di poco il suo camice e mi morsicai le labbra per quanto fosse maledettamente bella.
"Merito della sua ragazza e del suo tumore che lei stessa ha tolto." disse Ethan facendo spallucce e risi divertita.
"Touché ragazzino, in sala con me." disse Zulema voltandosi verso di me ma non la guardai neanche per mezzo secondo, ero davvero tanto arrabbiata.
"Posso continuare io? Finisco il turno proprio tra un paio di minuti." dissi mettendomi in mezzo e mi alzai cauta, mentre la mora mi guardava severa.
"Io mi siedo lì però." disse indicando la sedia e le feci un cenno annoiata.
"Fai come vuoi, Zulema." borbottai con i nervi alle stelle e nella mia mente vedevo lei ed Helena a quel congresso.
"Ovvio che faccio come voglio, dopo anni ancora non ti è chiaro questo concetto." disse ribattendo e feci finta di non sentirla, mi schiarii la voce e sistemai la mia frangia andando davanti al tavolo.
Dandole le spalle.
"Nella maggior parte degli adulti, le onde beta dell'ECG predominano in quali aree?" domandai indicando lo schermo della lim e aspettai che qualcuno rispondesse in fretta.
Volevo andare a casa.
"Front-" rispose una ragazza del secondo anno ma venne interrotta da Zulema che si alzò di scatto uscendo dal laboratorio chiudendo la porta con tantissima forza.
Era arrabbiata e avevo il terrore di tornare a casa, in queste condizioni.

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