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1 settimana dopo.

I giorni passavano e Zulema si stava riprendendo notevolmente, arrivai all'ospedale al mio solito orario e mi legai i capelli mentre entravo nella sua stanza.
"Basta fiori." disse riprendendo all'infermiera che stava sistemando alcuni vasi e aveva un senso dell'umorismo unico che mi faceva sorridere, davvero tanto.
Non mi aveva ancora accennato nulla riguardo a ciò che le avevo detto e andava bene così, necessitava riposo e un pochino di fisioterapia quindi non volevo forzarla con i miei sentimenti.
"Buongiorno." dissi con un sorriso sulle labbra e un sole bellissimo illuminava la stanza dando inizio alla primavera.
"Non vuole fare colazione." disse l'infermiera esasperata e alzai gli occhi al cielo per il comportamento dell'araba.
"Faccia provare a me, si riposi." dissi afferrando il vassoio e la mora aveva preso tantissimo colorito in viso.
Ma era un processo assai lento.
"Perché fai così? Devi mangiare." la ripresi notando che le avevano cambiato le bende e fece spallucce.
"Mi fa ridere quando si incazza." disse sorridendo e mi morsicai il labbro per quanto fosse bella.
Sembrava davvero rinata ed ero curiosa di sapere come si sarebbero svolte le cose d'ora in poi, aveva la sua solita riservatezza e autorità nonostante tutto.
"È l'ennesima infermiera che cambio per te, sei davvero incredibile." dissi aprendo lo yougurt e strinsi il cucchiaino saldamente mentre lo giravo.
"Non mi piace quel gusto." disse Zulema ad una certa e per poco non svenni, non poteva essere vero.
"Ma stai scherzando? Sono andata in un supermercato strano per trovarti questo gusto." piagnucolai spazientita e la vidi sorridere estasiata nel vedermi così esasperata per lei.
"Non mi voglio far imboccare, non ho due anni okay? Fanculo." disse dicendomi la verità ed era ancora troppo debole nella presa quindi il cucchiaino le cadeva, ogni volta che ci provava.
"Devi mangiare, stasera inoltre devo aiutarti anche con la fisioterapia e la dottoressa ti aspetta." dissi severa e con lei dovevo esserlo per forza dato che aveva un'orgoglio grandissimo.
"Okay." disse semplicemente e mi porsi a lei mentre avvicinavo il cucchiaino nella sua bocca, l'aprì piano e mangiò.
Il mio sguardo era concentrato mentre i suoi occhioni neri fissavano il mio volto, ma non ci feci caso.
"Cazzo." sussurrai notando che si era sporcata nell'angolo della bocca e distrattamente ci passai il dito pulendola visto che non avevo tovaglioli.
Zulema rimase impassibile per il mio gesto e continuai a farla mangiare, notando che aveva finito la colazione.
Tutta quanta.
"Whoa, bravissima!" dissi felice e la vidi alzare gli occhi al cielo autoritaria, era così bella e terribilmente viva.
"Beh, come ci si sente?" mi domandò dopo mezzo secondo e sussultai.
"Per cosa?" le domandai buttando le cose nel cestino e gironzolai nella sua camera riordinando le cose sparse.
"Hai eseguito un'intervento mai visto prima d'ora quindi, come ti senti ad essere al picco della tua carriera?" mi domandò volendo parlare con me e mi sedetti al suo fianco, molto piano.
Aveva innalzato dei muri altissimi e non volevo pressarla di niente dato che questa, era la sua nuova vita al 100%.
"Mi sento strana, però sono felice non solo perché tu sei qui con me ma anche per aver superato l'intervento senza causarti nessun danno." le spiegai facendo spallucce e un piccolo sorriso spuntò sulle sue labbra.
Per poco non svenni.
"Ho visto alcune parti grazie ad Alicia e posso sapere perché ti sei bloccata? Mossa azzardata da parte tua, stavi per farmi andare nell'altro mondo." mi provocò con la sua solita stronzaggine e sembrava che fossimo tornate ai vecchi tempi per come mi stava trattando.
Ma non ci feci caso.
Credevo in me ora.
"Mi sono ritrovata in un punto dove ero circondata dal tumore e il mio piano é andato letteralmente a puttane ecco perché, grazie al discorso che mi ha fatto Saray sono riuscita a trovare la giusta strada." le spiegai con un tono di voce pacato e inarcò un sopracciglio confusa, ovviamente non le avrei mai raccontato tutta la vicenda.
"Stronzate." disse l'araba e mi alzai dal posto cambiandole la flebo sostituendola con una nuova di zecca.
Doveva riprendere tantissime forze.
"Ti sto dicendo la verità." dissi dopo un paio di minuti di totale silenzio e non la guardai dato che avevo le lacrime agli occhi per come stavo reprimendo tutto.
"Bella verità del cazzo la tua." disse l'araba lanciandomi una frecciatina e serrai la mascella uscendo dalla stanza.
Non sapevo come comportarmi.

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