28.

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Il silenzio della stanza era assordante, i miei occhi verdi erano incollati in quelli neri di Zulema e si sedette afferrandosi la testa tra le mani.
"Di cosa stai parlando?" disse Meredith sconvolta e guardai la donna di cui ero innamorata, rotta in mille pezzi.
"Pensavi davvero di tenermelo nascosto? Volevo vedere fino a che punto saresti arrivata, guardati. Mi hai mentito lurida stronza e questa cosa Zulema, non te la perdonerò mai in tutta la mia cazzo di vita!" urlai scoppiando a piangere davvero per tutta la tensione e i suoi occhi diventarono lucidi mentre le voltavo le spalle.
Uscii dalla sala riunioni e le urla di Saray si sentivano per tutto il corridoio, non era una questione mia e avevo fatto troppo.
Presi il telefono digitando il numero di Amelia e per non dare troppo all'occhio mi rinchiusi dritta nel bagni.
Il mio volto era sconvolto dato che lo vedevo riflesso nello specchio e dopo vari squilli la voce della mora mi assalì.
"Maca, sono le due del mattino." disse con la voce impastata dal sonno e non mi interessava se c'era il fuso orario.
"So tutto." sbottai camminando nervosamente e subito rimase in silenzio non sapendo che dirmi.
"Come hai fatto a scoprirlo?" disse riprendendosi un minimo e scoppiai a ridere, ma stavo morendo dentro.
Letteralmente.
Il mio cuore era rotto in mille pezzi.
"Mi hai insegnato tu stessa ad analizzare una persona quando sta male, l'ho guardata con i miei cazzo di occhi Amelia e ho capito, dai suoi comportamenti che non stava bene." dissi toccandomi i capelli nervosamente e mi appoggiai nel lavandino, realizzai la situazione che stavo vivendo e prima che la mia amica potesse parlare scoppiai a piangere a singhiozzi.
Non era giusto.
Non era giusto volere così tanto una persona e rischiare di perderla.
"Vuoi che venga lì da te?" disse sentendo i miei singhiozzi e scossi la testa mettendo il viva voce stringendo con forza i bordi di marmo.
"No, me la vedo io." sussurrai singhiozzando e mi lavai il viso con acqua gelida facendo dei respiri profondi.
"Io ti consiglierei di parlarne con lei, io lo sapevo già da vari mesi ma Zulema non ha voluto che si sapesse." mi spiegò con voce rotta e serrai la mascella asciugandomi il viso, dovevo essere forte davanti agli occhi di tutti.
Mai debole.
"Va bene, avrei fatto lo stesso perché qui entra in gioco il segreto professionale e tu non potevi rischiare così tanto, Amy va tutto bene." dissi seria e non potevo prendermela con lei, qui c'era di mezzo il nostro lavoro.
"D'accordo, se trovo un volo vengo da te il prima possibile perché è una situazione tanto complicata. Non devi stare sola Maca, okay?" disse preoccupata e ridacchiai decidendo di uscire dal bagno, con un'ansia addosso.
"Io sono sempre sola." dissi con un tono di voce apatico e chiusi la chiamata dirigendomi verso l'ufficio di Saray per prendere le mie cose e andarmene.
Intanto mandai un messaggio ad Amelia e le ordinai di mandarmi tutto via email, dovevo assolutamente vedere di cosa si trattava questo tumore.
Uscii dall'ascensore e notai la porta dell'ufficio di Saray aperta, entrai stranita ma mi bloccai a causa dello scenario che avevo davanti ai miei occhi.
La gitana aveva il volto tra le mani e Zulema era davanti a lei, cercando di rassicurarla in qualche modo ma non ci riusciva minimamente.
"Vuoi urlarmi di nuovo? Mi hai messo in ridicolo davanti a tutti." mi stuzzicò l'araba e scossi la testa afferrando il capotto, indossandolo velocemente.
"No, ho già fatto abbastanza." dissi afferrando il telefono e sorrisi appena notando l'email di Amelia, nonostante fosse tardi aveva deciso di mandarmela indipendentemente da tutto.
"Oh guarda, il tuo tumore." dissi indicandolo nello schermo del mio telefono e Zulema serrò la mascella.
"Io me ne vado." disse Saray scuotendo la testa e la mora la guardò con tutto il dolore che aveva in corpo.
"Cancella l'email, non sono cazzi tuoi e sai cosa? Prendi un volo e vattene via da qui, non voglio vederti." disse afferrando del tabacco e spalancai la bocca incredula per le sue parole.
Non era lei.
Era il tumore.
"Non sono affari miei? Io sono innamorata di te Zulema, e tu stessa mi hai voluta qui!" urlai arrivando ad un centimetro dal suo viso e gliel'afferrai bruscamente cercando di addolcirla.
"Non toccarmi." sussurrò appoggiando la fronte contro la mia e scossi la testa con le lacrime che mi rigavano il viso.
Non riuscivo a trattenermi.
"Scordatelo, hai bisogno di me." mormorai contro le sue labbra e le diedi un lieve bacio mentre aveva il respiro affannato ma la strinsi contro al mio petto.
Forte.
"Non c'è nulla da fare, bambina. Mettiti l'anima in pace perché mi perderai per sempre, senza scuse." disse con la voce tremolante e continuai a lasciarle dei piccoli baci, facendo scorrere le mani lungo la sua vita stretta.
"Scordatelo, fammi vedere questo figlio di puttana lurido e giuro su Dio che, lo tolgo tutto Zulema." dissi decisa e rise, appoggiando la testa sulla mia spalla abbracciandomi dolcemente.
Rimanemmo in silenzio senza dire nessuna parola e le mie dita stavano tracciando piano i suoi lineamenti.
"Piccola, vattene via." sussurrò facendo un cenno verso la porta e scossi la testa, stringendole la vita sempre di più.
"Perché mi hai fatto questo? Mi hai chiamata qui, dammi una cazzo di possibilità per questo caso." sussurrai lasciandole un lungo bacio sulle labbra e la mora si accoccolò nell'incavo del mio collo baciandolo dolcemente.
"La situazione era gestibile ma poi, è peggiorata di colpo e ho parlato con tanti chirurghi bambina. E tutti mi hanno detto di no, non è possibile salvarmi da questo male." la sentii dire e spalancai la bocca incredula, ero così giovane rispetto ai suoi colleghi.
Ed erano più esperti di me.
La strinsi a me tremando come una foglia e non dovevo cedere proprio ora, volevo valutare la situazione e vedere questo tumore in tutta la sua grandezza.
"Calmati, stai tremando." disse staccandosi da me e la trascinai nel divano, volevo parlarle.
Volevo capire la situazione.
"Non mi va, bionda." mormorò sedendosi svogliata e le afferrai il viso, studiandola con attenzione.
Mi lasciò fare esausta e alzai le maniche del suo camice vedendo che le sue braccia erano piene di segni, dovuti alla miriade di prelievi fatti e rifatti.
"Non te lo perdonerò mai, mai." sussurrai alzando lo sguardo verso ai suoi occhi e la rabbia prese il sopravvento, mi aveva nascosto una cosa veramente enorme.
"Fai bene, non sono da perdonare." disse l'araba ridendo tristemente e una lacrima mi rigò il viso, senza pensarci due volte afferrai la sua mano e la baciai.
La baciai forte fino a farla tremare come una foglia, l'araba circondò il mio collo con le sue braccia e mi strinse.
Mi strinse, forte.
Facendomi capire che aveva bisogno che qualcuno svoltasse la sua vita al 100%, la baciai da tutte le parti e si lasciò toccare da me mentre mi facevo forza.
Lei non ne aveva più.
Dovevo esserlo per entrambe.
"Non ti lascio, mettitelo in testa. Non ti darò mai la soddisfazione di vincere, hai capito? Non ti lascio." dissi ripetendolo mentre la riempivo di baci a non finire, mentre lei non sapeva minimamente cosa dirmi.
"Non ti lascio Zulema, io-" sussurrai distrutta e singhiozzai all'improvviso mentre lei mi abbracciava forte.
"Shh, bambina." disse con la voce spezzata dal pianto e affondai il viso tra i suoi capelli lisci, che amavo.
"Vaffanculo, ti odio." dissi urlando e piansi a dirotto nuovamente perché avevo troppa tristezza addosso e dovevo sfogarmi per sentirmi più leggera.
"Vai a casa, per favore." disse staccandosi da me e mi baciò a lungo mentre mi alzavo, ero stravolta.
Voleva stare da sola e lo capii dai suoi occhi colmi di lacrime, mi stava implorando e dovevo assecondarla.

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