Ma la verità è che non lo so neanche io come sto, non so descrivere se sto bene oppure no.
Mi sento vuota, persa, come se non avessi mai niente da perdere.
È tutto così monotono.
Non accade mai nulla che mi faccia sentire viva, che mi faccia dire "wow", che faccia battere questo maledetto cuore che sta fermo già da troppo tempo.
Non provo più niente, non mi fido più di nessuno, nulla ha più importanza.
È come se perdessi tutto all'improvviso, non mi cambierebbe nulla forse per il semplice fatto che il mio mondo ce l'ho dentro, che a forza di stare sola mi sono creata il mio spazio, il luogo dove essere me stessa.
Dentro di me.
E credetemi se vi dico che, per il momento, è il mio posto preferito."Dottoressa Sierra! Ho sentito parlare di te e dato che sei qui le mie congratulazioni per l'ultimo intervento." disse Miranda porgendole la mano e la mia migliore amica la strinse, regalandole un sorriso amorevole.
I miei occhi verdi si scontrarono con quelli di Zulema che era sconvolta, sia per la sua sfrontatezza ma anche per il fatto che non ero più da sola.
"Grazie, infatti ho un congresso tra due giorni qui a Madrid e spero tanto che la bionda mi accompagni." disse circondando la mia vita con il braccio e mi sentivo tanto al sicuro.
"Sì, tanto non lavoro più qui." dissi lanciando una frecciatina a Zulema che mi voltò le spalle andandosene via.
Non aveva le palle di affrontarmi.
"Che?" urlò Saray sentendo la mia affermazione e feci spallucce, non aveva senso continuare.
"Sì, la tua migliore amica ogni volta che tento di salvarle la vita mi manda a quel paese quindi, cosa ci faccio qui? Assolutamente nulla Saray." dissi infilandomi meglio il capotto e Alicia mi strinse al suo corpo mozzafiato trascinandomi via, senza scuse.
"Tutto bene il viaggio?" le domandai una volta uscite indicando la mia macchina e annuì felice, mi lasciò un lungo bacio sulla guancia e l'aiutai a sistemare la valigia sul cofano.
"Raquel mi ha mandato dieci messaggi e la devo per forza chiamare, ormai sai com'è no?" disse sedendosi al mio fianco e annuii mettendo in moto infilandomi poi gli occhiali da sole, il telefono mi vibrò e lo afferrai stranita notando che si trattava di Zulema.
Mi aveva scritta.MESSAGGIO DA: zulema.
se tu te ne vai, con me hai chiuso.Bloccai il telefono fregandomene altamente e alcune lacrime rigarono il mio viso, Alicia stava parlando con sua moglie allegramente e la invidiavo tanto.
Avevo sempre desiderato la sua vita, piena di successi e tantissimo amore.
E amavo da morire la sua famiglia.
"Piccola, sì il viaggio è andato bene." disse sistemandosi la sua frangia impeccabile e non appena mi fermai davanti ad un semaforo la salutai.
"Macarena é più esaurita del solito e sta affrontando un lesbodram-" disse prendendomi in giro e alzai gli occhi al cielo per quanto fosse idiota.
Stava cercando di farmi ridere.
Avevamo subito fatto amicizia a Boston e i suo era un talento fuori dal comune, veniva davvero ricercata da tutti gli ospedali anche fuori dall'America.
Era ricca, da far schifo.
"Inquadrami il mostriciattolo." disse la rossa con il broncio e la vidi emozionarsi un minimo mentre svoltavo a destra.
"Victoria, amore di mamma!" urlò estasiata e parcheggiai nel mio solito parcheggio mentre uscivo, chiusi lo sportello e Alicia intanto mi fece vedere sua figlia, innamorata persa.
"È minuscola Ali, assurdo." dissi sorridendo e lasciai ancora gli occhiali da sole giusto per non far vedere i miei occhi lucidi, volevo piangere.
Da morire.
"Ha le lentiggini come me e sono 36 per l'esattezza sai? Io e Raquel le contiamo ogni giorno." disse ridendo e la feci entrare a casa mia perché volevo averla vicina, mi era mancata troppo.
"Sono tanto felice per te, sai?" dissi andando in camera giusto per cambiarmi e Alicia non mi rispose, la porta di casa ad una certa si chiuse e non appena ritornai in cucina mi spaventai.
"Sorpresa!" urlarono le mie amiche riunite in salotto e mi misi le mani davanti alla bocca, Maya e Carina corsero verso di me e mi abbracciarono fortissimo.
Era da tanto che non le vedevo.
"Amelia ci ha informate." disse la mia amica scoccandomi un lungo bacio sulla guancia.
"Ovvio, lo so che è maledettamente protettiva." dissi alzando gli occhi al cielo e tutti risero, mi era mancato da morire questo clima.
"Rimango qui in ospedale da te, ho parlato proprio oggi con Zulema. È ancora più bella dal vivo." disse Carina mentre Maya appoggiava la testa sulla sua spalla e sorrisi notando loro fedi che luccicavano.
"Mi sono licenziata, quindi non mi vedrai in quell'ospedale ma sono contenta che tu vada lì." dissi facendo spallucce e chiusi gli occhi sospirando.
"Mi ha offerto uno stipendio abbastanza elevato e sia io che Maya vogliamo cambiare clima quindi, stiamo prendendo in considerazione di rimanere a Madrid per un po'." mi spiegò con un sorriso sulle labbra e sgranai gli occhi, almeno non sarei rimasta da sola e non stavo sognando.
"Fate benissimo, Maya ti hanno per caso assunta nella stazione19?" dissi curiosa e il mio telefono vibrava incessantemente segno che la mora mi stava mandando messaggi.
Ma non le avrei risposto.
Non dopo quello che aveva fatto.
"Sì, come capo dei pompieri." disse la mia amica felice e l'abbracciai congratulandomi.
Alicia invece era appoggiata sul mio tavolo e mi guardava studiandomi con lo sguardo decifrando il mio dolore.
"Vado a sdraiarmi, va bene? Mi fa male la testa e devo riposarmi." dissi serrando la mascella e le mie amiche annuirono mentre si alzavano.
"Ci vediamo dopo, bionda? Non so usciamo, incontriamo altre persone." mi consigliò Carina tentando di addolcirmi e annuii con una lacrima che mi rigava il viso, mi salutarono un ultima volta e senza replicare mi sdraiai sul letto.
"Perché non vuole farsi operare da te? Deve smetterla di trattarti male." disse Alicia appoggiandosi sullo stipite della porta e mi legai i capelli velocemente.
"Non crede in me, semplice." le risposi facendo un sorriso triste e la mia migliore amica avanzò, abbracciandomi piano mentre il mio corpo tremava dalla rabbia.
"Sei innamorata?" mi domandò stringendomi al suo corpo forte e annuii, ridendo poi nervosa.
"Lotta, ancora." sussurrò dolcemente e sorrisi amaramente, per la sua frase.
"Ho lasciato tutto per venire qui, Amelia, il mio posto di lavoro e cosa ho ottenuto? La donna che voglio è in fin di vita e non sai quanto vorrei spaccarle la faccia per come mi sta trattando. È orgogliosa, mi ha solo usata per portarmi a letto quando voleva." dissi alzando la voce e mi presi la testa tra le mani mentre la rossa mi guardava seria.
"Il dolore non sparisce, fa parte della nostra vita ogni giorno. Non vuole farsi aiutare? Cazzi suoi, ma tu provaci fino alla sfinimento perché se le importa un minimo cederà." mi disse decisa e sbuffai mentre mi accoccolavo sotto le coperte, nemmeno mangiai.
Volevo solo addormentarmi.
Scappando dai miei problemi.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...