4.

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convention, boston.


Il cameriere afferrò il mio bicchiere con cautela e versò un po' di champagne, lo ringraziai cordialmente e il braccio di Amelia fu presto attorno alla mia vita.
"Sei bellissima." sussurrò baciandomi la
spalla nuda e sorrisi rilassata, eravamo ad un convegno importante e finalmente ci stavamo riposando un pochino.
"Oh, anche tu tesoro." sussurrai mordendomi il labbro e indossava un vestito a dir poco mozzafiato che le slanciava il corpo alla perfezione.
I suoi occhi azzurri si posarono sulla mia scollatura un po' profonda e si porse verso al mio viso, catturando le mie labbra che si affrettò a baciare.
Chiusi gli occhi e ricambiai appoggiando il bicchiere nel tavolo dietro di me, c'erano veramente tantissime persone e strinsi Amelia tra le mie braccia.
"Mhm, questo vestito." mugugnò contro la mia bocca e fece scorrere la mano lungo il mio fianco stringendolo forte.
Mi faceva sentire tanto desiderata ma sapevamo entrambe che la nostra scintilla non era abbastanza forte.
Volevo sentirmi bruciare e lei appiccava appena il fuoco senza farlo disperdere lungo la mia anima come faceva l'araba.
La mia schiena si depositò sul muro e la sua lingua si intrecciò con la mia, eravamo nascoste da tutto e cambiai le posizioni facendole sbattere la testa.
"Andiamo a casa." sussurrò eccitata mordendomi le labbra e alzai la sua coscia nuda aderendola sulla mia vita.
Gemetti contro la sua bocca ma ci fermammo a causa di una voce che riecheggiò su tutta la sala.
"No, fanculo." mugugnai alzando gli occhi al cielo e mi staccai accarezzando le braccia magre della donna davanti a me in tutto il suo splendore.
Mi afferrò la mano e alzai gli occhi al cielo seguendola con il mio bicchiere in mano, lo bevvi cercando di rilassarmi e un medico abbastanza importante incominciò a parlare in modo pacato.
"Buonasera, prima di iniziare il mio discorso spero vivamente che il buffet sia di vostro gradimento." incominciò con un tono di voce divertito e tutti i presenti scoppiarono a ridere.
Amelia rise e si mise alle mie spalle abbracciandomi piano da dietro e lasciandomi un bacio sul collo.
Lo faceva ogni volta che ne aveva l'occasione e il suo tocco era tanto dolce con me, tant'è che mi rilassava.
"Durante questi mesi la ricerca ha fatto veramente tantissimi progressi a partire dalla cura del Parkinson eseguita dalla dotoressa Amelia Shepherd!" continuò indicando la mora alle mie spalle, tutti applaudirono e mi voltai lasciandole un bacio sulle labbra.
"Sono fiera di te, Amy." sussurrai lasciandogliene un'altro e l'uomo continuò ad elencare i vari medici che per tutto questo tempo avevano dato una marcia in più per la medicina.
"È anche merito tuo." sussurrò baciandomi con dolcezza e mi sentivo gli occhi di molte persone addosso quindi a maggior ragione strinsi la mora possessivamente, autoritaria in viso.
Avevamo passato tanto tempo in laboratorio provando ogni cura possibile ed immaginabile, era incredibile il modo in cui avevo imparato grazie a lei.
"Devo andare a fare il mio discorso." sbottai accorgendomi che ero stata chiamata e dovevo spiegare l'ultimo mio intervento innovativo in neurochirurgia.
"Puoi farcela, ti guardo da qui." disse Amelia nel mentre che le porgevo il bicchiere e le diedi un piccolo bacio, dirigendomi verso il palco.
Salii dei gradini in ansia a causa dei tacchi e le luci erano puntate tutte su di me, alle mie spalle avevo un maxi schermo enorme e diedi l'ordine di proiettare le mie ultime tac svolte.
"Salve, grazie per avermi invitata qui! Per me è un'onore partecipare a questo bellissimo evento nonché progetto innovativo." incominciai stringendo saldamente il microfono tra le mani e alcune persone mi fecero delle foto perché ovviamente tutto questo sarebbe stato pubblicato.
Si trattava della ricerca.
Zulema mi avrebbe vista perché questo evento era trasmesso in diretta proprio ora e cercai di darmi un contegno, tutti gli ospedali sapevano di questo convegno.
"Colgo l'occasione per parlare della neurochirurgia oncologica che si occupa del trattamento chirurgico dei tumori del sistema nervoso centrale, intrinseci, estrinseci e primari. Il trattamento si basa sul concetto di trattamento chirurgico secondo limiti funzionali in cui la resezione chirurgica ha come limite l'individuazione sulla superficie del cervello a livello corticale ed entro al cervello a livello sottocorticale delle aree funzionali e dei loro collegamenti tratti sottocorticali." continuai parlando fluidamente e gli occhi azzurri di Amelia mi mettevano una sicurezza assurda, le regalai un piccolo sorriso e camminai indicando alcune cose sullo schermo.
"Grazie a questa metodica brain mapping e monitoring, è possibile rimuovere in modo esteso vaste neoplasie cerebrali, localizzate in punti critici del cervello, mantenendo l'integrità funzionale del paziente. Ho avuto un caso proprio due mesi fa e ho utilizzato questa tecnica che mi ha letteralmente svoltato la vita." dissi fermandomi un attimo e guardai dritta nella telecamera che mi stava riprendendo, dovevo essere forte ma al solo pensiero che l'araba potesse guardarmi in questo preciso istante mi mandava a puttane tutto quanto.
Mi rendeva nonostante tutto, fragile.
Aveva ancora questo potere abnorme su di me e avevo provato ad evitarlo ma era impossibile data la mia situazione.
"Quando un tumore si sviluppa nel cervello, perturba il funzionamento del sistema e il cervello si adatta alla presenza del tumore e alla sua crescita, variando il grado di organizzazione funzionale dei vari sistemi di network. Questa capacità di adattamento e di compenso, chiamata plasticità cerebrale, viene sfruttata dal chirurgo per rimuovere efficacemente il tumore e mantenere allo stesso tempo l'integrità funzionale del paziente. Si ma come garantire una resezione tumorale sicura?" domandai con un sorrisetto divertito e alcuni provarono a discuterne tra di loro, Amelia scosse la testa alzando gli occhi al cielo e avevo studiato proprio con lei questa cosa.
"Okay non preoccupatevi ora vi spiego tutto quanto io: il primo passo per capire il grado di plasticità è lo studio del funzionamento del cervello attraverso studi ed esami neuropsicologici e metodiche di imaging preoperatori. Al momento dell'intervento, il chirurgo individua le funzioni sulla superficie del cervello e all'interno di esso trova i network grazie alla neurofisiologia intraoperatoria, il cervello funziona con elettricità ed è coadiuvato da metodiche da, TC, neuronavigazione. Grazie a questa metodica brain mapping e monitoring è possibile eseguire estese resezioni chirurgiche, se possibile anche al di là dei confini o bordi dei tumori. Tale approccio sta nel fatto che cellule tumorali sono presenti anche al di là dei bordi del tumore evidenziati in RM, e l'uso di queste metodiche consente la loro sicura ed efficace rimozione, senza alterare la funzionalità del paziente." conclusi spiegando tutto per filo e per segno e feci un lungo sospiro di sollievo perché non avevo sbagliato nulla.
"Per le domande potete farle benissimo sul mio blog o sul mio profilo Instagram, sarò lieta di rispondervi molto volentieri! Grazie ancora per questa bellissima opportunità ne sono veramente grata." dissi sorridendo e un'applauso riecheggiò su tutta la sala nel mentre che un'altro chirurgo prendeva il mio posto.
Passai il microfono gentilmente al ragazzo davanti a me e scesi di nuovo le scale, Amelia mi afferrò per la vita in modo tale da non farmi cadere e sorrisi baciandola dolcemente.
"Sei stata pazzesca, vuoi da bere?" disse trascinandomi nella sala affianco e annuii seguendola.
Il telefono mi vibrava e lo afferrai notando che migliaia di persone avevano incominciato a seguirmi, sorrisi vittoriosa per il mio intervento e mi sedetti in un divano abbastanza comodo.
Sorrisi notando la mora bere dell'acqua e a causa della sua dipendenza non poteva bere proprio per niente, era pulita da anni ormai e la monitoravo come un falco.
Amelia aveva un brutto passato per colpa delle droghe e dell'alcol, era finita in comunità per molti mesi ed era sempre pulita sotto la mia sorveglianza.
"Ho i direct invasi di domande." dissi scorrendo lungo i messaggi e ne risposi ad alcuni, Amelia si sedette al mio fianco e la sua mano si intrufolò sotto al mio vestito per stringere la mia coscia snella.
La guardai maliziosamente e strinsi un pochino la sua gola, i suoi occhi azzurri brillarono e si mordicchiò il labbro baciandomi poi con tanta passione.
Volevo trascinarla nel primo bagno libero e scoparla per poter smettere di pensare all'araba che stava invadendo il mio cervello, anche in questo momento.
"Ti piace Boston o vorresti ritornare in Spagna?" disse baciandomi il collo e non capivo perché diavolo mi stava domandando una cosa del genere quando ero al picco della mia carriera.
Boston era tutto quello che avevo sempre desiderato e mi stava offrendo delle opportunità a dir poco grandiose, da anni.
Ero addirittura primario e gli specializzandi impazzivano per venire in sala con me e le gallerie erano piene.
Al 100%.
"Perché mi stai facendo questa domanda?" mormorai a bassa voce sperando di non dar voce ai miei pensieri ma purtroppo mi sbagliavo perché quando si trattava del mio passato casualmente precipitavo nel vuoto.
Più totale.
La mora si staccò da me e accarezzò la mia coscia dolcemente, percepiva sempre quando mi innervosivo e in questo preciso istante ero terrorizzata perché sapevo che la mia vita doveva prendere un'altra svolta importante.
Ovviamente.
"Ho un caso abbastanza complesso e volevo chiederti se volevi venire con me, lo sai che Meredith è come una sorella quindi ho accettato subito. Ho il volo domani, andrò a stare a casa sua e speravo che tu potessi venire." disse accarezzandomi il braccio e il mondo mi crollò addosso letteralmente, non solo di dover prendere un aereo di 12 ore ma per il fatto che avrei rivisto la donna che mi ha fatto uscire letteralmente di testa e che non ci ha pensato due volte a spezzarmi il cuore.
Mi meritavo questo per caso? No.
Il cuore mi stava per uscire dal petto, la testa mi girava e presi dei lunghi respiri profondi scolandomi tutto l'alcool che avevo depositato sul mio bicchiere.
Questa serata era iniziata benissimo e ora? Per poco non svenivo qui davanti a tutti al solo pensiero di tornare a casa.
"Se non vuoi venire non succede niente però, data la nostra situazione mi sembrava giusto dirtelo." aggiunse la donna al mio fianco e mi alzai nervosamente per poi toccare i miei lunghi capelli biondi, la testa mi stava per esplodere per questa notizia.
"Sto cercando di metabolizzare questa cosa, se dovessi rivedere Zulema sai che cosa accadrebbe, vero? Non mi sarebbe per niente irrilevante la sua presenza." le spiegai afferrando un'altro bicchiere di champagne e durante tutto questo dolore avevo imparato una cosa: se ero sincera con me stessa automaticamente stavo bene.
Arrivavo dritta al punto, come sempre.
"Lo so bene, ma devi andare avanti perché anche il tuo ex ospedale purtroppo è uno dei più gettonati nel campo della medicina, non puoi perderti queste occasioni solamente per una donna che voleva portarti a letto." disse innervosendosi e notai un pizzico di gelosia nella sua voce.
Amelia aveva il diritto di essere gelosa di me perché se non avessi avuto la sua presenza in tutto il periodo buio della mia vita sarei crollata.
"Amelia, io e te non stiamo insieme." sbottai voltandole le spalle dato che non volevo fare spettacolo e uscii velocemente in balcone, accesi una sigaretta ma la mora me la tolse via.
"Non me ne frega un cazzo, ti sto solamente dicendo che sei sopravvissuta a tutto questo dolore e puoi farcela, hai capito?" disse afferrandomi il viso forte e i suoi occhi azzurri erano di una potenza immensa.
"No, mi farà crollare quella donna." mormorai con le lacrime che mi rigavano il viso e Amelia le baciò una ad una.
Non me la meritavo, assolutamente.
"Sei forte, Maca sei forte. Vieni con me, arricchisci le tue conoscenze e mandala a fanculo. Lo so bene che ti rende vulnerabile ma io sono proprio al tuo fianco. Non voglio lasciarti qui da sola, mai." sussurrò baciandomi il collo molto piano e inspirai il suo profumo meraviglioso, strinsi la sua vita e l'abbracciai forte.
Ero giovane, avevo tutta la vita davanti e un'intervento complesso era bellissimo da vedere, quindi a maggior ragione dovevo approfittarne anche per la mia carriera.
E Amelia ancora una volta, mi stava indirizzando sulla giusta via come sempre senza farsi nessun tipo di problema.
Dovevo prendere una decisione.
Ora.
E non volevo lasciarla proprio ora.
"Hai ragione, quindi sai che ti dico? Ora torniamo a casa e prima di andare a letto insieme mi aiuti a preparare la valigia." dissi decisa e le scoccai un bacio sulle labbra facendola ridere, i miei tacchi facevano un rumore assordante nel pavimento e una lacrima solitaria mi rigò il viso dall'ansia.
Ma cosa poteva mai andare storto?

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