certe anime
hanno solo
sbagliato epoche.Un nuovo inizio!
Grazie al calendario succede ogni anno, rimettiamo l'orologio su Gennaio.
Il nostro premio per essere sopravvissuti alle feste è un nuovo anno, buttati il passato alle spalle e ricomincia.
È difficile resistere alla tentazione dell'inizio, alla voglia di accantonare i problemi dell'anno vecchio.
E pure il resto.
I miei tacchi riecheggiavano nel pavimento e stranamente il pronto soccorso era ancora vuoto, feci un cenno a Richard e mi sorrise raggiungendomi.
"Pronta per affrontare questo lunedì?" disse sorridendomi e sorrisi, afferrai la pinza che avevo in tasca e mi sistemai i capelli entrando dentro alla sala.
Mi ero cambiata poco fa e il camice bianco risaltava tantissimo con la gonna a vita alta nera che portavo insieme ad un top abbastanza elegante.
Tutti erano radunati parlando con qualcuno ma non riuscivo a vedere fino a quando non mi avvicinai, spalancai la bocca sorpresa e Amelia mi sorrise.
"Hey!" esclamò abbracciandomi e notai Zulema appoggiata nel bancone bevendo dalla sua solita tazza, tesa tantissimo.
Si paralizzò sul posto nel vedermi vestita così elegante ma avendo iniziato la settimana dovevo solamente seguire gli specializzandi.
Le braccia esili di Amelia mi circondarono la vita e affondò il viso nell'incavo del mio collo letteralmente scoperto.
"Mi sei mancata, principessa." sussurrò con voce lieve ma Zulema sfortunatamente la sentì eccome perché rise incredula, rimanendo al suo posto.
"Quando sei arrivata?" dissi felice e la tenni stretta a me accarezzandole dolcemente la schiena.
"Ieri, ma volevo che fosse una sorpresa quindi eccomi qui biondina!" esclamò sorridendomi e mi tolse una ciocca ribelle dal viso, Zulema appoggiò la tazza con forza sul lavello e guardò male Amelia con uno sguardo di fuoco.
La guardai seria in viso e camminò verso al tavolo dove c'erano varie cose da mangiare, si sedette incrociando le gambe e mangiò affiancata da Saray.
"E cosa sei venuta a fare qui?" domandai afferrando anche io una tazza e nel mentre che mi versavo il caffè calò un silenzio tombale in sala e Amelia guardò brevemente Zulema in panico.
Che stava succedendo?
"Quindi?" sbottai bevendo e tutti parlavano tra di loro ma le due more si fissavano come se ci fossero solo loro.
"Sono venuta qui per alcune cose, poi ti aggiorno va bene? Tranquilla." disse avvicinandosi e alzai gli occhi al cielo, misi la testa di lato e osservai Zulema fissarmi insistentemente per poi far scorrere lo sguardo in tutto il mio corpo.
Aveva voglia di me.
Ed io volevo vendicarmi un minimo.
"Okay, Amy sono felice che tu sia qui sai? Mi sei mancata tantissimo." dissi afferrando piano il suo camice e l'attirai a me per abbracciarla ancora una volta.
Sfregai le labbra sul suo collo magro e Zulema si alzò di scatto uscendo dalla porta, capendo che la stavo provocando.
"Avete litigato?" disse la mora ridendo appena e feci spallucce, bevendo il mio caffè con un sorrisetto in volto.
"Sto cercando di farla dannare un pochino per vedere come reagisce." mormorai appoggiando la tazza vuota nel lavello e gli occhioni azzurri di Amelia mi guardavano amorevolmente, si avvicinò e mi diede un bacio lieve sulle labbra.
Davanti a tutti, senza nessuno scrupolo.
"Lo so che non sei più mia, ma stai attenta e sii responsabile okay?" sussurrò contro la mia bocca e annuii rilassandomi al suo tocco lieve, non provai nulla in quel bacio e mi accorsi che Zulema mi faceva provare fuoco puro.
Ma non stavamo insieme.
"Non tenermi niente nascosto, se lo scopro Amelia rovescio il mondo." sussurrai afferrandola per il viso e la guardai dritta negli occhi, le diedi un ultimo bacio sull'angolo della bocca e filai dritta in laboratorio.Ci vuole coraggio per tornare ad amare rialzarsi, raccogliere pezzi, ricucirli e andare avanti.
Ci vuole coraggio a parlare di sé, delle proprie paure ed essere se stessi.
Ci vuole coraggio ad affidarsi di nuovo, far crollare tutti i muri e aprire il proprio cuore.
Ci vuole coraggio ad essere felici, ad amare senza limiti incondizionatamente perché è solo così che si ama.
Ci vuole però, anche il coraggio per lottare a tenersi stretti, andando anche oltre ai limiti, perché quando si ha la fortuna di incontrarsi bisognerebbe anche avere il coraggio di tenersi.
Buttai il vassoio vuoto e mi guardai attorno notando che Zulema non era venuta a pranzo quindi decisi di andare da lei, dopo l'ultima chiamata non ci siamo viste per un paio di giorni.
Andai dritta in ascensore senza dare troppo all'occhio e arrivai al quarto piano, era quasi deserto come al solito e sorrisi appena nel vedere la porta del suo ufficio.
Bussai un po' troppo forte e non ricevetti risposta, bussai ancora e ad una certa la sua voce mi fece sobbalzare.
"Sono qui." disse alle mie spalle e aveva i capelli mezzo raccolti con gli occhiali da vista che si tolse sotto al mio sguardo.
Quanto cazzo era bella solo dio lo sa.
"Hey, sono le tre e non ti ho vista per quasi tutta la mattina, stai bene?" dissi guardandola afferrare la tessera dal suo camice e aprì la porta senza rispondermi.
"Sì sto bene, tu invece? Scopato?" disse acida e afferrò del tabacco nel mentre che io la guardavo basita.
"Se ti riferisci al bacio che mi ha dato Amelia stamattina non ha significato un cazzo per me." incominciai togliendomi il camice e rimasi con gli abiti che avevo deciso di indossare oggi.
Zulema non mi rispose e rise appena, leccò la cartina alzando lo sguardo su di me e un calore nel basso ventre mi fece tremare, dio se la volevo.
"Puoi fare quello che vuoi, non stiamo insieme e-" disse portandosi la sigaretta alle labbra ma avanzai verso di lei, gliela tolsi e mi misi a cavalcioni sulle sue gambe cogliendola di sorpresa.
"Finito?" sussurrai ad un centimetro dal suo viso e sbuffò alzando gli occhi al cielo per come la stavo provocando.
"Sì, levati." disse cercando di alzarsi e morsicai le sue labbra tirandole leggermente, facendola ansimare.
"Voglio te, Zulema." sussurrai muovendomi appena sopra di lei e sbuffò, ma notai che il suo corpo era maledettamente teso quindi dovevo farla cedere perché era gelosa, da morire.
Il mio piano, aveva funzionato assai.
"Vai da lei, scopatela." sussurrò contro le mie labbra e risi tirando fuori la lingua leccandole sensualmente le labbra.
"Gelosa? Lo sai-" dissi stuzzicandola e l'araba si alzò di scatto, urlai sorpresa non aspettandomelo assolutamente e afferrò i miei capelli sbattendomi con una forza disumana sulla sua scrivania.
Aveva il fiatone e gemette facendo pressione sul mio corpo, si inchinò al mio orecchio e il suo fiato caldo mi stava facendo tremare come una foglia.
"Gelosa io? Vuoi che te lo dimostri?" sussurrò aprendo le mie gambe da dietro e mi morsicai il labbro inferiore estasiata.
"Sì, dimostramelo." mormorai con vocina lieve e tirò i miei capelli facendomi portare la testa all'indietro di scatto.
"Decisione poco saggia la tua perché sai benissimo cosa succede quando mi fai incazzare così tanto, bambina." disse togliendosi il camice e lo gettò nella sua poltrona, mi alzai di poco e il suo braccio strinse la mia vita esile, la sua altezza mi sovrastava e mi voltai verso al suo corpo in modo tale che potesse baciarmi con una passione disumana.
Le sbottonai i pantaloni eleganti che portava e la sua mano strinse la mia coscia sbattendomi ancora una volta nel legno freddo della sua scrivania.
"Tu saresti arrabbiata? E il modo in cui mi hai lasciata tramite messaggi un paio di giorni fa? Eh?" mormorai contro la sua bocca e mi morsicò il labbro talmente forte fino a farmelo sanguinare.
Gemetti spintonandola di poco e strinse il mio polso, guardandomi stupefatta.
"È per questo che ti sei vendicata?" disse infilandosi tra le mie cosce e alzò la mia gonna scoprendo quasi tutto.
"Sì, perché ti volevo come non mai quella notte e tu che hai fatto? La figlia di puttana come al solito." dissi mordendomi il labbro e un sorrisetto malizioso si fece spazio sul suo viso.
Abbassò lo sguardo aderendo le mie cosce sulla sua vita e prese a baciare tutto il mio collo scoperto, lentamente.
Chiusi gli occhi e la lasciai fare mentre intrufolavo le mani sotto alla sua camicia per graffiarle la parte bassa della sua schiena perfetta, volevo graffiarla forte.
"Mi hai pensata per tutta la notte?" sussurrò in estasi e in stanza si sentivano gli schiocchi dei suoi baci, sul mio collo.
Ecco il fuoco di cui avevo bisogno.
"Sì, in tanti modi." sussurrai eccitata e le scappò un piccolo gemito di piacere, affondai ancora più forte le unghie e decisi di essere il più sincera possibile.
"E ti sei toccata, pensando a me?" disse dopo un po' abbassando il mio top aderente e soffocai una risatina divertita.
"Sì, non hai idea di come sono venuta sussurrando il tuo nome." dissi stuzzicandola e inarcai di poco la schiena dato che mi stava baciando il petto.
"Oh, piccola." mugugnò stringendomi al suo corpo caldo e le accarezzai i fianchi spingendola meglio verso di me.
L'allontanai di poco e mi guardò colma di desiderio mentre toglievo il mio top rimanendo in reggiseno davanti a lei.
Osservò il mio intimo e si inchinò per marchiarmi prepotentemente il seno, mordicchiandolo a suo piacimento.
"Dovevi venire, avremo scopato da Dio se solo non avessi fatto la stronza." dissi mordendomi il labbro e la sua lingua stava già accarezzando piano il mio capezzolo turgido a causa sua.
"È stato bello sentirti al telefono." disse alzando la testa e le afferrai la gola molto piano, baciandola sulle labbra e infilandole lentamente la lingua in bocca.
Ricambiò il mio bacio e il modo in cui ci volevamo era veramente unico, volevo questa donna con tutta me stessa e per sbloccarla dovevo per forza metterla alla prova e darle tutta quella adrenalina.
"Puoi sentirmi ora, sai?" dissi facendo scivolare gli slip lungo le mie gambe e mi guardò non aspettandosi questa sfrontatezza da parte mia, ma ero cambiata e doveva accettarlo al 100%.
Volevo essere donna con lei.
Non avere paura di osare a fare qualcosa al di fuori dalla mia portata.
"Sono incazzata nera, bionda." disse furiosa e sussultai, afferrai il suo viso e la feci abbassare perché volevo sentirla.
"Facciamo pace? Dai." dissi aprendo le gambe con un colpo solo e alzò una mano accarezzandomi la coscia nuda.
"Ancora non mi conosci." disse con uno sguardo vendicativo e spinsi il suo viso, ignorandola completamente.
Aprì le mie cosce e strinsi il bordo della sua scrivania mentre affondava il viso tra le mie cosce, leccando il mio centro.
"Oddio sì, Zulema così." sussurrai mordendomi il labbro e prese a muoversi più velocemente mentre inarcai la schiena ansimando ad alta voce, impugnai i suoi capelli neri in un pugno e sussultai di scatto per come fece scivolare due dita dentro di me.
Mi scappò un gemito rumoroso e la scrivania si mosse appena a causa del mio bacino che stava assecondando i suoi movimenti esperti e precisi.
Zulema era così, maledettamente brava.
Sapeva dove toccare.
Come farmi godere.
Come farmi venire nei giusti modi.
Sapeva di cosa necessitavo.
Feci fatica a tenere gli occhi aperti e avevo la bocca spalancata con un cardiochirurgo di fama mondiale infilato tra le mie gambe, facendomi sua.
Strinsi i suoi capelli e le sue dita si mossero più velocemente facendomi urlare di scatto, se avesse continuato sarei venuta dritta sulla sua bocca.
Le mie gambe stavano tremando e mugugnai spingendola ulteriormente senza staccarla da lì in mezzo, l'orgasmo stava salendo come un'ondata di fuoco puro ma ovviamente l'araba si bloccò proprio sul più bello.
"No, no, Zulema." dissi piangendo come una bambina e la vidi alzarsi leccandosi le labbra, che figlia di puttana.
"Cosa ti aspettavi? Che ti avrei scopata come se niente fosse?" disse ridendo e afferrai il suo polso, posizionando la mano proprio in mezzo.
"Non posso uscire da qui così." mormorai cercando le sue labbra e mi afferrò saldamente la gola, mi morsicò il labbro e le ansimai praticamente in bocca con le lacrime agli occhi.
"Ti sei baciata quella quando hai giurato di essere mia, da molto." sussurrò infastidita ed era veramente arrabbiata, ma non ero pentita di niente.
"Quindi ti importa di me, dopo anni." dissi guardandola dritta negli occhi e sospirò ridendo incredula.
"Vestiti, ed esci di qui." sussurrò allontanandosi e scossi la testa incredula, afferrai i miei slip da terra e li indossai rossa in viso, arrabbiata da morire.
"Questa me la paghi, Zulema." sussurrai sistemandomi la gonna insieme al top e la sentii ridere divertita.
"Non mi fai paura, bambina." disse sfidandomi e si sedette nella sua poltrona e mi avvicinai con passo lento.
"Potrei scoparmela, no?" dissi abbassandomi alla sua altezza e le gambe mi tremavano appena, per tutto.
"Vai, ma tanto sei talmente abituata con me che al posto di urlare il suo di nome urli il mio, estasiata pure." disse facendomi un sorriso a trentadue denti e la guardai malissimo per vari secondi.
"Sei una stronza." dissi allontanandomi da lei arrabbiata e uscii dal suo ufficio sbattendo la porta con tanta forza.
Era guerra.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...