31.

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"E se non firmassi?" disse Zulema con un sorrisetto sulle labbra e il cuore mi stava per esplodere dal petto.
Chiusi gli occhi facendo dei respiri profondi e volevo semplicemente che lei mi ascoltasse, tutto qui.
Lavoravo giorno e notte su questo tumore e avevo trovato un'approccio che mi permettesse di operare.
Ma volevo semplicemente delle tac più aggiornate e delle analisi del sangue.
"Ci sono miliardi di chirurghi là fuori bravi il triplo di me questo è vero ma io uso l'immaginazione per ogni cosa. Penso di operare questo tumore, il mio capo sei tu quindi devi firmare." dissi decisa indicandole il foglio e l'araba mi guardò come se fossi pazza.
"Sai cosa uccide un paziente in fin di vita? La fottuta speranza." disse alzandosi dal suo posto e mi strappò il foglio davanti, lanciandomi poi i pezzetti di carta addosso fregandosene.
Serrai la mascella innervosendomi e bevvi il caffè guardando la donna della mia vita dirigersi fuori, con passo veloce.
"Ti arrendi così? Guarda che la responsabilità me la sto prendendo tutta quanta io Zulema, tutta io!" le urlai arrabbiata da morire e si fermò in mezzo al corridoio, scoppiando a ridere.
"Non mi interessa nulla di te, sei solamente un chirurgo meno preparato degli altri e sinceramente il tuo piano del cazzo puoi infilartelo su per il culo, Macarena." disse ridendo incredula e una lacrima mi rigò il viso, non perdeva nessuna occasione per trattarmi male ed io subivo, auto convincendomi del fatto che fosse il tumore a parlare e doveva essere così.
"Ti arrendi così? Speravo che fossi una donna molto più razionale e invece, non sei grata neanche questa volta del fatto che ti sto offrendo tutta me stessa come al solito!" le urlai asciugandomi il trucco colato e un secondo dopo la sua mano colpì la mia guancia, causandomi un dolore fortissimo mai provato prima d'ora.
Mi aveva dato uno schiaffo davanti a tutto il personale e sopratutto sotto agli occhi dei miei colleghi, che si precipitarono subito da me abbastanza preoccupati.
"Zulema! Sei impazzita?" urlò Arizona afferrandomi il viso tra le mani e mi colava del sangue dal naso, ero sotto shock per questo suo gesto e senza pensarci due volte, le voltai le spalle e me ne andai con il cuore rotto.

Mi tolsi il camice furiosa e aprii il rubinetto sciacquandomi il viso, il sangue non cessava e afferrai delle garze tamponando forte fino a farmi male.
"Figlia di puttana." dissi arrabbiata con le lacrime agli occhi e mi serviva urgentemente del ghiaccio perché la parte dove mi aveva colpita era gonfia.
Entrai in pronto soccorso aprendo i vari cassetti e afferrai del ghiaccio istantaneo, appoggiandolo subito sul viso.
"Stai bene?" mi domandò Callie stringendomi la spalla e scossi la testa.
"Come pensi che stia? Sto cercando in tutti i modi di afferrarla ma mi scivola via, come al solito. E sai cosa? Sono stanca, non dormo e passo tutto il tempo chiusa in laboratorio ad osservare quelle tac." dissi alzando di poco la voce e gemetti chiudendo gli occhi, il viso mi faceva male da morire e la mora aveva davvero applicato una forza fuori dal normale.
"Mi dispiace, ragazzina." disse la donna davanti a me e notai proprio l'araba appoggiarsi nel bancone di legno.
Si era tolta il camice e le sue gambe erano slanciatissime fasciate da un jeans abbastanza stretto, era stupenda.
Poi si voltò lentamente verso di me guardandomi dritta negli occhi e scossi la testa, alzandomi piano e dirigendomi verso l'ascensore facendo pressione sul mio viso ma mi bloccai.
Lauren entrò dentro all'ospedale con il suo fascino impeccabile e Zulema le sorrise sfidandomi poi con lo sguardo.
Non capii cosa diavolo stava succedendo ma mi è bastato vedere le loro labbra unite realizzando che effettivamente l'araba se ne sbatteva altamente di me.
Spalancai la bocca incredula vedendo che si stavano baciando senza farsi nessuno scrupolo e il ghiaccio che avevo tra le mani, mi cadde a terra.
Era fuori di testa.
"Maca, lasciala stare." mormorò Saray ad una certa e mi voltai verso di lei serrando le labbra in una smorfia dura.
Quelle labbra avevano baciato le mie proprio oggi e ora?
Erano già di un'altra persona che avevo sempre detestato da quando mi trovavo qui, e Zulema lo sapeva bene.
"Certo che la lascio stare." dissi alzando la voce e camminai entrando in ascensore, appoggiai la testa contro al muro e scoppiai a piangere.
Senza pensarci due volte afferrai il telefono e chiamai Amelia mentre mi dirigevo in laboratorio che ormai usavo solo ed esclusivamente io, per il caso.
"Bellissima, tutto bene?" disse la mia amica rispondendomi al telefono subito e la sua voce mi fece calmare un minimo.
"No, voglio prendere il primo volo e tornare a Boston perché è tutto inutile. Le ho preparato il foglio per autorizzarla a operare e sai che cazzo ha fatto? L'ha stracciato." dissi incredula e chiusi la porta, mi legai i capelli gemendo dal dolore e fortunatamente avevo bloccato il gonfiore.
"Non ci posso credere, dovrebbe sfruttare questa occasione e lasciarsi aiutare da te ma è sempre la solita." disse la mora sbuffando e le raccontai brevemente del bacio tra lei e Lauren.
Ancora non ci credevo.
"Tesoro, devi capire che quella bionda fasulla è il suo divertimento e sai perché? Non prova un cazzo con lei. Se dovesse fare una cosa del genere con te la romperesti in mille pezzi, non vuole farsi operare perché la rendi debole e non vuole dartela vinta." mi spiegò con un tono di voce pacato e accesi il mio pc controllando le varie email che mi arrivavano quotidianamente.
Tutti mi offrivano ogni giorno posti di lavoro impeccabili ma l'unica che riusciva a darmi il mondo era proprio l'araba.
"Cosa devo fare? Amy sono sola. Tutte le persone importanti sono lì da te, qui non mi capisce nessuno." dissi piangendo silenziosamente e mi portai le ginocchia al petto, afferrandomi poi il viso tra le mani sentendomi tanto male.
Volevo che qualcuno mi abbracciasse e mi dicesse che andava tutto bene, che non stavo facendo nulla di sbagliato.
"A proposito di questo, ti ho mandato un regalo e dovrebbe arrivare a breve. Spero che lo riceverai il prima possibile così ti sentirai meglio. Riguardo al tumore hai esposto le tue teorie?" disse Amelia riprendendomi e aveva terribilmente ragione, volevo abbracciarla forte perché mi mancava.
Ero letteralmente sola qui dentro.
Tutti avevano la loro persona, ma io no.
"No, non ne ho avuto l'occasione perché volevo prima la sua firma-" dissi farfugliando e Amelia scoppiò a ridere.
"Fanculo a quella cazzo di firma! Hai una voce? Usala bionda, sei primario di neurochirurgia e sai che potresti avere tutti ai tuoi piedi?" mi interruppe la mia amica alzandomi di poco la voce, e tremai sul posto.
"Fatti valere mi hai capito? Sei da sola, quando hai un mondo dentro con mille teorie riguardo ad un tumore. Nessuno riuscirà mai a capirti e solo tu sai quello che devi fare, basta piangere intesi? Hai una dignità e una reputazione grandissima." disse riprendendomi ancora e non sapevo cosa dirle, mi stava sbattendo la verità in faccia come al solito senza problemi.
"Amy.." tentai cercando di bloccarla dato che stava urlando ma mi interruppe ancora, perché ci teneva davvero a me.
"No, io non posso venire da te perché la situazione qui è seria, ma quanto abbiamo lavorato io e te? Quante volte ti ho detto che è fondamentale per un chirurgo controllare le proprie emozioni?" disse calmandosi un minimo e chiusi gli occhi respirando piano.
"Hai ragione, tantissimo." dissi riprendendomi un attimo e frugai dentro alla mia borsa cercando le salviette.
Per prima cosa, ripulii tutto il trucco colato e con del fondotinta coprii quel leggero segno violaceo che mi aveva lasciato Zulema, con lo schiaffo.
"Tengo a te, e mi manchi." sussurrò Amelia ad una certa e sorrisi tristemente, bei tempi quando ci divertivamo insieme.
"Anche tu, tsunami." dissi felice e scoppiò a ridere abbastanza divertita, terminai la chiamata e mi truccai.
Ripassai il trucco e decisi di affrontare l'araba e capire una volta per tutte cosa dovevo fare con questo caso.
Voleva che tirassi fuori le palle? Bene.
Uscii dal laboratorio dopo aver revisionato le ultime tac ed ero sempre più convinta che potevo salvarle la vita.
Ma il tempo era troppo prezioso affinché venisse sprecato quindi doveva darmi un'occasione.
"Maca." disse una voce a me conosciuta e mi voltai trovandomi Richard con uno sguardo abbastanza dispiaciuto.
"Hey." mormorai alzando la mano per salutarlo educatamente e ripresi a camminare mentre quest'ultimo mi affiancava rimanendo in silenzio.
"Stai bene? Mi dispiace per quello che è successo prima e non te lo meriti. Sei l'unica che ha davvero le palle di affrontarla, come Dio comanda." disse dopo vari minuti ed entrammo in ascensore, diretti al quarto piano.
"Lo faccio perché sono innamorata persa di lei, ma hai visto tu stesso cosa ha fatto prima. Si è baciata Lauren davanti a me come se non contassi un cazzo." dissi ridendo e il mio dolore era stato sostituito dalla rabbia pura, volevo affrontarla.
"Zulema é un casino, ma se ti piacciono le cose difficili lei fa proprio al caso tuo perché è fuori di testa." disse l'uomo al mio fianco e serrai la mascella, ero arrivata a destinazione e lo salutai, bussando poi nel suo ufficio.
Mi diede il consenso ed entrai trovandola in piedi, chiusi la porta e infilai le mani in tasca con uno sguardo di fuoco.
Volevo ucciderla.
"Dimmi pure." disse con la sua solita sfrontatezza e avanzai, sedendomi elegantemente nella sua solita sedia.
"Sto cercando di salvarti la vita." iniziai con un tono di voce autoritario e sbuffò sedendosi davanti a me, innervosendosi.
"Ancora questi discorsi buonisti del cazzo? Mi stai stancando." sbottò alzando di poco la voce e la lasciai perdere, seguendo i consigli di Amelia.
Non poteva distruggere i miei progressi.
"Ti disturba che ti dica la verità in faccia? Perché se è così, continuo a darti fastidio Zulema." dissi provocandola e non riuscivo a togliermi dalla testa il bacio suo e di Lauren.
"Sei un'egoista bionda, sappiamo entrambe che non riusciresti a togliermi l'alien perché è troppo difficile e non hai tanta esperienza." disse giocherellando con una penna che aveva lì sul tavolo e sorrisi.
"Perfetto, allora sai che ti dico? Mi licenzio Zulema e torno a Boston." dissi togliendomi il camice e glielo lanciai addosso come lei aveva fatto con quei miseri pezzetti di carta, inutili.
La mora spalancò la bocca incredula per la mia affermazione e incrociai le braccia al petto, aspettando che parlasse.
"Perché?" chiese semplicemente e le scoppiai a ridere in faccia, fregandomene altamente del fatto che stesse male.
Lo stavo facendo davvero.
"Me lo chiedi pure? Non ti importa di me, ti baci le altre e ahimè chissà quante donne ti sei scopata in mia assenza mentre io mi dannavo in laboratorio per te, non è così?" dissi con un tono di voce pacato e glielo leggevo in faccia che mi aveva tradita.
", sono andata con altre perché non voglio sprecare nessuna occasione. Sei felice? Sono stata sincera e tu odi le bugie Macarena." disse ridendo e le sorrisi a mia volta, annuendo tranquilla.
"No ma sai cosa? Apprezzo la tua sincerità ma sono tanto curiosa di sapere se anche a loro hai detto tutte quelle cose, che hai detto a me. Hai amato anche loro, Zulema?" dissi spiazzandola completamente e sussultò, lanciandomi un'occhiataccia enorme.
"No." disse chiudendo di poco gli occhi e scoppiai a ridere, incredula.
"Bene, come ho ben notato ricadi sempre tra le braccia di Lauren e sono stanca di essere presa in giro. Non me ne frega di rimanere qui basta, ho finito di perdere tempo con una persona che non crede in me e quella sei tu, sei tu cazzo!" esclamai alzandomi e appoggiai le mani sopra al tavolo, aspettando che parlasse.
"Sto sprecando tempo Zulema, sai quante persone aspettano di essere salvate? Ma tu no, non capisco cos'ho che non va ma merito di meglio. E la persona che può darmi veramente tanto è a Boston e mi manca." dissi riferendomi ad Amelia ed era vero, mi mancava la mia vita in quel posto magico.
Mi mancavano i miei amici.
Le nostre grigliate di gruppo, e gli infiniti falò in spiaggia aspettando l'alba.
Qui era l'inferno, per davvero.
"Vattene allora, vai da lei." disse alzandosi a sua volta e una lacrima le rigò il viso, rimasi al mio posto fissandola e mi diede le spalle letteralmente furiosa.
"Mi resta poco tempo bionda e voglio sfruttarlo fino all'ultima briciola. Quindi , hai ragione! Vai da una persona che può darti il mondo vero. Io non posso darti ciò che vuoi e mai lo farò, intesi?" disse asciugandosi le lacrime e scossi la testa, triste in viso.
"Non ho bisogno che tu mi dia qualcosa dato che sei tu, tutto ciò che ho sempre voluto da quando ho messo piede qui dentro. Vuoi passare gli ultimi istanti con Lauren? Bene, fallo!" urlai furiosa alzando le braccia furiosa e non ero mai stata così tanto arrabbiata in vita mia.
"Almeno lei è donna, è una mia coetanea e sa soddisfarmi come voglio io quindi , sto con lei." disse lanciandomi una frecciatina enorme.
Il cuore mi si ruppe in mille pezzi e annuii, realizzando che aveva scelto lei ancora.
E ancora.
Ero proprio l'ultima in classifica.
"Sono felice per te." dissi guardandola dritta negli occhi e scossi la testa, uscii dal suo ufficio e ovviamente mi seguì.
I suoi tacchi facevano un rumore assordante ma non appena fece per afferrarmi il polso, mi scansai veloce.
"Macarena." mi richiamò cercando di bloccarmi ma non la stavo ad ascoltare, mi afferrò per la vita davanti a tutti e mi fece voltare nella sua direzione.
"Lasciami, che cazzo vuoi fare? Dirmi due paroline e farmi cedere come sempre? Scordatelo!" urlai ad un centimetro dal suo viso e mi guardò le labbra, mentre le sbraitavo contro.
"Che sta succedendo?" urlò Miranda a causa delle nostre urla e il mio scorpione non la considerò, guardandomi furiosa.
"Non ho bisogno delle paroline per farti cedere, perché sei debole e una stupida ragazzina viziata del cazzo." disse afferrandomi il viso forte e tentai di togliermi dalla sua presa ma era impossibile, nonostante tutto era forte.
"Andiamo in sala, vedi come te lo dimostro quanto cazzo sono debole. Ti tolgo tutta quella merda che hai nel cervello, almeno ti dai una svegliata." dissi provocandola e tutti sgranarono gli occhi per le mie parole, ma non mi importava assolutamente perché non volevo cedere con una come lei.
Affondai le unghie sul suo polso e la mia schiena andò a sbattere sul bancone, le infermiere si dileguarono e il corpo di Zulema mi sovrastava letteralmente.
"State dando spettacolo." disse Saray cercando di afferrare la sua migliore amica per un braccio ma Zulema era puntata verso di me.
"Chi cazzo ti credi di essere? Vuoi fare la paladina della giustizia?" disse Zulema prendendomi in giro davanti a tutti e sembrava che fossimo tornate ai tempi di quando ero specializzanda.
"E se volessi farlo? Cosa fai?" dissi ad un centimetro dal suo viso e aprì di poco la bocca, sfiorando le nostre labbra.
"Stai zitta." sbottò inchiodandomi contro al bancone e sorrisi divertita per l'assurda situazione che si era creata.
"Altrimenti, cosa fai?" sussurrai mordendole il labbro inferiore e tutti ci guardavano estasiati, Zulema mi attirò al suo viso e la baciai infilandole la lingua in bocca senza farmi nessuno scrupolo.
Ricambiò il mio bacio per vari secondi ma scivolai via dalla sua presa, tutti ci guardavano estasiati e la mora diede un colpo al bancone fortissimo.
L'avevo appena baciata davanti a tutti.
"Contenta?" disse alzando le braccia e risi scuotendo la testa, menefreghista.
Feci per risponderle ma un fischio fortissimo mi fece sobbalzare e per poco non svenni, trovando la mia migliore amica qui in tutto il suo splendore e fascino all'entrata del pronto soccorso.
Spalancai la bocca incredula e tra le mani aveva una valigia enorme, segno che era appena arrivata qui.
"Non vieni ad abbracciarmi?" disse con il suo accento inglese formidabile e corsi verso di lei, gettandomi tra le sue braccia.
"Non ci posso credere che sei qui davvero, avevo bisogno di te." dissi dandole un lungo bacio sulla guancia e tutti erano sconvolti nel vederci.
Zulema aveva lo sguardo fisso su di lei e inarcò un sopracciglio confusa, non avendola mai vista in vita sua.
"E tu chi cazzo saresti?" sbottò poi serrando la mascella e la donna tra le mie braccia sorrise, squadrandola seria.
Ovviamente sapeva tutto quanto.
"Io sono il pacco regalo che Amelia Shepherd ha spedito l'altro giorno." disse ironica e risi, mi era mancato il suo sarcasmo fortissimo e già stavo meglio.
Mi sentivo più forte nell'averla al mio fianco, Amelia sicuramente le aveva dato alcune raccomandazioni importanti.
"Ti sembra che abbia voglia di scherzare? Sei nel mio cazzo di ospedale come se niente fosse." sbottò alzando la voce e la mia migliore amica alzò gli occhi al cielo, per niente intimorita dalla sua autorità e serietà.
"Rilassati Zulema Zahir, pensavo che a breve incominciasse una festa ma invece noto con mio grande dispiacere che tratti la mia migliore amica di merda." disse con un tono di voce melodrammatico e l'araba sgranò appena gli occhi, realizzando che la conosceva.
Ovvio, Zulema era conosciuta da tutti.
Con tanto di nome e cognome.
"Non sono in vena di festa." sbottò la mora guardandola malissimo e poi depositò lo sguardo su di me, furiosa.
"Io invece, quindi ora mi porto via la bionda dato che a quanto pare non gradisci la sua presenza." disse provocandola e circondò le mie spalle con il braccio, sfidandola eccome.
"Come ti chiami?" disse Zulema avanzando verso di noi e Saray sbuffò afferrandola per il braccio in tempo.
Richard fece un sorrisetto capendo chi fosse e mi strinsi di più tra le sue braccia, sentendomi incredibilmente protetta.

"Alicia Sierra, chirurgo plastico! E tu devi essere quella con il tumore al cervello in fin di vita, o sbaglio?"

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