11.

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per lui l'amore non era un prolungamento della sua vita pubblica bensì il suo polo opposto.
significava per lui il desiderio di
darsi in balia dell'altro.
chi si dà all'altro come
un soldato si dà prigioniero,
deve prima consegnare tutte le armi,
e così provato di ogni difesa,
non può fare a meno di
chiedersi quando arriverà il colpo.

"Oggi è la giornata mondiale contro l'AIDS, quindi a maggior ragione dovremo parlare dell'infezione da virus dell'immunodeficienza umana che è causata da retrovirus che distruggono i linfociti e inibiscono la risposta immunitaria cellulo-mediata, con aumento del rischio di alcune infezioni e di alcuni tumori." incominciai a spiegare e appoggiai le mani sopra alla scrivania davanti a me, portavo una gonna a vita alta e sopra avevo il camice bianco che mi stava divinamente.
Amelia era dovuta partire per un'incontro importante a Boston e mi aveva dato molte raccomandazioni ed io pure, eravamo sempre in contatto e ovviamente il nostro rapporto era tanto importante nonché stretto, tantissimo.
"Perché sia definibile AIDS, devono essere soddisfatti alcuni criteri.." dissi sul vago cercando un pennarello per scrivere alla lavagna ma non lo trovai, sbuffai cercandolo e Zulema ad una certa fece il suo ingresso in laboratorio, seria.
"Cerchi questo?" disse divertita e dopo il nostro ultimo incontro, aveva innalzato le sue mura tantissimo ed io mi divertivo.
", grazie." dissi afferrandolo e il suo sguardo si depositò sul mio corpo fasciato da abiti stretti, sorrisi soddisfatta ma ovviamente non me la diede vinta.
"È occupato?" disse indicando la sedia dietro alla scrivania e scossi la testa, stavo meglio in piedi così lei si sedette davanti a tutti e ce l'avevo alle mie spalle.
Capii il suo giochetto e mi maledii mentalmente per essere stata così ingenua perché ovviamente dopo quello che le avevo fatto si sarebbe vendicata.
"Che bella visione qui." la sentii dire scrivendo alcune cose e ritornai al mio posto, con la mora alle mie spalle che osservava tutto il mio corpo da dietro.
I ragazzi erano troppo presi dalle mie parole ma Saray aveva già capito il giochetto della sua migliore amica.
Ma comunque decisi di non pensarci e continuai a spiegare, erano cose che avevano già studiato ma essendo una giornata importante non faceva male riprenderle un pochino questi argomenti.
"Tra le numerose, focalizziamoci su quelli ad interessamento che sono possibili grazie alla compromissione dello stato immunitario del paz-" dissi con voce pacata ma le parole mi morirono in gola non appena la mano del mio scorpione accarezzò la mia gamba da dietro e sussultai tanto sorpresa.
Era fuori di testa?
Feci finta di niente e continuai a parlare cercando di essere il più neutrale possibile e la sua mano prese a salire nel mentre che si infilava tra le mie cosce.
Il mio respiro era leggermente affannato e ingoiai il groppo che avevo in gola, prendendo poi un lungo respiro profondo.
Maledetta, figlia di puttana lurida.
"Abbiamo il linfoma cerebrale primitivo: tipicamente linfoma B, può coinvolgere qualsiasi porzione parenchimale e dare perciò una clinica variabile-" dissi bloccandomi di scatto ancora e abbassai la testa, Zulema aveva appena sfiorato il mio punto sensibile e si comportava come se niente fosse.
"Dottoressa Ferreiro, continui." disse quest'ultima stringendomi la coscia e sussultai appena per tutta la tensione.
Era così eccitante e questa lurida ingrata mi stava prendendo in giro davanti a non so quanti specializzandi.
"Dicevo, necessita di RM e biopsia per la diagnosi, la leucoencefalopatia multifocale progressiva invece da riattivazione del virus é caratterizzata dalla demielinizzazione subacuta e progressiva del sistema nervoso centrale." dissi riprendo un po' di controllo e improvvisamente l'araba parlò, porgendosi meglio sul tavolo apposta per toccarmi meglio.
"Questa patologia comporta deficit neurologici multifocali tipica emiparesi e il decesso, avviene entro un anno." disse abbassando la sua voce rauca e mi tolse gli slip di poco, continuando a toccare come se niente fosse.
La guardai mordendomi poi il labbro e serrai le gambe con la sua mano che scendeva a saliva molto lentamente, dio quanto mi mancava sentirla dentro di me.
"La diagnosi si effettua con RM associata a PCR su liquor. I sintomi sono cefalea, alterazione dello stato mentale, convulsioni, coma, febbre, e talvolta deficit neurologici focali." continuai parlando velocemente in modo tale da finire prima e Zulema non aveva smesso per un'attimo di provocarmi a non finire.
"Mhm, sono così sorpresa." disse ad una certa ma sapevo che non si stava riferendo a quello ma a quanto diavolo fossi bagnata e lo stava testando lei stessa in questo preciso istante.
"Vada più a fondo, dottoressa." mormorò ancora stuzzicandomi e nel dirlo fece una leggera pressione sul mio interno coscia e mi scappò un picciolo gemito di piacere ma non mi toccava.
Non come avrei voluto, c'era sempre il suo dannatissimo orgoglio di mezzo.
Ero rossa in viso e cercai con tutte le mie forza di non crollare davanti a tutti.
"Abbiamo anche un'esame chimico fisico e colturale del liquor importanti. Ovvero: criptococcosi cerebrale che è un'infezione fungina da C. Il neoformans invece può causare cefalea, lieve alterazione dello stato mentale e coinvolgimento meningeo. Necessaria ovviamente la coltura su liquor dove abbiamo: encefalopatia da HIV che comporta un grave quadro di demenza che può esordire anche in età giovanile e coinvolge sopratutto la memoria." dissi concludendo tutto d'un fiato e i ragazzi annuirono mentre io bevvi un goccio d'acqua dalla mia bottiglia.
Li congedai facendo un cenno alla porta e si alzarono subito seguito dalla gitana nel mentre che sorridevo nervosa ad ognuno di loro, Zulema non aveva staccato la presa e non appena il laboratorio fu vuoto mi voltai verso di lei, togliendole la mano.
"Sei impazzita?" urlai arrabbiata da morire e scoppiò a ridere incredula, ma poi diventò seria e mi sorrise.
Quanto era bella sono dio lo sa.
"Sei fradicia." disse indicandomi e si morsico il labbro, ansimando appena.
"Ah, hai toccato abbastanza?" dissi avvicinandomi e mi inchinai alla sua altezza mostrandole la mia scollatura.
Fece per allungare una mano ma la schiaffeggiai facendola accigliare subito.
"No, devo rivalutare la mia diagnosi." sussurrò leccandosi le labbra e mi allontanai, la sua mano si serrò sul mio polso e finii a cavalcioni sulle sue gambe.
"Ciao." sussurrò guardandomi dal basso e sbuffai perché non riuscivo a tenerle testa come vorrei, cedevo sempre.
I suoi occhioni neri erano più vivaci nell'avermi così vicina e mi inchinai lasciandole un piccolo bacio sulla guancia, non riuscendo a resistere.
"Lasciami." dissi cercando di liberarmi ma le sue mani erano sulla mia vita stretta e scesero verso ai miei glutei.
"Questa gonna, ti fa un culo meraviglioso e volevo dirtelo prima." sussurrò stringendo e gemetti per come mi toccava con la sua solita forza, la potenza di questa donna cresceva a dismisura e mi faceva sentire viva.
"Anche Amelia lo dice, sai?" dissi provocandola e non volevo cedere, si fermò di scatto e rimasi al mio posto.
"Dovresti scopare, la sua mancanza ti si legge negli occhi sei frustrata." disse lanciandomi una frecciatina e scoppiai a ridere perché eravamo assurde e non volevo cedere come anni fa.
Manco morta.
"Oh , non preoccuparti ci ha già pensato prima di partire l'altro giorno." dissi con un sorrisetto stronzo in viso e la sua mano si intrufolò sotto alla mia gonna, stringendomi possessivamente.
Eccola qui, Zulema Zahir.
"Sono sicura che la Shepherd non ti tocca come faccio io, non ti fa godere come facevo io anni fa." disse abbassando la voce e tremai sul colpo.
Alzai la testa scoprendo il mio collo e un sorriso compiaciuto si formò sul suo viso.
"Ci sa fare moltissimo, credimi." dissi abbassandomi al suo orecchio e subito inspirò il mio profumo, rilassandosi.
"Ogni notte, era con me a casa mia." continuai gemendo appena e abbassò di poco i miei slip pronta a toccarmi ma strinsi la sua mano, allontanandola.
"Mi ha fatto urlare, non sai quanto." sussurrai ricordando alcune cose e mi ero divertita davvero tanto con Amelia, l'avrei ringraziata veramente a vita.
"Io ti farei perdere le corde vocali." ringhiò l'araba e sorrisi compiaciuta, lasciandole una scia di baci sulla guancia.
Mi era mancata, in ogni secondo.
E aveva ragione come sempre, d'altronde come biasimarla a questa stronza.
"? Esilarante Zulema ma scordati di infilarti tra le mie gambe, perché non puoi fare come cazzo vuoi." dissi ad un centimetro dalla sua bocca e volevo morderle quelle labbra perfette.
"Bambina, questo lo dici tu." sussurrò alzandomi la gonna e la bloccai, volevo veramente farla impazzire tantissimo.
"Io ho sempre ragione, come quando dicevi che non mi hai mai voluta e guarda un po'? Sono partita via." sbottai nervosa e Zulema mi guardò con gli occhi più glaciali del mondo.
"Non ti ho mai voluta? Quante cazzo di volte te l'ho detto mentre ti stavo scopando, bionda?" disse afferrandomi per il viso forte e mi lasciò andare, mi alzai di scatto e camminai nervosamente mettendomi le mani sui fianchi.
Ecco ancora una volta i nostri problemi.
"Scusami, non avrei dovuto dirlo." dissi sbuffando e una lacrima veloce mi rigò il viso, velocemente.
Mi ero dimenticata quanto fosse difficile caratterialmente, alla minima cosa scattava pronta a disintegrarmi.
"Quello che ti dicevo non erano stronzate Macarena, io.." disse alzandosi e si bloccò di scatto toccandosi i capelli nervosamente, stava tanto male.
"Hey, che succede?" sbottai notando il suo battito cardiaco accelerato e si massaggiò le tempie piano, notai che fece fatica a mantene l'equilibrio e mi precipitai verso di lei prima che potesse cadere a terra priva di forze.
"Cazzo." sussurrò respirando a fatica e l'appoggiai a me lasciandole un bacio tra i capelli, accarezzandole la schiena.
"Guardami." dissi decisa e le afferrai il viso tra le mani, chiuse gli occhi e si rilassò non appena accarezzai le sue guance con i pollici lentamente.
"Sono stanca, non voglio litigare." disse con vocina esile e l'abbracciai forte a me, circondò la mia vita con le sue braccia e mi sentii terribilmente al sicuro.
"Ho esagerato, in passato volevo essere abbastanza per te, in tutto." ammisi sospirando e mi baciò teneramente sulla guancia, accoccolandosi poi nell'incavo del mio collo facendo un lungo respiro profondo.
"Mi sono sentita un problema per tantissimo tempo, era ovvio che tu non volevi una ragazzina come me. Tu al picco della tua carriera ma Zulema cazzo non hai idea di quanto io ti abbia desiderata per tanto tempo.
Quando ero con altre donne immaginavo come sarebbe stato rivederti, abbracciarti come ora." dissi aumentando la presa e un singhiozzo mi scappò perché avevo sofferto, troppo.
"Maca, mi dispiace okay?" sussurrò dandomi un lungo bacio sulla fronte e mi rilassai tra le sue braccia, dopo anni.
Stavo bene.
Zulema mi faceva stare bene.
"Non volevo spezzarti il cuore e quante volte ti ho avvisata? Ma tu sei testarda e hai voluto provarci nonostante tutto ed io cosa ho ottenuto? L'odio da parte tua." disse accarezzandomi il viso ma scossi la testa, ridendo amaramente.
"Zulema, l'odio maggiore l'ho provato io per me stessa, mi alzavo ogni mattina e la prima cosa che ho fatto quando mi sono trasferita è stata quella di coprire ogni specchio. Sai perché? Odiavo il mio volto e non ho ancora capito se amo me stessa, mi sono sentita persa tanto quanto te. Il fatto di essermi resa così vulnerabile nei tuoi confronti mi ha rotto, ma la colpa non è tua perché sapevo a cosa stavo andando incontro, l'ho evitato? Assolutamente no, per niente." le spiegai ed era una liberazione dirle tutte queste cose, mi sentivo rinascere.
"Io l'ho sempre detto che mi ricordi me, la tua audacia, la tua serietà nonostante la tua giovane età. Bambina, giuro che se potessi ti riaggiusterei ma sappi che tutto deve partire da qui." sussurrò appoggiando le dita sulle mie tempie e chiusi gli occhi.
"La forza maggiore, viene proprio da qui e se non sei consapevole di quello che potresti fare allora sei fottuta. La capisco tutta quanta la tua solitudine perché tutt'ora mi sento così nonostante sono circondata da persone ogni giorno." disse accarezzandomi il viso e piansi silenziosamente perché avevo bisogno di sentirmi dire queste cose.
"Ma tu devi farcela in qualsiasi situazione, perché anche se non sembra ho sempre creduto in te. Ma prima devi crederci tu perché credimi bionda, nessun altro lo farà per te fuori da queste mura. E sai perché ti dico tutto questo? Perché so cosa vuol dire sentirsi soli in una stanza affollata piena di gente, vedi gli altri ridere e scherzare tra di loro e tu? Hai lo sguardo perso nel vuoto senza saperne nemmeno il motivo e ti tempesti di domande." disse facendo un gesto lungo la stanza e la guardai con il volto innondato dalle lacrime perché finalmente qualcuno riusciva a capirmi dopo tanto tempo.
"E non trovo nessuna risposta." sussurrai appoggiando la fronte contro la sua e le nostre bocche si sfiorarono, volevo baciarla da morire ma non era il momento perché non mi sembrava giusto e dovevo trovare il momento adatto.
"Non trovi nessuna risposta perché talvolta non c'è, le cose vanno purtroppo così e non puoi fare nulla. Però puoi cambiarle prima, o andare avanti e cercare di aggiustarle." mi spiegò e le lasciai un bacio sull'angolo della bocca, il telefono mi vibrò e lo afferrai nel mentre che la mora mi baciava la guancia ripetutamente.
"Che cos'è?" disse sbirciando ed ero su Instagram, mi avevano invitata ad una festa da Joe e anche Zulema l'aveva ricevuto guardandolo sul suo telefono.
"Sembra bello, ci vai?" le domandai asciugandomi il trucco colato e fece spallucce, guardandomi intensamente.
"Tu?" sussurrò avvicinandosi e sorrisi capendo che mi stava provocando, mi strinse i fianchi attirandomi a sé e mi alzò il mento con due dita.
"Voglio baciarti, bambina." disse leccandosi le labbra e sussultai, ansimai piano contro la sua bocca dato che era vicinissima ma scossi la testa, con un sorrisetto malizioso che la fece divertire.
Ma aveva ammesso di volermi.
Avanzai verso la porta e prima di uscire del tutto mi voltai verso di lei, non mi aveva staccato gli occhi di dosso e feci vagare lo sguardo in tutto il suo corpo.

"Ci vediamo stanotte."

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