10.

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La sveglia suonò insistentemente e Amelia mugugnò nel sonno con il suo solito braccio stretto attorno alla mia vita, eravamo completamente nude e spensi quell'oggetto infernale sbadigliando.
"Buongiorno." sussurrò la donna al mio fianco ed era come al solito uno spettacolo, la guardai e mi avvicinai lasciandole un lungo bacio sulle labbra.
"A te, mhm." mugugnai contro le sue labbra e mi infilai in mezzo alle sue gambe baciandola da tutte le parti.
"Ho un'intervento importante." sbuffò stanca e le lasciai un lungo bacio sulla fronte, cercando di tranquillizzarla.
"Voglio vederti." dissi togliendole una ciocca ribelle dal viso e aveva passato la notte qui a casa mia, ma non eravamo nel mio letto bensì sul divano.
Non riuscivo a dormire nello stesso letto dove un tempo ci dormiva la mia regina araba in tutta la sua bellezza, non la trovavo una cosa giusta e non riuscivo a superare questo fatto.
"Bene, ma prima voglio averti." disse baciandomi di scatto e mi lasciai trasportare dal suo stesso tsunami.
Ricambiai il bacio intrecciando la lingua con la sua e gemetti non appena mi voltò di spalle facendomi spalancare la bocca.
"Perché non vuoi guardarmi negli occhi? Amy." la richiamai ma le sue labbra erano sulla mia schiena nuda che baciò con molta dolcezza, afferrandomi poi per i capelli in modo tale che potesse tenermi ferma e penetrarmi piano.
Gemetti estasiata e il suo tocco lo conoscevo a memoria, si mosse piano e non mi rispose proprio per niente.
"Perché vedi lei al mio posto." disse baciandomi appena sulla spalla e imprecai sottovoce, facendomi scappare un urlo per come altre due dita entrarono dentro di me con la stessa precisione.
Ieri appena l'avevo vista le raccontai tutto ciò che era successo con Zulema, anche che stavamo per baciarci dopo tempo.
Amelia sapeva sempre tutto e anche io sapevo delle sue uscite con varie persone, il nostro rapporto era così libero.
Durante tutti questi anni ero andata a letto con molte donne ma peccato che nessuna era lei, anche nel farmi sua.
Ci metteva passione anche nella minima cosa e il suo fuoco era potente, mi sconvolgeva ogni volta che sfioravo la pelle con la sua com'era già successo.
"Amy." sussurrai mordendo il cuscino e mi teneva inchiodata con forza, gemetti ad alta voce provando tanto piacere e affondai le unghie sul suo braccio cercando un appoggio che mi permettesse di stare lucida anche ora.
L'orgasmo mi colpii silenziosamente e crollai esausta già di buon mattino, ma ero rilassata da morire e per un attimo non avevo pensato a nulla se non a come la mora mi aveva toccata.
Ecco perché con lei stavo bene, non pensavo assolutamente a quel senso di vuoto che Zulema mi aveva lasciato.
"Vado a farmi la doccia." sussurrò la donna alle mie spalle lasciandomi un lungo bacio tra i capelli e annuii sdraiandomi sul mio divano enorme.
Distesi le gambe riprendendo fiato e volevo appagarla anche io ma i miei occhi erano rivolti verso al soffitto consapevole del fatto che il mio ritorno a Madrid mi aveva fatto fare dei passi indietro assurdi.

"Fossi in voi, presterei attenzione." sbottai entrando in galleria e molti sguardi furono su di me, Meredith mi fece un cenno e ricambiai sedendomi in mezzo a Miranda e Richard.
I miei specializzandi invece si sedettero sulla prima fila terrorizzati da me, li stavo mettendo in riga molto molto bene.
Come aveva chiesto Zulema, d'altronde.
"Non ha iniziato, menomale." sussurrai indicando il mio neurochirurgo che non appena mi vide mi sorrise facendomi l'occhiolino, sorrisi lievemente e per poco non svenni nel trovarmi Zulema appoggiata nello stipite della porta.
Vide la scena in pieno e distolsi a fatica lo sguardo, Amelia fortunatamente incominciò ad operare e mantenni lo sguardo fisso su di lei concentrata.
Zulema si schiarì la voce e senza pensarci due volte si sedette al mio fianco, mi paralizzai sulla sedia e incrociò le gambe notando che tutti ci fissavano.
Sapevano cos'era successo anni fa.
"Ciao." mi salutò sottovoce e ricambiai cercando di essere concentrata sull'intervento e sorrisi guardando Amelia che stava facendo un'incisione perfetta.
"Tutto bene?" disse la mora al mio fianco e mi voltai per guardarla bene in viso, il suo trucco era impeccabile così come ai suoi vestiti e stavo per saltarle sopra talmente era bella e affascinante.
"Dovrei chiedertelo io, piuttosto." dissi afferrando la sua mano, mi lasciò fare e sotto lo sguardo di tutti me la portai alle labbra baciandole appena le nocche.
Il suo corpo era rigido nonostante tutto e notai che i lividi stavano passando, sicuramente aveva preso a pugni qualcosa dal nervoso e non stavo seguendo più l'intervento ovviamente.
Lei era sempre stata la mia priorità e interesse nonostante tutto il resto.
"Tutto bene, biondina." disse tesa e la guardai mettendo la testa di lato, ancora una volta mi fissò le labbra ma io guardavo i suoi occhi che erano spenti da far paura e mi stavo preoccupando.
Serrai la mascella e ritornai a guardare l'intervento senza lasciare la mano dalla sua fino a quando Zulema non prese a farmi delle piccole carezze con il pollice.
Richard vide la scena in pieno e alzai gli occhi al cielo nascondendo un sorriso, ma peccato che questa magia venne spezzata dall'ingresso di Lauren in galleria e mollai la presa innervosendomi.
Venne verso al mio scorpione e la baciò davanti al mio sguardo, Zulema tentò di staccarsi ma la bionda la teneva stretta.
Mi venne la nausea e pure un senso di gelosia dritta sullo stomaco, scossi la testa e guardai la bravura di Amelia.
"Potresti spostarti così mi siedo affianco alla mia ragazza?" disse Lauren ad una certa e mi guardai attorno facendola innervosire ancora di più.
"Parli forse con me?" dissi provocandola e lei frignò come una bambina di due anni, era assurda.
"Spostati!" urlò perdendo la pazienza e a quel punto mi alzai in tutta la mia altezza, con uno sguardo di fuoco.
"Chi cazzo ti credi di essere?" dissi innervosendomi e Zulema si mise in mezzo rivolgendosi ovviamente a me.
"Calmati." disse afferrandomi il viso ma la scansai e decisi di uscire, Lauren aveva un bicchiere di caffè tra le mani e senza farmelo ripetere due volte le diedi una spallata fortissima e si rovesciò addosso sporcandole tutti i vestiti.
Scoppiai a ridere e Zulema aveva un sorrisetto in viso, sorpreso e divertito ma io uscii dalla galleria lasciando una Lauren sconvolta e furiosa.
Ero stata davvero una stronza grandissima e ne andavo tanto fiera.
"Hey!" mi richiamò l'araba seguendomi, mi afferrò il polso e mi bloccai in mezzo al corridoio sbuffando appena.
"Vada dalla sua ragazza, capo." dissi facendo una smorfia e mi tolsi dalla sua presa rovistando nella tasca del mio camice cercando alcune monete.
Davanti a me c'era una macchinetta e osservai le varie tipologie di caffè che potevo prendermi per rigenerarmi.
"Non è la mia ragazza, smettila dai." disse prendendomi per i fianchi da dietro e sbuffai perché era sempre più forte di me, in ogni circostanza.
"Non mi interessa, vai da lei no?" dissi facendo spallucce e ordinai un semplice caffè macchiato sperando di rilassarmi.
"Macarena." sussurrò esasperata e mi voltai verso di lei, guardandola negli occhi e tremando per quanto fosse bella.
"Ogni volta che è con te continua a rimarcare questo fatto, devi dirmelo Zulema ed eviterò di considerarti." dissi bevendo piano il mio caffè e chiusi gli occhi gemendo appena per quanto fosse buono, ne avevo troppo bisogno.
"Vuoi proprio saperlo? Non accetta il fatto che non andiamo più a letto insieme, si è messa in testa cose che non esistono e non mi lascia stare. Quindi no, non devi evitare di considerarmi perché sono single." mi spiegò e ammiravo il fatto che si fosse aperta così tanto con me, incredibile quanto fossimo cambiate entrambe.
"Va bene, quindi il problema è lei." dissi camminando piano e lei mi affiancò, ero esausta talmente avevo lavorato in pronto soccorso e per ora tutto era tranquillo.
Dato che le stavo camminando vicino ne approfittai per osservare i cambiamenti che Zulema aveva fatto e il suo profilo era veramente perfetto.
"Beh, anche io non scherzo se dobbiamo parlare di problemi sai?" disse ridendo appena e mi voltai non smettendo di camminare, ero basita.
"Non sei un problema." dissi provocandole una risatina amara e per deviare l'argomento mi mostrò alcune cose nuove che stava progettando.
"Queste cose le sanno solo i primari e dato che lo sei anche tu beh, ho pensato di mostrartelo per farti integrare nuovamente con noi." mi spiegò e annuii accennando un piccolo sorriso, c'era più leggerezza tra di noi ma avevamo parecchi conti in sospeso.
Ci stavamo provando, anche perché se avessimo litigato saremo state peggio e l'unico obbiettivo che mi ero imposta già da molto era quello di stare bene.
Non potevo rimuginare ancora sul passato, era ormai roba vecchia ma il dolore che questa donna mi aveva provocato era ancora tutto dentro di me.
E stare con lei lo faceva aumentare.
"Questo piano é riservato interamente alla ricerca, solitamente svolgevo determinate cose in Inghilterra ma ho trasferito tutto il lavoro qui." disse aprendo una porta scorrevole e feci un giro su me stessa per quanto fosse enorme questo posto, era assurdo.
"Whoa, mi piace! Anche i colori sono molto intensi." dissi notando che aveva fatto verniciare le pareti con dei colori pastello che si intonavano con tutto.
"Ah, intensi dici?" disse avanzando piano verso di me e rimasi al mio posto divertita, non scherzavo quando dicevo che l'avrei fatta uscire fuori di testa.
"Mhm, tipo questo colore qui." sussurrai indicandoglielo e la mora avanzò facendomi indietreggiare fino a farmi sussultare per il suo sguardo.
Era così potente, come se fosse uno scorpione pronta ad attaccare la sua preda e la preda ovviamente ero io.
"E poi?" disse arrivando ad un centimetro dal mio viso e si abbassò alla mia altezza, attaccandomi al tavolo.
"Indovina." dissi canticchiando e afferrai il suo camice attirandola a me, il suo seno sfiorò il mio e i miei capezzoli diventarono turgidi mezzo secondo dopo.
"L'unica cosa che posso indovinare ora è che sei eccitata da morire e la causa sono solamente io." disse ridendo appena e la sua risata calda mi fece tremare il cuore tantissimo.
"No." risposi sul vago ma per non dargliela vinta mi avvicinai a lei, alzai una mano e sbottonai piano la camicia elegante che portava sotto al camice.
Non mi controllavo, proprio per niente.
"Sei sempre la solita bambina, insolente che ha bisogno di essere corretta." sussurrò lasciandomi un pochino fare e si sbagliava di grosso.
Mi ero divertita parecchio con tantissime donne e sapevo come toccare, cosa toccare e dove toccare sopratutto.
"Mi correggi tu?" sussurrai osservando il suo intimo nero con alcuni ricami in pizzo e stavo uscendo fuori di testa.
"Uso i miei metodi però." sussurrò a sua volta e per reggersi strinse il ripiano del tavolo posizionato dietro di me.
"Dimmi cosa mi faresti, Zulema." mormorai provocandola e la tensione che stavamo provando era assurda.
Con l'indice tracciai piano il suo capezzolo tramite il tessuto del suo reggiseno e diventò subito turgido nel mentre che lo facevo salire lungo al suo collo magro, che volevo stringere.
"Oh tante cose, sopratutto con questo sorrisetto del cazzo che hai in viso." disse lasciandomi un po' di controllo e spostai la sua camicia di poco, volevo baciarle quel collo scolpito ma era ancora troppo presto ed io ero troppo rotta.
"Baciami e lo togli via." dissi stringendo appena e un sussulto scappò dalle sue labbra dipinte da un rossetto leggero.
"Se ti bacio, non mi stacco più." sussurrò mordendosi il labbro e infilai la mano sotto al suo reggiseno sentendo per davvero la sua pelle calda e rovente.
"Non staccarti allora." sussurrai sfregando la mano molto lentamente e massaggiai facendole sgranare gli occhi per come ci sapevo fare.
Affondò le unghie di poco sul mio polso e chiuse gli occhi ansimando ad alta voce, se avessi continuato minimo sarebbe venuta qui tra le mie braccia.
"Se ti vedesse Amelia." sussurrò eccitata e sentivo la mia intimità pulsare, si stava trattenendo ma il suo viso si contorceva appena dal piacere.
Era strano che la stessi toccando così dopo anni ma volevo farlo già un po' e dimostrarle che ero una persona diversa.
"Io e Amelia non stiamo insieme, lei non sa reggere una relazione quindi quello che facciamo ha l'unico scopo di farci dimenticare parecchie cose." le spiegai nel mentre che diminuivo i miei movimenti e si avvicinò facendosi scappare un gemito un pochino forte.
"E fai quello che vuoi?" disse sorpresa e annuii continuando a toccarla, ma non appena fece per baciarmi mi staccai.
Zulema spalancò la bocca realizzando quello che stava succedendo e diventò ancora più sconvolta di prima.
"Certo che faccio quello che voglio." dissi con un sorriso strafottente e le feci l'occhiolino uscendo dal laboratorio, lasciandola lì mezzo nuda e sorpresa.
Ero cambiata per davvero, pronta a subire l'inferno puro con lei per davvero.

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