5.

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madrid, back to home.

Non potevo crederci che in questo preciso istante ero nella città che un tempo, la definivo casa al 100%.
Era come se non fossi mai partita a dir la verità e già mi stavo ambientando nuovamente al fuso orario, alle temperature più alte nonostante fossimo a fine Settembre.
"Tesoro, stai bene?" disse la donna al mio fianco e annuii portandomi la sua mano sulle labbra in modo tale da portergliela baciare.
Lo stomaco mi faceva male ma mi ero ripromessa che non avrei più pianto per lei e speravo con tutto il cuore di non vederla almeno per oggi.
L'ospedale era gigantesco quindi non per forza dovevo incontrarla, era pur sempre il capo quindi per lei queste cose erano frivolezze, speravo con tutto il cuore che il mio ragionamento andasse bene.
"Meredith ha detto che non vede l'ora di vederci, sai che ora frequenta un suo ex paziente? Assurdo vero?" disse Amelia ridendo e sorrisi con lo sguardo perso nel vuoto, stavo guardando il paesaggio scorrere dal finestrino e sospirai.
Volevo prendere il primo aereo e tornarmene a Boston il prima possibile, senza voltarmi indietro ma ormai ero fregata nel vero senso della parola.
", assurdo." dissi cercando di essere interessata ma la mia mente era occupata da due occhi nero pece che bramavo con tutta me stessa.
Notai il mio ex ospedale in lontananza ed erano precisamente le nove del mattino, erano passati due giorni da quando eravamo qui e mi sentivo molto riposata.
"So che la stai pensando, ma puoi farmi il favore di essere forte con tutta te stessa? Fai un bel respiro profondo, testa alta e affronta chi ti ha distrutto." disse parcheggiando e mi afferrò saldamente il viso tra le mani, i suoi occhi azzurri erano potentissimi e già la vedevo indossare con tutta la sua forza una delle sue più grandi barriere: il suo orgoglio.
Queste parole mi servivano e Amelia aveva la brillante capacità di farmi sentire al sicuro, perché sapeva esattamente ciò che provavo per quella donna potente.
"Andiamo, voglio tutte le sale operatorie." dissi lasciandole un lungo bacio sulle labbra e sorrise contro la mia bocca divertita, gliene diedi altri due e uscii dalla macchina molto tesa.
"Se vuoi, possiamo seguire questo caso insieme dato che voglio sapere la tua opinione sempre e comunque." disse camminando al mio fianco e sorrisi annuendo ma ancora non me ne aveva parlato, neanche un minimo di accenno.
Lavorare con Amelia mi piaceva da morire e facevamo grandissime cose.
Afferrò il mio braccio lasciandomi un bacio tra i capelli e risi entrando dentro all'ospedale, mi fermai in mezzo e feci un giro su me stessa non ricordandomi assolutamente di quanto fosse grande questo posto, era assurdo.
"Bentornata a casa!" esclamò la mora ridendo e la sua risata era talmente contagiosa che risi anche io divertita.
Richard ci venne subito incontro e abbracciò Amelia quasi in lacrime, erano tanto amici e il loro rapporto era unico.
Poi il suo sguardo si depositò su di me e spalancò la bocca incredulo venendomi ad abbracciare calorosamente, per poco non piansi pure io nel vederlo.
"Beh, la prima volta che ci siamo visti era proprio in questo punto e tu stavi facendo quel colloquio di lavoro. Ora guardati, sei primario di neurochirurgia e una donna a tutti gli effetti!" disse prendendosi il suo tempo per scrutare il mio viso molto più maturo.
"Richard, é bellissimo vederti credimi. Non sapevo assolutamente nulla di questo viaggio ma tornare qui non fa mai male, no? Volevo iniziare un'altro capitolo della mia vita con un colpo di grazia e direi che ci ho azzeccato alla grande." dissi dandogli una pacca sulla spalla amichevole e l'uomo davanti a me rise.
"Stavamo giusto festeggiando nell'altra sala perché non venite? È il compleanno di Teddy e dato che oggi il pronto soccorso è meno caotico abbiamo pensato di passare una giornata diversa." disse facendoci strada e sussultai annuendo nervosamente, Amelia si accorse del mio sguardo terrorizzato e non ci pensò due volte ad afferrare la mia mano.
La strinsi forte e già sentii delle voci in lontananza tra cui la sua.
Mi vennero le lacrime agli occhi dall'ansia e lasciai la mano della mora per portarmela sullo stomaco dato che stavo per vomitare letteralmente tutto quanto.
Non mi fermai e camminai ancora lungo il corridoio fino a quando Richard non entrò in una sala affollatissima, Amelia mi strinse forte il braccio e dopo aver fatto un bel respiro profondo facemmo il nostro ingresso, creando un silenzio tombale.
Benissimo.
La maggior parte delle persone ci notarono mentre altre spalancarono la bocca non aspettandosi un nostro ritorno così a sorpresa.
"Whoa, che sta succedendo?" urlò Saray e si fece spazio tra la varie persone, Meredith corse verso Amelia e l'abbracciò per poi fare la stessa identica cosa con me.
Ricambiai sorridendo ma le mie labbra si serrarono in una smorfia dura non appena i miei occhi si scontrarono in quelli neri dell'araba in tutta la sua bellezza, era come al solito stupenda.
Eccola qui, Zulema Zahir al 100%.
Non sapevo nemmeno io cosa provai in quell'esatto momento che mi guardò ma il cuore stava per esplodermi dal petto.
Zulema mi fissava dritta negli occhi e il suo sguardo vagò in tutto il mio corpo e ringraziai tutti gli dei del mondo perché indossavo un vestito mozzafiato.
E Amelia non era da meno dato che prima di venire all'ospedale eravamo andate in un'altro ospedale per un'intervista a proposito del convegno.
Volevo che fosse consapevole del fatto di tutto ciò che si era persa, non avevo più il fisico da una bambina ma l'essere una donna vera mi aveva letteralmente stravolta da cima a fondo.
Il mio corpo era composto dal fuoco puro e l'araba aveva riacceso tutto quello che si era spento da anni ormai e mi stava studiando tantissimo incuriosita.
"Quando siete arrivate?" disse Meredith estasiata e a malincuore dovetti staccare lo sguardo dagli occhi della mora, fortunatamente Saray la fece distrarre e la trascinò in un buffet lontano da noi.
La gitana, aveva già capito tutto quanto.
E anche gli altri presenti dato che era calato un silenzio tombale non appena entrai ma lentamente avevano ripreso a parlare, guardando me e Amelia curiosi.
"L'altro giorno, ma prima di venire qui abbiamo voluto riposarci un attimo a causa del viaggio lunghissimo che abbiamo fatto, sai com'è." disse Amelia mettendo la testa di lato e mi tolse una ciocca ribelle dal viso, mi tolsi il capotto mostrando ancora di più la mia scollatura profonda e mi sentivo a disagio dato che tutti avevano il camice bianco.
"Congratulazioni per il discorso che hai fatto all'evento, non potevamo perdercelo e nonostante tutte le divergenze che ci sono state beh, siamo orgogliosi di te." disse Meredith abbracciandomi nuovamente e ricambiai sospirando, sapevo che si stava riferendo a Zulema e le voci qui scorrevano.
Non era cambiato assolutamente nulla.
"Hai fame?" disse Amelia intrecciando le nostre dita e annuii, mi trascinò davanti agli occhi di tutti e feci gli auguri a Teddy.
"Shepherd, quando avevi intenzione di dirmi che saresti tornata?" disse la bionda divertita e mi allontanai giusto perché Miranda Bailey mi stava assalendo di domande e risposi felice.
", ora sono primario a Boston." le spiegai sorridendo e intanto bevvi un pochino dato che non dovevo lavorare.
Zulema era appoggiata nel tavolo e non aveva smesso per un attimo di guardarmi, rimasi a fissarla come un'idiota e ci stavamo studiando a vicenda senza nessun pudore.
La tensione che c'era era veramente grandissima e tutti in stanza l'avevano notato, volevo andare da lei e rinfacciarle tutto il male che mi aveva causato ma dentro di me sapevo che non sarebbe servito a nulla per il suo ego gigante.
Era pur sempre un chirurgo a dir poco eccezionale e anche se avevo scelto la mia specializzazione una come lei non ti faceva mai passare la voglia di imparare.
Due braccia mi cinsero la vita da dietro e Amelia mi baciò teneramente la spalla nuda, Zulema sbiancò di colpo ma lo nascose subito nonostante io l'avessi beccata in pieno come al solito.
Non se lo aspettava sicuramente.
"Tutto okay?" sussurrò la mora preoccupata e annuii fregandomene degli occhi su di me, mi voltai nella sua direzione e sorrisi perché era bellissima con i tacchi altissimi e i vestiti stretti.
Non ero abituata a vederla così e le sistemai una ciocca ribelle dietro all'orecchio, tranquillizzandomi grazie ai suoi occhi azzurri e amorevoli.
"Che effetto ti fa, stare qui?" mi sussurrò dolcemente e feci spallucce cercando di non guardare l'araba in tutto il suo splendore, non era cambiata granché se non per qualche accenno sul suo viso più maturo e nonostante tutto era la donna più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita.
E al solo pensiero che un tempo era "mia" mi faceva dimenticare tutta la rabbia e rancore che provavo nei suoi confronti.
"Pensavo peggio a dir la verità, ho lavorato a lungo sulla mia persona e sai cosa? Vederla mi fa stare male fino ad un certa, pensavo di darle più controllo ma mi sbagliavo di grosso ormai non mi interessa assolutamente più niente." dissi mangiando qualcosa e le mani della mora furono sulla mia vita stretta per attirarmi vicino a lei.
Dovevo essere convinta di ciò.
"Sai quanto sono fiera di te?" sussurrò avvicinandosi e tutti gli sguardi erano su di noi, anche perché Amelia era sempre stata il mio strutturato ed io una specializzanda quindi pure lei era amata.
Ma ora le cose erano ben diverse.
Mugugnai accarezzandole il viso e potei giurare di aver visto Zulema alzarsi ma la lasciai stare e baciai dolcemente le labbra della donna tra le mie braccia, feci chiaramente vedere la lingua scivolare tra le sue labbra ma la voce di Zulema mi fece spaventare di scatto fino a staccarmi ma me lo aspettavo dopotutto.
Ovviamente doveva fare le sue solite frecciatine e stabilire ancora una volta che quella al di sopra di tutto era lei.
Dopo anni era davanti a me in carne ed ossa in tutto il suo splendore e mi ero dimenticata che vederla così da vicino era ancora più bella, il suo profumo mi fece tremare come una foglia ma cercai di darmi un contegno.
Voleva affrontarmi e sapevo che prima o poi l'avrebbe fatto perché nonostante tutto il suo orgoglio doveva rimarcare il suo ruolo.
Sempre più in alto del nostro.
"Che sorpresa." disse con la sua solita voce pacata e serrai la mascella in procinto di svenire ma il braccio di Amelia strinse la mia vita, saldamente.
"Sorpresa? Zulema lo sapevi che dovevo venire qui." sbottò Amelia nervosa ma aveva un sorrisetto sul viso che mi fece alzare gli occhi al cielo divertita, voleva stuzzicarla pure lei.
", ma non pensavo che la bionda ti avrebbe seguita molto volentieri." disse con un tono tagliente e Saray per calmare le acque venne ad abbracciarmi calorosamente, dicendo un "bentornata."
"Sono qui per il caso, nient'altro." dissi ad una certa rivolgendole la parola dopo tanto tempo e i miei occhi verdi erano glaciali tanto quanto i suoi neri.
Mi guardò facendo un passo verso di me e non spostai lo sguardo dal suo realizzando che stavamo parlando solamente noi due, dopo quattro anni.
"Sicura, bionda?" mi stuzzicò mettendo la testa di lato e risi nervosamente, se pensava di avere ancora potere su di me si sbagliava di grosso.
"Mai stata così sicura in vita mia." dissi scoccandole un sorriso e distolsi lo sguardo dal suo dandole le spalle.
Feci un lungo respiro profondo e afferrai la mia borsa uscendo fuori in balcone, dovevo fumare per forza perché non riuscivo a sopportare tutto questo.
"Fanculo." borbottai facendo uscire il fumo dalle mie labbra e la porta si aprì di scatto mostrando la figura dell'araba.
Ovvio che doveva seguirmi, l'avevo lasciata lì come un'idiota.
"Vedo che il tuo vizio di andartene quando sto parlando non é passato." disse ridendo appena e mi strinsi maggiormente al mio capotto costoso.
"Lo faccio con tutti, non sentirti importante perché non lo sei." dissi fissando Madrid di giorno e mi rilassai vedendo tutte quella distesa di palazzi.
"Whoa, d'accordo." disse la mora appoggiandosi nella ringhiera al mio fianco ma non la guardai nemmeno.
Non riuscivo a sostenere tutto questo.
"Penso che dovremo parlare." sussurrò ad un certo punto e buttai la cicca voltandomi verso di lei lentamente.
"Dimmi." dissi facendo spallucce e si morsicò il labbro facendomi uscire letteralmente fuori di testa, sembrava che fossimo tornate all'inizio.
"Quello che è successo tra di noi è rimasto inciso dentro questo ospedale e tutti ne hanno parlato per mesi, quindi a maggior ragione dovremo mantenere un rapporto civile." mi spiegò gesticolando e il mio sguardo si depositò sulle sue labbra predatrici.
Tutto questo un tempo, era mio.
Cercai di cacciare indietro le lacrime che avevo depositate nei miei occhi ma Zulema si accorse del mio sussulto.
Cos'altro potevo fare? Il nostro rapporto era stato tossico in passato, non stavamo insieme e lei mi ha usata tante volte.
Stop, non dovevo cadere di nuovo in basso come già avevo fatto per lei anni fa e avevo una carriera importante ora.
"Ci sto, per il lavoro." sussurrai porgendole la mano per educazione, volevo avere un accordo con lei.
Il suo sguardo si depositò sulla mia mano e la strinse saldamente ma dopo mezzo secondo mi attirò verso al suo corpo.
Voleva studiare ogni mio piccolo cambiamento e mi morsicai il labbro lasciando che il suo sguardo si depositò su ogni centimetro del mio viso.
"Sei cambiata, tanto." sussurrò sfiorando una ciocca dei miei capelli biondi e spostai la mano dalla sua.
Avevamo avuto una scossa di brividi entrambe e inspirai il suo profumo meraviglioso, alzai la testa per guardarla meglio e sussultai per la sua bellezza.
"Che è successo?" sussurrai mettendo da parte l'orgoglio un'attimo perché il suo volto non mi trasmetteva nulla di buono.
Sospirò facendo un lungo respiro profondo e si abbassò alla mia altezza appoggiando la fronte contro la mia.
Stavo sognando per caso? Era assurda.
Tremai leggermente ed era incredibile come nonostante tutto noi non riuscivamo a stare lontane nemmeno un pochino.
"Domani vieni nel mio ufficio, parleremo su ciò che devi fare in questi giorni, va bene? Poi Amelia ti aggiornerà meglio." disse sorridendo appena e notai un leggero fastidio nel pronunciare il nome della mora.
"Va bene, niente rancore quindi." dissi sarcastica e mi allontanai dal suo corpo, la vidi alzare gli occhi al cielo ma il suo atteggiamento autoritario non era cambiato di una virgola anzi, si era raddoppiato ancora di più verso il mondo.
"Per il momento, non sottovalutarmi." disse serrando la mascella e tutto il nostro fuoco si era riacceso di botto.
Tutto quello che avevo sempre sognato era proprio qui davanti a me in tutto il suo splendore mozzafiato.
"Mai fatto in vita mia, lo sai." dissi facendo spallucce e mi morsicai il labbro, camminai verso la porta abbassando la maniglia per rientrare dentro ma la sua voce meravigliosa mi bloccò.

"Bentornata a casa, bambina."

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