46.

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zulema's pov.

Aprii gli occhi lentamente e mi accorsi che ero tranquillamente addormentata sopra alla biondina, la guardai come un'ebete e le lasciai un piccolo bacio sulla sua spalla nuda dolcemente.
"Bambina." la richiamai accoccolandomi nell'incavo del suo collo e mugugnò stringendo la mia vita saldamente.
Controllai l'orario e dovevo andare da Marcus per una seduta, dovevo aggiornarlo di molte cose.
Macarena era rilassata e mi misi sopra di lei baciandole tutto il viso, adoravo questa ragazzina più di ogni altra cosa al mondo e accarezzai il suo corpo lentamente.
Era così esile, magra e amavo il suo profumo che mi sentivo anche addosso.
"Zule, ho sonno." sussurrò togliendomi da sopra e si mise a pancia in giù facendomi borbottare, pensai bene a cosa fare e sganciai il suo reggiseno da dietro mentre lasciavo dei dolci baci su tutta la sua schiena nuda e perfetta.
Gemette rilassata e mi lasciò fare, a me di quella sfida purtroppo non mi interessava assolutamente nulla.
"Bambina, tanto lo sappiamo che molto presto io e te staremo solo in questo letto." incominciai cercando di farla cedere e spostai i suoi capelli lunghi da un lato molto lentamente.
"Dovrai soffrire, e quando accadrà tu sarai solo ed esclusivamente mia." mi sussurrò mettendo la testa di lato e passai le unghie in tutta la sua schiena.
La ragazzina mi stava sfidando ed era una forza della natura mai vista prima, mi avrebbe distrutta a letto e devo assolutamente rimarcare il mio ruolo.
"Non dimenticarti che non andiamo a letto insieme da mesi e se c'è una cosa che mi manca fare è sicuramente quella di farti urlare, il mio nome." dissi voltandola verso di me con un colpo secco e si coprì il seno mentre mi guardava assai male, quanto era bella.
"Non vedo l'ora." disse mettendosi seduta e si sistemò infilandosi la felpa, la guardai mentre cercava la sua borsa e mi leccai le labbra, eccitata da morire.
"Mi stai evitando?" dissi ad una certa alzandomi e avanzai piano verso di lei, mentre si faceva minuscola davanti alla mia autorità con le guance in fiamme.
"No, devo andare in ospedale perché mi sono ricordata che devo guardare delle analisi di un'intervento urgente." disse mostrandomi il telefono e annuii mentre l'afferravo per la vita e baciavo teneramente le sue labbra morbide.
"Quindi la mia bambina vuole continuare questa sfida, dovrei pensare a qualcosa di grande?" dissi mordendole il labbro e le feci male apposta per punirla, non avrei retto ancora per molto.
Più passava il tempo.
Più lei diventava bella.
"Sorprendimi." sussurrò avvicinandosi alle mie labbra e me le leccò sensualmente mordicchiando poi il mio labbro inferiore, con lo sguardo fisso sul mio in un modo tanto malizioso.
Mi faceva impazzire.
"Ti accompagno." dissi staccandomi con lei in modo menefreghista e mi guardò sogghignando per la mia forza di autocontrollo, mettendomi alla prova.
Che i giochi, abbiano inizio.

Il corridoio era deserto e l'unico rumore che si sentiva era il suono dei miei tacchi a spillo, mentre mi dirigevo da Marcus.
Bussai alla porta del suo ufficio ed entrai con un sorrisone stampato in faccia.
"Zulema, ciao!" esclamò lui raggiungendomi e mi abbracciò calorosamente guardandomi estasiato.
"Ciao a te, Marcus ti trovo bene." dissi sedendomi nella poltrona e mi guardai attorno notando che aveva cambiato un bel po' di cose.
"Potrei dire lo stesso di te, ho letto tutto ciò che è successo negli scorsi mesi e mi è dispiaciuto tanto." disse prendendo il suo block notes e rilesse tutti gli appunti su di me.
Avevo fatto un percorso lunghissimo.
"Beh vedi, ti posso riassumere tutto in due minuti, ho scoperto di avere un tumore enorme sul cervello, ho chiamato la biondina da Boston e mi ha salvato la vita." incominciai sdraiandomi e chiusi gli occhi trovando la vera pace nel parlare delle mie vicende.
"Ah poi ovviamente, prima che io mi addormentassi mi ha sussurrato che mi amava e mi ha destabilizzato questa cosa ma non tanto." continuai gesticolando e mi morsicai il labbro.
Macarena l'aveva fatto davvero.
"Perché no?" chiese l'uomo con il suo solito tono di voce calmo e pacifico che amavo tanto, riuscivo ad aprirmi con lui.
"Perché in un certo senso me l'aspettavo e sapevo che prima o poi avrebbe avuto il coraggio di ammetterlo. Poi nel senso, ormai aveva preso l'incarico del mio caso e secondo te non aveva il coraggio di dirmi una cosa del genere?" dissi scoppiando a ridere incredula per quanto la ragazzina fosse stata eccezionale.
"Macarena é speciale, a quanto vedo. E tu stai sorridendo da cinque minuti non appena hai iniziato a parlare di lei, come ti senti a riguardo?" mi domandò ridendo appena e pensai bene a cosa dire, analizzando i miei sentimenti.
"Mi sento come un piccolo scorpione privo di veleno e protezione, l'unica che ha l'antidoto è proprio lei." mormorai toccandomi il viso nervosamente e avevo tanto ragione.
"Vedo che hai accettato questa cosa in modo positivo, quindi l'unico passo è dimostrarle che davvero tieni a lei. Iniziando dalle piccole cose, lo stai già facendo vero?" mi domandò cauto e annuii con un sorriso enorme sulle labbra, avevo sempre desiderato regalarle una montagna di rose rosse, non ero tipa da queste stronzate ma la bionda si meritava il mondo intero, letteralmente.
", questo è solo l'inizio." sussurrai pensando già a cosa fare, per riportarla da me senza nessuno scrupolo.
"Lo sai che ho parlato con lei tempo fa? Era venuta da me, abbiamo parlato e mi ha implorato una cosa." disse Marcus dopo un lungo silenzio e mi misi seduta di scatto, assai sconvolta.
"Ti ha implorato per?" dissi con la bocca spalancata e Marcus scoppiò a ridere per la mia faccia basita.
"Mi ha detto di non lasciarti mai sola, e di esserci per te nonostante la malattia che ti stava mangiando viva. Abbiamo parlato, si è sfogata con me e ha pianto così tanto che era esausta, ti ama davvero quella ragazza." disse sorridendomi e avevo il volto innondato di lacrime per questa confessione, non me lo sarei mai aspettata.
Aveva addirittura implorato il mio psicologo perché non voleva lasciarmi da sola, in tutto il mio dolore.
"Ed io amo lei." dissi di getto e mi tappai la bocca incredula, scoppiai a piangere per tutto il dolore che avevo accumulato ed era così bello, realizzarlo.
Piansi per vari minuti non sapendo cosa dire e Marcus mi abbracciò forte, mentre mi sfogavo con lui singhiozzando come se non ci fosse un domani.
"Non so perché sto piangendo, questa cosa mi ha destabilizzata ed io-" dissi prendendo un lungo respiro profondo e il mio amico mi sorrise, emozionato.
"Non sei destabilizzata, stai provando appieno cosa significa essere liberi senza un peso enorme sull'anima. Hai sofferto per la perdita di tuo marito, hai attraverso un tumore e ora hai la consapevolezza di una cosa." disse lui asciugandomi le lacrime e lo guardai basita non capendo dove volesse arrivare con le sue parole.
"Sei guarita Zulema, per davvero." disse con un sorriso enorme sulle labbra e questo, era il nostro ultimo incontro.
La fine della mia terapia.

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