18.

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siamo così complessi
siamo misteri per noi stessi
siamo difficili l'uno per l'altro
e poi la narrazione ci ricorda
che siamo tutti uguali.

I raggi del sole colpirono il mio viso e mi fermai in mezzo alla strada chiudendo gli occhi abbassando di poco gli occhiali da sole in modo tale da accogliere tutto quel calore che mi fece stare bene.
Un rumore di tacchi mi fece sobbalzare e davanti a me c'era una Zulema Zahir appoggiata sulla sua mercedes nera, era vestita divinamente e aveva una sigaretta tra le labbra, squadrandomi dalla testa ai piedi vogliosa di me come sempre.
"Ti confondi con il sole." disse facendo uscire il fumo molto lentamente e mi avvicinai a lei, rabbrividendo un minimo.
"Stai dicendo che sono abbagliante?" dissi provocandola e sorrise porgendomi la sigaretta che afferrai, facendo un paio di tiri squadrandola incantata.
Gonna a vita alta nera, camicia bianca all'interno e capotto elegante sopra accompagnato con una coda perfetta, insieme al suo trucco impeccabile.
Questa donna diventava perfetta ogni secondo che passava, ed io me la stavo mangiando con lo sguardo.
"Può darsi, tu che dici?" disse buttando la cicca in terra e mi leccai le labbra, eravamo davanti all'ospedale e mi guardai attorno avvicinandomi a lei.
"Dico che sei bellissima, Zulema." sussurrai sfiorandole appena la guancia con il pollice e tremò appena, non eravamo abituate a fare tutto allo scoperto quindi era più che normale.
Mi guardò dritta negli occhi e serrò la mascella, sospirai e feci spallucce sorridendo capendo il suo orgoglio.
"Vado dentro, ci vediamo." dissi aggiustandomi il capotto e mi toccai il viso nervosamente incamminandomi dentro all'ospedale.
Ethan mi raggiunse e sorrisi divertita infilandomi il mio camice bianco insieme al mio impeccabile stetoscopio.
"Ha già preso il caffè, capo? Perché ne ho appena preso due poco fa." disse indicandomi la tazza e l'afferrai sorseggiandolo lentamente.
Ad un certo punto una ragazza venne davanti a noi e diede uno schiaffo fortissimo al ragazzo al mio fianco, era una specializzanda del secondo anno e spalancai la bocca abbastanza sorpresa.
"Io e te abbiamo chiuso!" urlò scoppiando a piangere e mi nascosi tramite la tazza sconvolta come non mai.
"Whoa, che hai fatto novellino?" dissi estasiata e Ethan sbuffò toccandosi la guancia più arrossata del solito.
"Ho fatto il coglione, tutto qui." disse lui bevendo un sorso di caffè e mi appoggiai nel tavolo, eravamo dentro alla sala riservata ai medici e feci un cenno a Richard che entrò revisionando alcuni esami clinici.
"La vita purtroppo è così, accettalo. Non importa quanto incasinata o piena di dolore possa sembrare, ci sono cose che accadono perché è come se fossero destinate ad accadere. Come se dovessero andare per forza così." gli spiegai con un sorriso sulle labbra e Richard ascoltò il mio discorso, sicuramente aveva visto la scena prima.
"Sono le nostre azioni a definirci, ma non vuol dire che dobbiamo vivere secondo questa definizione. Possiamo cambiare la nostra storia, possiamo anche rifiutare il modo in cui le persone ci definiscono. Possiamo lavorare da pazzi per evitare di farci una brutta reputazione, per poi chiederci se ci siamo riusciti. Dobbiamo rialzarci e lottare, sempre." disse con un tono di voce pacato e sorrisi a trentadue denti per il suo discorso, Ethan sospirò sconfitto ma non appena feci per parlare la porta venne aperta.
"Siamo ad una fottuta seduta?" disse Zulema affiancata da Saray e sorrisi, aveva ascoltato le nostre parole.
"Chiamala come vuoi, Zulema." disse Callie e baciò teneramente Arizona sulle labbra, sedendosi nel tavolo per fare colazione tutti insieme.
Le invidiavo, assai.
"Non so che fare." disse il ragazzo al mio fianco e gli accarezzai il braccio, pensando a cosa dire mentre osservavo l'araba prepararsi del caffè.
Parlava con Saray tranquillamente e il camice bianco insieme alla gonna che portava le stava da dio, era stupenda.
"Vuoi quella ragazza? Vai, scusati con lei e riprenditela come si deve. Cerca di non fare stronzate altrimenti lasciala stare, non prenderla in giro." dissi abbastanza seria e Zulema sentì eccome quelle parole, mi guardò dritta negli occhi e serrò la mascella.
"Dopo le parlo allora." disse Ethan e bevvi l'ultimo sorso di caffè, appoggiando la tazza nel lavello.
"Sii sincero, lei apprezzerà." disse la mora ad un certo punto e sussultai nel sentire la sua voce meravigliosa, la guardai attentamente e sorrisi appena.
"E tu Zulema, apprezzi la sincerità?" dissi stuzzicandola un pochino e in stanza calò un silenzio imbarazzante.
", sopratutto con te." disse avvicinandosi e rimasi al mio posto nel mentre che la mora mi fissava.
"Eccole." disse Saray e la mia schiena era contro uno dei tavoli posizionati in stanza, abbassai lo sguardo mordendomi il labbro e lei mi rialzò il viso piano.
"Ti intimorisco ancora, vedo." sussurrò sfiorando le mie labbra e mi sentivo lo sguardo di tutti addosso, era assurda.
"Vedi male, tu devi avere paura di me." dissi guardandola un ultima volta e si allontanò appena dal mio corpo, osservandomi quasi con sfida.
Gli altri ripresero a parlare dei vari interventi mentre noi due ci stavamo sfidando con lo sguardo.
"Zulema?" disse una voce a me conosciuta e Lauren fece il suo ingresso, mi paralizzai sul posto e serrai la mascella sentendo la rabbia crescere.
Non la sopportavo.
"Non mi pare che tu lavori qui." disse la donna davanti a me e Lauren avanzò guardandomi malissimo, ricambiai eccome e incrociai le braccia al petto.
"Ieri non dicevi così però." sussurrò maliziosamente e sgranai gli occhi incredula, non potevo crederci.
Zulema si voltò di scatto verso di me scuotendo la testa facendomi intendere che non era vero e non la guardai.
"Lauren, sono stronzate le tue e devi accettare il fatto che io non ti voglio." disse alzando di poco la voce e Saray avanzò verso di noi, stringendo il polso della sua migliore amica prima che potesse fare ogni genere di stronzata.
"Vado in pronto soccorso, Ethan?" dissi sentendomi di troppo e il ragazzo scattò subito, Miranda mi osservava quasi compassionevole e mi innervosii.
Non ero una bambina, ma una donna.
"Oh tesoro, te ne vai proprio sul più bello? Siete già state a letto insieme?" disse provocandomi e mi bloccai in mezzo alla sala ridendo appena, tutti mi guardavano estasiati perché il nervoso sul mio volto era molto evidente.
Ero stanca che questa decerebrata mi prendeva in giro quando voleva.
", contenta?" sbottai ridendo appena e gli altri fecero esclamazioni sorprese, la bionda davanti a me era stupefatta.
"Macarena, cazzo fai?" sussurrò Zulema e non amava uscire così tanto allo scoperto, ma avevo perso la pazienza già da molto tempo ormai.
"Abbiamo scopato, sei contenta? Ogni tuo cazzo di dubbio è sta-" dissi furiosa e il mio polso venne afferrato molto forte dalla mora, trascinandomi via.
Camminò come una furia e molte persone non osavano parlarle nel mentre che mi spingeva dentro alla stanza del medico di guardia, a dir poco furiosa.
"Che cazzo stai facendo?" urlò dando un colpo alla porta e mi ero dimenticata di quanto fosse riservata e introversa.
Ma questa volta non aveva ragione.
"Mi ha stancato Zulema! Ogni volta viene qui e mi deride davanti a tutti. Non sono più una ragazzina, e quella non deve prendermi per il culo. Hai capito? Mi sono stancata." urlai ad un centimetro dal suo viso e rimase impassibile, controllando la sua rabbia.
"Non sei autorizzata a raccontare le nostre cose come se niente fosse, qui c'è la mia reputazione di mezzo." disse furiosa e risi istericamente perché non poteva parlare sul serio.
"Ah, solamente la tua? Che c'è, mhm? Hai forse paura che i media parlino male di te, accidenti! La perfetta e iconica Zulema Zahir è andata a letto con una specializzanda che orrore." dissi ironicamente e un secondo dopo la mia testa andò a sbattere contro la porta con la sua mano stretta attorno alla mia gola, mi mancò il fiato e la spinsi.
"Ragazzina, devi chiudere quella cazzo di bocca perché dici solo stronzate." sussurrò minacciandomi e mi arrabbiai parecchio tant'è che la spintonai forte.
"Io parlo quanto voglio, non sei la mia ragazza quindi col cazzo che prendo ordini da te Zulema, scordatelo!" esclamai con la mascella contratta e afferrò saldamente il mio viso, i suoi occhi neri erano infuocati ed ebbi molta paura.
"Oh, invece che li prendi." sussurrò avvicinandosi pericolosamente al mio viso e alzai gli occhi al cielo.
Era un gesto che odiava, da morire.
"No, vai da Lauren e scopatela come hai già fatto in passato, prendendomi in giro senza nessuno scrupolo." la stuzzicai con un tono di voce arrabbiato e incrociai le braccia al petto.
"Stai di nuovo mettendo in mezzo il passato quando abbiamo deciso a casa tua, che non l'avremo più fatto.
Hai ancora rancore? Bene, cazzi tuoi." disse dando un'altro colpo alla porta dal nervoso e aveva le lacrime agli occhi, non la riconoscevo più.
"Se mi arrabbio é perché ti voglio." mormorai afferrandole il braccio ma si scansò letteralmente arrabbiata, forse non avrei dovuto metterlo in mezzo.
"Lasciami." disse furiosa e aprí la porta andandosene via, con passo veloce.
Avevo combinato un guaio.

La sera si inoltrò velocemente e mi sedetti sul divano togliendomi la cuffia, avevo fatto un'intervento a dir poco difficile e speravo che il mio paziente si risvegliasse senza danni cerebrali.
"Hey, bionda." disse Saray sedendosi al mio fianco e le sorrisi tristemente, non avevo smesso per un attimo di pensare a Zulema e volevo parlarle.
"Ciao." dissi sospirando e la gitana si accorse che qualcosa non andava per il verso giusto, quindi afferrò la mia mano e la strinse amorevolmente.
"Mi ha raccontato quello che è successo poco fa, mi dispiace per Lauren e credimi che non l'ho mai sopportata." mi spiegò a bassa voce e mi accigliai sul posto non pensando che Zulema le raccontasse proprio tutto.
"Io non voglio perderla, ero arrabbiata e ho agito di impulso come mio solito. Forse non avrei dovuto ma non lo so, qualcosa tra di noi è cambiato." dissi facendo spallucce e Saray mi sorrise annuendo, sapeva già tutto quanto.
"È andata via poco fa, era furiosa. Incredibile quanto le fai effetto ragazzina, ma stai attenta a non giocare troppo con lo scorpione. Sappiamo tutti quanti che Zulema Zahir è letale quando ci si mette." disse seria e si alzò a causa del suo cercapersone che suonò insistentemente.
Rabbrividii dal freddo di Novembre e senza pensarci due volte afferrai il mio telefono, infilandomi poi una felpa pesante che mi permettesse di stare al caldo.
Entrai su Whatsapp e cliccai sulla chat della mia regina araba, pronta a scriverle.

MESSAGGIO A: zulema.
non voglio perderti né tantomeno farti del male, quindi vorrei porgerti le mie scuse per il mio comportamento inappropriato davanti agli altri. mi dispiace zulema, dico davvero.

Inviai mordendomi il labbro e mi alzai senza smettere di guardare lo schermo, l'araba era online e incominciò a scrivere.

MESSAGGIO DA: zulema.
hai questa impulsività del cazzo che mi fa uscire fuori di testa, vorrei ancora capire come diavolo fai a parlare come se niente fosse.

Una lacrima mi percorse il viso ed era veramente arrabbiata, non sapevo come risponderle e camminai nervosamente lungo il corridoio, avevo il turno di notte e ovviamente Zulema l'aveva fatto apposta a mettermelo in modo tale che lei potesse andarsene senza farmelo sapere.
Che figlia di puttana.
Tornai nella mia stanza privata del medico di guardia che usavo solo io personalmente e mi accoccolai sotto le coperte, sentendomi subito meglio.

MESSAGGIO A: zulema.
io ti voglio troppo, lo capisci? ho sbagliato zulema okay, ma devi anche capire che lauren non può trattarmi come cazzo vuole solamente perché TU le dai questo potere.
non sono più quella di una volta.

Mi morsicai il labbro non appena scrisse subito e stavo tremando per tutta la tensione che avevo addosso a causa sua, la volevo vedere e baciare.
Forte.

MESSAGGIO DA: zulema.
scusami? lauren non ha proprio il potere di fare un cazzo, devi lasciarla stare perché non è lei quella che voglio ma bensì un'altra persona.

MESSAGGIO A: zulema.
ah giusto, però può fare questi discorsi del cazzo davanti a tutti e prendermi per il culo? non capisco.

MESSAGGIO DA: zulema.
non ne ho voglia di perdere tempo con queste stronzate da bambine inutili, chiudiamo il discorso qui.

Mi misi seduta incredula e scossi la testa soffocando una risata triste, nonostante fossero passati anni lei mi considerava ancora una bambina, era assurda.

MESSAGGIO A: zulema.
bene, chiudiamola qui.
ognuna per la sua strada no?

Piansi silenziosamente e Zulema scrisse subito ma si bloccò un paio di volte, la volevo terribilmente qui con me.

MESSAGGIO DA: zulema.
è quello che vuoi? dimmi.

MESSAGGIO A: zulema.
io voglio te.

Uscì dalla chat dopo aver letto e l'istinto era quello di chiamarla ma non lo feci, dovevo lasciarle i suoi spazi.
Guardai il soffitto chiudendo gli occhi e senza neanche accorgermene, mi addormentai con lei tra i miei pensieri.

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