seduta
che sorride
e ti guarda
è tutta lì la vita."Segua la luce." mormorai alla donna davanti a me e seguì il gesto, feci un lunghissimo sospiro di sollievo perché l'intervento era andato da dio.
"Quando mi dimetterete?" domandò dolorante e feci giusto un paio di manovre, rispondeva al 100% e guardai le ultime tac constatando che anche questa volta aveva fatto un lavoro perfetto grazie alle mie doti da chirurgo.
"Tra un paio di giorni, la ripresa è molto lenta quindi deve andarci piano intesi? Vedrà che andrà tutto bene." le risposi rassicurandola subito e le strinsi la mano dolcemente.
"Grazie mille, dottoressa." disse serena e le regalai un ultimo sorriso uscendo fuori dalla stanza, erano le dieci del mattino e finivo il turno all'ora di pranzo, non vedevo l'ora.
"Hey Maca, tutto bene?" disse Teddy affiancandomi e annuii, aveva ancora la cuffia e sicuramente aveva concluso un'intervento perché era stremata.
"Sì, sono qui da stanotte." dissi camminando verso una macchinetta e ordinai del caffè rigenerante, avevo ancora i capelli umidi dalla doccia e non avevo fatto in tempo nemmeno a truccarmi decentemente.
Ero come al solito un disastro.
"Ma l'hai fatto anche da poco, queste sono cose da specializzandi e Zulema dovrebbe saperlo." disse alzando di poco la voce e sorrisi bevendo del caffè ma mi bruciai la lingua perché l'araba era davanti a noi in tutto il suo splendore.
Mi guardò dritta negli occhi e camminò serrando la mascella con il suo atteggiamento autoritario e severo.
"Se avete qualcosa da dirmi, il mio ufficio è al quarto piano." incominciò appoggiandosi nella macchinetta e buttai il bicchiere ormai finito nel cestino.
Mi legai i capelli e non appena feci per andarmene la sua voce mi bloccò.
"Che c'è bionda, scappi via?" disse stuzzicandomi e sorrisi divertita, ovviamente doveva fare così.
"No, non mi interessa quindi." dissi riprendendo a camminare velocemente e raggiunsi i miei specializzandi.
"Dottoressa Ferreiro." mi richiamò l'araba e alzai gli occhi al cielo, afferrò saldamente il mio polso e mi trascinò in ascensore, non c'era nessuno e lo azionò nel mentre che salivamo.
"Smettila, di stuzzicarmi." sussurrai incrociando le braccia al petto e la mia schiena era adagiata contro al muro dopo mezzo secondo, con Zulema Zahir ad un centimetro dal mio viso.
"Io faccio quello che voglio, non prendo ordini da te ricordatelo." sussurrò avvicinandosi e il mio sguardo si posò sulle sue labbra ma misi la testa di lato, spingendola appena.
"Mi stai facendo impazzire Zulema, e penso che venire qui sia stata una scelta pessima!" urlai con le lacrime agli occhi ed ero stanca di piangere per lei.
Le porte dell'ascensore si aprirono e la seguii controvoglia dato che mi fece un cenno, dirigendosi verso al suo ufficio.
Sicuramente voleva parlare con me e non dare troppo all'occhio come é già successo, come biasimarla d'altronde.
"Vattene allora, vai!" urlò lei a sua volta e chiuse la porta con forza, tremai di scatto e in stanza c'era tanto silenzio.
"Zulema.." sussurrai sospirando pesantemente e mi diede le spalle sedendosi sul suo divano, si prese la testa tra le mani e respirò piano.
"Cosa vuoi da me?" disse alzando lo sguardo e mi sedetti al suo fianco, il suo profumo mi fece calmare in un'istante e sospirai pensando a cosa dirle.
"Tutto ciò che puoi darmi, te." dissi semplicemente senza nessun problema e l'araba rise appoggiandosi sul divano, chiuse gli occhi e la guardai seria.
"Ti ho già rotto in mille pezzi e lo farò. Lo farò eccome perché io sono così, distruggo tutto ciò che ho attorno e tu sei sempre al mio fianco." disse mettendo la testa di lato e il mio istinto mi diceva di afferrarla per la gola e baciarla.
Zittendola, come volevo io.
"Io amo stare al tuo fianco." dissi avvicinandomi e appoggiò le dita sulle mie labbra, tracciandomele piano.
"Bambina, sei ancora troppo giovane." disse a bassa voce e i suoi occhi neri mi tagliarono l'anima in due, letteralmente.
"Non me ne frega un cazzo Zulema, ti ho chiesto scusa ho sbagliato okay? Dovevo rispettare i tuoi spazi e non hai idea di quanto io abbia paura di perderti davvero, non capisci nulla." mormorai sciogliendomi i capelli e ricaddero lungo le mie spalle, mi torturai le mani e la mora sospirò afferrandomele.
Mi baciò ogni nocca dolcemente e l'afferrai per il viso, appoggiando la fronte contro la sua amorevolmente.
"Puoi perdonarmi? Mhm?" sussurrai lasciandole un piccolo bacio sulla guancia e abbassò la testa, annuendo piano.
Ma non era questo il punto.
C'era altro sotto.
"Va bene, hai ragione anche tu." disse sospirando e si alzò debolmente, l'osservai seria senza staccare gli occhi dai suoi movimenti e già avevo notato la sua fatica nel mantenere l'equilibrio.
"È chiaro che ti voglio nel mio letto." continuò sedendosi nella sua poltrona dietro la scrivania enorme e serrai la mascella, ascoltandola eccome.
"Non voglio oltrepassare quella linea, tu sei esclusivamente mia e dal momento che ci vogliamo devi capire che non puoi fare come vuoi." disse indossando gli occhiali da vista e sembrava che fossimo davvero tornate al principio, mi metteva sempre timore.
Adrenalina, fuoco puro dentro le ossa.
"Zulema, tu devi capire una cosa." dissi alzandomi e si accigliò per il mio tono di voce, camminai verso di lei e mi leccai le labbra abbassandomi davanti al suo viso meraviglioso.
"Io non ti voglio condividere." sussurrai alzandole il mento con due dita e le morsicai il labbro sensualmente, ansimò contro la mia bocca e le lasciai un lieve bacio sul suo labbro inferiore.
"Non hai visto tutto quello sono diventata a causa tua, vuoi farmi impazzire? Bene, ma ricordati che io posso farlo il triplo di te." conclusi allontanandomi e i suoi occhi neri ebbero una scintilla, la guardai un ultima volta e uscii dal suo ufficio con passo veloce.
Percorsi il corridoio e non appena entrai in ascensore il telefono mi vibrò, lo afferrai dal camice e serrai la mascella.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...