6.

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Amelia mi baciò non appena tornai in sala e sorrisi nervosa, il mio cervello era letteralmente in tilt.
Per così poco.
"Hey, tieni." sussurrò porgendomi da bere e presi il bicchiere sorseggiandolo, alcuni chirurghi si congratularono con me e nel mentre che parlavo notai Zulema dirigersi verso Saray meno tesa.
Quindi la rendevo un minimo nervosa.
La gitana le diede una piccola pacca sulla spalla e l'araba si sedette al suo fianco guardandomi con un'intensità mai vista prima, mi sentivo sua.
Nonostante non lo fossi per niente.
"Avete parlato?" disse Amelia mangiando e risi perché era buffa, annuii e le raccontai brevemente del contratto.
Non sapevo quanto dovevamo stare qui e avevamo preso un biglietto di sola andata non pensando minimamente al ritorno.
"Ti vedo serena." disse scrutandomi attentamente e annuii sedendomi nel divano davanti a lei.
"In realtà lo sono, abbiamo un accordo e non c'è nessun tipo di rancore." le spiegai abbastanza tranquilla e il vestito mi si abbassò accidentalmente, Amelia si sedette al mio fianco e sorrise lasciandomi un lungo bacio sulle labbra.
Zulema serrò la mascella lievemente e distolse a fatica lo sguardo da noi ma notavo il suo atteggiamento teso.
Amelia la faceva innervosire tanto ed era consapevole del fatto che non ero più sua come ai vecchi tempi, tutto si era capovolto a dismisura.
"Sono contenta per te, tanto alla fine non c'era nessun tipo di sentimento tra di voi, no? È stata un'esperienza negativa nient'altro." disse accarezzandomi la coscia lentamente e faceva dei piccoli cerchi immaginari.
Zulema non è stata un'esperienza.
È stata vitale per me.
Mi ha fatto sentire viva in una maniera assurda, e nessun altra ci è riuscita.
Caos e stupore, bellezza e mistero.
Fascino e passione, non era una donna da capire ma bensì da vivere tutta quanta e in questo momento i suoi occhi neri erano posati sulla mano della mora nella mia coscia nuda e la voleva uccidere.
Si vedeva terribilmente tanto.
"Già, comunque ho ripreso le chiavi del mio vecchio appartamento quindi sarò lì, se hai bisogno." le spiegai cambiando argomento e Amelia annuí rilassandosi al mio fianco.
Pensiamo di dimenticare molte cose, invece la verità è che il nostro corpo e la nostra mente ricordano tutto.
Ogni cosa accaduta è registrata per sempre, anche il particolare più insignificante.
Di più, a volte ricordiamo anche quello che non abbiamo vissuto perché il passato non è solo ciò che è accaduto ma anche quello che sarebbe potuto accadere.
Amelia afferrò la mia mano e ci giocherellò nel mentre che Richard faceva il suo ingresso, la donna al mio fianco si alzò per parlarci mentre io ritornai a guardare la mia regina araba.
Bevve un po' dal suo bicchiere e nel farlo mi guardò con occhi penetranti facendo scorrere lo sguardo lungo il mio corpo.
Qualcosa stava cambiando nell'aria e giocherellai con l'anello che avevo sul dito e lei seguì quel gesto, volevo farla dannare e pentirsi di avermi persa.
Le avrei potuto dare il mondo.
Se solo me lo avesse permesso.
Mi alzai in tutta la mia altezza a causa dei tacchi e toccai il mio collo afferrando il mio capotto per poi indossarlo.
"Vai via?" disse Amelia accigliandosi e annuii guardandomi attorno, spalancai la bocca incredula e notai Lauren sedersi sulle gambe perfette dell'araba, senza farsi nessun tipo di problema.
Non doveva importarmene nulla dato che non siamo mai state insieme ma vedere quella bionda ossigenata mi faceva imbestialire come non mai.
"." dissi rispondendo ad Amelia e sotto lo sguardo penetrante della mora l'afferrai per la vita e la baciai con passione.
"Ti voglio, stanotte." mormorai contro la sua bocca e i suoi occhi azzurri si sgranarono appena per la mia frase.
Ma sapeva che l'avevo detto a causa di Zulema perché dovevo distrarmi.
"Ah, ?" disse maliziosamente e annuii baciandola ancora lungo il collo, fregandomene totalmente degli altri.
"Mhm mhm, muoviti." dissi lasciandole un'altro bacio ma prima che potessi andarmene il mio polso venne afferrato.
"Vai via senza salutarmi?" disse Lauren affondando appena le unghie sulla mia pelle e abbassai lo sguardo, nervosa.
Ma chi diavolo si credeva di essere?
", ho di meglio da fare." dissi facendo un cenno ad Amelia che si stava infilando il capotto in tutta la sua bellezza.
"Non pensavo che saresti tornata." disse la bionda con un tono di sfida e Zulema l'afferrò per una spalla cercando di allontanarla da me ma era impossibile.
"Lauren, smettila." disse con un tono di voce più autoritario del solito ma non sembrava intenzionata ad ascoltarla.
"Volevo solamente informarti che io e Zulema stiamo insieme quindi non provare minimamente a fare la ragazzina ingenua che va dietro al proprio capo perché sbagli di grosso." disse con un tono minaccioso e a quel punto i miei occhi si posarono su quelli dell'araba che erano a dir poco glaciali.
Il cuore stava per uscirmi dal petto e ingoiai il grosso groppo che avevo in gola, senza dimostrarmi fragile.
Quindi stavano insieme.
"Non devi darmi nessun tipo di spiegazione, lo sai vero? A me non interessa un cazzo di voi due, indipendentemente da tutto quanto." incominciai con un tono di voce apatico e Zulema si accigliò nel vedermi così.
La colpa era solamente sua.
"Sono felice, ho una compagna che soddisfa ogni mia esigenza e non ho bisogno di andare dietro a nessuno. Quindi, sarei lieta se ti facessi da parte e la smettessi con queste frecciatine del cazzo che mi urtano e basta." continuai velenosa e a quel punto Amelia venne in mio soccorso assai tesa.
"Che sta succedendo?" disse quest'ultima con le labbra serrate e guardò Zulema quasi con rimprovero.
"Nulla che ti riguardi." disse l'araba facendo due passi in avanti e inutile dirlo ma ogni volta vederla da vicino era a dir poco paradossale e doloroso per me.
"Oh Zulema, tutto ciò che riguarda la bionda qui è solamente affar mio." disse con un tono di sfida e il mio scorpione rise, ma era una risata nervosa e non avevo la più pallida idea perché si stessero comportando così entrambe.
"Sei la sua ragazza? Non mi pare." disse Zulema alzando di poco la voce e Saray trascinò Lauren via, la bionda mi lanciò un'occhiata di fuoco e sapevo che non avrebbe mai smesso di provocarmi.
Era guerra aperta ora.
"Per tua informazione no, non stiamo insieme ma questo non significa che io non tenga a lei tantissimo. Al contrario tuo che hai solamente pensato a scopartela e basta." disse con la mascella contratta e prima che Zulema potesse scattare mi misi in mezzo afferrando Amelia per il viso.
"Guardami, ora andiamo via okay?" sussurrai lasciandole dei piccoli baci per farla calmare e non scherzava quando si arrabbiava anzi, era uno tsunami.
"Tu credi solamente a quello che vuoi Amelia ma non sai cosa cazzo ho dovuto passare io!" urlò Zulema alzando la voce e alcune persone incominciarono a dileguarsi impaurite.
Ecco una delle tante bombe atomiche che stava incominciando ad esplodere ma quella più grande l'avevamo io e lei.
La prima era già esplosa, mancavano tutte le altre che erano sospese da anni.
"Scusami?" disse Amelia avvicinandosi ma la tenevo ferma senza farla scappare, altrimenti sarebbe scoppiato il caos.
Ed eravamo appena tornate.
"Hai sentito bene, eppure mi conosci e sappiamo bene che lei non è stata solamente una botta e via." disse ringhiando furiosa e a quel punto alzai le mani e sospirai pesantemente.
Guardai Zulema negli occhi sperando che mi potesse dare delle risposte ma il suo sguardo era letteralmente perso, non riuscivo a capire cosa volesse intendere con quella frase, se non ero stata una botta e via allora cosa diavolo ero per lei?
Non ce la facevo più a sentire queste frasi uscire dalla sua bocca, mi stava distruggendo stare qui con lei.
E non volevo fare spettacolo, non capivo perché stava dicendo queste cose del passato che non c'entravano nulla.
"Io me ne vado." dissi facendo un sorriso nervoso e non ci pensai due volte a dirigermi verso l'uscita.
Strinsi saldamente le chiavi tra le mani e un venticello freddo mi faceva tremare come una foglia, percepii un rumore di tacchi e Amelia mi raggiunse dispiaciuta.
"Scusami." disse soltanto e non le risposi entrando in macchina, accesi il riscaldamento e partii abbastanza tesa.
Strinsi il volante e la donna al mio fianco non parlò per nessuna ragione al mondo fino a quando non arrivai davanti a casa.
"Vieni?" le domandai dopo essermi calmata e la mora annuì seguendomi, mi appoggiò contro la porta e senza pensarci due volte mi baciò con passione.
"Ho perso il controllo." sussurrò tra un bacio e l'altro e mi trascinò dentro chiudendo la porta con un colpo secco.
"Oh fidati, io l'ho perso da tempo." dissi ridendo appena e nemmeno mi accorsi che ero già nel mio letto con un bellissimo neurochirurgo infilato tra le mie gambe, in tutto il suo splendore.
Fissai il soffitto rilassandomi dopo questa lunghissima mattinata e Amelia stava baciando ogni centimetro del mio collo per poi scendere verso al basso.
"Spogliami." sussurrai accarezzandole i capelli e annuì abbassando la zip del mio vestito in modo tale che potessi rimanere in intimo e si prese il suo tempo per osservare il mio corpo magro e snello.
"Quanto sei bella." sussurrò abbassando le spalline del reggiseno e chiusi gli occhi lasciando che le sue labbra mi baciassero.
"Per caso Zulema ti ha detto qualcosa in passato sul mio conto?" sbottai ad una certa e Amelia alzò la testa dal mio collo sospirando pesantemente.
" ma non dovresti pensarci." disse afferrandomi il viso ma la spinsi di lato, mi toccai il viso nervosa e andai dritta in bagno per farmi una doccia rigenerante.
Stavo già uscendo fuori di testa e domani l'avrei incontrata di nuovo, non percepivo una buona sensazione.
La nostre bombe sarebbero scoppiate.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" disse Amelia raggiungendomi e avevo il volto abbassato con le mani stette attorno ai bordi del lavandino.
"No." sbottai asciugandomi una lacrima veloce e azionai l'acqua della doccia, dovevo togliermi di dosso tutto ciò che stavo provando nuovamente e archiviarlo.
"Posso, piccola?" disse la donna alle mie spalle a bassa voce indicando la doccia e sussultai per il nomignolo.
"Non chiamarmi così." dissi serrando la mascella e senza pensarci due volte mi immersi sotto al getto dell'acqua bollente.
Era uno dei tanti nomignoli che mi dava Zulema e solamente dalle sue labbra volevo sentirlo uscire, non volevo creare nessun tipo di rapporto con le persone.
Ero distrutta.
"Scusami." disse Amelia entrando in doccia e mi abbracciò da dietro, lasciandomi dei lievi baci sulla schiena.
Accarezzai il suo braccio stretto attorno al mio seno e le baciai la mano, avevo i muscoli tesi e lei se ne accorse subito.
"Terapia del dolore?" disse con voce sensuale e mi morsicai il labbro, cercando di non pensare a quegli occhi neri che già avevano stravolto tutto.
E terapia del dolore sia.

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