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"Che?" sussurrai con il cuore a mille e Zulema sorrise mentre avanzava con cautela verso di me, le sue dita tracciarono piano la mia guancia e si inchinò baciandomi dolcemente.
"Ho sentito tutto bambina, anche il fatto che mi ami, e l'ho sentito anche quando stavo dormendo e tu mi stringevi la mano forte." disse accennandomi un piccolo sorriso e una lacrima mi rigò il viso mentre sentivo il panico invadermi perché non me l'aspettavo assolutamente tutto questo.
"Pensavo stessi dormendo." dissi mordendomi il labbro e l'araba si abbassò alla mia altezza mentre si accoccolava nell'incavo del mio collo.
Percepii dei piccoli baci e le accarezzai i capelli stringendola a me molto piano, nonostante tutto avevo paura che potessi farle del male.
Ma la cosa che mi lasciava ancora più basita era il fatto che la mora non fosse terrorizzata per aver scoperto i miei sentimenti, dovevo ancora capire se era interessata o meno a tutto questo.
E siamo creature cosi' fondate sul linguaggio che in una certa misura non riusciamo a conoscere cio' che non sappiamo nominare.
E cosi' supponiamo che non sia vero.
Lo definiamo con termini onnicomprensivi, come "pazzo" o "dolore cronico", termini che insieme ostracizzano e minimanizzano.
L' espressione "dolore cronico" non coglie nulla della sofferenza insostenibile, costante, incessante e ineludibile.
E la parola "pazzo" ci arriva priva del carico di terrore e ansia con cui si convive.
E nessuna di queste parole definisce il coraggio che le persone afflitte da tali dolori incarnano.
"La mia piccola, mi ama." disse sorridendo e alzai gli occhi al cielo mentre dovevo accettare al meglio questa situazione, e se lei non fosse stata pronta? Non sapevo cosa dirle.
Ero terrorizzata, quindi mi staccai dal suo abbraccio e corsi in sala con il cuore che mi stava per uscire dal petto.

L'ora di pranzo era vicina e notai che l'ospedale era letteralmente deserto, avevo parlato con Amelia di tutto ciò che era successo e nemmeno lei sapeva cosa dirmi perché era incredibile.
"Potete ascoltare un'attimo?" esclamò Zulema salendo nella scalinata davanti alla porta d'ingresso e tutti ci radunammo mentre lei ci guardava autoritaria.
"Che succede?" disse Alicia raggiungendoci e mi abbracciò teneramente da dietro, aveva fatto anche lei un'intervento difficile ed era stanca.
Come tutti d'altronde.
"Penso voglia fare un discorso, ascoltiamo cosa ha da dire." disse Amelia sorridendomi e annuii mentre gli occhi neri dell'araba erano fissi su di me.
Era bellissimo vederla in tutta la sua altezza davanti a tutti, i miei colleghi la guardavano pendendo dalle sue labbra e i suoi capelli neri erano perfetti.
Questa donna era rinata nel vero senso della parola ed io ero la persona più felice del mondo intero per quanto fosse bella.
"Credo, dal profondo del cuore che ognuno di voi meriti delle scuse da parte mia, per tutto ciò che è successo mentre stavo per morire. Scusate per il mio comportamento poco professionale, per il mio essere sfrontata e arrabbiata con il mondo ma volevo semplicemente stare male in silenzio perché non trovavo la luce all'interno della mia vita. Quando tutto attorno a te è buio non resta altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità, chi può distinguere il mare da ciò che vi si riflette? O dire dove finisce la pioggia e comincia la malinconia? Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato." incominciò appoggiandosi nella ringhiera e sussultai per il suo tono di voce maledettamente serio e triste.
Si vedeva il suo pentimento nei suoi occhi e non smisi di guardarla, perché me le meritavo queste scuse per davvero.
"Non ragionavo, ero smarrita nel mio stesso dolore e ho trattato malissimo le uniche persone che davvero hanno da sempre dimostrato di tenere a me. Inoltre avevo sempre avuto questa tendenza a immergermi talmente in qualcosa da dimenticarmi per un po' del resto del mondo." disse guardandomi dritta negli occhi e mi morsicai il labbro dolorosamente.
"Mi dispiace, e chiedere scusa non fa mai male no? È troppo triste, se ci pensate. Vedersi crollare in un attimo tutto quello che avevo costruito con tanta fatica, mettendo assieme un pezzo alla volta. Basta un attimo per perdere tutto quello che uno ha. Ho disprezzato me stessa, ma soprattutto la società perché mi sono sentita costretta a fingere un ruolo, solo per essere accettata. Scusate per essermi trasformata nella persona che mi tormentava giorno e notte. Non è stato facile, accettare di avere una malattia terminale ma la dottoressa Ferreiro mi ha salvata." disse indicandomi e tutti si voltarono verso di me sorridendomi, mentre arrossivo abbastanza imbarazzata.
Stava mettendo da parte l'orgoglio per me senza provare neanche il minimo rancore e questa cosa mi destabilizzava.
"Ti devo tutto Macarena, scusami per lo schiaffo e per come fino all'ultimo ti ho trattata male, non pensavo che invece ce l'avresti fatta. Sei andata in quella cazzo di aula magna e hai fatto dei discorsi stupendi facendoti valere nonostante la tua giovane età e sai che ti dico? Che sono fiera di te Ferreiro, lo sto dicendo qui davanti a tutti." mormorò facendo spallucce e le sorrisi nervosa percependo un applauso enorme che riecheggiò fortissimo mentre alcune lacrime incominciarono a rigarmi il viso per l'emozione.
Quanto l'amavo, da morire.
"Ma la vita vince sempre no? Quindi vorrei che dopo questa esperienza che ci ha toccato a tutti, voi pensiate davvero all'importanza di chi ci ama, e lo dimostra per davvero." concluse sorridendo e tutti applaudirono mentre lei mi guardava intensamente, regalandomi un sorriso a dir poco meraviglioso e tutti ci guardavano estasiati.
Miranda diede una piccola gomitata a Richard e ci indicarono mentre Saray piangeva a dirotto per noi due.
"Quindi, grazie Macarena e spero tu possa perdonarmi per averti spezzato il cuore più di una volta." disse scendendo le scale e tutti si dileguarono mentre l'araba avanzava verso di me con cautela fregandosene di tutto quanto.
"Hey." sussurrò accarezzandomi il viso e la stavo fissando come un'idiota per tutto il suo discorso inaspettato.
"Forse noi due ci cercavamo molto più di quanto noi stessi pensassimo. E così abbiamo finito per prendere la strada più lunga e più contorta. Forse io non avrei dovuto fare quello che ho fatto. Ma non ho potuto farne a meno. E volevo dirti che la sensazione di intimità e tenerezza che ho provato per te, è stata un'emozione che non avevo mai sentito prima nella mia vita e accetto i tuoi sentimenti piccola." mi disse a bassa voce e strinsi il suo polso inspirando il suo profumo meraviglioso.
Chiusi gli occhi accoccolandomi nel palmo della sua mano e le lasciai un piccolo bacio, mentre con il pollice tracciava le mie labbra lentamente.
"Devo andare a mangiare." dissi staccandomi e annuì mentre mi seguiva con lo sguardo, entrai in mensa e afferrai un vassoio al volo ordinando qualcosa.
Stavo per vomitare, era successo tutto così velocemente e dovevo realizzare.
"Bionda!" urlò Alicia richiamandomi e le raggiunsi mentre le altre mie amiche erano sedute al nostro solito tavolo.
"Quindi, hai accettato le scuse della Zahir o devi farla dannare?" disse Amelia mangiando qualcosa e feci spallucce sorridendole divertita.
"Vorrei farla dannare un pochino onestamente, mi diverto." dissi guardandola arrivare con la sua solita eleganza e si sedette nel tavolo poco distante dal nostro.
Mi guardò mettendo la testa di lato e bevvi dell'acqua scrutandola incuriosita e non sembrava nemmeno tanto infastidita del fatto che sapesse la verità.
"Facciamola dannare, allora." disse Amelia mettendosi in mezzo e Alicia applaudì estasiata nel vederci.
Mi baciò dopo mezzo secondo e ricambiai intrecciando la lingua con la sua mentre l'araba ci guardava basita con la bocca spalancata, ma non mi fermai baciando Amelia con tanta passione.
Le nostre lingue si videro chiaramente e a quel punto guardai Zulema che era imbambolata con la mascella contratta.
"Saray, non trattenermi." la sentii dire mentre si alzava e sorrisi divertita contro le labbra della mora tra le mie braccia.
Si alzò venendo davanti a noi e mi staccò con forza da Amelia facendomi sussultare dal dolore per la sua forza.
"Zule." la richiamai mentre mi trascinava lungo il corridoio e sapevo che sarebbe esplosa così tanto, mi divertivo assai e l'unica che doveva desiderarmi era lei ora dato che io avevo fatto anche troppo.
"Ti stavo praticamente scopando poco fa e ora ti baci quella? Per farmi un dispetto?" urlò furiosa non appena entrammo nella stanza del medico di guardia e sorrisi vedendola così arrabbiata nei miei confronti.
"Può darsi." sussurrai sul vago mentre mi attaccava al muro e alzò i miei polsi avvicinandosi al mio volto sensualmente.
"Mi stai sfidando, bambina?" disse mettendo di poco il broncio e arricciai le labbra scuotendo la testa.
"Io? No, mi andava di baciarla e l'ho fatto che problema c'è? Mica stiamo insieme io e te." sussurrai mordendomi il labbro e alzò la mia coscia per metterla sul suo fianco, infilando la mano sotto alla mia gonna per stringere forte la mia pelle.
"E se stessimo insieme invece?" mi propose soffiando un pochino sul mio collo e me lo baciò molto molto piano.
Misi la testa di lato ansimando e questa donna mi era mancata più di ogni altra cosa al mondo, era sublime tutto questo.
"Sai da cosa sono dipendente? Dalla sensazione che provo quando mi guardi e mi fai uscire fuori di testa." aggiunse contro alla mia pelle e circondai il suo collo con le mie braccia esili mentre toccavo i suoi capelli e glieli stringevo.
"Davvero? Perché questo è niente." dissi infilando le mani sotto alla sua maglia e strinsi delicatamente il suo seno mentre le morsicavo il labbro forte.
"Sono curiosa." disse l'araba guardandomi dritta negli occhi e si avvicinò leccandosi le labbra.
"Quando sei con lei lo so che mi pensi piccola, lo so bene." aggiunse subito dopo spingendo il bacino verso il mio e mi morsicai il labbro inferiore trattenendo dei gemiti, ero eccitata da morire.
Aveva ragione.
"Perspicace Zahir, ricordati che la sfida devo vincerla solo io." dissi sfidandola e si staccò dal mio collo mentre mi guardava estasiata.
"Imponiamoci delle regole." disse mordendo piano la mia mascella scolpita e accarezzai il suo viso meraviglioso.
"Bene, perde chi finisce nel letto dell'altra o viceversa però per rendere questa sfida entusiasmante io direi di portare il livello di provocazione al massimo." sussurrai mettendola alla prova e sgranò gli occhi sorpresa.
Un passo alla volta con lei.
"Non puoi farmi questo, Maca." piagnucolò la mora accoccolandosi nell'incavo del mio e sembrava una bambina minuscola.
" invece, questo per farti capire che non puoi fare come dici tu." la stuzzicai accarezzando la sua schiena e la sentii borbottare contrariata.
"Non dobbiamo andare con altre donne, e.." dissi pensandoci e mi guardò cercando di rubarmi dei baci casti ma la spinsi gironzolando per la stanza.
I miei tacchi facevano rumore e l'araba si sedette nel letto fissandomi incantata.
"Okay, non faccio la cogliona però tu non ti devi baciare quella mi hai capito? Altrimenti sono cazzi-" disse puntandomi un dito contro e mi abbassai alla sua altezza, zittendola subito.
"Minacciami." sussurrai dando inizio a questa sfida e le sue mani afferrarono la mia vita mentre stringeva i miei glutei.
"Tu finirai presto nel mio letto, te lo dico io bambina." disse gelosa e mi porsi verso al suo viso, mordendole il labbro inferiore sensualmente.
"Vedremo." dissi facendo spallucce e mi staccai da lei, mentre si alzava in tutta la sua altezza mettendomi troppo timore.
"Possiamo almeno baciarci?" disse guardandomi con quei suoi occhioni neri e annuii indicandomi le labbra.
Zulema si avvicinò lentamente accarezzando i miei fianchi e ansimò piano contro la mia bocca facendomi uscire letteralmente fuori di testa, mi mancava vederla contorcersi sotto di me.
" ma hai la saliva di quella ed io non ti condivido proprio con nessuno." mi sussurrò con voce sensuale e se ne andò via con fare altezzoso, mi voltai sconvolta per come mi aveva rifiutata ed ero proprio curiosa di affrontare questa sfida.
Chissà come sarebbe andata a finire.

Dopo aver finito il turno andai dritta a casa e mi rilassai togliendomi il capotto leggero che portavo.
Il telefono mi vibrò e sorrisi mentre lo tiravo fuori dalla mia borsa.

MESSAGGIO DA: amore.
quella cazzo di gonna, oggi ti faceva un culo stupendo sai?

Mi morsicai il labbro ricordando il suo tocco su di me e mi sdraiai nel letto sbottonandomi di poco la camicia, avevo un segno enorme sul seno a causa sua.

MESSAGGIO A: amore.
ho visto che hai apprezzato abbastanza, non ti staccavi più.

MESSAGGIO DA: amore.
non è vero, bugiarda bambina.

Scoppiai a ridere e le mandai un selfie con tutta la camicia sbottonata, visualizzò subito e mi mandò delle emojii.

MESSAGGIO DA: amore.
bel livido, ti ha morsicata un vampiro?

MESSAGGIO A: amore.
un vampiro molto sexy, e solo mio.

MESSAGGIO DA: amore.
tu sei mia, hai capito? comunque per sbaglio ho cancellato la foto me la potresti rimandare? devo studiare.

Alzai gli occhi al cielo per quanto fosse idiota e gliela mandai di nuovo, solamente che questa volta avevo registrato un video assai provocante.

MESSAGGIO DA: amore.
😧😧😨😨🤤🤤🤤🤒🤒🤒

MESSAGGIO A: amore.
ha la febbre dottoressa zahir?

MESSAGGIO DA: amore.
, lo sai che è stato dimostrato uno studio scientifico che per farla passare si deve fare sesso subito? altrimenti potrebbero insorgere dei deficit.

Mi toccai il viso nervosamente ridendo come se non ci fosse un domani e la congedai mandandole un'emoji.
Filai dritta in bagno per farmi una doccia e mi rilassai per un'ora buona lavando con cura ogni centimetro del mio corpo.
Uscii asciugandomi subito e infilai una maglia lunga che Zulema aveva lasciato qui da me, lasciai i capelli umidi e notai che l'araba mi aveva scritto ancora.

MESSAGGIO DA: amore.
anche per messaggio mi eviti, devo venire a casa tua o mi fai venire tu?

MESSAGGIO DA: amore.
sto ridendo da sola per quello che ti ho appena scritto.

MESSAGGIO DA: amore.
quella cazzo di gonna.

Sorrisi camminando in cucina e preparai da mangiare mentre pensavo a cosa dirle, volevo ringraziarla.

MESSAGGIO A: amore.
comunque volevo ringraziarti per il discorso che hai fatto oggi davanti a tutti, scusami se non l'ho fatto a lavoro ma mi hai lasciata davvero senza parole. grazie, per tutto zule.

Il campanello suonò facendomi sobbalzare e Zulema intanto mi rispose, facendo crescere il sorriso che avevo sulle labbra.

MESSAGGIO DA: amore.
sono io che devo ringraziare te.

Aprii la porta e un'uomo abbastanza anziano mi sorrise porgendomi un mazzo di rose enorme insieme ad un biglietto.
Lo afferrai ringraziandolo ed ero sconvolta dato che non aspettavo nulla da nessuno e amavo questi piccoli gesti.
Le rose erano stupende e le misi subito in un vaso afferrando il biglietto estasiata.
Era da parte di Zulema.
Non potevo crederci.

"Conosco la differenza tra le persone che sanno aprire il loro cuore, e quelle che non sanno farlo. Tu sai aprirlo. E se uno lo apre cosa accade? Si guarisce e tu mi hai guarita. Forse attorno al mio cuore c'è una specie di guscio duro e sono veramente poche le cose che possono romperlo e entrarci dentro. Voglio provarci. So che posso amare, le rose sono belle ma tu bambina lo sei di più. Spero di ricevere il tuo perdono."

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