zulema's pov.
3 mesi dopo.
Quando sei consapevole del fatto che dentro di te hai un male che ti sta uccidendo, la tua vita automaticamente cambia da cima a fondo.
"Hey, buongiorno." mi salutò Lauren entrando in cucina e nemmeno la guardai, anzi, mi urtava proprio vederla in casa mia come se fossimo una coppia.
Neanche avevo dormito con lei stanotte dopo che me la sono tranquillamente scopata cercando di non pensare alla ragazzina, non ce la facevo.
"Preparo la colazione." disse con un tono di voce pacato e neanche questa volta le risposi, stavo guardando una serie tv in soggiorno e il rumore assordante di pentole mi stava facendo innervosire assai.
Non era la prima volta che lo faceva, ma a dir la verità non mi piaceva come diavolo cucinava.
Ho sempre odiato i pancake.
E il modo in cui li preparava Macarena mi piacevano, e se avessi potuto ne avrei mangiato a tonnellate.
Solamente per vedere il suo sorrisone stampato in faccia e la sua fossetta meravigliosa che amavo tanto.
"Mi stai ascoltando?" disse la bionda porgendomi un piatto e scossi la testa, si avvicinò per lasciarmi un lungo bacio sulle labbra e misi la testa di lato.
Non provavo nulla.
"Lauren, mi stai soffocando." sussurrai afferrando la mia tazza di caffè e bevvi lentamente pensando a quando Macarena si appoggiava semplicemente sul mio petto e giocava con la mia mano.
Amavo i baci che mi lasciava a caso, senza nessun tipo di problema.
"Perché ti starei soffocando? Sto cercando di aiutarti." disse facendo spallucce e scossi la testa incredula perché proprio non ci arrivava.
Veniva qui a casa mia come se niente fosse e pensava pure che noi due potessimo diventare una coppia, ma la verità era che la usavo solo per e unicamente per scopare, ma ogni volta nel mio letto vedevo Macarena Ferreiro.
"Voglio solo essere lasciata in pace e tu mi stai addosso ogni secondo." le dissi alzando di poco la voce e la vidi piangere subito, non aveva neanche le palle di affrontarmi.
"Zulema, se sono qui è perché io ti amo hai capito? Io ti amo." disse afferrandomi il viso saldamente e scoppiai a ridere come se non ci fosse un domani.
Cosa diavolo stavo sentendo?
"Ah, tu mi ami? Bella questa." dissi non smettendo di ridere ma dovetti bloccarmi subito a causa di un conato, chiusi gli occhi cercando un minimo di controllo.
Da quando avevo iniziato la chemio insieme alla radioterapia avevo perso molto peso e vomitavo assai, non ce la stavo facendo più.
Proprio per niente.
"Sai che ti dico? Vaffanculo!" urlò la bionda non sapendo cosa fare e uscì da casa mia sbattendo la porta.
Rimasi da sola come al solito e mi alzai, filando dritta in bagno e rigettando tutto quanto come al solito.
E non appena mi voltai verso la porta, vidi me stessa con le braccia conserte e uno sguardo pieno di odio.
"Brava! Anche questa volta hai allontanato dalla tua vita una persona che dice di amarti." disse ridendo e le feci il dito medio, un'altro conato mi colpii come cento pugnalate al petto e vomitai scoppiando poi a piangere.
La mia figura avanzò verso di me e si abbassò alla mia altezza, i suoi occhi erano completamente neri e per la mia prima volta in vita ebbi davvero paura.
Paura di me stessa.
"La tomba é vicina, molto vicina." mi sussurrò con un sorriso sulle labbra e chiusi gli occhi con le lacrime che mi rigavano il viso, ero senza fiato.
E poi.. non la vidi più.
Per il momento.Saray mi abbracciò calorosamente non appena arrivai in ospedale ma l'unica cosa che volevo vedere era la ragazzina.
Con tutto il mio cuore.
"Hey, come stai?" disse porgendomi una tazza di caffè anche lei ma scossi la testa, avevo lo stomaco chiuso.
"Tutto bene, gitana stai tranquilla." le sussurrai debole e camminai fino alla sala, trovando la biondina seduta in un tavolo in disparte.
Aveva i capelli raccolti e gli occhiali da vista mentre discuteva su una cosa con il suo specializzando Ethan.
Volevo andare da lei e darle semplicemente un bacio sulle labbra, dirle che era la più bella qui dentro.
I suoi occhi verdi poi si posarono sui miei e la guardai mentre mi sedevo sul tavolo, mi aveva impedito di fare qualsiasi intervento per la salute dei miei pazienti.
Mi aveva consigliato di leggere ogni cosa che mi capitava davanti per tenere la mente molto occupata e mi aiutava.
Quel Tom, non capiva un cazzo.
Ascoltavo i consigli della ragazzina e un minimo avevo ripreso colore in viso, ma stavo davvero tanto tanto male.
Macarena mi fissò studiando il mio aspetto e si alzò sotto lo sguardo di tutti, lasciando il computer allo specializzando.
"Hey, come ti senti?" mormorò accennandomi un piccolo sorriso e per poco non piansi, il modo dolce con cui l'aveva detto mi lasciava senza fiato.
"Non sto bene, bambina." mormorai con voce debole facendomi sentire solo da lei e la vidi annuire, si guardò attorno notando che tutti erano impegnati e mi porse la mano che afferrai.
Senza pensarci due volte.
Ecco la differenza tra lei e Lauren.
"Si vede che non stai bene, vieni." mi sussurrò mettendo da parte l'orgoglio per un'attimo e anche se avevamo discusso non aveva smesso di dimostrarmi quanto tenesse a me questa bionda stupenda.
Caminammo molto piano e strinse la mia mano, andando sul suo laboratorio che ormai le avevo assegnato.
Aveva le chiavi solo lei, vedevo che stava bene qui dentro, era grande, spazioso e aveva tutti gli strumenti necessari.
Tanto, avevo dato l'ordine di ristrutturare anche gli altri due piani disponibili nell'ospedale quindi questo era suo.
"Allora, hai fatto colazione?" mi domandò accendendo il riscaldamento e sorrisi notando che aveva messo alcuni addobbi natalizi per rendere l'atmosfera unica qui dentro.
"No, ho vomitato." le spiegai sedendomi sul divano e mi tolsi le scarpe portandomi le ginocchia al petto.
Macarena sospirò annuendo e andò in un'altra stanza apposita, afferrando alcune cose che non vedevo.
"È normale Zule, perché stai facendo la chemio e il tuo corpo sta lottando. Ma ora te la faccio passare okay?" mi sussurrò sempre a bassa voce e la ringraziai perché sapeva del mio mal di testa perenne, volevo tranquillità.
Nient'altro.
"Okay piccola." dissi di getto e la vidi sussultare per il mio nomignolo, ero davvero un'idiota di prima categoria.
E non la stavo aiutando.
Afferrò un bicchiere e misi la testa di lato guardando il suo corpo snello, anche lei aveva perso peso ed era stressata.
Ma era comunque stupenda con la tuta blu e il camice bianco sopra, fece sciogliere una pastiglia nell'acqua e l'appoggiò sopra al tavolo.
"Quella la prendi dopo, prima facciamo una bella colazione." disse tranquilla e annuii rilassandomi, qui dentro si stava bene, c'era caldo e mi rilassava il paesaggio che si vedeva tramite le vetrate altissime.
Macarena si mosse velocemente nella piccola cucina posizionata nell'altra stanza e le guadai come un'idiota.
Dopo una buona mezz'ora la vidi arrivare con un vassoio e mi porse una tazza di the caldo, si sedette al mio fianco e si tolse il camice incrociando le gambe.
"Grazie." mormorai sorridendole appena e non mi guardò, sicuramente stava cercando di regolare i suoi sentimenti.
Sapeva di cosa avevo bisogno, mi aveva preparato una colazione da Dio e mangiai quasi tutto, ero davvero affamata.
Macarena mi guardava con un sorriso enorme sulle labbra nel vedermi mangiare ma lo nascose tramite la tazza, senza farsi vedere da me ma la vidi.
Notavo sempre tutto.
"Bravissima, ora medicina." disse dopo vari minuti alzandosi e mi porse il bicchiere d'acqua che bevvi tutto d'un fiato, guardandola dritta negli occhi.
"Cazzo." mormorai appoggiando la testa sullo schienale del divano e mi sentivo un minimo rinata, la biondina fece per alzarsi ma afferrai il suo braccio forte.
"Zulema, ne abbiamo già parlato." mi sussurrò sgridandomi e volevo baciarle da morire quelle labbra perfette.
L'ultima volta che avevamo discusso era stata precisamente un mese fa, il tempo scorreva velocemente ed era prezioso.
Tanto tanto prezioso.
"Lo so, ma voglio te due minuti per favore Macarena, cazzo." la implorai quasi con le lacrime agli occhi e sapevo che con lei potevo mostrarmi così.
Non mi avrebbe mai giudicata.
"Va bene, hey calmati." disse piano e mi accoccolai nell'incavo del suo collo inspirando il suo profumo meraviglioso.
I miei nervi si calmarono subito e questo era il primo contatto che avevo con lei dopo un mese intero, le sue dita sfiorarono il mio collo molto piano e mugugnai mentre le lasciavo dei leggeri baci.
Questa ragazzina era innamorata persa di me, letteralmente.
Lo leggevo nei suoi occhi, brillavano ogni volta che mi vedeva ed era così determinata nel salvarmi la vita.
"Oggi sei davvero bella." le sussurrai mordendole di poco la mascella e volevo che si lasciasse andare un pochino, volevo solamente baciarla lentamente.
"Tu sei sempre bella." sussurrò accarezzandomi i capelli e sorrisi come un'idiota mentre mi accoccolavo a lei.
Era così forte, bella e giovane.
Sapeva quello che doveva fare e mi sono odiata assai quando l'ho demoralizzata ma invece ora, tutti credevano in lei e a quanto pare il mio tumore era davvero impossibile da operare.
Tant'è che tutti ne parlavano, leggevo gli articoli su di me ogni giorno e le persone scommettevano su questo intervento.
La mia vita stava scivolando via, ma lei era davvero l'unica cosa che mi teneva in vita, mi dava luce, forza, speranza.
Ogni volta che la guardavo.
Macarena rimase in silenzio continuando ad accarezzarmi i capelli e alzai di poco la testa fissando le sue labbra, alzò una mano e con l'indice accarezzò piano i miei lineamenti arabi.
Il suo tocco era così delicato, avvicinai piano le mie labbra sulle sue e i suoi occhi verdi erano fissi sui miei neri.
Forse riuscivo a baciarla.
Ne avevo bisogno.
"Non possiamo." disse a bassa voce e mugugnai, sfiorandole le labbra e aprendo di poco la bocca ansimando.
Volevo sentirla dentro di me, volevo che mi afferrasse con forza senza lasciarmi andare mai più.
"Sì che possiamo, per favore." dissi baciandola dolcemente sull'angolo della bocca e mi misi a cavalcioni sopra alle sue gambe senza replicare.
Macarena sgranò gli occhi e accarezzò piano la mia vita, mentre appoggiavo la fronte sulla sua con le lacrime agli occhi.
"Ti ho spezzato il cuore, e se morirò bionda giuro che questa cosa la trascinerò fino all'altro mondo." dissi con le lacrime che mi rigavano il viso e senza pensarci due volte Macarena mi abbracciò calorosamente.
"Col cazzo che morirai, te lo giuro su tutto quello che ho che tu farai la tua vita, ti darò l'occasione per rinascere nel vero senso della parola." disse decisa e sorrisi per la sua audacia.
"Piccola, non essere così tanto sicura di te perché talvolta potresti scavarti la fossa da sola mi hai capito?" dissi dandole un consiglio ed era vero, avevo affrontato tanti interventi nella mia vita.
"Fidati di me, lasciami fare." disse con un sorriso sulle labbra e mi avvicinai per baciarla, rimase immobile e chiusi gli occhi mentre ricambiava dolcemente.
La sua lingua cercò teneramente la mia e ansimai di poco, percependo tutto quel fuoco scavarmi le ossa, mi rendeva maledettamente viva questa ragazza.
Le sue mani erano posizionate sui miei fianchi e li strinse saldamente, mentre il nostro bacio diventava più passionale.
Le morsicai quelle labbra afferrandole saldamente con i miei denti e mi gemette in bocca facendomi eccitare da morire.
Lauren non sapeva fare un cazzo, era solamente sottomessa a me.
"Fammi tua, bambina." le sussurrai eccitata con il fiatone ma scosse la testa, mettendo poi la testa di lato.
"Zulema, ne abbiamo già parlato in passato e non possiamo fare così. Cosa pensi che io non sappia che stanotte sei stata con Lauren? Ogni volta che ti guardo negli occhi te lo leggo, è troppo palese la cosa." disse con un tono di voce pacato e maledii quella bionda con tutta me stessa.
Feci per parlare ma mi interruppe, mentre restavo ancora sopra di lei.
"Puoi fare quello che vuoi, sei una donna libera ma io non ce la faccio così e se voglio una persona, voglio che quella persona sia solo mia capisci? E tu non lo sei, vuoi restare libera ed io così non ci sto." mi spiegò con vocina esile ed ero veramente una stronza nei suoi confronti, la illudevo dicendole due paroline ma ormai lei non ci cascava più perché stava crescendo.
La maturità e il tono tranquillo con cui me lo stava dicendo era sublime, era esausta di arrabbiarsi con me e aveva ragione.
Come potevo trattarla in questo modo?
Come potevo giocare con i sentimenti di una persona senza nessuno scrupolo?
"Io se potessi Zulema, ti terrei solo per me ma tu non ci stai. Voglio solamente una persona che mi ami, che mi renda felice e voglio provare l'amore vero un'altra volta. Sto provando ad andare avanti, a dare un valore alla mia vita quindi se tu non sei disposta a darmi tutto questo per favore, lasciami andare." disse accarezzandomi i fianchi e una lacrima mi rigò il viso, mi misi le mani in faccia soffocando un singhiozzo e la bionda sussultò abbracciandomi subito.
"Calmati, per favore." disse stringendomi e mi accoccolai a lei facendomi subito piccola, come se fosse la mia unica ancora di salvezza.
"Hai ragione." sussurrai calmandomi un minimo e mi sedetti al suo fianco, fissai il soffitto asciugandomi il trucco colato e decisi di raccontarle la verità.
"Oggi Lauren ha detto che mi ama, non è la prima che me lo dice." le dissi dopo vari secondi e non sapevo nemmeno io perché diavolo lo stavo dicendo proprio a lei.
"Bene." disse la bionda alzandosi dal suo posto e scosse la testa, stringendo forte i bordi del tavolo.
"Non me ne frega un cazzo di lei, le sue parole non significano nulla." le spiegai tentando di convincerla di ciò e scosse la testa, ridendo amaramente.
"A me invece non me ne frega un cazzo di questo tuo discorso, perché se fosse vero tu non andresti da lei ogni cazzo di notte." disse alzando di poco la voce e sussultai per la sua rabbia improvvisa, era stressata e frustrata.
Non la riconoscevo più.
Feci per parlare, giustificandomi ancora per l'ennesima volta ma avevo esaurito ogni scusa plausibile ma mi interruppe.
"Hai la tua seduta di radioterapia, ti accompagno, va bene? Andiamo." mi ordinò autoritaria e odiavo da morire farla ma cercavo anche di andarle incontro, dovevamo tenere a bada l'alien.
La sua mascella era contratta a dismisura e i suoi occhi erano innondati di lacrime a non finire, non se lo meritava.
Le infermiere mi sorrisero non appena entrai e alzai gli occhi al cielo mentre mi toglievo il camice, mi sedetti nel lettino e la bionda mise la protezione sul mio viso.
"Può andare." mormorò afferrando la mia mano e la baciò delicatamente mentre se ne andava via veloce.
Ma non feci in tempo a dirle scusa.
STAI LEGGENDO
resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...