7.

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zulema's pov.

Marcus incrociò le gambe aspettando che parlassi ed ero da dieci minuti guardandolo dritto negli occhi, non sapevo nemmeno io da dove iniziare.
Aprirsi con una persona, richiedeva forza.
Ed io non ne avevo, quasi niente.
Non più ormai, non come prima.
"Ti devo chiedere scusa." sussurrai mordendomi il labbro e l'uomo fece spallucce, dovevo parlargli di tantissime cose che erano successe.
Ma ci sarei riuscita a togliere del tutto il mio orgoglio e buttare giù ogni maschera? Era un'impresa difficile.
Troppo per me.
"Per cosa?" disse l'uomo con un tono di voce pacato e avevo un mal di testa atroce, mi sdraiai nel suo divano in tutta la mia lunghezza e sospirai.
"Sono sparita per un anno." sussurrai chiudendo gli occhi e feci subito mente locale di tutto ciò che era successo.
"Beh, sparire non è una cattiva scelta sai? Penso che tu abbia fatto la cosa più giusta, se era quello che volevi." disse Marcus appuntando alcune cose e fissai il soffitto insistentemente.
"Ma cosa voglio davvero?" sussurrai parlando più con me stessa e chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi.
"Dimmelo tu, Zulema." disse la voce dell'uomo e notai un pizzico di compassione che odiavo da morire.
"Non lo so nemmeno io." dissi ridendo incredula e improvvisamente la mia mente andò dritta alla biondina.
Era cambiata parecchio e non mi aspettavo assolutamente che avrebbe avuto il coraggio di seguire Amelia.
I suoi lineamenti erano cambiati notevolmente, anche il suo viso era molto più scavato del solito e l'unica cosa volevo fare era assolutamente quella di baciarla e non lasciarla più andare.
Quando l'avevo vista nel congresso online in diretta avevo provato delle cose assurde, ero fiera di lei nonostante tutto ed era davvero eccezionale.
Tutti gli articoli e intervieni innovativi che aveva fatto, puntualmente erano già memorizzati nella mia mente perché li avevo letti tutti quanti, dal primo all'ultimo.
Ma non avrei mai avuto il coraggio di sfiorarla nemmeno con un dito perché nei suoi occhi vedevo tanto dolore.
Non oso immaginare tutto quello che ha dovuto passare a causa del mio orgoglio, poteva stare anche con la donna più perfetta del mondo ma entrambe sapevamo che ci volevamo troppo.
Avevo provato ad andare avanti senza pensarla ma non mi sentivo all'altezza di offrirle tutta me stessa come avevo fatto.
"Raccontami qualcosa di nuovo." disse ad un certo punto Marcus e non mi ero neanche accorta che una lacrima mi lacerò il viso in due.
Come se fosse una lama affilata.
Mi stavo sfogando con lui dopo un anno e sapevo già che questa cosa mi avrebbe distrutta notevolmente perché era come se fossi nuda, senza nessun vestito.
Feci spallucce ed era incredibile come la mia vita si era capovolta in mezzo secondo già da un paio di mesi, non avevo ancora realizzato un bel niente.
"Hai presente la bionda? Te ne parlai tempo fa, la ragazzina." dissi parlando di getto e potevo raccontare anche la stronzata più grande del mondo ma ovviamente cosa avevo scelto? Macarena.
Era proprio il mio pensiero fisso.
"Beh, come dimenticarla?" disse Marcus ridendo e mi incitò a continuare, presi un lungo respiro profondo e nemmeno pensai a cosa dire.
Avevo parlato di lei veramente tantissime volte e quest'uomo mi ascoltava senza mostrare nemmeno un minimo di compassione capendo che non ne avevo bisogno, era una cosa che odiavo.
Volevo parlare senza aver nessun tipo di limite perché tanto sapevo che lui era il mio posto sicuro qui dentro.
"Beh, è tornata ieri ed io devo incontrarla tra un paio d'ore e non la vedevo da esattamente 4 anni. L'ho lasciata andare via, ha un'altra adesso e io.." dissi bloccandomi di scatto e serrai la mascella al solo pensiero di Amelia che la faceva sua.
Non riuscivo ad accettarlo.
Proprio per niente.
"Ti penti di qualcosa?" disse Marcus e mi misi seduta di scatto per la sua domanda improvvisa, onestamente non lo sapevo nemmeno io perché ritenevo che pentirsi non era la soluzione a tutto.
Bisognava reagire, al 100%.
", mi pento di non averla stretta forte a me quando invece l'ho allontanata per colpa della mia paura fottuta di non amarla." dissi di slancio e spalancai la bocca incredula nel mentre che Marcus sorrise, scrivendo alcune cose.
Ma non l'amavo, impossibile.
Io non amavo più nessuno.
Hanbal era stata l'unica persona che avevo amato davvero, per tanti anni.
Perché mettevo in mezzo l'amore se non avevo la più pallida idea di cosa fosse?
"Mai farsi scappare una persona che potrebbe darti l'anima, ma sono sicuro che puoi riprendertela." disse lui deciso e si alzò dalla sua solita sedia nel mentre che si dirigeva verso la sua scrivania.
Frugò dentro a vari cassetti e non capivo perché si fosse alzato, non lo faceva quasi mai quando stava con me.
"Lei non mi vuole, in ogni caso non si meriterebbe una come me." dissi ridendo appena e mi morsicai il labbro immaginandomi le sue labbra contro le mie, come facevamo un tempo.
Chissà che effetto faceva baciarla nuovamente, sentirla ridere a causa mia.
Mi ero dimenticata di quanto bene mi aveva fatto Macarena e la sua innocenza.
"Hey, perché tutta questa autocommiserazione? Che c'è?" disse lui porgendomi un fazzoletto e mi asciugai il trucco colato sorridendo.
Non parlai e mi limitai a guardarlo nel mentre che mi porgeva la mia solita pallina anti stress che amavo e odiavo.
"Sai che inizialmente consideravo l'idea di andare da uno psicologo, totalmente sbagliata?" incominciai incrociando le gambe e mi toccai i miei lunghi capelli neri liscissimi.
"Pensavo che raccontare le mie cose fosse sbagliato, perché ho sempre considerato l'idea che chiedere aiuto é una debolezza tanto grande." continuai con la voce che mi tremava appena e non volevo mai sentirmi debole.
"I primi chirurghi erano vivisezionisti, quando aprivano un corpo non avevano alcuna intenzione di chiuderlo. Volevano solo vedere cosa ci fosse dentro, e hanno trovato un mondo di possibilità. La possibilità di guarire, di cancellare il danno, di tornare indietro nel tempo." dissi sospirando appena e Marcus riprese il suo block notes, mi massaggiai le tempie molto piano ed ero esausta di parlare così tanto di ciò che provavo.
"Cosa provi all'idea di rivederla?" disse ad una certa e mi sdraiai nuovamente perché ero letteralmente stanca, volevo spaccare tutto quanto e urlare forte.
Ero arrabbiata con il mondo, le emozioni che provavo ogni secondo mi mangiavano viva e non mi facevano respirare più già da diverso tempo.
Non ero cosciente di ciò che mi circondava e mi odiavo per sentirmi così maledettamente vulnerabile per tutto.
"Euforia, ma sai cosa? Vorrei non vederla perché se la dovessi baciare non mi staccherei più." dissi mordendomi il labbro e quando ero in questa stanza le parole uscivano senza nemmeno che me ne accorgessi.
"Dalle tempo, è normale che lei all'inizio sia fredda con te, è ferita ma se ti vuole davvero la seconda possibilità te la concede eccome.
Vorresti una seconda possibilità?" mi domandò e annuii incerta, era pur sempre una ragazzina rispetto a me.
Io 45 anni, lei 35 e si vedeva tantissimo che la biondina ora aveva un bel caratterino e non vedevo l'ora di vederlo.
"Non mi stai raccontando tutto." disse Marcus ad una certa e feci un sorriso forzato, con una smorfia dura in viso.
Incredibile come si accorgesse di tutto, non avevo nessuna maschera con lui.
Si, c'erano altri problemi ovviamente ma non avevo intenzione di aggiungerne altri alla lista perché non volevo che le altre persone soffrissero così tanto per me.
"Ti sto risparmiando altri problemi." dissi ridendo appena e mi veniva letteralmente da piangere per tutta la pressione che stavo provando.
"Non sei un problema." disse lui sedendosi improvvisamente al mio fianco e mi abbracciò forte, sperava che piangessi ma invece non lo feci.
Non più, avevo già dato tantissimo dentro a queste mura e c'era il mio nome inciso per davvero, sotto al cemento proprio.
"Mi sei mancata e andrà tutto bene." disse amichevolmente e avevo bisogno onestamente di un abbraccio rigenerante.
Appoggiai la testa sulla sua spalla con lo sguardo perso nel vuoto e aveva ragione, il problema non ero io.
Ma quello che avevo dentro.

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