Amelia era profondamente addormentata sopra al mio petto e con cautela accarezzai i suoi capelli facendola mugugnare rilassata.
Eravamo esattamente nella stanza del medico di guardia e non riuscivo a riposarmi proprio per niente.
Mi agitavo ogni due per tre e la tensione che stavo provando addosso era unica, non sapevo come calmarmi.
"Che c'è?" disse la mora alzando la testa e cercò le mie labbra teneramente mentre ricambiavo il suo bacio.
"Da quando Zulema non viene qui?" le domandai inarcando un sopracciglio confusa e ormai avevo perso la cognizione del tempo.
"Quasi una settimana penso." disse la donna sopra di me e sgranai gli occhi insieme a lei per poi alzarmi di scatto.
"È quello che penso io?" disse Amelia vedendo che mi stavo togliendo il camice e mi infilai una felpa al volo.
"Sì." dissi inviando un messaggio veloce a Saray ma non mi rispose, e andai subito in panico.
"Vai da lei, ti copro io." mormorò Amelia mettendosi seduta e senza pensarci due volte le afferrai il viso e la baciai.Casa di Zulema era sempre la stessa e c'era un qualcosa che non andava, non la vedevo da alcuni giorni.
Era scomparsa.
La gitana era seduta fuori da casa sua tenendosi la testa tra le mani e scesi dalla macchina chiudendo lo sportello forte.
"Hey." dissi avvicinandomi e la mia amica scattò subito in piedi non appena sentì la mia voce, preoccupata.
"Ti stavo per chiamare, sono da circa una settimana che non riesco ad entrare e Zulema non mi apre." disse suonando al campanello ma non ricevette risposta.
"Okay, ora me lo vedo io. Perché non mi avete avvisata? Vi ho ordinato io stessa di seguirla, una persona che sta così male non deve essere lasciata da sola." dissi guardandomi attorno e provai a suonare interrottamente senza farmi problemi.
Silenzio, totale.
"Maca, sei impegnata tantissimo per questo intervento e nessuno vuole metterti pressione, ecco." disse la gitana con le lacrime agli occhi e l'abbracciai forte a me, dicendole che tutto sarebbe andato per il verso giusto.
"Vai all'ospedale e cerca di rilassarti un'attimo perché anche tu ne hai bisogno intesi? Ci penso io a lei." le mormorai decisa e mi ero ripromessa già da molto tempo che non avrei più pianto.
Saray annuì e la vidi percorrere il viale velocemente per poi andarsene, intanto mandai un messaggio veloce ad Amelia e ordinai di riguardare le tac insieme ad Ethan mentre pensavo a cosa fare.
"Vediamo." sussurrai guardandomi attorno e questa casa era immensa, gironzolai attorno notando una piscina enorme e sbirciai dalle vetrate ma non si vedeva assolutamente nulla.
Dove diavolo era il suo personale?
Tentai di aprire la porta sul retro ma era bloccata, anche quella d'ingresso.
"Che figlia di puttana lurida." dissi alzando lo sguardo e notai una scala che portava ad una stanza del secondo piano.
E se quella finestra fosse aperta?
Senza pensarci due volte salii piano e notai che era abbastanza sicuro quindi mi aggrappai bene e non guardai giù per nessuna ragione al mondo, se mi fossi fatta male sarebbero stati guai seri.
In un primo momento la finestra mi sembrava chiusa ma notai che la serratura non era incastrata bene e dopo un paio di tentativi riuscii ad aprirla.
Bingo.
Con un salto entrai dentro senza fare neanche tanto rumore e mi guardai attorno notando che ero nel suo studio immenso, tutto era in ordine e sobbalzai vedendo il muro vuoto, privo di foto.
Zulema aveva tolto tutto.
Camminai lungo il corridoio e il cuore stava per uscirmi dal petto, la richiamai un paio di volte ma non rispose.
Il panico che stavo provando era immenso e guardai dappertutto, e se questa stronza se n'era andata via?
Non glielo avrei mai perdonato.
La porta di camera sua era mezzo aperta e sobbalzai notandola rannicchiata sotto le coperte, completamente al buio.
Neanche uno spiraglio di luce.
"Zule." la richiamai soffocando un piccolo singhiozzo e mi morsicai il labbro mentre camminavo verso di lei.
Il piumone la copriva tutta quanta e si vedevano quei pochi capelli che le erano rimasti, ne perdeva tantissimi ma non aveva il coraggio di rasarli.
Mi inginocchiai alla sua altezza spostandole di poco il piumone e notai che stava tremando come una foglia.
"Hey, tesoro mio." sussurrai dolcemente accarezzandole il viso e senza pensarci due volte mi tolsi le scarpe in fretta.
Mi infilai sotto le coperte con lei e strinsi la sua vita saldamente, baciandole la spalla con una dolcezza mai vista.
"Vattene, non voglio che mi vedi in questo stato." sussurrò con voce debole e scossi la testa facendola voltare verso di me, si accoccolò nell'incavo del mio collo e intrecciò le gambe con le mie.
"Shh, ci sono io ora." sussurrai spostando la sua frangia perfetta e controllai se aveva la febbre.
Scottava da morire e con la sua patologia era pericolosa anche un'influenza.
"Vai da Amelia." disse facendo una smorfietta adorabile e le baciai la guancia molto piano, facendola rilassare.
Infatti smise di tremare.
"No, rimango con te invece." dissi scherzando tra le lacrime e percepii un piccolo sorriso contro al mio collo.
Sorrideva grazie a me.
"Sono stanca, non ho più le forze neanche di alzarmi dal letto. Mi sto facendo del male lo so, sto cercando di abituarmi così tanto fino a non sentire più nulla." disse cercando la mia mano e la strinse, mentre gliela baciavo molto delicatamente.
"Sfogati, dammi questo male." le sussurrai lasciandole dei piccoli baci sulla guancia e il suo respiro era tanto lento, quasi impercettibile.
"La cosa che più mi spaventa è dimenticarti, mentre la seconda è non essere in grado di lasciarti andare." mi sussurrò mentre una lacrima mi rigava il viso, erano emozioni troppo troppo forti.
Era come se i nostri mondi stessero girando e noi andavamo avanti affrontando le nostre paure da sole, come se fosse una bramosia ed era così reale.
"La Zulema che conosco io ha sempre fatto di tutto anche per la minima cosa, spaccando i muri e se era necessario rischiava anche la pelle, per la vita. Ma no, tu hai deciso di sprecare tutto così quando hai una persona al tuo fianco che ti vuole davvero. Sei da sempre egoista con te stessa quando non c'è nulla di male nel chiedere aiuto." dissi senza neanche guardarla ma tremai non appena voltai la testa nella sua direzione incontrando il suo sguardo glaciale privo di qualsiasi emozione.
"Ho perso l'amore della mia vita e secondo te, devo chiedere aiuto quando mi sono sempre ritrovata da sola nell'arco della mia vita?" disse l'araba agitandosi e tremai sul posto perché si stava riferendo ad Hanbal.
"Lo so, che hai sofferto tanto nell'arco della tua vita ma ti sto offrendo l'occasione di essere felice. Io non vivo senza di te hai capito? E questa sarà l'ultima volta che te lo dirò perché sono così innamorata di te." le sussurrai facendomi scappare vari singhiozzi e ogni volta confessarglielo erano cento pugnalate al petto per me.
"Dovevi lasciarmi dormire, ormai avevo trovato un metodo per scappare dal dolore e tu l'hai rovinato." disse alzandosi debolmente dal letto e mi precipitai da lei dato che era corsa in bagno per rigettare tutto quanto.
Strinsi i suoi capelli massaggiandole la schiena e vomitò per alcuni minuti, piangendo poi silenziosamente.
"Vattene, lasciami sola." sussurrò parlando goffamente e vomitò ancora, e ancora senza fermarsi mai.
"In passato non avevi nessuno, ora ci sono io con te fino alla fine." dissi decisa e le feci alcune carezze mentre vomitava come se non ci fosse un domani, era l'effetto della chemio.
Poi tirò lo sciacquone e mi spinse facendomi barcollare di poco, mentre si toglieva i vestiti velocemente.
"Tanto mi hai già vista nuda, no? Guarda quanto faccio schifo! Sono malata, malata fino al midollo cazzo! E lo sappiamo entrambe che non riuscirai mai a salvarmi la vita, perché l'alien è troppo grande." disse rimanendo in intimo davanti a me e scossi la testa con il volto rigato dalle lacrime, mentre si lavava i denti.
"Perché non ti rendi conto di quanto sei preziosa? Di quanto hai rivoltato la mia vita? In quella tomba io non ti ci trascino Zulema, scordatelo." dissi abbracciandola da dietro baciandole la spalla nuda e una lacrima le rigò il viso.
"Tu sei quel qualcuno che non voglio perdere, e nessuno può prendere il tuo posto nel mio cuore anche se me lo hai disintegrato in mille pezzi." dissi alle sue spalle e i suoi occhi neri si posarono sui miei tramite lo specchio.
Finì di lavarsi i denti e si voltò poi verso di me mentre abbassavo le bretelle del suo reggiseno, baciandole le spalle nude.
"Sei sempre bella, il mio cuore è così pieno di te." sussurrai con la voce rotta e baciai tutto il suo corpo magro, con le ossa tanto evidenti.
"Se solo potessi vedere tutti i cazzo di sorrisi che mi hai fatto provare, anche con un semplice messaggio." continuai a dirle tutto quello che mi passava per la testa mentre baciavo la sua pelle che con il mio tocco diventava rovente.
Infuocata.
"Stare con te, è tutto ciò che voglio e non potrei mai stancarmi di parlare di te, anche con gli sconosciuti. So che non mi vuoi, ma sappi che mi prenderò sempre cura di te, perché sono fatta così cazzo e amo prendermi cura delle persone." dissi guardandola dritta negli occhi e le asciugai quel poco di trucco che aveva colato.
"E sai cosa? Non finirò mai di innamorarmi di te, posso andare con chiunque Zulema ma tu mi hai insegnato tutto, sei stata la mia maestra di vita come.." dissi afferrando il suo polso e indicai il suo tatuaggio.
"Come gli scorpioni." dissi sorridendo e la mia fossetta si vide, l'araba non disse nulla e mi avvicinai appoggiando la fronte contro la sua mentre cercavo le sue labbra per un bacio veloce.
"Sei di Amelia." disse mettendo la testa di lato e alzai gli occhi al cielo mentre incrociava le braccia al petto.
"Io sono sempre stata tua." mormorai sospirando e mi asciugai le lacrime mentre Zulema mi allontanava.
"Vorrei che ti importasse allo stesso modo, perché sto facendo tutto questo per tenerti stretta nella mia vita. Se potessi, tutto questo male me lo sarei presa io hai capito? Perché stai soffrendo e si vede, te l'ho sempre letto in quei cazzo di occhi Zulema e fanculo se pensi che nessuno tenga a te." dissi facendo spallucce e le afferrai delicatamente il viso mentre appoggiava la fronte contro la mia chiudendo gli occhi debolmente.
"Prima mi sono guardata allo specchio e non mi sono riconosciuta, ho perso la memoria per un paio di minuti e ho vissuto l'inferno vero in questi giorni perché sembrava che avessi degli estranei in casa mia e ho buttato fuori addirittura Saray, sto per morire davvero." disse stringendo la mia vita e sgranai gli occhi perché dovevo farle una tac subito per vedere la sua situazione.
"Andiamo." dissi decisa lasciandole un lungo bacio sulla guancia e inspirai il suo profumo meraviglioso che amavo.
"Voglio fare una doccia, per favore ne ho bisogno e tu dovresti andare a casa e riposarti con la Shepherd." disse lanciandomi una frecciatina, alzai gli occhi al cielo per il suo orgoglio e l'abbracciai da dietro mentre baciavo teneramente la sua schiena nuda.
Ero innamorata persa di lei.
"È stata Amelia a mandarmi qui da te, inoltre tutti meritano una seconda possibilità come tu d'altronde. Non risolvi niente staccandoti da me quando l'unica cosa che dovresti fare è starmi accanto." sbottai guardandola distrutta e serrò la mascella triste.
Era triste, nient'altro.
"Il mio cancro e la mia morte mi appartengono." mormorò con una lacrima che le rigava il viso, poche volte l'avevo vista sfogare tutto il suo dolore così e mi stava regalando lacrime dolorose che ormai mi appartenevano.
Poi i suoi occhi neri si posarono sui miei mentre la voltavo piano, mi avvicinai sempre di più al suo viso percependo tutto il suo dolore ma soprattutto tutta la sua forza di volontà perché lei non voleva lasciarmi.
Poteva avere tutte le barriere che voleva davanti a me, ero l'unica che poteva disintegrarle tutte.
Ma il suo orgoglio ancora una volta non poteva lasciarla in un momento come questo, doveva essere lucida.
"Se stai lottando, significa che stai progredendo e so che una parte di te mi sta implorando di trascinarti in quella sala. Vuoi arrivare al limite? Perfetto Zulema, sono pronta." dissi decisa e uscii dal bagno mentre le lasciavo la giusta privacy, dovevo cercare di metabolizzare il suo discorso.
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resilient
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL, ANATOMY. In psicologia la resilienza indica la capacità di affrontare in maniera positiva eventi traumatici. La capacità di riorganizzare positivamente la propria vita. Ricostruire se stessi restando sensibili. Le pers...