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L'indomani mattina sono frenetica. Ho chiuso la pota a chiave, lasciando che nemmeno Viviana entri. Mi sono preparata nuovamente, sistemando la parrucca, le lenti a contatto e ho anche indossato una semplice vestaglia nera di seta che, lascia intravedere il mio corpo nudo.

Consapevole che giù stiano facendo colazione, sgattaiolo senza farmi vedere nell'ufficio di Alexander e mi nascondo accanto al camino. Appena udisco la sua voce mi sporgo, osservando il suo fisico marmoreo perfettamente coperto, da uno dei suoi completi eleganti grigi. Avanza nel suo ufficio, tenendo lo sguardo fisso sul cellulare.

In punta di piedi mi avvicino e faccio scattare la serratura. Allo stesso tempo il suo sguardo che, dapprima era impegnato sullo schermo del telefono, ora è su di me. Avanzo lentamente, avvicinandomi a lui. Mi siedo a cavalcioni su di lui e, lascio scivolare la vestaglia a terra, sussurrando un«Buongiorno.»

«Che ci fai qui, Leyla?»

«Ho pensato che, questa sera di sicuro saresti tornato tardi.» Mi avvicino alla sua barba ispirando l'odore di menta. Le mie mani tracciano tutto il suo corpo, arrivando al bottone dei pantaloni che, slaccio. «Poi il buongiorno si vede dal mattino, no?» Ancora con me in braccio si tira giù i pantaloni, restano in boxer. Sento la sua erezione che punge sul mio interno coscia, così senza farmelo dire, scendo dalle sue gambe e, m'inginocchio.

«Aspetta...» La suoneria di un telefono mi fa stoppare ma, non appena udisco il nome di Ludovica non ci penso due volte ad abbassargli i boxer e, prenderlo tra le mani. Non ho mai visto nessuno come lui, le sue misure non sono esagerate ma, nemmeno piccole. Vado su giù sentendolo più grande tra le mani.

Lui mi guarda di sbieco. Incollo il mio sguardo nel suo mentre, lo prendo in bocca. Dove non riesco mi, aiuto con le mani. Lecco, succhio mentre, la sua mano impugna i miei capelli facendomi aumentare il ritmo.

«Cazzo Ludovica devo attaccare.» Spinge sempre di più la mia testa verso la sua protuberanza. Lo sento duro nella mia bocca mentre, l'eccitazione tra le cosce cresce a dismisura.

Lo osservo da sotto le ciglia: gli occhi incollati nei miei, la bocca socchiusa e il respiro incontrollato. Si prende il labbro inferiore tra i denti mentre, tendoni sempre dai capelli si alza in piedi ed esce dalla imbocca. «Socchiudi la bocca.» Faccio come dice e in una botta sola entra, spingendomelo tutto in gola.

Reprimo un conato di vomito.

Nonostante ciò mi piace. L'eccitazione mi cola tra le cosce doloranti. Lui intanto, ripete quello che fatto prima e alla terza stoccata viene in un ruggito animalesco. «Ingoia.» Ordina ed io faccio come dice ormai, totalmente in balia di lui.

«Vieni qua.» Mi copre dolcemente con la vestaglia e, mi fa sedere sulle sue gambe. Mi accoccolo sul suo petto mentre, lui smanetta col computer e il telefono.

Dark Seduction Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora