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Siamo ancora in silenzio mentre, loro cercano da parte mia una spiegazione ma, non credo ci siano parole

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Siamo ancora in silenzio mentre, loro cercano da parte mia una spiegazione ma, non credo ci siano parole. Non ho il coraggio di dire nulla, ogniqualvolta tento di aprire la bocca, mi blocco non sapendo cosa dire e, come dirlo. Nella mia mente si susseguono immagini di un passato che credevo dimenticato. È bastato un solo video a far riaffiorare i ricordi e, ricordarmi che sono da sola.

Lo sono sempre stata.

«Abbiamo contattato un hacker, rimuoverà il video da qualsiasi sito.» La voce di Alexander sovrasta tutti gli altri e nonostante, sento il suo sguardo sul mio corpo, non alzo il capo.

Vorrei afferrare la mano di qualcuno, stringerla e piangere, fin quando non avrò più le forze. Anche se tutto questo si possa risolvere, non credo possa dimenticare il modo in cui mi stanno trattando. «Non è come state pensando, dovete credermi io...» Le parole mi muoiono in gola.

«Dovremmo crederti? Questa è bella.» La biondina interferisce ancora e immischiandosi. Ma nessuno la mette a tacere. «Perché dovremmo crederti? A cosa poi? Preferiamo pensare che tu sia una troia, perché è quello che sei.»

Nessuno osa emettere un solo fiato. «Lo pensate anche voi?»

«Lo pensiamo tutti.»

Tutti.

Tutta la famiglia crede che sia una poco di buono.

Col cuore ridotto in mille pezzi corro via. Esco fuori, senza una meta ben precisa. Non so dove mi porterà, non so cosa farò ma voglio stare lontana da quella casa, almeno per un po' di tempo.

Le lacrime bagnano il mio viso e, continuano a farlo anche quando cado a terra. Sento il cuore che sta per esplodermi nel petto. Stringo l'erba bagnata tra le mie dita, cercando di scaricare la mia rabbia e frustrazione. Ma non ci riesco.

Le loro parole rimbombano nella mia testa.

Sapevo che non fossi ben vista ma, pensare che sia una poco di buono io...non credevo ne sarebbero stati capaci. Forse ho riposto troppe speranze, mi sono scottata restando ferita per la milionesima volta. Passo altri minuti, o forse ore atterra, dopodiché ritorno indietro. Nonostante questi giardini siano infiniti, la reggia è al centro e ben visibile in quasi tutta la vallata.

Quando rientro mi avvicino alla sala da pranzo. Credo che abbiano smesso di mangiare ma, le loro risate mi fanno immobilizzare. Resto ferma origliando mentre, fanno delle battuta su uno di loro. Ridono e quel suono è così bello, ti fa sentire a casa.

Non per me, però.

Quel suono e quella complicità, mi fanno sentire ancor più estranea.

Indietreggio e ritorno in camera, non facendomi scoprire.

La luce dell'ufficio di Alexander mi blocca. Sto per fare un enorme cazzata, lo so. Domani di sicuro me ne pentirò, ma poco importa. Entro e osservo la sua figura dietro la scrivania. «Quindi sono una troia per tutto voi, giusto?» Le mie mani scorrono lungo il mio corpo, mi tolgo le scarpe restando a piedi nudi.

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